Di Redazione Langhirano, 29 settembre 2022 - "A Langhirano si nuota solo d’estate. Si può nuotare o imparare a nuotare solamente per tre mesi all’anno o poco più, nonostante il paese sia dotato di una piscina comunale, con due vasche".
Con un po’ di faccia tosta, Michele Guerra, il candidato PD-Pizzarotti, promette di rendere la pratica sportiva accessibile a tutti, sarà per questo che la Giunta comunale di cui fa ancora parte ha lasciato morire e chiuso la piscina di via Zarotto, costringendo oltre mille tra bambini e atleti a spostarsi, alcuni anche nel reggiano, mettendo a rischio chiusura le società sportive e lasciando personale di vasca e istruttori senza lavoro.
“L’improvvisa chiusura della piscina Giacomo
Ferrari di via Zarotto, lo scorso febbraio, ha messo in seria difficoltà
le società sportive che utilizzano l’impianto con migliaia di bambini,
ragazzi e master iscritti che si sono visti interrompere i corsi o
spostare la sede di allenamento dall’oggi al domani. Gli agonisti
addirittura nel reggiano, a Sant’Ilario d’Enza, con tempi di spostamento
che certo non agevolano le famiglie.
Anche negli impianti sportivi e più in generale nel diritto allo Sport,
Parma in questi anni ha fatto molti passi indietro”. Così Pietro
Vignali, candidato sindaco civico, durante un incontro con i
rappresentanti delle società Nuoto Club 91 e Villa Bonelli, al quale ha
partecipato anche la consigliera comunale e parlamentare della Lega
Laura Cavandoli.
“La piscina di via Zarotto – prosegue - è in una posizione strategica
per i quartieri San Lazzaro e Montebello, una zona della città molto
popolosa e piena di bambini, ragazzi e anziani che utilizzano la
struttura. Il risultato di questa situazione è che le società hanno
perso tantissimi iscritti e sono a rischio chiusura, dopo essere già
state molto in difficoltà a causa della pandemia.
Noi non vogliamo che si perda una parte di storia dello sport
cittadino”.
“Mentre l’amministrazione perdeva tempo con progetti di vasche
all’aperto nel Parco Ferrari, che in città esistono già, la struttura è
stata trascurata fino a diventare inagibile – aggiunge Laura Cavandoli
-. In generale la situazione delle piscine pubbliche a Parma è critica,
ma credo che per quanto riguarda via Zarotto si possa prevedere un
intervento manutentivo durante l’estate per poterla riaprire a settembre
e restituirla alle società sportive. Poi si deve pensare a soluzioni
alternative. Purtroppo questo è un altro brutto esempio di immobilismo e
inerzia. I tempi per prendere in mano la situazione ci sarebbero stati e
invece oggi ci troviamo con società sportive, cittadini e giovani atleti
privati degli spazi dove praticare lo sport che amano. Ora bisogna
correre ai ripari per restituire l’impianto alla città”.
La piscina di via Zarotto chiusa a tempo indeterminato
L'Associazione "Noi del Cittadella" chiede un tempestivo intervento del Comune
Alla luce delle recenti notizie in merito alla piscina “Giacomo Ferrari” di via Zarotto 41 – i cui lavori di ristrutturazione e riqualificazione non sono ancora stati avviati, né si hanno notizie in merito da parte dell’amministrazione cittadina, da sempre silente e assente sull’argomento – chiediamo al Comune di fare chiarezza sulle prospettive future per questo impianto che negli anni passati ha sempre svolto un ruolo di fondamentale importanza per l’attività fisica e la socialità delle tante famiglie dei nostri quartieri.
Si legge sulle notizie di cronaca di un accordo trovato dal Comune per spostare presso la piscina di Sant’Ilario l’attività di alcune delle più prestigiose società sportive parmigiane, ad oggi impossibilitate a svolgerle nella nostra città proprio per lo stato di degrado e abbandono della piscina “Giacomo Ferrari” e la conseguente insufficienza degli impianti di Parma per rispondere alla richiesta dei cittadini.
Inoltre si apprende che questa operazione avrebbe il costo di ben 10 mila euro. Soldi che il Sindaco e la Giunta avrebbero potuto destinare in passato per la manutenzione e la riabilitazione del nostro impianto, invece che impiegarli oggi in maniera tardiva e quanto mai errata.
Nonostante questa cifra venga utilizzata per coprire i costi di spostamento di ragazze e ragazzi di Parma verso Sant’Ilario, questa soluzione mostra la gestione completamente improvvisata e approssimativa delle nostre Istituzioni nell’occuparsi del benessere fisico e mentale dei nostri giovani, già duramente provati dalle limitazioni di due anni di pandemia. Infatti, i soldi previsti dal Comune serviranno per sopperire al problema solo fino al prossimo giugno. Poi presumibilmente toccherà alle famiglie provvedere in maniera autonoma per trovare una soluzione, con conseguente disagio economico, logistico e organizzativo.
Per queste ragioni chiediamo al Comune di adoperarsi tempestivamente per fare chiarezza su questa difficile situazione, auspicando che la prossima amministrazione – chiunque la rappresenti – sappia dare il giusto cambio di passo rispetto all’immobilismo e al totale disinteresse degli ultimi dieci anni.
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