Redazione

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Domenica, 11 Novembre 2018 22:23

F1, Brasile: ad Hamilton piace vincere facile

Gioia incontenibile a fine gara per l'inglese che vince, di fortuna, e consegna il titolo costruttori alla Mercedes. Weekend dominato dai dubbi e dalle scelte scellerate dei commissari. Vettel delude, Raikkonen salva la faccia alla Ferrari e va sul podio.

di Matteo Landi

Dopo il titolo mondiale conquistato da Hamilton, in Brasile, arrivano altre gioie per il team Mercedes. Con una gara di anticipo sul termine della stagione la squadra teutonica afferra il quinto mondiale costruttori consecutivo. Non è un record, a Maranello erano riusciti a vincerne addirittura sei, fra il 1999 ed il 2004. Ma fa comunque impressione. L'era turbo-ibrida, iniziata nel 2014, è un affare esclusivamente Mercedes e l'unico che è stato capace di interrompere l'altro dominio, quello di Hamilton, fu nel 2016 l'allora compagno di marca Rosberg. In Brasile va in archivio un gran premio avvincente. Tre marche, Mercedes-Red Bull-Ferrari, che si sfidano a muso duro: sorpassi, ruotate e strategia. Avremmo voluto parlare solo di questo ed invece, dopo la storia dei cerchi forati (ancora la Federazione non ha sciolto i dubbi e Mercedes per non rischiare reclami ha deciso di farne a meno anche in Brasile), altre nubi si addensano sopra il mondiale 2018. La solita storia, ormai vien da dire, che vede gli stessi commissari bacchettoni con alcuni piloti ed alcune squadre e decisamente "molli" con altri, vedi Hamilton, Bottas (ricordate le prove di Spa?) e la stessa Mercedes.

Hamilton da sanzionare, ma la scusa è pronta e servita

In Sud America ad approfittare della benevolenza degli stewart è stato Hamilton. Il vincitore del Gp del Brasile, partito da una pole position meritata per la velocità espressa al sabato ma regalata dalla Federazione, o chi per essa, che non è intervenuta nei confronti del campione del mondo in carica, nonostante durante le qualifiche si fosse reso protagonista di ben due "impedimenti": uno, opinabile, nei confronti di Raikkonen e l'altro nei confronti del povero Sirotkin costretto ad andare persino sull'erba per evitare un disattento Hamilton. Se la condotta del pilota inglese non ha danneggiato particolarmente il pilota Ferrari, è difficile stimare il tempo perso dal finlandese per evitare il pilota Mercedes, il discorso è totalmente diverso per il caso Hamilton-Sirotkin. Il pilota Williams non era nel suo giro veloce, ed è questa la "motivazione" trovata dai commissari che non hanno comminato alcuno sanzione ad Hamilton. Ma qual'è lo scopo delle penalità? Sanzionare solo chi danneggia il giro di qualifica ad altri o anche chi crea situazioni di pericolo? Viene in mente la qualifica dell'ultimo Gp d'Austria, con Vettel arretrato di tre posizioni in griglia per aver intralciato Sainz nel suo giro veloce, peraltro già compromesso alla prima staccata dal pilota iberico. In quel caso la decisione dei commissari arrivò puntuale come le tasse per Vettel. Il pilota tedesco la meritò e la scontò, senza troppe scusanti. Ancora una volta invece i commissari si attaccano ad inutili cavilli per evitare di rallentare la marcia trionfale dell'armata Mercedes. Paradossale che la reprimenda sia arrivata per Vettel, con tanto di multa da 25.000 euro, irrequieto durante la procedura del peso. Come dire...sono più importanti la forma e la "facciata" della sostanza. Ma questo weekend la faccia l'ha persa l'intera F1.

Ocon sperona Verstappen ed Hamilton vince. Senza merito.

Le cose non sono migliorate il giorno della gara, quando Verstappen, leader e pronto a prendersi una meritata vittoria, è stato inspiegabilmente speronato dal doppiato Ocon, pilota Force India dell'accademia Mercedes. L'olandese è riuscito comunque ad arrivare secondo ma con l'incidente le porte per la vittoria si sono spalancate per Hamilton, gioioso a fine gara per il titolo mondiale costruttori vinto dal suo team. La squadra anglo-tedesca l'ha indubbiamente meritato, per quanto mostrato nell'arco dell'intera stagione, ma qualche ombra sull'andamento di questo combattuto campionato rimarrà per sempre.

Vettel in affanno. Che fine ha fatto il campione pre-Monza?

Qualche ombra permane anche sulla situazione di Vettel. Il pilota Ferrari, velocissimo durante le qualifiche, è parso sottotono durante tutta la gara. Scattato dalla prima fila ha subito perso la seconda posizione a vantaggio di Bottas. Il tedesco avrebbe potuto sfruttare a suo favore l'essere partito con gomme più dure e durevoli rispetto a quelle montate dalla diretta concorrenza, malgrando lo start non eccezionale la vittoria sembrava quindi alla portata. Ed invece sono bastati pochi chilometri per rendersi conto che il tedesco non sarebbe stato della partita. Verstappen prima e Raikkonen dopo hanno sfilato il pilota secondo nel mondiale. Un problema ad un sensore potrebbe aver rallentato la marcia di Vettel ma il sesto posto finale lascia un pesante interrogativo: il Vettel pre-Monza è davvero tornato nello scorso Gp del Messico o in Ferrari devono iniziare a preoccuparsi? In questa stagione, al tedesco, resta solo una gara per convincere Arrivabene che il campione è intatto. Altrimenti chiuderemo il 2018 con un dubbio che ci accompagnerà fino al marzo 2019.

Raikkonen salva la Ferrari e va sul podio

La prossima stagione la Ferrari farà a meno di Raikkonen, in favore di Leclerc. Avranno fatto bene a Maranello a privarsi dei suoi servigi? In Brasile il finlandese si è reso autore di una gara solida e consistente. Tanto che al 35esimo giro Vettel, tornato davanti al compagno di squadra dopo il pit stop, ha ricevuto l'ordine di farsi da parte per lasciarlo passare. Poco dopo Raikkonen si è sbarazzato di Bottas issandosi in zona podio. Per racimolare punti e podii la Ferrari, in questo finale di stagione, si sta affidando al pilota di Espoo, prossimo al passaggio in Sauber. Fortuna che l'acquisto 2019, Charles Leclerc, si continui a dimostrare veloce ed incredibilmente concreto, se si pensa che è solo nell'anno del debutto. Alla bella terza piazza di Raikkonen il pilota monegasco ha risposto con una eccellente settima posizione, il primo degli altri dopo Mercedes, Red Bull e Ferrari.

Ricciardo d'orgoglio!

Non voleva correre le ultime due gare. Sconsolato ed arrabbiato per i continui problemi tecnici, Ricciardo, è poi tornato sui suoi passi, onorando il contratto in essere. A Interlagos ha insaccato l'ennesima penalità per sostituzioni impreviste sulla sua vettura e, dalla 11esima posizione in griglia, si è rimboccato le maniche. Per una volta la sua vettura non lo ha tradito e l'australiano ha sfoggiato la sua immensa classe. Sorpassi all'esterno, all'interno, ruotate. Fosse partito più avanti, forse, avrebbe vinto. Il quarto posto finale a 5 secondi da Hamilton la dice lunga. Ricciardo non sale sul podio da fine maggio, quando vinse il Gp di Monaco. Da allora tante sfortune gli hanno tolto il sorriso, costringendolo per il 2019 alla fuga nel team ufficiale Renault. Oggi non ha potuto bere lo champagne ma ha mostrato, se ce ne fosse bisogno, che la sua classe è intatta.

Abu Dhabi chiuderà il 2018

Ad Abu Dhabi, fra due settimane, andrà in scena l'ultima tappa del mondiale 2018. Una gara decisiva per l'assegnazione della terza posizione nel mondiale piloti, al momento brandita da Raikkonen, e per Force India e Alfa Romeo-Sauber in lotta per la settima posizione nel campionato costruttori. A titoli assegnati sarà, inoltre, importante vedere se a Maranello saranno capaci di una reazione. I tifosi Ferrari se lo augurano: occhi puntati su Seb quindi, con un pensiero grande e tanta commozione per l'ultimo Gp in Rosso di Raikkonen, ultimo campione del mondo al volante di una vettura del Cavallino.

Dal Trentino alla Sicilia la natura ha dato una anticipazione della capacità distruttiva di cui è capace. Sarebbe grave che si classificasse l'evento tra i fenomeni eccezionali bensì dovremo annoverarlo tra gli avvertimenti, o ancor meglio "minaccia" ultimativa

di Lamberto Colla Parma 11 novembre 2018 -

In attesa che si completi il transito del colmo di piena del Po nella speranza che questa volta gli argini reggano tutti, così come quelli dei suoi affluenti, dobbiamo fermarci a riflettere, per l'ennesima volta, sul valore della parola prevenzione.

Quest'ultima ondata di maltempo, eccezionalmente violentissima e particolarmente estesa, deve obbligatoriamente fare cambiare atteggiamento, sia in ambito pubblico che nel privatissimo, verso l'ambiente che abbiamo colonizzato.

Abbiamo anche appurato che gli errori, se così vogliamo chiamarli, non sono una esclusiva del Sud ma anche del laborioso Nord.

Oltre 40 morti, vent'anni per riforestare la parte alpina andata distrutta e svariati miliardi di euro è il conto approssimativo che ci ha presentato la natura a partire dal 29 ottobre scorso.

Ma poteva essere un conto ancor più salato.

Siamo tutti rimasti attoniti per quanto accaduto in provincia di Palermo. A Casteldaccia due famiglie sterminate dal fiume in piena mentre erano riunite a festeggiare. Nove morti ma potevano essere ben 70 le vittime, affogate come topi all'interno dell'abitazione abusiva se, proprio a causa del maltempo, la maggior parte non avesse declinato l'invito dei padroni di casa.

Una casa costruita abusivamente nell'alveo di un torrente, il Milicia, che quando si "gonfia", occupa tutto lo spazio naturale della sua millenaria esistenza. Già lo scorso autunno aveva dato segnali di violenza, ovviamente inascoltati. Inascoltati dai proprietari della villetta che non hanno ben informato gli inquilini, gli inquilini che hanno fatto, probabilmente le orecchie da mercante, e le pubbliche amministrazioni che per non perdere voti non hanno fatto eseguire gli ordini di demolizione.

E se questo è il sud, al nord non è andata meglio.

Ha lasciato attoniti tutti la strage di alberi, caduti a terra come i bastoncini del "shangai".

Interi versanti, colpiti da raffiche di vento che correvano a oltre 180 km orari, devastati. Serviranno, dicono gli esperti cinque anni per ripulire quei "boschi, (sembra siano 10 milioni gli alberi caduti) e circa venti gli anni necessari a ripristinare i boschi allo stato che erano prima del disastro. Una ferita enorme che accresce enormemente il rischio idrogeologico da un lato e di incendi dall'altro, potenzialmente favoriti dalla massa enorme di legname secco a terra.

Quegli abeti rossi, meravigliosi ma fragili come gli Stradivari che sarebbero diventati, frutto di una precedente riforestazione, era noto che avessero le radici superficiali e perciò non idonei ai pendii che avrebbero dovuto proteggere, ma estetica e economia ebbero il sopravvento.

Anche al nord, la conta dei morti sarebbe stata enormemente superiore se l'apocalisse che ha colpito Veneto e Trentino si fosse scatenata nelle ore diurne quando, tra operatori e escursionisti, i boschi fossero stati occupati da decine e decine di persone.

Due stragi mancate ma comunque un numero troppo elevato di vittime su cui pregare e riflettere, affinché il loro sacrificio non sia, ancora una volta, totalmente inutile.

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Lago di Carezza

 

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Coltaro di Sissa Trecasali (PR) 10/11/2018

 

(per restare sempre informati sugli editoriali)

Da venerdì 9 a martedì 13 novembre 2018 APE Parma Museo ospiterà la Mostra itinerante del Museo del Calcio di Coverciano, promossa dalla FIGC in collaborazione con il Comune di Parma, che sarà visitabile con ingresso libero dalle ore 10.30 alle ore 19.00 (di cui si allega il programma)

Foto di Francesca Bocchia

 

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