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Venerdì, 20 Febbraio 2015 10:18

Indimenticato Augusto

A Novellara è tutto pronto per "Nomadincontro" e per il ventitreesimo tributo ad Augusto Daolio. -

di Federico Bonati -

Reggio Emilia, 20 febbraio 2015 –

Chi, almeno una volta nella vita, non ha ascoltato "Io vagabondo" dei Nomadi? Quell'aria iniziale inconfondibile che cede il passo lentamente all'incedere di quella voce calda e potente, la voce di Augusto Daolio. A ventitrè anni dalla scomparsa, Novellara e il "popolo Nomade" non dimenticano chi ha scritto, assieme all'inossidabile Beppe Carletti, pagine indelebili della musica italiana, e lo fa con Nomadincontro, una due giorni dedicata ad Augusto e a tutto il panorama musicale, e non solo, dei Nomadi.

Si comincia sabato 21 febbraio, quando alla Rocca dei Gonzaga, alle 17.00, saranno inaugurate le mostre "50 anni Nomadi" e "In arte, Augusto Daolio". Alle 20.30, presso il Teatro Tenda ci saranno gli opening act di Matteo Rovatti, Luca Anceschi con Francesca Scalari, iVideo per lasciare poi spazio ai Nomadi alle 21.30.

Mentre i suggestivi portici di Novellara ospiteranno una mostra temporanea dedicata ad Augusto, gli eventi proseguiranno anche domenica 22. Alle 8.30, presso la Collegiata S. Stefano, ci sarà una messa in suffragio di Augusto Daolio e Dante Pegreffi, dopo la quale, intorno alle 10.30 Beppe Carletti incontrerà i testimoni della Shoa al Teatro della Rocca dei Gonzaga nell'incontro intitolato "Ad Auschwitza c'era la neve, il fumo saliva lento, nel freddo giorno d'inverno e sono nel vento", condotto da Pierluigi Senatore.

Alle 14.00, al Teatro Tenda, sarà la volta di "Son", nella quale interverranno i vincitori dei concorsi dedicati ad Augusto, alla quale saranno presenti gli ospiti Martina Maccolini, Davide di Pietro, i Controtempo, Silvio Sacchi e il coro "È più bello insieme". Alle 15.45 Marco Barbieri presenterà l'associazione "Augusto per la vita", con la conseguente consegna del contributo al progetto di Ricerca "Caratterizzazione molecolare e nuovi approcci terapeutici nel trattamento del mesotelioma pleurico" svolto in collaborazione tra Università degli Studi Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma e I.R.S.T. (Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori) di Meldola.

Alle 16.00 sarà ancora la volta dei Nomadi, che concluderanno la rassegna novellarese proponendo il meglio del loro repertorio. Per entrambi i concerti della band, i biglietti sono in vendita al costo di 18 € in prevendita e 20 € in giorno del concerto.
Un'occasione speciale per ritrovarsi e far mantenere vivo il ricordo di chi non c'è più, anche e soprattutto, grazie alle sue canzoni.

Il Centro interculturale del Comune di Piacenza e Kaprasquare, in collaborazione con Consorzio Sol.Co, cooperativa sociale L'Arco e Borgo Faxhall, organizzano una serie di eventi a partire dalle ore 15 nella Galleria del centro commerciale di piazzale Marconi -

Piacenza, 19 febbraio 2015 -

In occasione della Giornata internazionale della Lingua Madre che ricorre sabato 21 febbraio, il Centro interculturale del Comune di Piacenza e Kaprasquare, in collaborazione con Consorzio Sol.Co, cooperativa sociale L'Arco e Borgo Faxhall, organizzano una serie di eventi a partire dalle ore 15 nella Galleria del centro commerciale di piazzale Marconi.

Tra le iniziative la "Biblioteca Vivente", che prevede l'allestimento di una biblioteca vera e propria con operatori e un catalogo di titoli tra cui scegliere, con la peculiarità che i "libri" da prendere in prestito sono persone con cui il lettore può prenotare una conversazione, durante la quale i "volumi parlanti" potranno raccontare la propria esperienza di vita sul rapporto con la loro lingua madre.

Sarà inoltre presente un punto gioco per i più piccoli, nonché l'esposizione "Lingue del Mondo" con approfondimenti a cura delle associazioni del Centro Interculturale, associazione dei Polacchi in Italia, Angolano, Comunità Congolese, Comunità Rumena, Elegance, Ghana Nationals Association, Nzuko Ndi Igbo, Sentieri nel Mondo. Gli esercizi commerciali della galleria e del quartiere esporranno cartelli che richiamano la Giornata, indicando inoltre quali sono le lingue parlate nei loro negozi.

La Giornata Internazionale della Lingua Madre nasce nel 1999 sotto il patrocinio dell'UNESCO per promuovere la diversità linguistica e culturale ed il multilinguismo. L'evento di sabato rientra nell'ambito di Logos, il progetto del Comune di Piacenza in partnership con cooperative sociali e Comuni della provincia, mirato a favorire l'incontro tra cittadini italiani e cittadini provenienti da Paesi Terzi.
Per informazioni: pagina facebook Progetto Logos.

(Fonte: Comune di Piacenza)

Sabato 21 febbraio alle 17.30, presso la Sala D, nell'ambito di BUK, fiera della piccola e media editoria, sarà presentato il volume "Emilia Romagna Segreta" (Historica Edizioni). Intervengono il curatore dell'opera Stefano Andrini e la giornalista Manuela Fiorini, autrice del capitolo dedicato a Modena -

Modena, 18 febbraio 2015 -

"Emilia Romagna segreta" - Historica Edizioni - non è semplicemente una guida dedicata alle città della regione, ma un "occhio di bue" che mette a fuoco le bellezze e le curiosità: quelle dimenticate, sommerse dalla polvere del tempo, quelle leggendarie, che pur nascondono un fondo di verità, quelle assai note, ma tanto scontate che le avviciniamo senza neanche più esserne colpiti. In questo libro ci sono storia, arte, letteratura e i personaggi che hanno fatto grande la nostra terra. Alcuni sono davvero grandi, altri non hanno raggiunto la fama che promettevano, nonostante il potere enorme che hanno gestito. Ci sono anche i monumenti che determinano il contesto urbanistico, i santi nati fianco a fianco con l'anticlericalismo e le personalità che hanno consumato cavalli e carrozze sulla strada consolare. Non mancano i capolavori e le piccole perle: aneddoti che hanno fatto impazzire le gazzette dell'epoca, ma anche curiosità gastronomiche e cinematografiche.

Il volume di 420 pagine, suddiviso in dieci capitoli, ognuno dedicato a una città, si propone come un almanacco illustrato del nostro intrinseco federalismo, quello della bellezza e della diversità che, tuttavia, diventano quel tutt'uno che è la nostra bellissima regione.

"Durante l'Alto Medioevo, Modena condivide con il resto d'Italia i secoli bui del crollo dell'Impero Romano. – si legge nella prefazione al capitolo modenese, curato dalla giornalista Manuela Fiorini - Alla fine del IV secolo il vescovo della città è Geminiano. La leggenda vuole che sia stato proprio lui a proteggere Modena dal passaggio degli Unni, capeggiati dal temibile Attila, facendo calare una fittissima nebbia su tutta la zona. Geminiano, divenuto poi Santo Patrono della città, muore il 31 gennaio del 397 e le sue spoglie riposano ancora oggi della cripta del Duomo" .

Proprio dalla cattedrale romanica, Patrimonio dell'Umanità UNESCO, parte un viaggio che si snoda tra i segreti dei bassorilievi e degli angoli più nascosti della città, passando da Piazza Grande, con la pietra ringadora e la statua della Bonissima, dal ghetto ebraico a quella che era la sede della Santa Inquisizione.

COVER EMILIA ROMAGNA SEGRETA intera ris

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Domenica 15 febbraio 2015 dalle ore 17,00 alle ore 19,00 in via Negrelli 15 a Modena.

Come nasce un romanzo collettivo, come è possibile portare avanti un progetto in più scrittori, come si sviluppa una trama a più mani, da cosa e da chi gli scrittori prendono spunto .....insomma curiosità, aneddoti, gossip dietro la scrittura dell'ultimo romanzo best seller de I SEMI NERI, un thriller a sfondo storico ambientato nelle nostre terre.

Il pomeriggio sarà condotto da Daniela Ori e Gabriele Sorrentino, scrittori e co-autori assieme ad altri Semi Neri di questo romanzo e avrà come scopo quello di raccontare l'esperienza di scrittori che si sono cimentati su forme di scrittura collettiva, alternando letture di alcuni brani del libro a curiosità che susciteranno l'attenzione del pubblico.

L'Enigma del Toro (Damster Edizioni, 2013) è un thriller che si svolge nel 2012 e che ha inizio con un incidente stradale nel quale muore Marco Antonio Tarvisi figlio del Marchese Gherardo Tarvisi, patriarca di un'antica famiglia leader della moda a livello mondiale. La crisi economica della famiglia, che vive a Cà del Toro nei pressi di Cavezzo (Mo), si è aggravata a causa del terremoto del maggio 2012. Conduce le indagini l'ispettore Marcello Prandi che assieme a Lucrezia, nipote della Marchesa Artemisia Tarvisi, comincerà ad indagare nel passato della Casata. Marcello e Lucrezia saranno così proiettati in un viaggio attraverso i secoli, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al Cinquecento, quando un altro terremoto cambiò il destino dei Tarvisi di allora, mercanti di stoffe alla ricerca di un riscatto sociale. Attraverso lettere, indizi, diari segreti, Marcello e Lucrezia scopriranno un segreto inquietante.

Alle origini di tutto, la presenza di due figure tragiche e carismatiche, Padre Ruperto Tarvisi, il fondatore della fortuna di famiglia e la contessa Caterina Barigazzi vedova Tarvisi, madre di Francesco Niccolò, morto in circostanze misteriose nel 1571. Qual è il segreto dei Tarvisi? Quali sono le intenzioni del Marchese Gherardo? E chi è davvero Lorenzo Montichiari, il cugino fiorentino? E che cosa sa nonna Artemisia? E in fondo ... qual è il famoso "Enigma"?

L'ingresso è libero, ma per esigenze organizzative è gradita la prenotazione
Info: e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.- Maria Elena Fabbrucci 347 6487976.

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Sabato, 14 Febbraio 2015 08:30

Vito porta in scena il suo Amarcord

"Album di famiglia" è una panoramica su un' Emilia antica, che non c'è più, ma che non ci ha mai abbandonati -

di Federico Bonati

Modena, 14 gennaio 2015 –

A chi non è capitato, magari durante una domenica lenta e uggiosa, di ammazzare la noia guardando uno dei vecchi album di famiglia? Quelle fotografie, ingiallite dal tempo, hanno celato al loro interno una storia. Nella fattispecie, la nostra storia.
È proprio da quest'album che Vito, al secolo Stefano Bicocchi, racconta tre storie, frutto di un'Emilia antica, lontana, dalla quale però non si può prescindere, e grazie alle cui radici si realizza la stabilità personale.

Accompagnato musicalmente da una batteria e da una fisarmonica, che incedono sulle cadenze di una mazurka, Vito racconta ne "L'angoscia del dì di festa" i fasti della cultura contadina, la semplicità ma anche l'umorismo della vita quotidiana, la centralità del cibo nella vicenda, e il secolare campanilismo tra Bologna e Modena per un'annosa questione: ma, il tortellino, è bolognese o modenese?
La seconda storia è quella di Pierino e il lupo, ma nella versione puramente emiliana. Una storia fatta di ospitalità e leggenda, un'avventura che vede protagonista il giovane Ninin e i personaggi del racconto di Prokofiev. La sostanziale differenza è che "anatra", "gatto", "uccellino" sono i nomi degli avventori del bar, anziani amici del nonno di Ninin. L'avventura ha anche un lupo, ma che in realtà, per tenere fede alla cultura mangereccia locale, è un maiale. O meglio, il grande porco.
La terza, e ultima, vicenda, intitolata "Il Cattocomunista" rievoca le atmosfere tipiche della Brescello di Don Camillo e Peppone. Ci si domanda: cosa può succedere ai figli nati dall'unione tra comunisti e democristiani? Da qui parte il filone narrativo. Un racconto che fluttua tra Feste dell'Unità e processioni, tra Casa del popolo e chierichetti che consegnano "Famiglia Cristiana", che diviene per l'occasione un inserto dell'Unità. Persone così lontane ma anche così vicine, disposte a darsi una mano a vicenda quando serve.

Si tratta di un bel ritratto dell'Emilia quello scritto da Enrico Saccà per la regia di Silvio Peroni, un ritratto nel quale ci si ritrova, del quale si ride e per il quale ci si emoziona, inserito nella rassegna "Una serata a San Rocco", promossa dalla fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e dall'associazione San Rocco Arte e Cultura.
Vito conclude poi con un omaggio a Cesare Zavattini, recitando le sue poesie, profonde e irriverenti, scanzonate ed emotive. E l'auditorium San Rocco si prodiga in uno scrosciante applauso.

Vito, con estrema cordialità, ha accettato di rispondere alle domande della Gazzetta dell'Emilia.

Questo spettacolo è il racconto di un'Emilia che non c'è più o che è ancora così, solo con un "vestito" diverso?
La base dell'Emilia è la stessa ancora oggi, così come pure il carattere degli abitanti del territorio. Certo, è cambiato il modo di esprimersi, viviamo in un mondo in cui è tutto più veloce, ma le radici sono sempre le stesse.

Quanto è importante, nella vita di oggi, il ritorno ai valori di una volta?
È fondamentale. Se non conosciamo la nostra storia, la nostra cultura, anche quella culinaria, non si va da nessuna parte. È solo mantenendo un forte contatto con le radici della nostra identità che diverremo come alberi che non cadono, anche se sferzati dal vento.

Vedendo l'Italia e l'Emilia di oggi, e pensando all'epoca raccontata nello spettacolo, prevale il rammarico o la speranza?
Nessuno dei due. Non è uno spettacolo nostalgico, basti pensare che per tanti motivi oggi stiamo molto meglio rispetto al passato. È come se avessimo un lungo cannocchiale e potessimo vedere cosa accadeva in quel tempo. Certamente, la speranza è quella di far recepire la storia ad ognuno nella maniera giusta. Ad ogni modo, di una cosa sono contento: sono felice di essere emiliano.

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Resistere alla mafia è possibile, combattendola con impegno civile, onestà e con il sorriso, come faceva Radio Aut -

Reggio Emilia, 9 febbraio 2015 – di Federico Bonati -

Il 9 maggio 1978 il corpo di Aldo Moro, assassinato dalle BR, fu ritrovato in via Caetani a Roma. In quello stesso giorno, a Cinisi in Sicilia, veniva fatto esplodere Peppino Impastato. Una morte che fu inscenata come suicidio, con l'intento di far passare come attentatore di estrema sinistra Impastato, ma che si scoprì essere una montatura: Peppino Impastato fu ucciso su mandato di Gaetano Badalamenti, mafioso.

Ancora oggi, a trentasette anni dalla sua scomparsa, la figura e il ricordo di Peppino Impastato, una figura straordinaria per la democrazia, che lottò la mafia con l'impegno civile e con la satira, è più viva che mai, grazie anche alle suggestive parole del fratello, Giovanni Impastato.
Per il ciclo "Teatro e Legalità" promosso da Noveteatro, Giovanni Impastato è giunto nel reggiano per una tre giorni dedicata alla memoria del fratello, attraverso spezzoni del film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana, attraverso letture del libro dello stesso Impastato "Resistere a Mafiopoli" e con un botta e risposta finale tra il pubblico e l'ospite.
Nel corso della serata, Giovanni rievoca i ricordi di famiglia, aprendo metaforicamente al pubblico il proprio "album dei ricordi": il rapporto col padre anch'egli mafioso, gli screzi infantili e l'avvicinamento a Peppino, la lotta nel ricordo del suo nome assieme alla madre Felicia dopo l'assassinio del fratello. C'è uno spaccato d'Italia, un racconto svoltosi nel cuore della Sicilia, di chi arrivato ad un certo punto, non può più fare finta di niente.

Una storia di satira con Radio Aut e la mitica trasmissione "Onda Pazza", ma allo stesso tempo una storia di depistaggi e insabbiamenti, a dimostrazione di quanto il cancro mafioso sia stato e, purtroppo, sia ancora inserito nelle istituzioni e nelle forze dell'ordine. Una storia di chi, invece, riaprì il caso Impastato dopo l'archiviazione: da Gaetano Costa a Rocco Chinnici fino a Giovanni Falcone, con una triste considerazione finale: chi favorì l'insabbiamento e il depistaggio delle indagini fece una brillante carriera, mentre chi cercò di fare luce sulla vicenda finì assassinato dalla mafia, ad eccezione di Antonio Caponetto. Inutile commentare ulteriormente.
Impastato parla poi di Casa Memoria, casa natale dei fratelli Impastato, divenuta oggi museo alla memoria di Peppino e inno alla libertà, parla di quei cento passi che la dividono da casa Badalamenti, attualmente affidata alla famiglia Impastato dopo l'esproprio, parla delle pietre d'inciampo sulle quali è vivo il ricordo della vita e della lotta di Peppino. Conclude poi con una frase eloquente: "La mafia non è invincibile".

Il signor Giovanni Impastato ha gentilmente risposto ad alcune domande del pubblico al termine della serata, e anche a quelle della Gazzetta dell'Emilia.

Giovanni, l'operazione Aemilia ha fatto capire una cosa: la mafia è arrivata anche al Nord ed è entrata nei luoghi di potere. Che riflessione si può trarre?
La mafia ha cambiato strategia, segue i flussi di denaro, l'economia, la finanza, è entrata negli studi medici e dei professionisti, ecco perché si parla di borghesia mafiosa. Anche l'Emilia, terra di principi e di efficienza, è stata intaccata da ciò, basti pensare che Gaetano Badalamenti fu mandato al confino a Sassuolo, e acquistando un'azienda di ceramica, riciclò denaro sporco. Se mi si chiede se oggi ci sia più mafia in Sicilia o in Lombardia non ho dubbi, decisamente in Lombardia, pensiamo a quello che è successo col caso Expo. Falcone diceva che la mafia, come ogni storia, ha un inizio e una fine; il problema è che manca la volontà politica di abbatterla.

Portando in giro per l'Italia la storia e il ricordo di suo fratello, le sembra di portare avanti ancora le sue battaglie?
Si. Le battaglie di Peppino, le sue iniziative a livello ecologico e sulla salvaguardia dell'ambiente sono più attuali che mai. La sua è una storia d'impegno sociale, di lotta e di passione.

Che idea ha del nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il cui fratello Piersanti fu ucciso in un attentato mafioso?
Mi sembra una brava persona, con una forte coscienza democratica. Sono convinto che farà bene essendo, inoltre, una persona che nutre un profondo rispetto nei confronti della costituzione.

La storia insegna che chi si fa avvinghiare dai tentacoli della mafia, divenendone colluso, riesce a fare una brillante carriera nel nostro paese. Ma la storia insegna che c'è anche chi dice no, chi lotta e muore, ma che non si piega mai, il cui ricordo e le cui battaglie sono portati avanti da altre persone, perché come diceva Peppino: "La mafia è una montagna di merda". Sono quelli come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, il Generale Dalla Chiesa, e più recentemente Roberto Saviano, Don Ciotti, Pino Maniaci, i ragazzi di Addio Pizzo. Sono quelli come Peppino. Ed è grazie a loro e a chi, seguendo il loro esempio, lotta, vive e si impegna ogni giorno nel proprio piccolo, che l'Italia ce la farà.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Con il nuovo profilo Instagram il Museo di Palazzo Farnese condividerà anche foto e video inviati dai suoi follower -

Piacenza, 7 febbraio 2015 -

Anche la cultura si fa "social" ed ora con il profilo @palazzofarnese.piacenza il museo di Palazzo Farnese è il primo museo piacentino ad approdare su Instagram, la notissima piattaforma per condividere foto, che conta oltre 200 milioni di utenti attivi al mese.

Il nuovo profilo Instagram dei Musei Civici, attivo da ieri, consentirà la condivisione di fotografie e video riguardanti non solo dipinti, sculture e altre testimonianze del patrimonio storico-artistico, ma anche scorci suggestivi di Palazzo Farnese.

Accanto alle foto scattate dai referenti dei Musei, verranno anche condivise le immagini più belle inviate dai follower.

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Un'importante partnership che vede al centro il mondo della fotografia. Sky Arte HD e Fondazione Fotografia Modena daranno vita a tre grandi progetti: il Premio Internazionale per la Fotografia, il Premio Fotografia Italiana Under 40 e Foto Factory Modena, nuovo format televisivo che porta la firma del canale Sky dedicato all'arte -

Modena, 5 febbraio 2015 - di Sara Bondani -

Per la prima volta a diventare protagonista di un reality, sarà il talento e l'impegno di giovani fotografi, che verrano messi alla prova in un format completamente nuovo nel panorama televisivo italiano; un programma-laboratorio di sei puntate dal titolo Foto Factory Modena. Una scuola che vedrà crescere grandi talenti dell'immagine, grazie a sei docenti d'eccezione. In ogni puntata i nove studenti che compongono la classe dovranno realizzare un lavoro fotografico sul tema scelto e a fare da cornice sarà la città di Modena e il suo territorio, oltre agli spazi della sede didattica di Fondazione Fotografia Modena. Tra i docenti coinvolti, alcuni importanti nomi della fotografia italiana: Pino Musi, Toni Thorimbert, Davide Monteleone, Francesca Moscheni e Vincenzo Castella, molti dei quali già attivamente coinvolti nelle attività formative della Fondazione.
Gli studenti che parteciperanno al Foto Factory Modena saranno selezionati attraverso una open call che resterà aperta fino al prossimo 24 aprile. Maggiori informazioni e bando completo sono disponibili sul sito internet www.fondazionefotografia.org.

Questo è solo uno dei progetti nati dall'intesa fra Sky Arte HD - canale 120 e 400 di Sky - e Fondazione Fotografia Modena. Due premi di livello internazionale a cadenza biennale - il Premio Internazionale per la Fotografia e il Premio Fotografia Italiana Under 40 - realizzati grazie al contributo di sponsor come Unicredit, assegneranno rispettivamente 70 mila e 15 mila euro ai due vincitori.

Premio Internazionale per la Fotografia

La prima edizione del Premio affronta il tema dell'Identità, argomento che fin dagli esordi della fotografia ha rivestito grande interesse quando, grazie all'arte del ritratto e al fiorire dei primi atelier, fu possibile su larga scala la registrazione visiva di una memoria individuale, ma anche tema di grande attualità. "Argomento stimolante e di attualita' con molte sfaccettature, dal sesso al nazionalismo", sottolinea Olivier Richon, celebre fotografo svizzero e membro del board di Fondazione Fotografia Modena.

A settembre una giuria si riunira' per selezionare 5 finalisti in una rosa di candidati scelta fra i massimi esponenti della fotografia contemporanea da 12 esperti del settore a cui si aggiungono i 5 candidati nominati dal Board Scientifico di Fondazione Fotografia Modena, per un totale massimo di 29 candidature. In concomitanza con la cerimonia di premiazione che si terrà a Modena il 5 marzo 2016, Fondazione Fotografia Modena presenterà la mostra personale del fotografo vincitore e Sky Arte HD produrrà due speciali che racconteranno il premio nelle sue diverse fasi, dalle selezioni alla proclamazione in mostra del vincitore.

Premio Fotografia Italiana Under40

Questo premio è dedicato agli artisti emergenti, che potranno partecipare inviando un progetto artistico in forma di serie fotografica, opera video, film, installazione o libro fotografico. E' possibile inviare la propria candidatura fino al 30 giugno 2015: informazioni e bando completo sono disponibili sul sito www.fondazionefotografia.org

Il vincitore oltre al premio di 15.000 Euro, vedrà le sue opere entrare a far parte della collezione di fotografia italiana contemporanea della Fondazione. In concomitanza con la cerimonia di premiazione, che si terrà a Modena sempre il 5 marzo 2016, Fondazione Fotografia Modena presenterà la mostra personale del vincitore e Sky Arte HD produrrà uno speciale che racconterà il premio nelle sue diverse fasi, dalle selezioni alla proclamazione in mostra del vincitore.

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Al Teatro Trieste 34 di Piacenza, Venerdì 6 febbraio, prenderà vita "A parte me" spettacolo teatrale di e con Vanessa Korn in occasione della Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, una produzione dell'Associazione Culturale Crisalidi, a cura del Centro Interculturale Piacenza. Ingresso libero -

Piacenza, 3 febbraio 2015 -

In occasione della Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) Venerdì 6 febbraio 2015 alle ore 20.30 presso il Teatro Trieste 34, Via Trieste 34 – Piacenza, prenderà vita "A parte me" spettacolo teatrale di e con Vanessa Korn, una produzione dell'Associazione Culturale Crisalidi, a cura del Centro Interculturale Piacenza.
La performance teatrale sarà la restituzione all'intera cittadinanza dei percorsi di sensibilizzazione e contrasto al fenomeno delle MGF attivi sul territorio piacentino, progetti finanziati nell'ambito dell'Intesa per la prevenzione ed il contrasto delle Mutilazioni Genitali Femminili della Regione Emilia-Romagna (rete MIER), Assessorato alle Politiche Sociali e dei Ministeri della Salute e Pari Opportunità.

Dal 2010 l'AUSL di Piacenza gestisce campagne di prevenzione sugli aspetti igienico-sanitari attraverso servizi di assistenza e sensibilizzazione diretti alla cittadinanza, anche alle persone che hanno già subito una mutilazione; incontri dedicati alle comunità nelle quali le mutilazioni sono più frequenti; percorsi di formazione specifica indirizzata agli operatori sanitari e sociali. Dell'aspetto sociale del fenomeno se ne occupano per il Comune di Piacenza, il Centro interculturale Piacenza e il Centro per le famiglie, attraverso l'organizzazione e promozione di eventi culturali, incontri di donne e percorsi educativi nelle scuole.

In particolare il Centro per le Famiglie, in collaborazione con l'associazione culturale Sentieri nel mondo, ha svolto un percorso di sensibilizzazione al tema delle MGF con le studentesse e gli studenti dell'Istituto professionale Casali di Piacenza. Cicli di tre incontri tenuti da figure professionali specializzate (Giorgia Di Muzio, sociologa, Giorgia Veneziani, antropologa, Edvin Shehu, mediatrice culturale) hanno permesso ai ragazzi/e di confrontarsi su differenti tematiche per approfondire la conoscenza di queste "nuove emergenze". Saranno proiettati nel corso della serata i video-spot realizzati dai ragazzi.

Il Centro Interculturale Piacenza, attraverso la sua redazione multietnica, ha pubblicato un numero speciale del foglio informativo Mosaico, nel quale particolare attenzione è stata riservata all'approfondimento del tema delle MGF anche attraverso interviste a testimoni privilegiati; ha inoltre organizzato incontri con donne, in particolare straniere, sugli aspetti sanitari delle pratiche MGF, raccogliendo particolare interesse da parte delle partecipanti.

La serata è organizzata con il sostegno dell'Azienda Usl di Piacenza e la collaborazione di Consorzio Sol.Co. Piacenza, Crisalidi Associazione Culturale, Cooperativa Sociale Ippogrifo, Centro per le Famiglie di Piacenza e Teatro Trieste 34.
Seguirà lo spettacolo un buffet con prodotti della cooperativa di commercio equo-solidale la Pecora Nera.

CENTRO INTERCULTURALE PIACENZA

Servizio del Comune di Piacenza – Servizi alla persona e al cittadino – nato nel settembre 2006 e gestito dalla Cooperativa Sol.Co. Piacenza.
Offre supporto alle associazioni nella progettazione e realizzazione di eventi e iniziative. Realizza eventi pubblici che coinvolgono tutte le associazioni aderenti per la promozione dei valori dell'intercultura, della tolleranza, del rispetto reciproco e dell'integrazione. Promuove iniziative interculturali capaci di offrire ad italiani e stranieri esperienze di riflessione e conoscenza reciproca. Attiva percorsi di sensibilizzazione nelle scuole attraverso mostre e laboratori di educazione interculturale.

Sede: Via XXI Aprile, 15 – 29121 - Piacenza (PC)
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

ORARI DI APERTURA
Lunedì 15.30-19.00
Venerdì 9.30-13.00
web2.comune.piacenza.it/cittadini/stranieri/centro-interculturale

Associazione Culturale Crisalidi dal 2005 organizza e produce eventi culturali e spettacoli teatrali. Da maggio 2014 organizza Festival 50+1, rassegna di teatro contemporaneo a Teatro Serra di Parco Raggio a Pontenure.
Vanessa Korn si diploma nel 2009 alla Scuola Internazionale di Teatro Arsenale di Milano dove sceglie di studiare per seguire il metodo Lecoq. Lavora con diverse compagnie teatrali come interprete e regista unendo al lavoro di attrice quello di insegnante di teatro, esperienza che arricchisce il suo percorso di crescita artistica, personale e di ricerca. 

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

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Bagno di folla per l'artista romana che ha presentato il suo film nell'ambito di "Teatro e Legalità" -

Reggio Emilia, 2 febbraio 2015  – di Federico Bonati -

Grande evento nell'ambito della terza edizione di "Teatro e Legalità" promossa e realizzata da Noveteatro: al teatro "Tagliavini" di Novellara è giunta Sabina Guzzanti a presentare il suo film "La trattativa", narrazione di una delle pagine più buie della storia nazionale: la trattativa Stato-mafia. Una serata, promossa in collaborazione con la Provincia di Reggio Emilia, con la Regione Emilia Romagna e con Coop Consumatori Nord-Est, che ha registrato un autentico sold-out: già durante la settimana i biglietti per l'evento erano andati esauriti.

A introdurre l'appuntamento sono stati l'assessore alla cultura Marco Battini e il sindaco Elena Carletti. Ed è proprio il sindaco a scansare la ritualità del discorso iniziale dicendo: "Quando si parla di legalità niente può essere di rito. Bisogna persistere sul tema della legalità, e quindi ben vengano le persone come Sabina Guzzanti, le quali ci aiutano a portare a casa qualcosa per reagire e per attivarci ognuno nel proprio singolo", con un palese riferimento ai recenti avvenimenti legati all'operazione "Aemilia.

Arriva poi il momento del film. Si parte con l'esame di teologia in carcere dato da Gaspare Spatuzza e quella domanda sul tema della grazia. Da lì inizia un cronoracconto sugli avvenimenti e sulle figure che hanno macchiato di sangue le pagine dei giornali nazionali, vengono raccontate le stragi mafiose, e si delinea la questione della trattativa fra lo Stato e la mafia. È impossibile per lo spettatore non rendersi conto di quanto fosse complessa e intricata la ragnatela di contatti e sotterfugi fra uomini di potere, forze dell'ordine e mafiosi. Avvilente è invece il termine migliore per definire il momento nel quale si comprende come gli uomini della legalità quali Falcone, Borsellino, il colonnello Riccio, siano stati abbandonati dallo Stato che hanno servito nella lotta alla mafia, e ci si chiede perché, o meglio, come mai? Domanda retorica con una risposta eloquente, ma che si fa finta di non comprendere. "La trattativa" mostra un lato subdolo del nostro paese, il lato più subdolo e aberrante dell'Italia. L'elenco di nomi noti dei palazzi del potere è lunghissimo, e si comprende, infine, che la mafia non è più coppola e scacciapensieri, baffi folti e lupara: è giacca e cravatta, appalti, voti.

Standing ovation per l'autrice, che risponde alle domande di un pubblico novellarese curioso e interessato. Parla delle difficoltà che ha avuto il film ad essere prodotto, parla di collusione di forze dell'ordine quando la mancata cattura di Provenzano fece partire il processo Mori, parla di come il sindaco di Palermo, Orlando, pare abbia emesso una circolare per far vedere il film agli alunni delle scuole locali, mettendo a disposizione un cinema e un bus (un invito che la Guzzanti rivolge anche alla Carletti), e parla anche del neopresidente Mattarella, definendolo un uomo onesto che potrebbe riservare sorprese positive.

Al termine dello spettacolo, la Guzzanti ha risposto alle domande della Gazzetta dell'Emilia.

Come può lo Stato italiano liberarsi dalla mafia se i presupposti sono quelli presentati nel suo film?
Per debellare la mafia è necessario debellare un certo tipo di politica che vive seguendo logiche di cultura mafiosa.

In merito all'operazione "Aemilia" che ha scosso la nostra terra nei giorni scorsi, che insegnamento si può trarre da questa vicenda?
Questa è l'ennesima prova che la mafia è presente e forte anche al Nord. Bisogna rendersi conto che la mafia non è quello che si racconta al cinema, ma è un insieme di equilibri ognuno ugualmente mafioso e fondamentale. La parte armata è quella sempre meno in uso ormai, ora la mafia è molto più presente in ambiti legati alla finanza, alle alte sfere dirigenziali, all'edilizia.

Pubblicato in Cultura Reggio Emilia
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