Dopo aver toccato i capoluoghi di regione, dove hanno sede le redazioni della agenzia stampa, il tour dell'ANSA per raccontare le eccellenze dei territori e del Paese riparte, dopo 20 tappe, da Parma, la città che nel 2020 sarà Capitale della Cultura e universalmente riconosciuta come territorio centrale per la qualità non solo agroalimentare.
di LGC Parma, 12 novembre 2019 -
Non solo Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano, ma Parma è leader nella progettazione e produzione di macchine e attrezzature, ospita grandi aziende dell’alimentare, della farmaceutica e dell’arte vetraia. Insomma, come ha sottolineato Federico Pizzarotti nel suo intervento di benvenuto, “Parma non è più una piccola città, è la 18esima a livello nazionale.”
Tante le sfide territoriali che a Parma l’amministrazione cerca di portare avanti, “ultima la fermata dell’alta velocità."
E ancora, prosegue il Sindaco della città ducale "Una cosa che abbiamo imparato è che se ci muoviamo insieme, cercando di smussare i nostri punti di vista, raggiungiamo obiettivi che da soli sarebbero impensabili: questa è l'eccellenza che racconterei".
Il convegno “Raccontare le Eccellenze” è stato moderato dal responsabile della sede regionale dell’ANSA, Leonardo Nesti, che ha organizzato in due panel il convegno che ha visto calcare il palcoscenico della Casa della Musica, 12 tra manager e imprenditori che hanno raccontato le loro esperienze, oltre ai vertici ANSA, dal Direttore Luigi Contu all’AD Stefano De Alessandri il quale ha esposto le dimensioni e gli obiettivi dell’agenzia composta da 27 soci, 3500 clienti e 73 paesi presidiati con i loro corrispondenti, oltre alle 22 sedi nazionali.
Non solo agroalimentare, ma il patrimonio di eccellenze di Parma è ben più esteso, articolato e complesso e il progetto presentato per ottenere il riconoscimento di “Parma capitale della Cultura 2020” come ha ben sottolineato l’assessore alla cultura Michele Guerra nell’informare che Il 3 dicembre a Milano, in presenza del il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, verrà presentato il programma di Parma Capitale italiana della Cultura 2020. "Parma 2020 - ha sottolineato Guerra - è una scommessa che ha voluto mettere la cultura al centro della visione di una città complessa, articolata, che arrivasse a toccare i gangli vitali della comunità. Siamo partiti da un progetto urbanistico per scrivere il dossier, dai distretti socio-culturali, che ci sembravano fossero l'eredità giusta da cui partire per comprendere le articolazioni culturali della nostra città".
A Alessandro Chiesi, presidente di “Parma io ci sto”, oltre che a essere il direttore europa della Chiesi Farmaceutici, il compito di illustrare l’esperienza dell’associazione che ha visto la piena, seppure non immediata, partecipazione del privato e del pubblico nella realizzazione di progetti utili al sistema socio economico della città.
"Questa idea di fare squadra e rete con cui ci stiamo misurando - ha aggiunto - penso sia un confronto molto vivo, che non è mai scontato". Le eccellenze vincono, ha ricordato il manager, "quando sono capaci di assist e di fare rete".
“Questo rapporto tra pubblico e privato, - ha dichiarato Annalisa Sassi presidente della Unione Industriali di Parma - ci sta arricchendo moltissimo e dopo questo evento (Parma capitale della cultura 2020 ndr) saremo ancora più forti.” “Stiamo ora lavorando sulle infrastrutture, fondamentali per l’accessibilità, quindi abbiamo investito sull’aeroporto e stiamo pensando alla alta velocità”.
"Quando parliamo di legame col territorio - ha detto Nicola Bertinelli, presidente del consorzio del Parmigiano Reggiano - il Parmigiano, una Dop, ne è emblema, perché come tutte le Dop è un prodotto che deve le sue caratteristiche al territorio in cui viene fatto". Una storia che si tramanda da quasi mille anni e che ha sempre mantenuto alto il livello di qualità, "Tutto veniva fatto - conclude Bertinelli - per fare buono il parmigiano".
"Siamo ambasciatori del nome 'Parma' in tutto il mondo", ha fato eco a Bertinelli Vittorio Capanna Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma e "lavoriamo per mantenere la differenziazione del prodotto sul mercato". La fertilità, anche imprenditoriale, del territorio ha fatto la differenza e cos’ì, dai primi 23 costitutori del Consorzio del Prosciutto nel 1903, oggi il consorzio conta 140 aziende, produce 9 milioni di prosciutti e e sono circa 3500 gli addetti che operano nel settore della filiera suina, presidiata per il 40% dal “Parma” con la corona.
Al microfono si sono quindi alternati vari altri personaggi di spicco dell'economia locale e nazionale. Il responsabile marketing di OPEN FIBER ha dichiarato che stanno lavorando sulla connettività tra le aziende cercando di colmare il Gap che ci separa dalla media europea. "In emilia romagna abbiamo previsto 500milioni di euro di investimenti."
E’ stata la volta quindi di Luca Di Leo, Manager e responsabile dell’ufficio stampa di Barilla, che ha portato i saluti della famiglia Barilla e informato dei successi di Giocampus, un altro buon esempio di rapporto tra pubblico e privato.
Ombretta Sarassi Binacchi general manager di OPEM, azienda metalmeccanica di precisione che dalla pasta è infine approdata al settore del caffè. L'Emilia romagna è un terreno fertile per far crescere una azienda ha dichiarato la Binacchi. “Ho visto la trasformazione di Parma, da città piuttosto chiusa e in qualche modo provinciale a una città più aperta e competitiva.”
Winfried Shaller ad di Turbocoating ha esposto la loro esperienza, dui una impresa nata in un garage 46 anni fa e che oggi ha quasi raggiunto i 200 milioni di fatturato e una crescita annuale variale tra il 10 e il 15%.
Della Raytec Vision ha parlato l’AD Raffaele Pezzoli, presentando la loro attività la loro miglior fama all’estero piuttosto che in Italia. “Ogni settimana, conclude Pezzoli, portiamo a Parma da 5 a 7 aziende.”
Enrico Sangiorgi, presidente di Romagna Tech, ha presentato l’azienda che di fatto è una partnership pubblico privato con una quarantina di soci; 25 aziende e 15 enti pubblici.
Tighe Agen Noonan patron di Dulevo international ha elogiato il tessuto territoriale dove ha trovato le risorse utile a fare riprendere quota a una azienda che prima del suo arrivo non aveva mai chiuso un bilancio in positivo e ora invece è una azienda ben nota in molti pesi. “L'Italia è un territorio fortissimo per fare impresa” ha concluso il manager Dulevo.