A Correggio inaugurata la mostra per festeggiare i quarant'anni del celebre fumetto di Silver -
Reggio Emilia, 15 dicembre 2014 – di Federico Bonati -
Era il febbraio 1974 quando dei simpatici personaggi fecero la loro comparsa sul "Corriere dei ragazzi". Erano Lupo Alberto, la gallina Marta e Mosè, bobtail da guardia, frutto della matita di Silver, al secolo Guido Silvestri.
La serie di strisce a fumetti fu, in un primo momento, intitolata "La Fattoria dei McKenzie", poiché nelle intenzioni del fumettista modenese, le vicende avrebbero dovuto ruotare intorno al microcoscmo della fattoria. Fu Alfredo Castelli, caporedattore del "Corriere dei ragazzi" che decise di chiamare la serie "Lupo Alberto", senza nemmeno avvisare l'autore. Ma fu un colpo di genio, perché da quel momento il lupo blu divenne un autentico simbolo ed uno tra i fumetti più noti d'Italia.
Per celebrare questo significativo compleanno, il Comune di Correggio ha deciso di ospitare la mostra "Lupo Alberto 40 anni", installata nel Palazzo Comunale, della quale parla il sindaco Ilenia Malavasi: "Con questa mostra arricchiamo il già intenso programma di eventi e manifestazioni che animeranno Correggio nel periodo natalizio. L'omaggio a Silver e al suo Lupo Alberto rappresenta un'ulteriore occasione di promozione di talenti correggesi". L'artista è infatti vissuto, per un lungo periodo, nella città di Antonio Allegri detto il Correggio, di Bonifazio Asioli, di Dorando Pietri, di Pier Vittorio Tondelli e di Luciano Ligabue.
L'allestimento della mostra propone al pubblico numerose tavole originali, tra cui la prima tavola del fumetto, i disegni per le varie campagne di comunicazione sostenute dal Lupo, sagome cartonate dei personaggi di Silver e un plastico di ben quattro metri della Fattoria Mc Kenzie.
La mostra sarà aperta e fruibile sino a domenica 11 gennaio 2015, con i seguenti orari di apertura: durante i giorni infrasettimanali gli orari coincideranno con quelli del municipio, mentre il sabato e la domenica sarà possibile visitare la mostra dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00, eccezion fatta per il giorno di Natale e Capodanno.
Un'occasione interessante per vedere alcuni dei più begli estratti della serie, che nel corso dei suoi quarant'anni ha superato i trecento numeri. Un grande traguardo per un grande fumetto.
Martedì sera incontro con I.M.D. – Agente in incognito della Catturandi di Palermo. Segreti e misteri delle indagini antimafia:la verità oltre le fiction -
Reggio Emilia, 15 dicembre 2014 -
Martedì sera – 16 dic. - incontro pubblico a Rubiera – nella sala del Consiglio Comunale alle ore 21 – con I.M.D., poliziotto in incognito della squadra Catturandi di Palermo. I.M.D. presenterà il suo ultimo libro, "La Catturandi: la verità oltre le fiction", ed. Flaccovio, che gode della prefazione del magistrato antimafia Di Matteo. Alla serata – che rientra nell'ambito del progetto "Costituzione, Legalità e Cittadinanza responsabile" – parteciperà il Gruppo Scout Rubiera 1. I.M.D. come esponente della Catturandi ha partecipato ad arresti eccellenti tra i quali, Bernardo Provenzano, Giovanni Brusca, Sandro e Salvatore Lo Piccolo, e tanti altri.
Promosso per tre volte per merito straordinario, oggi si occupa di mafie straniere e di prostituzione. Recentemente, I.M.D. ha dichiarato: "Io credo che da parte delle forze dell'ordine e della magistratura ci sia il massimo impegno. Nonostante ciò, ritengo che, se non si otterrà la collaborazione da parte di qualche personaggio direttamente coinvolto nella trattativa Stato-mafia e appartenente all'apparato politico-istituzionale di allora, la possibilità di far cadere il castello delle menzogne sia minima. Bisogna fare luce, assolutamente, sui misteri che circondano il fallito attentato a Giovanni Falcone nella sua villa dell'Addaura, su che fine abbia fatto l'agenda rossa di Paolo Borsellino dopo la strage di via D'Amelio, sull'omicidio dell'agente di polizia Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio a Villagrazia di Carini e su cosa si celi dietro tante, tantissime altre vicende oscure caratterizzate da depistaggi, distorsioni, mancanza di informazioni e omertà. Spero vivamente che il processo imbastito e portato avanti con determinazione dalla Procura di Palermo sensibilizzi qualcuno o stani chi sa ciò che è accaduto davvero e fino a ora non ha parlato". L'incontro è aperto al pubblico; parteciperà il sindaco, Emanuele Cavallaro.
(Fonte: Comune di Rubiera)
Il genocidio del 1994, un'autentica shoa nel cuore dell'Africa, raccontata con impareggiabile maestria dagli attori Marco Cortesi e Mara Moschini
di Federico Bonati
Modena – Cominciò tutto il 6 aprile 1994, e mentre il mondo piangeva la scomparsa di Kurt Cobain, in Rwanda aveva inizio il più grande degli orrori. Il genocidio dei Tutsi ad opera degli Hutu provocò quasi un milione di vittime in centoquattro giorni, con una media aberrante di diecimila vittime quotidiane. Una storia fatta di abomini, di violenze capaci di spersonalizzare gli individui, di crimini senza precedenti, che fanno del Rwanda il luogo nel quale è stato compiuto il genocidio più veloce e sistematico della storia dell'umanità.
Una storia dimenticata, forse, con troppa fretta, che appare lontana, ma è incredibilmente vicina, come racconta Marco Cortesi: "Qui siamo davanti alla quint'essenza del genocidio, una vera e propria shoa africana. In merito Kofi Annan disse che si trattava del più grande fallimento delle Nazioni Unite. E ancora oggi, nei libri di storia, questa pagina terribile non occupa che un piccolo spazio".
Hutu e Tutsi, una linea sottile che separa due etnie, che in realtà altro non sono se non esseri umani. È proprio questa umanità il tema centrale dello spettacolo, dove si narra la storia di dignità e fratellanza di un uomo e di una donna capaci di un gesto d'inimmaginabile e straordinario coraggio, una sorta di "Shindler's List" versione africana, in grado di scuotere e illuminare le coscienze.
Come nel film "Hotel Rwanda", anche nello spettacolo di Cortesi e della Moschini si racconta di persone che hanno avuto il coraggio di essere umani, offrendo riparo a quelli che la massa definiva nemici, che qualificava come insetti, che uccideva a colpi di machete, salvandoli da morte certa. Un gesto di compassione e profondo amore verso sconosciuti, che in quel momento erano fratelli e sorelle. Mentre il male serpeggiava in quelle strade a ridosso della savana, Dio era lì, ed era presente in questi gesti. Ne sono convinti i sopravvissuti e ne è convinta anche Mara Moschini: "Non fu Dio a permettere ciò, ma il libero arbitrio dell'uomo. Furono gli uomini a compiere quei gesti disumani. Ma questa storia offre lo spunto per mostrare il doppio volto dell'animo umano: la malvagità e il coraggio di chi combatte contro di essa".
Lo spettacolo, promosso da Amnesty International, cattura l'attenzione dello spettatore, incapace di restare indifferente, che segue il corso degli eventi auspicandosi un lieto fine e ponendosi molte domande.
Perché tutto ciò? Perché un uomo può arrivare a tanto? Perché non se ne parla più? Perché l'Occidente si è tenuto lontano da questa vicenda, bollando molte volte tale storia come una mera faida tribale?
Tante domande, tutte legate al passato. Ma il passato deve fungere da manuale delle istruzioni, aiutando ogni persona a non commettere più gli errori già commessi. Ed è proprio al futuro, un futuro di speranza e riscatto, che guarda lo spettacolo, il tutto senza dimenticare ciò che è stato.
"Il riscatto dell'uomo- dice Cortesi- sta proprio nella memoria, ed è alla nostra portata. L'umanità intera deve far tesoro delle lezioni impartite dalla storia".
Uno spettacolo-inchiesta davvero avvincente e suggestivo, un'indelebile esperienza emotiva che avvolge l'animo dello spettatore, una splendida prova di teatro civile e narrazione. Una performance che merita davvero di essere vista.
Tutto questo è "Rwanda. Dio è qui". Perché Dio, come dicono a Kigali, la capitale dello stato africano, quella notte perse la via di casa, ma poi tornò e fu sempre presente in quel meraviglioso angolo di mondo che è il Rwanda.
Un pomeriggio organizzato dall'Associazione culturale I SEMI NERI domenica 14 dicembre 2014 dalle ore 17,00 presso la libreria Emily Bookshop -
Modena, 13 dicembre 2014 -
A volte ritornano: appuntamento con spettri dell'anima e antichi misteri modenesi questo è il titolo del pomeriggio organizzato dall'Associazione culturale I SEMI NERI domenica 14 dicembre 2014 dalle ore 17,00 presso la libreria Emily Bookshop di via Fonte d'Abisso a Modena. Si tratta di un pomeriggio in compagnia di spettri, ricordi, incubi, fantasmi del passato e della mente attraverso una divertente conversazione sui temi dell'antologia di ghost stories Presenze di spirito (Damster edizioni, 2011) e del thriller storico L'Enigma del Toro (Damster edizioni, 2013). Il pomeriggio sarà condotto da Daniela Ori e Gabriele Sorrentino e avrà come scopo quello di raccontare l'esperienza di scrittori che si sono cimentati su forme di scrittura collettiva, portando come esempi un'antologia e un romanzo realizzati dagli autori dell'associazione I SEMI NERI. Saranno presenti gli Autori dei due testi in questione.
Presenze di Spirito è una raccolta 12 racconti e 2 poesie che hanno per tema i Fantasmi. Fantasmi nel senso più tradizionale del termine, oscure presenze che dall'aldilà cercano di comunicare con i vivi, anime che ritornano, ma anche spettri dell'anima, oppure ispirati alla tradizione celtica, a leggende anglosassoni, o alle paure antiche legate alla storia dell'uomo. Fantasmi che mettono paura, ma anche fantasmi che strappano il sorriso. Per questo sono presenze "di spirito", il titolo del libro gioca infatti su questa varietà di sensazioni ed emozioni. Alcuni racconti si ispirano al genere fantasy o al noir, altri sono storie d'amore che superano i confini del tempo, alcuni si ispirano invece alla storia, altre ai tormenti dell'anima: che siano metafore o presenze inquietanti...in ogni storia, c'è sempre un fantasma!
L'Enigma del Toro, romanzo collettivo, è un'avvincente saga familiare, ricca di suspense e colpi di scena, scritta come un omaggio al territorio padano, a Modena, prima di tutto, ma anche a quella parte d'Italia che si estende a cavallo degli Appennini, tra Firenze, Bologna, Modena e Reggio Emilia. La storia si apre con un incidente stradale del giugno 2012 in cui perde la vita Marco Antonio Tarvisi, giovane stilista di successo e figlio del Marchese Gherardo Tarvisi, patriarca di un'antica famiglia le cui origini risalgono al 1500. Imprenditori leader del settore della moda, i Tarvisi vivono nell'immaginaria località di Cà del Toro, nei pressi di Cavezzo, nella Bassa modenese, minata dal terremoto del maggio 2012. Alcuni particolari dell'incidente tuttavia non convincono l'ispettore Marcello Prandi che, con l'aiuto di Lucrezia Guicciardi, donna affascinante e misteriosa e parente della giovane vittima, indagherà sul passato della famiglia Tarvisi. Marcello e Lucrezia saranno così proiettati in un inquietante viaggio attraverso i secoli, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al Rinascimento, quando un altro terremoto, quello del 1570, cambiò il destino dei Tarvisi di allora, mercanti di stoffe alla ricerca di un riscatto sociale.
Importante evento con la cultura e la solidarietà a Fiumalbo. L'Associazione Bambini Insieme con Aseop in collaborazione con il Comune di Fiumalbo organizzano per venerdì 19 Dicembre 2014 alle ore 21.00 presso la Palestra Comunale di Fiumalbo una serata/incontro "Tracce di Montagna" con due scrittori appunto... di montagna -
Modena, 13 dicembre 2014 -
Mauro Corona, celebre scrittore delle Dolomiti, scultore e alpinista, è autore di diversi bestsellers editi da Mondadori e Feltrinelli e presenterà la sua ultima fatica "Una Lacrima Color Turchese". Toccherà poi a Federico Pagliai presentare il suo ultimo libro "Dottor Africa", un viaggio nei contrasti tra Africa e Occidente. Relatore della serata sarà Mirto Campi, Sindaco di Fiumalbo: "Si parla di Gesù Bambino e Montagna- spiega il Sindaco Campi-. E' una data eccezionale, visto che è sotto Natale e sono molto contento di aver organizzato una serata così importante per tutta la nostra montagna con due amici miei personali ma anche di tutto il nostro Appennino".
Il ricavato della serata sarà devoluto a favore della realizzazione della nuova Casa di Fausta. L'ingresso è totalmente gratuito, ma si potrà contribuire con un'offerta a Bambini Insieme, Aseop e, appunto alla Casa di Fausta.
(Fonte: Ufficio Stampa Valli Del Cimone)
"Giornate Tondelli" 2014: dal 13 al 20 dicembre, a Correggio, scrittura, teatro, musica, danza e fotografia nel nome di Pier Vittorio Tondelli -
Reggio Emilia, 11 dicembre 2014 -
È stato presentato in conferenza stampa, mercoledì 10 dicembre, a Palazzo Magnani, nella sala riunioni del'assessorato provinciale alla cultura, il programma delle "Giornate Tondelli 2014", promosso dal Comune di Correggio e che, dal 13 al 20 dicembre, vede a Correggio studiosi e artisti vari per omaggiare la figura del grande scrittore scomparso nel 1991.
A presentare le iniziative sono stati Ilenia Malavasi, sindaco di Correggio, Alessandro Pelli, direttore del Teatro Asioli e della biblioteca comunale "Giulio Einaudi", Emanuele Aldrovandi, drammaturgo, autore di "Homicide House", testo vincitore "Premio Tondelli-Riccione 2013", Marco Maccieri, regista e interprete dello spettacolo "Homicide House", Frankie Magellano, autore e cantante, in uscita con un album di canzoni di Tondelli, e Michele Merola, coreografo e direttore MM Contemporary Dance Company, autore "Da qui a là... omaggio a P.V.T.".
"In questi anni", ha introdotto Ilenia Malavasi, "grazie ad un lavoro approfondito e svolto sempre con la collaborazione e il sostegno della famiglia e del curatore testamentario, Fulvio Panzeri, il Centro di Documentazione Pier Vittorio Tondelli si è affermato come soggetto autorevole e interlocutore fondamentale per tutti coloro che, da semplici appassionati o in modo professionale, si accostano all'opera di Viki. Quest'anno le Giornate Tondelli propongono un calendario quanto mai vario di iniziative, il cui dato fondamentale è rappresentato dall'investimento e dalla valorizzazione offerta ai vari talenti di cui il nostro territorio si può fregiare, con particolare attenzione ai giovani. Come amministrazione crediamo molto nella promozione delle nostre qualità umane, artistiche e culturali e nello sviluppo di un'idea di città che sia bella perché capace di attrarre e produrre eccellenze".
"Pier Vittorio Tondelli", ha poi illustrato Alessandro Pelli, "si è sempre lasciato influenza da tutte le realtà artistiche con cui entrava in contatto. Per questo siamo felici di constatare che ora molte di quelle arti di cui lui ha parlato e scritto trovano a loro volta ispirazione dalla sua opera".
Il programma delle Giornate Tondelli si apre sabato 13 dicembre, alle ore 9,30, a Palazzo Principi, con il seminario di presentazione dei più recenti studi su Pier Vittorio Tondelli, cui faranno seguito due lectio magistralis: la prima, alle ore 12,30, "L'estraneità e la differenza", con Enrico Palandri, la seconda, alle ore 15, con Fabrizio Frasnedi per "Camere separate: il tarlo della metafisica nella palude dell'insignificanza". Sempre sabato 13 dicembre, alle ore 16, presentazione di "Madremilia (sulla via di Tondelli)", un documentario molto bello di Christian Tasso prodotto da UniMoRe. Alle ore 17, presentazione degli spettacoli che accompagneranno la settimana correggese, alla presenza dei vari autori e interpreti: martedì 16 dicembre, alle ore 21, al Teatro Asioli, va infatti in scena "Homicide House", per la regia di Marco Maccieri e la produzione di MaMiMo, con il testo di Emanuele Aldrovandi grazie al quale il giovane autore reggiano si è aggiudicato il "Premio Riccione - Pier Vittorio Tondelli"; doppio appuntamento, poi, giovedì 18 dicembre: alla ore 18, la biblioteca comunale "Giulio Einaudi" ospita, nell'ambito della rassegna "Autori in prestito", Romeo Castellucci, regista e fondatore della Societas Raffaello Sanzio, mentre alle ore 21, Frankie Magellano sale sul palco dell'Asioli per un evento speciale prodotto da Muki Edizioni, in collaborazione con ARSVentuno e Comune di Correggio: musica, reading e teatro per "Frankie Magellano Canta Tondelli", anticipazione del prossimo cd dell'artista correggese in uscita all'inizio del nuovo anno – "Ho poco, ma c'ho", album interamente basato sui testi di Tondelli – con la partecipazione speciale di Fulvio Panzeri, curatore dei testi di Tondelli, e dell'attore Andrea Libero Gherpelli, che recentemente abbiamo visto in tv nei panni del maresciallo Silvio Novembre nella fiction su Giorgio Ambrosoli andata in onda su Rai1.
Sabato 20 dicembre, inoltre, sempre il palco del Teatro Asioli vedrà l'Agora Coaching Project per il "Made in Italy 13.0 - Da qui a là... Omaggio a Pier Vittorio Tondelli", spettacolo di danza con le coreografie di Michele Merola.
Dal 13 al 21 dicembre, infine, nella Sala Putti di Palazzo Principi è allestita la mostra fotografica "Con lui... intorno. Visioni verosimili dei luoghi tondelli ani a Correggio", opera del fotografo correggese Roberto Dittamo: orari, sabato 15,30 - 18,30, domenica 10 - 12,30 e 15,30 - 18,30.
(Fonte: Ufficio stampa Comune di Correggio)
Il libro sulla straordinaria vicenda umana e artistica del tenore novellarese: "FRANCO TAGLIAVINI da Novellara al Metropolitan" scritto dallo storico locale Vittorio Ariosi -
Novellara, 9 dicembre 2014 -
Una nuova iniziativa editoriale tutta novellarese sarà presentata sabato 13 dicembre alle ore 17,00 nella Sala del Consiglio della Rocca dei Gonzaga. Si tratta del libro sulla straordinaria vicenda umana e artistica del tenore novellarese "FRANCO TAGLIAVINI da Novellara al Metropolitan" scritto dallo storico locale Vittorio Ariosi, che si è avvalso degli indirizzi e della speciale collaborazione della moglie del tenore Elyane Claustre.
Nell'occasione sarà mostrato, commentato e illustrato questo volume ricco di fotografie importanti e significative che ripercorrono la vita del grande artista che con la sua arte canora ha conquistato le platee dei più importanti teatri del mondo: dal Metropolitan al Covent Garden, dalla Scala al Bolshoi, tante per citarne alcuni.
Il libro risulta molto curato, cita particolari importanti e inediti, e raccoglie una serie di rilievi e di recensioni delle più importanti testate giornalistiche italiane, europee e di oltre oceano. Inoltre richiama i premi, le onorificenze e i riconoscimenti ricevuti da Franco Tagliavini e mette in risalto le caratteristiche umane di un novellarese profondamente stimato e amato dalla sua gente.
"FRANCO TAGLIAVINI da Novellara al Metropolitan" è in vendita presso il Circolo Culturale "Marta Beltrami" o presso il Circolo Culturale "OMNIBUS" che hanno sostenuto entrambi questa lodevole iniziativa. La presentazione gode del patrocinio del Comune di Novellara.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)
Lo storico Festival di Parma torna a immergersi nel cuore della città: in arrivo alla Chiesa di Santa Maria del Quartiere i sermoni di Meister Eckhart e un concerto costruito ad hoc da Andrea Azzali, Corpo Sacro. Nelle stesse sere gli attori sensibili di Lenz Rifrazioni presentano Adelchi. Molte forme di umanissima trascendenza. Da non perdere -
Parma, 9 dicembre 2014 -
Nomen omen: è già manifesta nel titolo Natura Dèi Teatri la volontà di indagare le complesse relazioni esistenti fra Teatro e Sacro. Ma nella diciannovesima edizione del Festival di Parma i due direttori artistici Maria Federica Maestri e Francesco Pititto hanno assecondato il desiderio (Gilles Deleuze docet) di rendere esplicito questo legame programmando due appuntamenti non nei consueti spazi post-industriali di Lenz Teatro, bensì alla Chiesa di Santa Maria del Quartiere, nel centro della città. In quella sede prestigiosa andranno in scena lo spettacolo Maestro Eckhart di Alessandro Berti (giovedì 11 dicembre alle ore 21.00) e il concerto Corpo Sacro di e con Andrea Azzali, per l'occasione accompagnato da Giorgio Cantadori, Gabriele Bertani e Adriano Engelbrecht (venerdì 12 dicembre alle ore 21.00).
«Alessandro Berti» precisa Maria Federica Maestri «è l'unico attore italiano invitato al festival. È una presenza dall'identità molto forte, una autore lontano dai "commerci" del ristretto mercato teatrale nazionale. Maestro Eckhart, lavoro ispirato alle scritture del mistico e teologo medievale tedesco, testimonia la crisi della rappresentazione. Esiste la possibilità di una rappresentazione sacra o l'atto spirituale – la visione di Dio – è negazione in se stesso della sfera rappresentativa? In scena la via dell'esperienza mistica della conoscenza di Dio si incorpora in un sacerdote o in un attore? E Berti come disinnesca o esalta questo conflitto?». L'artista reggiano, da noi raggiunto telefonicamente, suggerisce: «Il mio teatro ambisce a una rinascita. È per me, che sono duro, un ritornare morbido. Eckhart è un esercizio, un vademecum. So bene anch'io che la vita è diversa, ma chissà, magari a furia di imitationes dei migliori, potremo un giorno trasfigurarla, guarire».
A proposito di imitationes: il concerto Corpo Sacro, spiega il suo creatore Andrea Azzali, «trae suggestione dall'identità dell'edificio di culto. Sarà dunque il luogo l'elemento d'ispirazione primaria della partitura musicale, modulata dalla densità funzionale insita nello spazio religioso. Il sacro sonoro è inteso come rifrazione architettonica che si riverbera nella performance musicale live».
Nelle stesse sere (mercoledì 10 dicembre alle ore 21.00, giovedì 11 alle ore 22.30 e venerdì 12 alle ore 22.30) negli spazi di Lenz Teatro è in programma la nuova creazione di Lenz Rifrazioni Adelchi, interpretata da attori con sensibilità psichica formati negli anni all'interno del laboratorio permanente realizzato in collaborazione con Ausl di Parma – Dipartimento Assistenziale integrato di Salute Mentale. Conclude la regista Maria Federica Maestri: «In Adelchi si sostanzia la ricerca pluriennale di un "verbo" pedagogico che renda le persone affette da disturbi dello spettro autistico in grado di esprimere le emozioni silenziate attraverso le stimolazioni drammaturgico-sensoriali dell'esperienza teatrale. Attraverso questo processo si ribalta la prospettiva dalla quale guardare alla sensibilità: gli apparenti limiti cognitivi e comportamentali delle persone sensibili non sono più considerati unicamente sintomi di un deficit patologico, ma divengono elementi da elaborare e tradurre in linguaggio estetico contemporaneo attraverso il confronto e l'agone - anche fisico e vocale - con i classici».
Per informazioni e prenotazioni: 0521.270141, 335.6096220, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Natura Dèi Teatri è un progetto di Lenz Rifrazioni che si realizza grazie al sostegno di: MiBACT_Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma, Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche AUSL di Parma, Fondazione Monte di Parma, Banca Monte Parma, Camera di Commercio di Parma, Buongiorno SpA, Chiesi Farmaceutici ed in collaborazione con Conservatorio di Musica A. Boito di Parma.
Info Festival Natura Dèi Teatri
Lenz Teatro – Via Pasubio 3/e Parma
+ 39. 0521. 270141
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. lenzrifrazioni.it/natura-dei-teatri/2014-2/
(Fonte: Ufficio stampa Festival Natura Dèi Teatri)
Nello spettacolo scritto a quattro mani con Franca Rame, Fo riporta in scena la vita, tra luci ed ombre, del soprano più famoso di tutti i tempi: Maria Callas.
di Federico Bonati
MODENA – Un Forum "Monzani" sold-out per lo spettacolo "Una Callas dimenticata", ultimo lavoro scritto da Franca Rame assieme al marito Dario Fo, che porta in scena la vita della Divina, raccontando fatti noti e meno noti dell'esistenza di Maria Callas.
Un racconto a quattro voci, perché oltre al Premio Nobel, sul palco ci sono Sara Bellodi (una bravissima interprete della Callas), Roberta De Stefano e Jacopo Zerbo, che si alternano interpretando i personaggi simbolo della vita del soprano.
Grazie al prezioso contributo di Warner Classic, che ha restaurato i brani eseguiti durante lo spettacolo, il pubblico ha avuto l'opportunità di sentire dal vivo il capolavoro che era la voce di Maria Callas.
Ma come nasce questo spettacolo? A rispondere è lo stesso Dario Fo: "Fu un invito rivolto a me e a Franca. Ci chiesero di scrivere uno spettacolo sulla Callas che sarebbe andato in scena all'Arena di Verona". E dopo i trionfi milanesi, lo spettacolo approda in Emilia.
Uno spettacolo molto all'italiana, con lettura, gestualità e canto, ma decisamente concertato: gli attori in scena si scambiano battute, talvolta dirette e talvolta a scopo narrativo, in terza persona, facendo una grande presa sul pubblico. Bellissima anche la scenografia, con quadri e sagome che ritraggono i momenti fondamentali nella vita della Callas e le persone più influenti in essa: c'è Giovan Battista Meneghetti, marito e manager dell'artista, c'è l'artista stessa e c'è Aristotele Onassis, forse il più grande amore della Callas. Un amore che condusse la Callas verso il viale del tramonto, e poi nel vortice che la condusse alla morte.
Una storia intensa, fatta di luci del successo e di tenebre del dolore emotivo, di un rapporto quasi morboso col cibo e di amori donati e mai del tutto ricambiati. Tutto ciò fu Maria Callas.
L'aneddoto che colpisce il pubblico più di tutti è la narrazione dell'incontro tra Dario Fo e la soprano.
Racconta Fo: "Personalmente ho conosciuto questa eccezionale soprano quando avevo poco più di venti anni. Lei ne aveva due o tre più di me. Frequentavo l'Accademia di Brera e tutti noi allievi spesso eravamo ingaggiati dalla Scala, nello spazio dedicato alla scenografia, per rinfrescare i fondali e i drappi di repertorio per i nuovi allestimenti.Da un trabattello sul quale stavo lavorando ho notato una ragazza piuttosto avvenente che attraversava tranquillamente il palco, transitando come niente fosse tra le quinte sotto le graticce cariche di strutture penzolanti. Preoccupato le ho gridato: "Fermati, è pericoloso attraversare il palco in questo momento! Non vedi che dalla soffitta stanno calando centine e colonnati della scena? Dove stai andando? Vuoi finire schiacciata come una sfogliatella?". E lei: "Sto andando in proscenio, stiamo provando lì". All'istante arrivò il responsabile del montaggio che disse: "Non si preoccupi signora Callas, ci penso io"; e così le fece strada prendendosela per mano e l'accompagnò passando da dietro le quinte. "Poi la sentii cantare. Tutti noi ragazzi della scenografia ci bloccammo, scendemmo da scale e praticabili. Quindi, badando di non dare nell'occhio, ci avvicinammo al proscenio: di lì a poco eravamo tutti seduti sul pavimento dietro le quinte, ad ascoltare affascinati l'aria di Casta Diva. Alla fine, non abbiamo potuto trattenerci dall'applaudire, il direttore di scena ci cacciò dal palco come degli intrusi: "Peggio, dei guardoni musicali... non si ascolta di nascosto una soprano come questa!" Sul palco, Fo è un mattatore senza tempo, l'autentico genio di "Mistero Buffo", ma allo stesso modo sono fantastici gli attori con lui in scena. Lo spettacolo raccoglie la standing ovation finale, e mentre Fo sorride, si intravedono i suoi occhi lucidi.
Perché quegli applausi sono anche e soprattutto per Franca Rame, ovunque essa sia.
In prima nazionale a Teatro Due di Parma, dall'8 al 18 Gennaio 2015, il debutto alla regia di Fulvio Pepe con la storia corale e poetica di una comunità in crisi, alla scoperta del potere miracoloso della musica e della solidarietà.
Parma 05 Dicembre 2014 -
Quasi una favola, con la forza dei grandi sentimenti e la levità delle piccole cose quotidiane; una storia d’amore corale, in cui una comunità che annaspa nelle sabbie mobili della crisi riscopre il valore dell’amicizia, dell’arte, della speranza: Gyula, testo scritto e diretto da Fulvio Pepe, attore di grande talento, tra teatro e televisione, al suo debutto alla regia teatrale, prodotto da Fondazione Teatro Due di Parma, dove sarà in scena a partire dall’8 gennaio 2015, con repliche fino al 18. In scena Ilaria Falini, Orietta Notari, Gianluca Gobbi, Enzo Paci, Alberto Astorri, Nanni Tormen, Ivan Zerbinati, Alessia Bellotto, Antonio Zavatteri, Tania Rocchetta, Massimiliano Sbarsi costruiscono un delicato carillon scenico, il cui cuore è l’efficace meccanismo drammaturgico in cui ogni personaggio con le sue peculiarità contribuisce all’ingranaggio; le luci sono create da Pasquale Mari, lo spazio è disegnato da Mario Fontanini.
In un tempo e un luogo indefiniti, un “qui ed ora” lontano eppure molto simile al nostro oggi precario, vive Gyula, un ragazzo diverso ma di grande sensibilità e dignità, amorevolmente cresciuto da mamma Eliza. Intorno a loro si raccoglie un vicinato racchiuso in poche strade, un bar e una vecchia falegnameria: a personaggi pragmatici e terrigni si affiancano caratteri più eterei e romantici, tutti impegnati a sopravvivere alla morsa della crisi, che chiude tanto le fabbriche quanto le orchestre, che strozza i sogni, soffoca le speranze di chi desidera seguire le proprie passioni o semplicemente condurre un’esistenza tranquilla. Bogdan e Adi sono operai, Messi è capo cantiere, Yuri fa il tranviere, Viku il barista, Nina è un’ubriacona, il Maestro Jani era un violinista, ora non lo sa più, Tania è sua moglie…: questo il coro di voci ed esistenze che si intrecciano, complici una serie di coincidenze, con quella di Gyula, personaggio di lacerante purezza e di tenera ingenuità. Così, l’essere apparentemente più fragile e in difficoltà diviene invece l’unico in grado di incidere la grevità della realtà che lo circonda: Gyula diviene il sorprendente artefice di un piccolo, grande miracolo, convincendo tutti che è possibile scoprire nuove possibilità e afferrarle, se si ha passione e si crede in sé e in chi ci vuole bene.
Con questi pochi ma toccanti elementi, Fulvio Pepe mette in scena la vita quotidiana di una comunità qualunque, che diviene speciale grazie all’intervento di un “diverso”: il pubblico incontrerà le miserie e le speranze di personaggi semplici e vicinissimi alla vita, in una favola popolare e poetica che ha il sapore della tradizione e la freschezza della nuova scena italiana.
Vera protagonista è la piccola storia d’amore del sottotitolo: quella fra la madre e il figlio disabile e quella fra l’autore del testo, Fulvio Pepe, e la musica, elemento che attraversa e permea tutta la narrazione. “C’è qualcosa nella musica che mi ricorda l’amore” – ha dichiarato l’autore e regista – “La sua capacità di aggirare la sfera della coscienza, permette di far emergere delle parti di noi profonde e sconosciute, delle parti dell’Io pure e spudorate. Credo che proprio la spudoratezza sia la prima caratteristica dell’amore, come la verità. Di entrambe le cose io ho estrema paura, eppure so che entrambe, in un modo di cui non mi so spiegare, sono intimamente legate al testo”. Musica e arte dell’attore: due elementi cruciali per Pepe, che aggiunge: “Gyula ha la struttura narrativa di una favola e parla al pubblico attraverso una grammatica infantile, che trova il suo culmine in un lieto fine nato quasi involontariamente. Nella scrittura sono stato guidato dalla volontà di scrivere belle parti, ruoli gustosi, croccanti da recitare per attori di cui conoscevo già le caratteristiche e con cui desideravo lavorare, arrivando a constatare come nella fase finale di allestimento un testo appartenga alla fine immensamente di più all’attore che lo interpreta che all’autore che lo ha scritto. La scoperta di questa verità ancestrale mi ha commosso ma ha soprattutto permesso il primo miracolo di Gyula: proiettarmi in una dimensione più matura del mio lavoro. Lo spazio di Teatro Due è stato l’alveo naturale di questo processo di creazione”.
Fulvio Pepe (Bari, 1972) si è diplomato al Teatro Stabile di Genova e ha lavorato in teatro con registi come Peter Stein (I demoni), Giuseppe Patroni Griffi (Il Vizietto), Valerio Binasco (Nocciolne, Romeo e Giulietta, La Tempesta, Il Mercante di Venezia), Jurij Ferrini (Cymbeline), Marco Sciaccaluga. Attore cinematografico per Fulvio Ottaviano (Una talpa al bioparco) e Citto Maselli (Il fuoco e la cenere) e in diversi film televisivi e serie Tv (Romanzo Criminale, Montessori, Borsellino, Nati ieri), nel 2008 ha vinto al Torino Film Festival il premio come migliore cortometraggio con A chi è già morto a chi sta per morire, da lui scritto e diretto.
Info e prenotazioni: Biglietteria di Teatro Due, tel. 0521/230242, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.teatrodue.org
(Fonte: Ufficio Stampa Teatro Due)