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Il Consiglio provinciale ha espresso parere favorevole rispetto alla fusione dei 4 comuni del crinale. La presidente Masini: "La strada giusta per dare voce anche ai piccoli comuni"-

 

Reggio Emilia, 12 marzo 2014 -

Il Consiglio provinciale, nel corso della seduta di ieri presieduta da Gianluca Chierici, ha espresso parere favorevole (con la sola astensione del capogruppo di Rifondazione Alberto Ferrigno) rispetto alla nascita di un nuovo comune attraverso la fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto.
La richiesta di parere è arrivata dalla Regione che, su sollecitazione dei 4 comuni interessati, ha redatto la proposta di legge per la fusione. Se il progetto andrà in porto, il nuovo comune sarà effettivo a partire dal primo gennaio 2015. Il suo nome dovrà essere definito con un referendum consultivo, le diverse possibilità sono già state indicate dai singoli comuni nelle rispettive delibere. Si tratta di Ventasso, Nasseta, Crinale Reggiano, Crinale dell'Alto Appennino Reggiano, Alto Appennino Reggiano e Valle dei Cavalieri.
"L'unificazione di questi 4 comuni – ha spiegato la presidente della Provincia Sonia Masini – è un tema che abbiamo approfondito in commissione. Il nostro parere è consultivo, saranno, infatti, i cittadini a prendere la decisione finale, ma noi crediamo che questo possa essere un modo per dare voce anche ai piccoli comuni, che altrimenti rischiano di non essere ascoltati. Saranno tutelate comunque le singole identità, ci sarà un comune, ma resteranno i quattro municipi. L'obiettivo è di dare uno strumento in più non solo per sopravvivere, ma per crescere".
Positivi i giudizi di tutti i gruppi consiliari sulla proposta di legge, giudicata in linea anche con la filosofia di accorpare gli enti locali, in modo da razionalizzare gestione e costi.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Il progetto di legge di iniziativa della Giunta Regionale "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia" è stato predisposto sulla base dell'approvazione dell'avvio dell'iter della fusione da parte dei Consigli Comunali alla fine di ottobre (Busana e Collagna all'unanimità, Ligonchio e Ramiseto con maggioranza qualificata dei due terzi) -

Reggio Emilia, 17 gennaio 2014 -


Perché abbiamo affrontato questa sfida?
Partiamo da un presupposto: i 4 comuni fanno tuttora parte dell'Unione dei Comuni dell'Alto Appennino Reggiano, nata nel 1999 (e in tal senso è stata una delle prime in Italia). Tale esperienza ha rappresentato un momento positivo e di aggregazione ed un esempio di buon governo.
Sono state gestite e finanziate dall'Unione dei Comuni le seguenti attività: Due micronidi a Busana e Ramiseto, la scuola di Musica del Crinale, un servizio sociale strutturato, un'unica commissione edilizia per i 4 comuni, l'unificazione del servizio tributi, gestione unitaria e coordinata delle attività di promozione del turismo, gestione in maniera associata ed uniforme (con significativi risparmi) e con appalti unificati di servizi fondamentali (come la spalata neve, la manutenzione del verde e lo sfalcio dell'erba nel periodo primaverile ed estivo, la polizia municipale, la gestione dell'informatica, dei contratti di assistenza e delle licenze di utilizzo, la manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione, la gestione e la manutenzione del settore della "gestione calore", tutto il settore degli appalti e dei lavori pubblici, semplificazione dei processi amministrativi e realizzazione di un unico ufficio paghe per i 4 comuni dell'Unione; miglioramento degli strumenti di comunicazione e di contatto con i cittadini attraverso il potenziamento della funzione del sito internet dell'Unione dei Comuni e la pubblicazione del notiziario "il Crinale", è stato sottoscritto, e sempre rinnovato, un accordo di programma per il sostegno e la piena collaborazione per il buon funzionamento dell'Istituto Comprensivo dei 4 comuni, allargato nel 2013 a Vetto. Ed a partire dall'anno scolastico 2011-12 l'Unione dei Comuni cofinanzia un progetto volto a rendere gratuito l'utilizzo dei testi scolastici per i ragazzi delle scuole medie, attuando un progetto unico nel panorama provinciale.
Ora la nostra realtà deve fare i conti con le sfide (ritorna questo termine) nuove che attraversano il governo locale e la riforma della pubblica amministrazione. Per questo è stato avviato un confronto serio sul tema della fusione: i 4 Comuni sono tra loro contigui, sono affini ed omogenei (tre sono sulla Valle del fiume Secchia, Ramiseto su quella dell'Enza) e possono puntare sulla loro integrazione grazie proprio all'esperienza dell'Unione, che fa da apripista a questa nuova avventura.
Gli aspetti legati all'operazione di fusione sono stati esposti nel corso di 15 assemblee che si sono svolte prima degli atti consiliari, assemblee dove sono state ricevuti incoraggiamenti e ovviamente anche raccolto critiche ma complessivamente si è rafforzata la convinzione dei 4 sindaci.

Quali sono dunque gli aspetti da sottolineare della fusione?
Il nuovo Comune che si formerà sarà un Comune con una superficie di 257,24 kmq (il primo nella Provincia di Reggio Emilia per estensione territoriale e il sesto in Regione) e con 4.500 abitanti.
Sul piano economico-finanziario evidenti i vantaggi: beneficerà di un contributo annuale di 247.500 all'anno per 15 anni, un contributo straordinario in conto capitale di 200.000 euro all'anno per tre anni (art. 5 del progetto di legge), un contributo statale di 403.454 euro all'anno per 10 anni, pari ad un totale di 8.347.040 euro. Si tratta di risorse aggiuntive rispetto ai trasferimenti ordinari.
Il nuovo Ente avrebbe sicuramente un peso ed un'autorevolezza maggiore nella elaborazione dell'agenda politica della montagna e avrebbe un'identità nuova, più larga, efficiente e competitiva con la possibilità di costruire progetti ambiziosi incentrati sulle potenzialità ed eccellenze del territorio: turismo, ambiente, sviluppo e sfruttamento delle energie innovabili e delle risorse naturali (acqua, bene, boschi, vento), sfruttamento dei prodotti del sottobosco (funghi, mirtilli etc). Un territorio caratterizzato da un'agricoltura di qualità, da un sistema di piccole e medie imprese artigiane e manifatturiere di qualità. C'è la ferma convinzione di mantenere i servizi ed i municipi esattamente dove sono ora nei 4 comuni.
La successione (art. 3 del Progetto di legge): il Comune di nuove istituzione subentra nella titolarità della posizione dei rapporti giuridici attivi e passivi all'Unione dei Comuni dell'Alto Appennino Reggiano e ai 4 comuni, i beni demaniali e patrimoniali si trasferiscono al nuovo Comune, così come il personale. I regolamenti e gli atti amministrativi dei 4 comuni, oltre agli strumenti urbanistici, continuano ad applicarsi fino all'adozione dei nuovi regolamenti.
I tempi: il progetto di legge sarà presentato all'Assemblea legislativa, sarà poi acquisito il parere della Provincia, quindi dopo l'esame, sarà la Commissione assembleare competente ad analizzare il testo. Entro luglio l'Assemblea delibera l'indizione del referendum, il quesito e l'ambito, poi sarà il Presidente della Regione ad emanare il decreto di indizione del referendum, che indicativamente si terrà il 12 ottobre.
Se darà esito positivo in tutti e 4 i Comuni, la fusione diventerà operativa dal 1° gennaio 2015 e il Commissario governativo, insieme ai Sindaci dei 4 comuni preesistenti (tre dei quali eletti il 25 maggio, solo a Collagna non si vota per il rinnovo), accompagnerà alla nascita del nuovo Comune.
Nel referendum dovrà essere deciso anche il nome fra questa rosa: Ventasso, Nasseta, Crinale Reggiano, Nasseta e Valle dei Cavalieri, Alto Appennino reggiano, Crinale dell'Alto Appennino Reggiano.
Accanto all'iter normativo, c'è anche un percorso "disegnato" da un progetto presentato dall'Unione dell'Alto Appennino Reggiano e finanziato dalla Regione, denominato "Due valli, quattro municipi, un unico Comune", che prevede, oltre alle cose già fatte (Assemblee e notiziario "Il Crinale"), incontri con Forze dell'Ordine, Associazioni di categoria, di volontariato, consorzi, Parroci, componenti del Consiglio d'Istituto, con i dipendenti e la realizzazione di un Convegno.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Altre due nuove fusioni di Comuni si affacciano nel panorama del riordino territoriale dell'Emilia-Romagna. Si tratta della fusione tra Granaglione e Porretta Terme, in provincia di Bologna, e Busana, e Collagna, Ligonchio e Ramiseto, in provincia di Reggio Emilia -

Bologna, 14 gennaio 2014 -

Dopo la richiesta avanzata in Regione dai rispettivi Consigli comunali, i progetti di legge, predisposti dalla Giunta per istituire due nuovi comuni unici, sono approdati ieri in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Marco Lombardi, dove si è proceduto alla nomina dei relatori.

Antonio Mumolo (Pd) e Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) sono stati designati rispettivamente relatore di maggioranza e di minoranza del provvedimento per la fusione nel bolognese, Liana Barbati (Idv) e Fabio Filippi (Fi-Pdl) per il progetto nel reggiano.

Come nei precedenti casi di fusione avvenuti in Emilia-Romagna, il percorso istituzionale prevede che i progetti di legge istitutivi di nuovi Comuni unici passi il vaglio della commissione Bilancio, per poi approdare in Assemblea legislativa dove l'iter dei due provvedimenti verrà sospeso, prima dell'approvazione definitiva, in attesa dell'esito dell'obbligatorio referendum consultivo dei residenti nei comuni coinvolti.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Semplificazione, in Emilia-Romagna ci sono quattro nuovi Comuni al posto di 12. La vicepresidente Simonetta Saliera " La Regione è un esempio per tutta l'Italia" -

Bologna, 6 novembre 2013
 
 «Quattro Comuni al posto dei 12 precedenti, risparmi alle spese e migliori servizi ai cittadini: in fatto di efficacia delle politiche pubbliche e di riordino territoriale la Regione Emilia-Romagna è un esempio per tutta l'Italia».

Così Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, commenta il voto definitivo e positivo dell'Assemblea legislativa alla nascita – dopo quella nei mesi scorsi del nuovo Comune di Valsamoggia, nel bolognese - dei Comuni nati dalla fusione di Torriana e Poggio Berni in provincia di Rimini (il nuovo Comune si chiama PoggioTorriana), Sissa e Trecasali a Parma (Comune di SissaTrecasali) e Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia a Ferrara (Comune di Fiscaglia).

«In un Paese da anni alle prese con riforme che restano solo sulla carta, in Emilia-Romagna - senza demagogia, senza roboanti proclami, ma con il confronto tra istituzioni, parti sociali e cittadini - abbiamo fatto passi molto importanti e i tre Comuni nati da fusioni – aggiunge la vicepresidente Saliera – su cui c'è stato il via libera definitivo dell'Assemblea legislativa ne sono la conferma. Il voto dell'Assemblea arriva dopo la vittoria dei 'Sì' ai referendum consultivi e, soprattutto, corona l'impegno di questi mesi dei sindaci e della Regione. Ora, per i primi due anni di vita i nuovi Comuni saranno esenti dai vincoli del 'Patto di stabilità', mentre per i primi 15 anni avranno contributi regionali e statali straordinari».

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Mercoledì, 06 Novembre 2013 10:46

Il nuovo Comune unico di 'Sissa Trecasali'

Bologna, 6 novembre 2013
 
Al via il nuovo Comune unico di 'Sissa Trecasali', in provincia di Parma. L'Assemblea legislativa ha approvato all'unanimità la legge che istituisce il nuovo ente a seguito dell'unificazione dei Comuni di Sissa e Trecasali. Il voto dell'Aula – ha spiegato il relatore, Gabriele Ferrari (Pd) -, giunge dopo che il 6 ottobre scorso il risultato del referendum consultivo dei residenti ha espresso l'orientamento favorevole alla fusione da parte della maggioranza dei votanti (2.120 sì, 227 no). "Un chiaro segnale da parte dei cittadini", ha sottolineato Ferrari. Anche il nome del nuovo Comune è stato scelto tra una rosa di cinque proposte sottoposte a referendum.
Con una superficie di circa 72 chilometri quadrati e una popolazione attorno agli 8 mila abitanti, il comune unico di 'Sissa Trecasali' si posiziona geograficamente lungo il confine fra la provincia di Parma e la regione Lombardia. Al nuovo Comune unico, istituito con decorrenza dal primo gennaio 2014, spetterà un contributo regionale ordinario di 170 mila euro all'anno per i primi 15 anni. È previsto anche un contributo straordinario in conto capitale, a titolo di compartecipazione alle spese iniziali, della durata di tre anni e pari a 150.000 euro all'anno. A questi vanno aggiunti ulteriori incentivi statali.
Quello delle fusioni è un "tema strategico per il futuro delle nostre comunità", ha detto in Aula Ferrari ricordando come la fusione dei due Comuni, avviata da due amministrazioni di diverso colore politico, dimostri che si tratta di un argomento "forte, che può essere condiviso". Il futuro, ha aggiunto, "passa inevitabilmente per questo tipo di scelte che rappresentano l'unica possibilità di garantire ai territori servizi di qualità". Per Gabriella Meo (Sel-Verdi), il caso di Sissa e Trecasali dimostra "che, per funzionare, i processi di fusione devono essere sentiti e partecipati. E in questo senso – ha ricordato – l'esito referendario non dà adito ad equivoci". Giudizio positivo anche da Cinzia Camorali (Pdl): "La fusione – ha affermato – rappresenta un'opportunità per i nostri territori e rientra nel modello di federalismo che noi del Pdl abbiamo sempre promosso".
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Castelnovo? Più Sceriffo che Robin Hood 



Villa Minozzo, 13 ottobre 2013 -



Il sindaco Fiocchi replica al collega Marconi: "Nessuno vuole togliere al capoluogo montano il suo ruolo, ma si guardi all'intero Appennino".

"Con la sua campagna elettorale contro la fusione il Partito democratico ha fatto autogol": così afferma il sindaco Luigi Fiocchi sul risultato del referendum di domenica scorsa.

"Comunque, come amministrazione comunale - sottolinea il primo cittadino - desideriamo innanzitutto ringraziare la nostra gente per l'esercizio del voto, che nel villaminozzese ha visto prevalere, seppur di poco, il no alla fusione con Toano".

Tuttavia "dall'analisi del risultato - spiega Fiocchi - in controtendenza rispetto alle altre realtà emiliane chiamate in contemporanea alle urne, che hanno detto sì alla fusione, emerge soprattutto l'isolamento del Pd reggiano nei confronti di quello regionale, impegnato a sostenere i progetti di fusione. In particolare il Pd montano dovrebbe essere preoccupato di ciò, invece che fare esternazioni discutibili, come quelle del sindaco di Castelnovo Monti, Gian Luca Marconi, che parla dell'impostazione da parte nostra di una campagna 'fortemente anticastelnovese', che gli elettori avrebbero 'sonoramente bocciato'. A Villa il sì si è attestato al 46 per cento circa: non mi pare si possa parlare in questi termini".

Proseguono il sindaco e il gruppo consiliare di maggioranza: "Invitiamo Marconi ed altri a rileggere i dati dell'Appennino, e non solo quelli di Castelnovo Monti. E ad interrogarsi sui motivi che, in questi anni, hanno prodotto crisi economica e sociale in aree significative della montagna. E a chiedersi il perché si continua a voler persistere in politiche che hanno dimostrato la loro inadeguatezza".

Afferma inoltre Luigi Fiocchi: "Preghiamo poi gli amministratori castelnovesi di valutare anche le proposte di chi non appartiene al loro partito. Li invitiamo infine a non nascondersi dietro falsi problemi. Nessun montanaro vorrebbe togliere a Castelnovo servizi come l'ospedale o le scuole superiori, né il suo ruolo di riferimento. Però è necessario sostenere anche gli altri Comuni, specie quelli di crinale. Che questi debbano continuare, ad esempio, a contribuire a gestioni come quelle del centro Coni o del teatro Bismantova, dà l'idea di un capoluogo che assomiglia più allo Sceriffo di Nottingham che a Robin Hood".

Concludono il sindaco Fiocchi e il gruppo consiliare di maggioranza: "Sarebbe bene che si facessero meno dichiarazioni e si praticasse davvero il dialogo con tutti. Sul tema della nuova Unione a dieci Comuni, in sostituzione della Comunità montana, chiediamo meno incontri di parte e pari dignità nel condividere percorsi e scelte. Noi saremo interlocutori seri e disponibili. Questo metodo dovrà essere applicato a partire dallo statuto della stessa Unione, anche se finora le nostre proposte non sono state quasi mai accolte. E' ora di cambiare registro".

(Comunicato Stampa Comune di Villa Minozzo)

Bologna, 7 settembre 2013

"I risultati dei quattro referendum sulla fusione di Comuni svoltisi ieri dimostrano la qualità sia della legge regionale sul riordino territoriale sia del percorso deciso dall'Assemblea legislativa, che ha messo al centro l'ascolto dei territori. L'esito delle consultazioni, nei tre casi favorevole alla fusione come in quello contrario, rappresenta l'indicazione che seguiremo in Aula, dove ora riprenderemo l'esame dei quattro progetti di legge". Così la presidente dell'Assemblea legislativa, Palma Costi, dopo i referendum consultivi che hanno visto i residenti di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia, in provincia di Ferrara, Sissa e Trecasali nel parmense e Poggio Berni e Torriana in provincia di Rimini pronunciarsi a favore della fusione dei loro Comuni in un Comune unico, via libera arrivato a grandissima maggioranza dei votanti. No alla fusione, invece, dai cittadini di Toano e Villa Minozzo, nel reggiano.

"Il riordino territoriale è tema di notevole importanza- prosegue la presidente dell'Assemblea- e per favorire ancora di più un confronto che nei territori coinvolga cittadini, associazioni, realtà organizzate ed enti locali, l'Assemblea legislativa ha deciso di emanare un bando da 75 mila euro, destinati a finanziare processi di partecipazione nell'ambito dei progetti di fusione di Comuni. Fondi- sottolinea Costi-, per un massimo di 15 mila euro a progetto, cui potranno accedere gli enti locali, anche in forma associata, e le loro circoscrizioni, e altri soggetti pubblici o privati".

Il bando, già approvato dall'Ufficio di Presidenza, è di imminente pubblicazione. "Intendiamo darvi grande evidenza- prosegue la presidente dell'Assemblea legislativa- così come abbiamo fatto con la campagna di informazione istituzionale, voluta insieme alla I Commissione e al presidente Marco Lombardi e dall'intero Ufficio di Presidenza, che ha accompagnato finora i referendum consultivi che si sono svolti, compresi quelli di ieri: sul sito dell'Assemblea abbiamo infatti creato una sezione ad hoc per dare risposte ai cittadini sul riordino territoriale e le fusioni di Comuni, un portale non per spingere le persone a sposare o meno una posizione ma per informare, un ulteriore strumento che mettiamo a disposizione delle persone e dei territori".
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Toano altissima propensione al NO (81,71%), Villa Minozzo spaccata, 861 contrari e 711 favorevoli alla fusione.

di Virgilio -

Reggio Emilia 07 ottobre 2013 -

Dal 31,34% di Trecasali, in provincia di Parma, al 54,63% di Toano, nel reggiano. E' la forbice che racchiude i dati definitivi sull'affluenza registrata ai referendum consultivi nei comuni chiamati a decidere sui progetti di fusione previsti progetti di legge della Giunta regionale il cui iter di approvazione è sospeso in Assemblea legislativa in attesa dell'esito delle consultazioni.

In provincia di Reggio Emilia, per il solo quesito numero 1 hanno votato 1.953 (54,63%) elettori a Toano e 1.586 (44,70%) a Villa Minozzo.

Il risultato della consultazione referendaria è per un No secco alla fusione tra i comuni di Toano e Villa Minozzo, i cui cittadini sono stati chiamati al referendum consultivo.

Questi i voti e le relative percentuali per ciò che riguarda il quesito numero 1 (sì o no alla fusione):

Toano, sì 355 (18,29%) – no 1.586 (81,71%)

Villa Minozzo, sì 711 (45,23%) – no 861 (54,77%).
Pubblicato in Cronaca Emilia


Altissima la propensione alla fusione. Solo 96 NO a Sissa e 131 a Trecasali.

di Virgilio -

Parma, 07 gennaio 2013 -

Dal 31,34% di Trecasali, in provincia di Parma, al 54,63% di Toano, nel reggiano. E' la forbice che racchiude i dati definitivi sull'affluenza registrata ai referendum consultivi nei comuni chiamati a decidere sui progetti di fusione previsti progetti di legge della Giunta regionale il cui iter di approvazione è sospeso in Assemblea legislativa in attesa dell'esito delle consultazioni.

Nel parmense, sia per il quesito numero 1 che per il quesito numero 2 hanno votato 1.440 (44,23%) aventi diritto a Sissa e 909 (31,34%) a Trecasali

A Sissa e Trecasali la risposta delle urne è stato per una piena approvazione al progetto di fusione tra le due amministrazioni. 

Questi i voti e le relative percentuali per ciò che riguarda il quesito numero 1 (sì o no alla fusione):

Sissa, sì 1.347 (93.35%) – no 96 (6,65%)

Trecasali, sì 773 (85,51%) – no 131 (14,49%).
Pubblicato in Cronaca Emilia


Si voterà nelle province di Parma, Reggio Emilia, Ferrara e Rimini.

di Virgilio --

Parma, 01 ottobre 2013 -

Urne aperte, il 6 ottobre, in 11 comuni dell'Emilia-Romagna, dove circa 31 mila cittadini potranno votare ai rispettivi referendum consultivi sui 4 nuovi progetti di fusione di Comuni avviati in Emilia-Romagna.

Le quattro fusioni prospettate - già approdati in Assemblea legislativa, dove l'iter è stato sospeso in seguito all'indizione dei referendum consultivi nei territori interessati - sono quelle dei Comuni Sissa e Trecasali nel parmense, Toano e Villa Minozzo nell'Appennino reggiano di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nel ferrarese, Torriana e Poggio Berni nel riminese. Tutti hanno meno di 5 mila abitanti.

-"SI" o "No" e scelta del "nuovo" nome del comune -

I cittadini che si recheranno alle urne il prossimo 6 ottobre dovranno esprime la propria opinione sulla proposta di fusione e sul nome del nuovo comune tra un elenco di proposte offerte. Unica eccezione per il referendum reggiano dove i cittadini non dovranno esprimersi sul nome in quanto è già stato scelto dalle amministrazioni di Toano e Villa Minozzo. Il nuovo comune reggiano si chiamerà Trevalli.

I risultati dei referendum (di carattere consultivo e validi indipendentemente dal numero dei partecipanti) saranno quindi vagliati dall'Assemblea legislativa che dovrà poi decidere se approvarli o meno entro 60 giorni dalla pubblicazione degli esiti delle consultazioni referendarie sul Bollettino ufficiale della Regione Emilia-Romagna.

- Perché il Referendum -

Dalla razionalizzazione dei servizi a finanziamenti garantiti per molti anni-

La fusione con accorpamento e soppressione di comuni è un processo consentito dall’articolo n° 133 della Costituzione Italiana.

La stessa Carta costituzionale demanda alla Regione la titolarità dell'iniziativa, "sentite le popolazioni interessate".

Razionalizzazione dei servizi e della spesa, riduzione dei costi degli organismi rappresentativi (sindaco, assessori e consiglieri), finanziamenti garantiti al nuovo Comune unico per diversi anni dallo Stato e dalla Regione sono alcuni dei potenziali punti di forza di questo tipo di progetto. Al contempo, il dibattito sollevato nelle comunità dove si discute di fusione fa risaltare come sia molto sentito il rischio di una perdita di rappresentanza equamente distribuita in tutti i territori del nuovo comune così come la richiesta di garanzie su quella che sarà la distribuzione dei servizi.

- Fuori dalla stretta finanziaria -

La fusione sembra essere la soluzione per risolvere i problemi che colpiscono i Comuni che lamentano difficoltà dovute ai tagli ai trasferimenti, al Patto di Stabilità e al blocco delle assunzioni. Un sistema incentivante per ridare ossigeno alle casse delle amministrazioni locali che potranno destinare per il rilancio territoriale.

Uno dei vantaggi immediati è dato dalla concessione della deroga al patto di stabilità che permette di sbloccare e di usufruire delle risorse disponibili, ma, allo stato attuale, inutilizzabili.

Quindi da subito vantaggi incentivati e poi vantaggi derivanti da riorganizzazioni strutturali, ma non solo.
Pubblicato in Cronaca Emilia
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