destinati al metodo biologico. Ringraziamo il ministro Patuanelli per aver accolto con la massima celerità la nostra richiesta di dare una accelerata alle procedure. Le imprese agricole, infatti, attendono la distribuzione di questi fondi per poter investire e creare valore aggiunto, redditività, occupazione lungo le singole filiere”. Lo dichiara la deputata Chiara Gagnarli, capogruppo M5S in commissione Agricoltura e prima firmataria del question time con cui si chiedeva l’emanazione dell’Avviso recante le caratteristiche, le modalità e le forme per la presentazione delle domande di accesso ai contratti di filiera, ora pubblicato dal Mipaaf.
“Le domande di accesso potranno essere presentate entro 90 giorni a partire dal 23 maggio, quando dovrà essere operativa la piattaforma web dedicata – spiega Gagnarli – I contributi sono rivolti a imprese, anche in forma associata, cooperative, consorzi e reti di impresa del settore agricolo e agroalimentare. Rientrano anche le organizzazioni di produttori e le loro associazioni, comprese anche società miste dove il capitale sociale sia almeno al 51% di imprenditori agricoli”.
“Gli obiettivi che si punta a raggiungere con i contratti di filiera e di distretto per i settori agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo riguardano la maggiore sostenibilità del comparto primario nazionale – aggiunge – Riduzione nell’utilizzo di fitofarmaci, antimicrobici, fertilizzanti di sintesi; potenziare l’agricoltura biologica e lottare contro la perdita di biodiversità; migliorare il benessere degli animali; garantire il contributo agli obiettivi climatico-ambientali; migliorare la distribuzione del valore lungo le diverse fasi della catena; sviluppare la produzione di energia rinnovabile e l’efficienza energetica; garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, ridurre le perdite e gli sprechi alimentari”.
“Caratteristica del contratto di filiera è la multiregionalità degli interventi, con costi ammissibili sino all’85% per singola regione per un ammontare totale che va da 4 a 50 milioni di euro – continua Gagnarli – Sono ammessi investimenti in attivi materiali e immateriali connessi alla produzione agricola, investimenti per la trasformazione dei prodotti e la loro commercializzazione, per l’adesione a regimi di qualità, per l’organizzazione e la partecipazione a concorsi e fiere, per progetti di ricerca e sviluppo e promozione”.
“Gli investimenti dovranno essere conclusi non oltre il secondo trimestre del 2026, nei tempi previsti, dunque, dal PNRR” conclude.