Legge di Stabilità. Il presidente della Cia, Dino Scanavino, sulle voci della presentazione di un emendamento per rifinanziare l'ente: "Speriamo siano infondate ma pronti a dare battaglia"
Roma, 11 dicembre 2015 - Speriamo sia infondata la notizia che vuole in arrivo un emendamento alla legge di Stabilità per riesumare la Federconsorzi, un ente che la legge in vigore qualifica come meritevole di liquidazione ed estinzione. Sarebbe assurdo e inaccettabile decidere di riservare a un ristretto gruppo di persone che oggi gestiscono la Federconsorzi quello che è un vero e proprio "tesoretto", pari a 400 milioni di euro, che potrebbe invece essere destinato dal governo a risolvere problemi veri che riguardano tutta l'agricoltura, come la questione aperta dell'eliminazione dell'Imu a chi affitta ai giovani agricoltori. Lo afferma il presidente della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino.
Sarebbe l'ennesima volta in cui si prova, nel mezzo della discussione della legge di Stabilità, a tentare un vero e proprio colpo di mano per riportare in vita la Federconsorzi. Siamo pronti a dare battaglia per impedire un'operazione del genere -aggiunge Scanavino- che definiamo a dir poco scandalosa.
LA VICENDA ATTUALE
E' dal 2010 che quasi ad ogni legge di Stabilità qualche parlamentare – di ogni schieramento - prova ad inserire nella legge stessa un emendamento che 'regala' il residuo attivo della vecchia Federconsorzi a quella attuale, controllata totalmente da una ben individuata associazione agricola.
LO 'SCANDALO'
La storia è nota, si tratta di uno dei più grandi disastri economici dell'Italia: in seguito al crack del 1991 da oltre 4.400 miliardi di vecchie lire per Il quale le banche revocarono il fido alla Federconsorzi, tutto il pacchetto fu commissariato. E passò in concordato preventivo, in mano a una Società di gestione per la realizzazione Sgr costituita ad hoc nel 1993. Il valore dei beni provenienti dalla Federconsorzi in liquidazione giudiziaria furono stimati all'epoca in 3.900 miliardi di lire. Vale a dire più o meno 2 miliardi di euro di 20 anni fa. Ma il prezzo pagato dalla Sgr costituita da una cordata di banche e imprese fu di "soli" 2.150 miliardi di lire. Generando un plusvalore di 1.750 miliardi di lire.
Tutti contenti quindi? No, la bancarotta di Federconsorzi coinvolse migliaia di agricoltori, oltre alle aziende fornitrici: a loro i danni, ad altri i vantaggi.
(Fonte Cia)