Di Mita Valerio Roma, 12 febbraio 2023 (Quotidianoweb.it) - E’ stato ormai dimostrato attraverso numerosi studi che l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico può provocare, purtroppo, un prematuro invecchiamento e creare danni irreparabili alle funzioni cognitive.
A confermare questa tesi dagli esiti davvero poco confortanti è il Beth Israel deaconess medical center e l'Università di Boston che ha coinvolto per l’indagine 900 persone di almeno 60 anni senza problemi di ictus o demenza (già selezionate per la ricerca denominata Framingham heart study).
I ricercatori, con l'ausilio di immagini satellitari, hanno valutato il livello di inquinamento presente nelle zone di residenza di coloro che partecipavano all’indagine. Il risultato che è scaturito è stato che con l'aumento di soli due microgrammi per metro cubo di Pm 2,5 nell'aria la conseguenza è stata una riduzione dello 0,32% del volume cerebrale ed un incremento del rischio di ictus silenzioso del 46%. Tutto ciò si traduce in un invecchiamento delle funzioni cognitive pari ad un anno di vita.
Secondo i ricercatori impegnati in questo studio, la correlazione tra inquinamento e i danni provocati alla struttura del cervello è dovuta all’infiammazione provocata dal deposito di polveri sottili nei polmoni.
Non è certamente questo l’unico studio svolto in questo ambito, un’altra osservazione, infatti, è stata effettuata da parte dei ricercatori canadesi dell'Università della British Columbia e dell'Università di Victoria.
I ricercatori hanno studiato in laboratorio 25 adulti sani dopo averli esposti per 120 minuti ad aria pulita e filtrata oppure ai gas di scarico di veicoli diesel, appositamente diluiti e ‘invecchiati’ per simulare le reali condizioni delle strade di città. Prima e dopo l'esposizione, i volontari sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica funzionale al fine di verificare le condizioni di una particolare rete neurale del cervello che ne regola le attività in 'modalità base' (Default-Mode Network, Dmn), giocando un ruolo importante per la memoria ed il pensiero introspettivo.
I risultati ottenuti hanno dimostrato che l'esposizione allo smog causa una riduzione della connettività in ampie regioni della Dmn.
Da studi precedenti "sappiamo che una connettività funzionale alterata nella Dmn è stata associata con ridotte performance cognitive e sintomi depressivi - precisa la prima autrice dello studio Jodie Gawryluk, docente di psicologia all'Università di Victoria - è dunque preoccupante vedere che l'inquinamento dovuto al traffico interrompe questi stessi circuiti. Sebbene servano nuove ricerche per capire appieno l'impatto di questi cambiamenti, è possibile che possano influire sulla capacità di pensare o lavorare".
Le alterazioni osservate nel suddetto studio si sono rivelate temporanee e reversibili, ma secondo i ricercatori ci sono concrete possibilità che l'esposizione prolungata allo smog possa determinare conseguenze a più lungo termine.