"Nonostante si sia parlato molto in questi ultimi mesi di tagli alla spesa pubblica, di semplificazione e riduzione dei costi della politica e abolizione delle Province, il Governo, con un decreto dello scorso 2 aprile, ha aumentato di ben il 30% le tariffe PRA per riequilibrare le entrate dell'Aci per la gestione del Pubblico Registro e per la soppressione dei compensi che l'Ente percepisce dalle Province per l'incasso dell'IPT (Imposta Provinciale di Trascrizione). Una decisione che, per mantenere in piedi una doppia struttura burocratica che costa nel complesso più di 50 milioni di euro, non fa che aumentare il carico fiscale a danno di cittadini e imprese. In particolare, per le imprese che operano nel trasporto professionale e che effettuano diverse operazioni questo provvedimento comporta un costo di oltre 10 milioni di euro": è quanto dichiara il Vice Presidente di Confcommercio, Paolo Uggè.
"Nel comparto automobilistico, che vede addirittura due archivi e due strutture pubbliche per la messa in circolazione dei veicoli con l'inevitabile duplicazione di documenti e adempimenti – prosegue Uggè - anziché semplificare eliminando inutili costi e tante duplicazioni burocratiche, si è deciso di far pagare agli utenti della strada i disavanzi economico-finanziari dell'Aci. Sarà pur vero che gli enti hanno incassato meno anche per il calo delle immatricolazioni, ma recuperare i mancati introiti pesando su imprese che a fatica restano sul mercato è semplicemente folle e invece di sostenerle le si affossano. Insomma, ci sembra una scelta che continua nella politica di penalizzazione del commercio e dell'uso dell'auto con crescente danno per l'intera filiera d'imprese che opera nel settore, sempre più in crisi di sopravvivenza come si legge dai dati statistici giornalieri."
(Fonte Confcommercio )