Di Matteo Pio Impagnatiello, 27 dicembre 2022 - Ventasso è un piccolo comune italiano della provincia di Reggio - Emilia. È stato istituito il 1º gennaio 2016 dalla fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto e la sede si trova a Cervarezza Terme. E’ stato istituito a seguito di un referendum consultivo, svoltosi nel maggio del 2015.
Fusioni in Emilia Romagna: prosegue iter per il nuovo Comune unico, Terre del Reno, nel ferrarese. No alle fusioni nel piacentino, imolese e reggiano. Confronto aperto nel riminese in vista della decisione dell'Assemblea legislativa: "Non vogliamo imporre nulla ai territori".
Bologna, 17 ottobre 2016
Il referendum day sulle fusioni in Emilia Romagna consegna un nuovo Comune unico. Altre quattro fusioni hanno dato invece esito negativo, nonostante vi siano anche Comuni in cui il sì abbia prevalso. La sesta, quella che riguarda il riminese, richiederà un ulteriore confronto con le amministrazioni locali, anche se ha scelto il sì sia una netta maggioranza dei votanti totali, che la maggioranza dei Comuni coinvolti.
Ieri erano chiamati alle urne 61.500 cittadini in cinque province. Il sì è stato netto nel ferrarese dove i votanti hanno approvato l'unione tra Mirabello e Sant'Agostino e scelto di istituire il nuovo comune di Terre del Reno. Nel riminese, invece, Mondaino e Montegridolfo hanno scelto il sì, mentre Saludecio ha optato per il no. Lasciando l'esito finale in mano alla decisione dell'Assemblea legislativa. Esito negativo per gli altri Comuni: tre nel bolognese, Borgo Tossignano, Fontanelice e Casalfiumanese (contrari i primi due); tre nel reggiano, Campegine, Gattico e Sant'Ilario d'Enza (contrari i primi due). Un no netto dal piacentino. Sia tra Bettola, Farini e Ferriere, sia tra Ponte dell'Olio e Vigolzone.
"Sono referendum consultivi- è il commento dell'assessore al Riordino istituzionale, Emma Petitti- che fanno parte del percorso per eventuali fusioni, proprio per dare l'ultima parola ai cittadini. Non vogliamo imporre nulla ai territori. La Regione mette a disposizione tutti gli strumenti per cercare di favorire questo percorso di partecipazione. Il nostro obiettivo è sempre quello di fornire i migliori servizi, cercando di mantenere, ove possibili, costi sostenibili. I risultati sono stati diversi, ovviamente dove ha prevalso il no sarà rispettato il volere dei cittadini. Dove invece la posizione non è risultata netta, ci sarà un impegno anche con i territori per un ulteriore confronto. Ricordiamo che il nuovo comune del ferrarese, Terre del Reno, potrà contare su contributi per un totale di quasi 11 milioni di euro nei prossimi 15 anni. Quest'ultimo- chiude Petitti- sarà il nono nuovo Comune unico istituito negli ultimi due anni derivante da processi di fusione, che complessivamente hanno riguardato 24 Comuni che hanno scelto la strada dell'aggregazione".
L'Assemblea approva l'indizione dei referendum consultivi nei territori. Petitti: "Un altro importante passo avanti nel processo di semplificazione e riorganizzazione dell'Emilia-Romagna".
Bologna, 13 luglio 2016
Via libera dalla Regione alla fusione di 16 Comuni in Emilia-Romagna: Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nel riminese; Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nel bolognese; Mirabello e Sant'Agostino nel ferrarese; Campegine, Gattatico e Sant'Ilario d'Enza in provincia di Reggio Emilia; Bettola, Farini e Ferriere, da un lato, e Ponte dell'Olio e Vigolzone, dall'altro, nel piacentino.
L'Assemblea legislativa ha votato ieri a favore dell'indizione dei referendum consultivi della popolazione interessata, che si terranno in autunno.
Alla delibera approvata ieri farà seguito, entro 10 giorni, il decreto del presidente della Giunta regionale di indizione della consultazione popolare. Ciascuna proposta referendaria si comporrà di due quesiti: uno relativo all'istituzione del nuovo Comune unico mediante fusione di quelli preesistenti e uno per decidere il nome del nuovo Ente.
I nuovi Comuni, una volta nati, potranno beneficiare - dall'anno dell'istituzione e per 15 anni - di contributi statali e regionali: 8,5 milioni di euro per il nuovo Comune nato da fusione a Rimini; 11,2 milioni a Bologna; 10,8 milioni a Ferrara; 19,3 milioni di euro a Reggio Emilia e 20,7 complessivi per i due nuovi Comuni unici a Piacenza.
"Oggi facciamo un altro importante passo avanti nel processo di semplificazione e riorganizzazione dell'Emilia-Romagna", ha sottolineato l'assessore regionale a Bilancio e riordino istituzionale Emma Petitti. "Dei 16 Comuni coinvolti e che, se i cittadini saranno d'accordo, potrebbero diventare 6, ben 12 hanno meno di 5.000 abitanti, 6 sono sotto i 3.000. Questi nuovi progetti di fusioni rappresentano dunque un'opportunità significativa per proseguire nel superamento dei problemi legati all'eccessiva frammentazione amministrativa e per migliorare l'organizzazione e la gestione dei servizi comunali per i cittadini e le imprese".
La Regione, ha ricordato Petitti, "si sta sempre più impegnando nell'affiancamento dei Comuni intenzionati a percorrere la strada della fusione: accompagnando le analisi di fattibilità, sostenendo i percorsi di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, promuovendo le attività dell'Osservatorio regionale come sede di raccordo tra tutti gli interlocutori istituzionali che devono gestire i processi di fusione. E per favorire questi percorsi la Giunta ha deciso di intervenire anche con un progetto di legge, che ha appena iniziato il suo iter in commissione, che semplificherà ulteriormente le procedure delle fusioni per dare nuove opportunità ai Comuni".
Le fusioni in Emilia-Romagna
I 6 progetti di legge di fusione giunti in Assemblea legislativa interessano complessivamente 16 Comuni appartenenti alla Città metropolitana di Bologna e alle 4 province di Rimini, Ferrara, Reggio Emilia e Piacenza (per quest'ultima i progetti di fusione sono due); coinvolgono una popolazione totale di oltre 60.000 residenti (61.620).
Il numero dei Comuni dell'Emilia-Romagna che dall'inizio del 2016 è pari a 334 (grazie alle 8 fusioni finora concluse, 4 nel 2014 ed altre 4 dal 2016) potrebbe quindi ulteriormente decrescere a conclusione dei percorsi di fusione in atto.
I vantaggi economici delle fusioni
Le nuove 6 fusioni in totale beneficerebbero - dall'anno della loro istituzione e per 15 anni - di 70,8 milioni complessivi.
Tali contributi si aggiungeranno, senza intaccarli, a quelli già oggi riconosciuti alle 8 fusioni attivate dal 2014 e dal 2016 e che hanno ricevuto solo nel 2016 ben 10,8 milioni di euro (di cui 3,1 della Regione, i restanti statali).
(Fonte: ufficio stampa Regione ER)
A tre anni dall'entrata in vigore della legge regionale di riordino territoriale, 8 processi di fusione hanno determinato la nascita di altrettanti Comuni unici al posto dei 22 preesistenti. L'assessore regionale al Riordino istituzionale Emma Petitti: "Enti più grandi, meglio funzionanti e in grado di risparmiare e garantire più risorse e servizi per i cittadini e le imprese". -
Bologna, 30 dicembre 2015
Dal 1° gennaio 2016 il numero dei Comuni in Emilia-Romagna scende a 334 (-14 dal gennaio 2013).
A tre anni dall'entrata in vigore della legge regionale di riordino territoriale (21/2012), sono stati 8 i processi di fusione che hanno determinato la nascita di altrettanti Comuni unici al posto dei 22 preesistenti.
In particolare le ultime fusioni, in ordine di tempo, dal prossimo primo gennaio daranno vita a 4 nuovi Comuni al posto di 10 precedenti: Ventasso nell'Alto Appennino reggiano (dalla fusione dei quattro Comuni del crinale: Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto), Alto Reno Termenell'Appennino bolognese (nato dai Comuni di Porretta Terme e Granaglione); Montescudo-Monte Colombo nel riminese (tra gli omonimi Comuni) e Polesine Zibello in provincia di Parma (dalla fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello).
"Stiamo procedendo rapidamente sostenendo i vecchi e nuovi processi di fusione di amministrazioni locali che hanno scelto di mettersi insieme dando vita a Comuni più grandi, meglio funzionanti e in grado di risparmiare e garantire più risorse e servizi per i cittadini e le imprese", sottolinea l'assessore regionale al Riordino istituzionale Emma Petitti. "Dal primo gennaio nei nuovi Comuni fusi si insedieranno i commissari che, aiutati dagli ex sindaci, traghetteranno gli enti fino all'insediamento dei nuovi organi eletti dai cittadini. A loro l'augurio di buon lavoro, così come ai tanti altri amministratori che hanno dato avvio a nuovi processi di fusione, che già hanno fatto arrivare le istanze in Regione e che noi sosterremo anche grazie all'attività e alle competenze dell'Osservatorio regionale sulle fusioni".
In particolare, sono diversi i nuovi percorsi di fusione che avranno corso nel 2016. In provincia di Piacenza l'iter è avviato per Borgonovo Val Tidone e Ziano Piacentino (per i quali il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha firmato il 24 dicembre il decreto che indice il referendum per il prossimo 6 marzo) e hanno già formalmente inviato nuove istanze di fusione alla Regione: Fontanelice, Casalfiumanese e Borgo Tossignano nel bolognese; Mondaino, Saludecio e Montegridolfo in provincia di Rimini; Mirabello e Sant'Agostino nel ferrarese e, ancora in provincia di Piacenza, Bettola, Farini e Ferriere, da un lato, e Vigolzone e Ponte dell'Olio, dall'altro. Infine, nei giorni scorsi hanno votato a favore della fusione i Consigli comunali di Sant'Ilario, Gattatico e Campagine nel reggiano e ora arriverà in Regione la formale istanza.
I vantaggi delle fusioni
Grazie alle fusioni, i Comuni sono in grado di ottenere una razionalizzazione della spesa insieme ad una maggiore capacità di garantire servizi efficienti e migliore organizzazione delle funzioni. A questo si aggiunge la possibilità di ottenere contributi regionali ad hoc (per 15 anni) e statali (per un decennio): la legge di stabilità 2016 ha stabilizzato gli stanziamenti statali per incentivare le fusioni (30 milioni annui), raddoppiando la misura dell'incentivo previsto. Inoltre, per attenuare l'impatto dell'introduzione del principio di equilibrio di bilancio per i nuovi enti, la legge di stabilità 2016 ha stabilito l'assegnazione prioritaria, ai Comuni nati da fusione dal 2011 in avanti, degli spazi finanziari ceduti dalle Regioni; la stessa legge ha anche dato alle fusioni facoltà di assumere personale a tempo indeterminato per coprire il "turn over" al 100 % della spesa relativa al personale di ruolo cessato dal servizio l'anno precedente. Viene, infine, riconosciuta ai nuovi Comuni unici la priorità nei programmi e nei provvedimenti regionali che prevedono contributi a favore degli enti locali.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Nel bolognese, sì al 93,14% a Porretta Terme e al 63,04% a Granaglione; in provincia di Parma, sì al 51,01% a Zibello e al 52,57% a Polesine Parmense, nel riminese, sì all'84,48% a Montescudo e al 68,77% a Monte Colombo. -
Parma, 12 ottobre 2015 -
Vince la fusione nei sei comuni della nostra Regione chiamati ieri alle urne. Nei referendum consultivi gli elettori si sono mostrati favorevoli alla fusione dai cui nasceranno tre Comuni al posto di sei.
Dopo le quattro fusioni di Valsamoggia a Bologna, Sissa-Trecasali a Parma, Fiscaglia a Ferrara e Poggio Torriana a Rimini, a cui è seguita la nascita del Comune di Ventasso nell'Appenino reggiano, ieri sono stati chiamati a esprimersi Porretta Terme e Granaglione nel bolognese, Monte Colombo e Montescudo nel riminese, Polesine Parmense e Zibello in provincia di Parma. Due i quesiti sottoposti ai cittadini residenti: uno sul sì o no alla fusione dei due Comuni, uno sul nome preferito fra quelli proposti per l'ipotetico nuovo Comune unico.
In provincia di Bologna, a Porretta Terme hanno votato 1.630 cittadini, pari al 43,64% dei 3.735 aventi diritto, per entrambi i quesiti: 1.506 sono stati i sì, pari al 93,14% di chi si è recato alle urne, i no sono stati 111 (6,86%). 'Alto Reno Terme' è risultato il nome preferito, con 902 voti (59,46%). A Granaglione hanno votato 1.234 residenti, pari al 64,17% dei 1.923 aventi diritto, per il quesito numero 1, e 1.230 (63,96%) per il quesito numero 2: 771 (63,04%) i sì alla fusione, 452 (36,96%) i no. 'Granaglione Porretta Terme' il nome preferito con 535 voti (54,82%).
In provincia di Rimini, a Montescudo si sono recati alle urne 807 cittadini, il 28,05% dei 2.877 aventi diritto, per entrambi i quesiti: 675 (84,48%) i sì alla fusione, 124 (15,52%) i no. 'Montescudo - Monte Colombo' il nome che ha prevalso con 457 voti (61,67%). A Monte Colombo hanno votato 845 cittadini sui 2.804 aventi diritto, pari al 30,14%, per entrambi i quesiti. 577 (68,77%) sono stati i sì alla fusione, 262 (31,23%) i no. 'Monte dei Castelli' il nome preferito con 285 (39,26%) voti.
A Zibello hanno votato 796 cittadini sui 1.613 aventi diritto, il 49,35%, per entrambi i quesiti: i sì alla fusione sono stati 402 (51,01%), i no 386 (48,99%). Il nome più votato è stato 'Polesine Zibello' con 403 preferenze (69,97%). A Polesine Parmense si sono recati alle urne 573 cittadini, cioè il 50,22% dei 1.141 aventi diritto, per entrambi i quesiti. 297 (52,57%) i sì alla fusione, 268 (47,43%) i no. Anche qui ha prevalso 'Polesine Zibello' con 324 voti, il 73,30%.
Acquisito l'esito dei referendum consultivi, può riprendere in Assemblea legislativa regionale l'esame dei tre progetti di legge relativi alle fusioni in questione. Progetti sospesi in attesa della consultazione nei Comuni interessati, prevista dalla legge regionale.
"Si tratta di un risultato molto importante- afferma la presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera- che conferma, come già ampiamente emerso nel corso della discussione in Assemblea legislativa, la volontà di rafforzare le rispettive comunità unificando risorse e forze, in modo di dare speranza e futuro alle parti più fragili della nostra regione, quali appunto i piccoli Comuni".
Domenica 11 ottobre referendum in 6 comuni dell'Emilia Romagna: 14 mila i cittadini chiamati alle urne nelle province di Bologna, Rimini e Parma per dire sì o no alla fusione e scegliere il nome dell'eventuale Comune unico. Seggi aperti dalle 7 alle 23. I risultati e tutte le informazioni sul portale dell'Assemblea legislativa regionale. -
Parma, 8 ottobre 2015 -
Questa domenica, giornata di referendum in 6 Comuni dell'Emilia-Romagna, tra cui due in provincia di Parma, che saranno chiamati al voto, per esprimersi in favore o contro la fusione dei rispettivi Comuni di residenza. Dopo la recente fusione dei Comuni dell'Alto appennino reggiano, che ha visto la nascita del Comune unico di Ventasso, sono tre le nuove potenziali fusioni sottoposte alla consultazione popolare.
Sono chiamati alle urne oltre 14mila cittadini, di Granaglione e Porretta Terme nel bolognese, Montescudo e Montefiorino nel riminese, Zibello e Polesine Parmense in provincia di Parma. Le urne resteranno aperte dalle 7 alle 23.
Nel caso di Granaglione e Porretta Terme, i cittadini sono chiamati a dire la propria sulla possibile nascita di un nuovo Comune unico di circa 7.000 abitanti. Di dimensioni simili l'eventuale Comune unico che sorgerebbe dalla fusione di Montescudo e Monte Colombo (circa 6.800 abitanti), più piccolo quello che si determinerebbe dalla fusione di Zibello e Polesine Parmense (circa 3.300 abitanti).
Oltre a dichiararsi per il sì o per il no alla fusione (scheda grigia), gli elettori potranno esprimersi anche sulla denominazione dell'eventuale nuovo Comune unico scegliendo su una seconda scheda, di colore rosa, tra una serie di nomi proposti. Eccoli: per quanto riguarda Granaglione e Porretta, Acque Alte, Alto Reno Terme, Granaglione Porretta Terme; a Zibello e Polesine Parmense la scelta sarà tra Polesine Zibello, Terra del Po, Pallavicinia; i residenti di Monte Colombo e Montescudo potranno scegliere tra Monte dei Castelli, Monti del Conca, Monte Colombo e Scudo, Montescudo - Monte Colombo.
I risultati dei referendum saranno disponibili sul sito dell'Assembla legislativa regionale, nella sezione dedicata alle fusioni: www.assemblea.emr.it/fusione-di-comuni. Qui saranno pubblicati i dati ufficiali, comunicati dalle Prefetture, sull'affluenza registrata alle 14 e alle 23, e, a seguire, i risultati finali delle consultazioni popolari. Già ora nella sezione del sito si trovano anche tutte le informazioni sulle modalità di voto e i progetti di fusione.
Acquisito l'esito dei referendum consultivi, riprenderà in Assemblea legislativa l'esame dei tre progetti di legge relativi alle fusioni in questione. Progetti sospesi in attesa della consultazione nei Comuni interessati, prevista dalla legge regionale.
Nel territorio modenese il 40% dei comuni ha meno di cinquemila abitanti: l'esperienza di Valsamoggia, i vantaggi e le criticità del percorso intrapreso nella vicina area bolognese descritti dal sindaco Ruscigno. -
Modena, 11 aprile 2015 -
"Il dato è chiaro, e l'esperienza del Comune di Valsamoggia, nella vicina Bologna, è lì a dimostrarlo: la fusione dei comuni conviene a tutti. Conviene ai cittadini, che possono contare su un'amministrazione più efficiente, conviene alle imprese, che hanno maggiori opportunità, e conviene alle stesse amministrazioni, che recuperano un ruolo di programmazione che i tagli dello stato stanno mettendo sempre più in discussione". E' la sintesi di Umberto Venturi, presidente di CNA Modena al termine dell'incontro che giovedì' scorso ha richiamato oltre 80 persone, tra le quali numerosi amministratori locali, all'iniziativa intitolata "Fusioni, dal dire al fare". Un incontro durante il quale Daniele Ruscigno ha raccontato l'esperienza del comune bolognese, nato poco più di un anno fa dalla fusione di cinque comuni - Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savino – dopo un referendum e un percorso partecipativo durato oltre due anni.
"Ora – ha raccontato Daniele Ruscigno, giovane sindaco di Valsamoggia - siamo una comunità di 30.000 abitanti, il quarto comune della provincia bolognese, possiamo contare su dei risparmi di 2,7 milioni di euro all'anno, su contributi regionali e nazionali di quasi 2 milioni all'anno per dieci anni, dall'esclusione per cinque anni dal patto di stabilità, dalla priorità nei diversi bandi per incentivi e finanziamenti. Provvidenze che ci hanno permesso di estendere i servizi anziché ridurli, di programmare investimenti, addirittura di ridurre le imposte: tasi, Irpef e persino la tassa sui passi carrai".
Il tutto senza che le singole comunità perdessero la propria identità. "I cartelli non sono cambiati, così come non sono cambiate le carte d'identità, le patenti, anche i CAP sono rimasti gli stessi. Ciascuna municipalità ha conservato i servizi comunali – anzi, stiamo pensando di allargarli alle frazioni più lontane – poi abbiamo uniformato i regolamenti e abbiamo potenziato gli uffici, permettendoci di darci una scadenza di 30 giorni per rispondere alle richieste delle imprese, intercettando investimenti come quello della Philip Morris".
"Alla luce di questa esperienza la fusione dei comuni diventa un obiettivo strategico affinché i comuni recuperino un ruolo decisivo nel rapporto con le proprie comunità. Non basta più lamentarsi per i tagli agli enti locali, occorre reagire. E quella delle fusioni, in particolare per le amministrazioni più piccole, è sicuramente una strada. A Modena 19 comuni su 47 hanno meno di 5.000 abitanti, per dire".
Sulla necessità di intraprendere questa strada è intervenuto anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini: "è in atto un processo che ci porterà da quattro a tre livelli di governo, processo che coinvolge non solo i comuni, ma anche le regioni. Del resto, la filosofia del piccolo è bello, non è che non valga più in assoluto, ma è connessa alla necessità di mettere insieme, così come stanno facendo le imprese. All'inizio della mia legislatura i comuni emiliano romagnoli erano 341, l'obiettivo che vorremmo raggiungere è di arrivare a quota 300 al termine del nostro mandato".
Del resto, oggi nella nostra regione sono attive 4 fusioni (a Parma, Ferrara, Bologna e una in Romagna), mentre nel 2015 sono stati approvati due progetti, a Reggio Emilia e ancora a Bologna.
E a Modena? "Notiamo con soddisfazione – commenta Venturi – che anche sul nostro territorio è iniziata una discussione. Penso, ad esempio, al progetto che sta prendendo piede per una fusione delle municipalità di Cavezzo, San Prospero e Medolla, che permetterebbero la costituzione di un comune di quasi 20.000 abitanti. E penso alle proposte del sindaco di Polinago Tomei, un'area, dove insistono cinque amministrazioni (quella di Polinago, appunto, oltre a Montefiorino, Frassinoro, Palagano e Prignano) che contano 12.000 abitanti. Oppure, mischiando le carte, Polinago, Lama Mocogno, Pavullo e Serramazzoni, distretto da 30 abitanti e che quindi ricalca alla perfezione l'esempio di Valsamoggia. Ma non mancano altre situazioni che meriterebbero una discussione in questa direzione. Riolunato, Fiumalbo e Pievepelago, ad esempio, rappresenterebbero una comunità in grado di contare su più di 4.300 abitanti, Sestola, Fanano e Montecreto oltre 6.500, Guiglia, Zocca, Montese e Marano più di 17.000, Bastiglia e Bomporto oltre 14.000. Noi ci chiediamo cosa possa offrire alla comunità un'amministrazione di mille, duemila abitanti, che magari non riesce nemmeno ad erogare servizi quando l'impiegato comunale è ammalato. E' arrivato il momento di affrontare serenamente e con determinazione questo argomento, consapevoli del fatto che non c'è tempo: un processo di fusione, perché sia davvero condiviso, richiede almeno un triennio, come ha dimostrato l'esperienza di Valsamoggia. Ecco perché occorre passare dal dire al fare e ecco perché la nostra Associazione è disponibile a a favorire la discussione su questo tema. Ma occorre che i sindaci si mettano in gioco e investano subito su questa prospettiva, forse l'unica in grado di dare alle municipalità la dignità amministrativa che meritano".
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)
Ospiti di CNA martedì 7 aprile alla Camera di Commercio il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il sindaco del comune unico di Valsamoggia Daniele Ruscigno. -
Modena, 03 aprile 2015 -
Se ne parla tanto, forse troppo, almeno in relazione ai risultati ottenuti. Sono le fusioni dei comuni, spesso evocate ma molto, molto meno praticate. Cna ha deciso di affrontare l'argomento per parlare con il Presidente della Regione Stefano Bonaccini e con Daniele Ruscigno, sindaco di Valsamoggia, il comune nato per iniziativa di cinque comunità bolognesi – quelle di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savino – che si sono appunto unite in un'unica amministrazione. "Fusioni dei comuni: dal dire al fare" è il titolo di questa serata in programma martedì 7 aprile alle 20.30 presso la Sala Panini della Camera di Commercio di Modena, in via Ganaceto, incontro al quale sono stati invitati anche tutti i sindaci dei comuni modenesi.
"Le ragioni dell'organizzazione di questa iniziativa – secondo il presidente della CNA di Modena Umberto Venturi, che aprirà i lavori della serata - nascono dal fatto che oggi lo sviluppo si fa attraverso i territori, che a loro volta devono essere in grado di intercettare i flussi di persone, di capitali, di merci. E in questo traffico di flussi le barriere, anche quelle amministrative, rischiano di rappresentare ostacoli che limitano la competitività. D'altra parte, questi territori talvolta nascondono valori, tipicità che rappresentano a loro volta fattori da difendere. Noi riteniamo che sia il momento di affrontare questa discussione, partendo dalle esperienze come quelle maturate nella provincia di Bologna, esperienze che hanno puntato sul coinvolgimento di tutti i cittadini, elemento imprescindibile se si vuole che questi processi d'integrazione abbiano successo". Processi di cui, finalmente, si inizia a parlare anche sul nostro territorio.
L'incontro è aperto al pubblico.
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
Fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella provincia di Reggio Emilia: ora si attende il referendum per il parere dei cittadini che saranno chiamati anche a scegliere il nome del nuovo Comune unico. -
Bologna, 3 marzo 2015 –
Via libera dell'Assemblea legislativa al progetto di legge di fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella provincia di Reggio Emilia.
"Il voto di oggi in aula, con 48 sì, è un risultato che denota la grande consapevolezza dell'importanza di una sfida, quella della fusione, che i territori vogliono cogliere e che la Regione sostiene fortemente". E' la soddisfazione espressa dall'assessore regionale a Bilancio e riordino istituzionale Emma Petitti che ricorda: "E' una fusione fortemente voluta dai sindaci dei quattro Comuni dell'alto Appennino reggiano, con costanza e senza incertezze e che, dopo essere stata avviata durante la scorsa amministrazione, era arrivata ad uno stadio avanzato. Noi ribadiamo il nostro appoggio e la continuità molto forte con le scelte già compiute che rispettano la volontà degli amministratori locali".
"Il processo porterà ad una semplificazione della rappresentanza politica del territorio", sottolinea Petitti. "Si tratta di quattro Comuni con meno di 5000 abitanti in un'area molto vasta che già da tempo avevano deciso di gestire i servizi in modo associato e il passaggio ad un unico ente consentirà risparmi e razionalizzazione della gestione in modo ottimale, aumentando la competitività del territorio all'interno di un sistema regionale che vuole cogliere l'occasione di ripensare il quadro del governo del territorio, per semplificarne l'organizzazione e migliorarne efficienza ed efficacia".
Il Referedum
L'Aula ha dato il via libera all'indizione del referendum consultivo nei quattro Comuni. Adesso la parola sulla fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto, in provincia di Reggio Emilia, passa ai cittadini. L'Assemblea legislativa regionale ha votato all'unanimità la delibera di indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate alla possibile unificazione dei rispettivi Comuni di residenza tramite fusione.
Nella consultazione popolare, che si svolgerà presumibilmente tra fine maggio e il mese di giugno, i cittadini oltre ad esprimersi con un 'sì' o un 'no' sulla fusione dei quattro Comuni dell'Alto Appenino reggiano dovranno anche scegliere il nome del nuovo Comune unico tra una rosa di otto proposte emerse da un confronto con le comunità locali: Ventasso, Nasseta, Crinale Reggiano, Crinale dell'alto appennino reggiano, Alto appennino reggiano, Nasseta e Valle dei Cavalieri, Vallisneri, Due Valli. Dopo il suo svolgimento, l'Assemblea legislativa sarà riconvocata per il pronunciamento definitivo.
Il nuovo Comune
Con la fusione, il nuovo Comune unico avrebbe una popolazione di circa 4.500 abitanti e una superficie di 257 Km quadrati.
Secondo la proposta di legge presentata dalla Giunta e approdata oggi in Assemblea, il nuovo ente - a decorrere dal primo gennaio 2016 - riceverà dalla Regione un contributo annuale di 247 mila e 500 euro per quindici anni e, in aggiunta, un contributo straordinario in conto capitale di 200 mila euro all'anno per un triennio.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Approvata nella riunione della Commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali la fusione dei quattro comuni dell' Appennino reggiano. Ottavia Soncini, consigliere regionale Pd e vice-presidente dell'Assemblea legislativa: "Entro metà marzo pronto il decreto contenente la data esatta di indizione del referendum che, indicativamente, sarà svolto non oltre la fine di giugno". -
Reggio Emilia, 25 febbraio 2015 -
E' stato approvato ieri mattina dalla commissione Bilancio affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli il via libera al progetto di legge predisposto dalla Giunta regionale che stabilisce la fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonghio e Ramiseto, in provincia di Reggio Emilia.
Il progetto di legge per la fusione dei quattro Comuni dell'Appennino reggiano, infatti, di cui sono stati nominati relatori Ottavia Soncini (Pd) e Stefano Bargi (Ln), rispettivamente di maggioranza e di minoranza, sarà presumibilmente all'ordine del giorno della prossima seduta dell'Assemblea legislativa, il 3 marzo. E in quell'occasione si voterà la proposta di indizione del referendum consultivo delle popolazioni residenti, il cui esito rappresenta un passaggio importante che precede il definitivo pronunciamento dell'Assemblea legislativa sull'istituzione o meno del nuovo Comune unico a partire dal primo gennaio 2016.
"L'iter del progetto di legge per la fusione dei comuni dell'Alto Appennino reggiano (Busana, Ligonchio, Collagna, Ramiseto) procede secondo i tempi previsti e senza intoppi", afferma in una nota - Ottavia Soncini, consigliere regionale Pd e vice-presidente dell'Assemblea legislativa, "la fusione in oggetto con i voti favorevoli della maggioranza (Pd e Sel) e l'astensione di Lega Nord, Forza Italia e M5S".
"Per quanto riguarda le tempistiche", continua Soncini, "procederemo così: già il 3 marzo il progetto di legge potrebbe essere sottoposto al voto dell'Assemblea legislativa; entro metà marzo pronto il decreto contenente la data esatta di indizione del referendum che, indicativamente, sarà svolto non oltre la fine di giugno".
"E' un grande onore", aggiunge Soncini, "essere stata nominata, questa mattina in Commissione, relatrice in Aula per la maggioranza del progetto di legge. Sul tema fusione di Comuni si concentra la mia attenzione da molto tempo: innovazione, semplificazione e riordino saranno infatti le tre parole chiave sulle quali imposterò il mio lavoro non solo in tale determinato ambito, ma durante tutta la legislatura". "Il Comune unico che potrebbe nascere dalla fusione dei quattro Comuni dell'Appennino reggiano avrebbe una popolazione di circa 4.500 abitanti e una superficie di 257 km quadrati".
"Questa riforma" conclude Soncini, "costituisce un'opportunità, non un approdo obbligato: una strategia che punta a garantire servizi di qualità. Una riforma che consentirà inoltre una razionalizzazione di spesa con un utile da investire nello sviluppo e in opere per il rilancio del territorio. C'è una convergenza istituzionale favorevole; i sindaci sono decisi a proseguire, noi porteremo avanti la riforma. Ad unificazione avvenuta il nuovo comune dell'Appennino reggiano avrà una nuova e più forte voce".