Per il Sindaco Federico Pizzarotti Parma è un esempio da clonare a livello nazionale tanto da suggerire il suo modello al Premier Renzi, per alcuni movimenti cittadini il rischio sarebbe di fare diventare l'Italia una discarica a cielo aperto "come Parma".
di Lamberto Colla Parma 20 agosto 2015 - -
Rifiuti, croce e delizia del Sindaco di Parma Federico Pizzarotti. Dapprima la chimera di far chiudere il nuovo inceneritore di Parma, punto di forza della campagna elettorale, che lo ha fatto incoronare primo cittadino della Petit Paris, poi il duro confronto con la realtà e l'inceneritore che dà fuoco alle polveri e avvia la sua produzione a pieno regime.
Unica consolazione: i ricchi dividendi ricevuti da Iren a fronte della risibile quota azionaria detenuta dall'amministrazione comunale ducale. Milioni di euro che sono serviti per tamponare le polemiche soprattutto sull'assistenza alle famiglie.
Ciononostante, anche su pressione dei suoi alleati di GCR (Gestione Corretta Rifiuti) e sostenitori del M5S, lancia in resta, ha preso d'assedio il mostro di Ugozzolo tagliandone i viveri e i rifornimenti nella speranza di portarlo alla morte per fame.
Ma il sistema della raccolta differenziata locale sembra non essere apprezzata né dai commercianti e tantomeno dai cittadini e col passare del tempo i rumors sono sempre più intensi sino ai giorni scorsi quando, su iniziativa di Pino Agnetti, è stata aperta la pagina di facebook "Rifiutiamoci" Parma non è una discarica che in pochissime ore ha raccolto numerosi "amici", commenti e soprattutto foto degli angoli meno suggestivi della città.
La definitiva rincorsa ai "mi piace" sembrerebbe stata alimentata proprio dalla lettera di Pizzarotti a Renzi nella quale si suggerisce di acquisire il sistema di gestione dei rifiuti di Parma come modello nazionale.
Apriti o cielo, in poche ore il contatore del social "rifiutiamoci" arriva a sfiorare i 400 aderenti a riprova del diffuso sentimento di intolleranza verso l'innovativo sistema di raccolta "porta a porta" istituito dal locale governo pentastellato.
E mentre da un lato s'è innescata la rincorsa a aderire alla petizione, dal lato politico, la discussione esplode anche in forza della infuocata replica dell'assessore all'ambiente Gabriele Folli alle critiche di Maestri, Ghiretti e Pellacini accusati di fregarsene "di ambiente e cambiamenti climatici".
Insomma, in quest'astate calda e afosa, gli aromi dei rifiuti si sono fatti ancora più intensi.