Giovedì, 02 Marzo 2023 16:27

Agricoltura. Entra nel vivo in Emilia-Romagna lo Sviluppo Rurale 2023-27 con una dotazione finanziaria di quasi 1 miliardo di euro, 132 milioni in più rispetto alla precedente programmazione europea In evidenza

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Per quest'anno nuovi bandi per 148 milioni di euro. Mammi: "Passa da qui la strada per sostenere reddito delle imprese agricole e competitività. L'Emilia-Romagna sempre più cuore agroalimentare del Paese".
Oggi a Parma la prima tappa in regione di presentazione delle linee d'intervento e il punto su risorse e ricadute per il territorio, le imprese e il mondo agroalimentare. Tra le priorità: competitività, reddito delle imprese e buona occupazione, sostenibilità ambientale, sviluppo equilibrato dei territori e innovazione digitale.

Bologna - Crescono gli investimenti per le imprese agricole e agroalimentari della regione ed entra nel vivo il nuovo Sviluppo Rurale 2023-2027 per un'agricoltura che tenga insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale, con un'attenzione particolare al sostegno al reddito, alla ricerca e all'innovazione tecnologica.

Il punto sul nuovo Psr 2023-27, le priorità e le linee d'intervento sarà al centro di una serie di incontri che toccheranno tutte le province dell'Emilia-Romagna.

Prima tappa oggi a Parma con l'assessore regionale all'Agricoltura Alessio Mammi. Erano presenti, tra gli altri, Andrea Massari, presidente della Provincia e il direttore generale Agricoltura della Regione Valtiero Mazzotti.

"Prosegue l'impegno a favore di un settore fondamentale per l'economia regionale e il Made in Italy, grazie a prodotti unici al mondo - ha detto nel suo intervento l'assessore Mammi-. Dobbiamo accompagnare le imprese per sostenere la competitività, il reddito e l'innovazione".

"Passa da qui la strada per nuova agricoltura - ha spiegato Mammi - attraverso investimenti in innovazione e ricerca per le imprese agricole e agroalimentari, per garantire qualità delle produzioni, competitività e sostenibilità ambientale, economica e sociale. La Regione è già partita con i bandi della nuova programmazione, e con l'importante riallocazione di risorse per scorrere le graduatorie su bandi per il contrasto delle emissioni di ammoniaca e la filiera del latte".

"E' un onore per la Provincia di Parma ospitare la prima presentazione del nuovo Psr – ha dichiarato il presidente della Provincia di Parma Andrea MassariSi tratta di risorse importantissime a favore dell'agricoltura, della qualità del prodotto, del lavoro e dell'ambiente, che per Parma vogliono dire moltissimo. Parma vive dei tesori prodotti dalla sua terra, trasformati da una manifattura sapiente. Speriamo che il nostro territorio sappia cogliere appieno questa opportunità".

Complessivamente ammontano a 913,2 milioni di euro i fondi per lo sviluppo rurale da qui al 2027, cifra che piazza la regione al primo posto per valore delle risorse ottenute fra le Regioni del Centro-Nord: il 40% dall'Europa, quasi 372 milioni, e il restante 60% fra finanziamento statale (379 milioni) e regionale (162,5 milioni). Si tratta di oltre 132 milioni di euro in più rispetto alla programmazione europea 2014-20, considerati nel nuovo settennato 2021-27 anche i due anni del Psr di transizione 2021 e 2022.

Un risultato reso possibile, oltre che dal superamento del criterio dei parametri storici di riparto, dalla maggiore quantità di fondi europei ottenuta proprio nel biennio di transizione e dal maggiore cofinanziamento sia statale che regionale per il 2023-2027.

In dettaglio, 286 milioni andranno per sostegno al reddito e competitività, 404 milioni per ambiente e clima, 150 milioni per lo sviluppo socioeconomico delle aree rurali e 51 milioni su conoscenza e innovazione.

Nel corso del 2023 saranno pubblicati i nuovi bandi, per un valore complessivo di 148,3 milioni di euro.

Gli obiettivi della nuova programmazione sono prima di tutto il sostegno della crescita occupazionale, del reddito e della competitività, poi le garanzie di dignità e sicurezza dei lavoratori e il ricambio generazionale.

L'altro pilastro è la qualità ambientale, il sostegno al biologico e la salvaguardia della biodiversità.

Terzo elemento fondamentale: la digitalizzazione, l'innovazione, la ricerca e l'attrattività dei territori più marginali.