7 Marzo 2022 – Sviluppi molto concreti nella lotta al bracconaggio: sia da parte delle azioni da mettere in campo, attraverso il tavolo di coordinamento delle Prefetture del distretto su stimolo della Consulta della Pesca di Autorità distrettuale e Regioni; sia sull’operatività grazie all’incontro del vertice dei Carabinieri Forestali Generale di Brigata Fabrizio Mari con il Segretario Generale di ADBPo Meuccio Berselli. Novità sostanziali che arrivano anche dalla Consulta Pesca Po per attuare il “Protocollo d’Intesa triennale per il controllo della pesca illegale nel bacino del fiume Po” del 2018 e rinnovato fino al 2024, tra l’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE, la Regione Emilia-Romagna, la Regione Lombardia, la Regione Piemonte, la Regione Veneto e le Prefetture delle città metropolitane di Bologna, Milano, Torino e Venezia. Nei giorni scorsi si è attivata la Prefettura di Milano che ha il compito di attivare il Tavolo di coordinamento con lo scopo rilevante di redigere ed aggiornare periodicamente il programma delle azioni di contrasto alla pesca illegale e valutare al contempo il quadro attuale delle risorse umane disponibili e strumentali in uso sull'intera asta del Po (con particolare riferimento alle Forze di Polizia provinciale, locale e di vigilanza ittica volontaria) al fine di potenziarne le dotazioni in uso.
Al tavolo di coordinamento partecipano naturalmente i Carabinieri Forestali che, per competenza, diventano un punto di riferimento fondamentale nell'implementazione di un protocollo operativo d'intervento diretto di contrasto. Obiettivo dell'incontro è stato quello di dare concretezza ai contenuti dell'intesa per avviare le azioni utili a combattere il fenomeno del bracconaggio e della pesca illegale nel fiume Po.
Ma ecco una tabella di marcia operativa: ricognizione sui punti di imbarco/sbarco (individuati dall'Autorità distrettuale), è stato stabilito che il tavolo di coordinamento fissi delle linee operative da trasmettere alle Prefetture delle provincie territorialmente interessate dal fenomeno del bracconaggio affinché queste attivino, a cascata, la rete di segnalazioni ed interventi a seconda delle specificità proprie del territorio, con il coinvolgimento delle forze di polizia provinciali. Al loro fianco, l'attività dei Carabinieri Forestali risulterà fondamentale nel coordinamento dell'attività investigativa fra le diverse aree, come per la segnalazione delle targhe dei mezzi sospetti. A Parma intanto, al Palazzo delle Acque, sede di ADBPo, il Segretario Generale Berselli ha accolto il Generale Mari accompagnato all’incontro dal Comandante provinciale Pier Luigi Fedele.
“Essere sul territorio quando serve e controllarlo affinché il fiume sia vissuto per ciò che merita e non saccheggiato – ha commentato Berselli - in quest’ottica la collaborazione stretta con l’Arma dei Carabineri Forestali diventa assolutamente strategica e ringrazio vivamente il Generale Mari per la disponibilità a procedere nella stesura dell’intesa operativa”.
Generale Mari che è un esperto conoscitore del territorio e di tutte le sue peculiarità: “L’attività anti bracconaggio svolta in questi anni è fondamentale per migliorare sempre più l’efficacia delle azioni operative – ha sottolineato il Generale Fabrizio Mari – Abbiamo svolto molte attività periodiche di intervento, soprattutto nella zona del Delta, ma il fenomeno crescente anche in altre aree lungo il fiume ci spinge oggi ad un ulteriore salto di livello di concerto con l’Autorità di bacino e le collaborazione con tutti gli enti e le comunità distrettuali diventano elemento essenziale e sempre più preciso e coordinato in forma e sostanza”.
Sul tema del bracconaggio e del suo contrasto mediate l’azione normativa della Consulta della Pesca l’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE ha recentemente pubblicato sul proprio portale istituzionale (www.adbpo.it) e sul canale YouTube dell’Ente la prima parte di un video informativo (curato dal giornalista Andrea Gavazzoli e dal videomaker Marco Epifani) relativo al fenomeno e al percorso che l’ADBPo sta realizzando anche per sensibilizzare le comunità, rivierasche e non, sui danni causati dalla pesca illegale e sulle possibili soluzioni praticabili.