Regione Emilia-Romagna

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Regione Emilia Romagna

Sito Ufficiale: http://www.regione.emilia-romagna.it/

L'assessore regionale Caselli ha incontrato a Faenza (Ra) una delegazione della provincia argentina del Rio Negro per individuare possibili terreni di collaborazione in campo agricolo, in particolare nell'ambito della frutticoltura e dell'innovazione tecnologica. Altri obiettivi il rafforzamento degli scambi commerciali e dei legami istituzionali tra i due territori.

Bologna, 19 luglio 2016

L'Argentina chiama, l'Emilia-Romagna risponde. L'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, e il presidente della provincia di Ravenna Claudio Casadio alla testa di una delegazione formata dal direttore generale dell'assessorato Valtiero Mazzotti e da alcuni funzionari regionali, ha incontrato ieri pomeriggio a Faenza, presso lo stabilimento della coop Granfrutta Zani, il governatore della provincia argentina del Rio Negro, Alberto E. Weretilneck, accompagnato dall'ambasciatore dell'Argentina in Italia Tomàs Ferrari, insieme ad un numeroso gruppo di imprenditori del settore agroalimentare del Paese sudamericano in missione tecnico-commerciale in Emilia-Romagna.

Obiettivi dell'incontro il consolidamento dei rapporti e dei legami istituzionali tra i due territori, l'individuazione di eventuali progetti di collaborazione in campo agricolo sfruttando la complementarietà tra le produzioni argentine e quelle dell'Emilia-Romagna.
"L'incontro- ha sottolineato Caselli– si inquadra nel rafforzamento degli scambi commerciali e della cooperazione tra l'Emilia-Romagna e il Rio Negro, in particolare per la modernizzazione della frutticoltura del Paese sudamericano". Gli imprenditori argentini - è emerso nel corso della visita – sono interessati in modo particolare all'avvio di collaborazioni per lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche in agricoltura. E l'Emilia-Romagna, per il suo alto livello di specializzazione nel comparto, può offrire un valido supporto in questa direzione".

Il Rio Negro è una provincia ad alta vocazione agricola situata nella parte meridionale dell'Argentina, in Patagonia, al confine con il Cile. Un territorio con un' estensione pari a due terzi dell'Italia e che tra l'altro vanta solidi legami con l'Emilia-Romagna per la presenza di una folta comunità di emiliano-romagnoli arrivati in Sudamerica all'inizio del '900 e che hanno dato grande impulso all'agricoltura locale, grazie soprattutto ad un vasto programma di opere idrauliche.

(fonte: ufficio stampa ER)

A Mercato Saraceno (Forlì-Cesena) realizzato il progetto europeo GRID4EU. Conclusa iniziativa sperimentale di Enel per testare nuove tecnologie applicate al controllo delle rete elettrica. Benefici per oltre 35 mila clienti e connessioni al web molto più rapide e performanti grazie all'utilizzo di sistemi di comunicazione wireless di ultima generazione. 

Bologna, 15 luglio 2016

Regolare e governare il flusso di energia che passa nella rete per ridurre le variazioni di tensione sia nella fase di prelievo sia di consumo. In altre parole, un sistema in grado di garantire elevati standard di qualità della rete elettrica del territorio. È questo uno dei 6 progetti sperimentali, realizzati in altrettanti Paesi europei, per realizzare reti di distribuzioni elettriche intelligenti, le smart grid. E una di queste realtà si trova in Emilia-Romagna, a Mercato Saraceno in provincia di Forlì-Cesena, zona scelta per la forte presenza di energia da fonti rinnovali.
L'impianto sperimentale è stato realizzato da E-distribuzione, società del Gruppo Enel che gestisce la rete elettrica. Proprio la creazione di smar-grid è uno dei punti del Protocollo sottoscritto tra Enel e Regione Emilia-Romagna. E già in questa fase sperimentale sono più di 35 mila clienti di bassa tensione che hanno ottenuto benefici concreti in termini di stabilità della rete nella realizzazione del dimostrativo ma anche connessioni al web molto più rapide e performanti grazie all'utilizzo di sistemi di comunicazione wireless di ultima generazione. Caratteristica importante del progetto anche l'innovativo sistema di accumulo di energia con batterie a ionio di litio.

I risultati del progetto - GRID4EU, che ha portato alla realizzazione su larga scala di soluzioni avanzate di reti elettriche intelligenti per i paesi dell'Unione europea, sono stati presentati oggi nell'impianto sperimentale di accumulo di energia installato a Mercato Saraceno alla presenza dell'assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, delle istituzioni locali, dell'Ad di E-distribuzione, Gianluigi Fioriti, del responsabile e-distribuzione Area Nord, Debora Stefani, e di Leonardo Ruscito, responsabile e-distribuzione Emilia-Romagna e Marche.
Con l'avvio del progetto, oggi in provincia di Forlì-Cesena è in funzione una vera e propria smart grid, una rete elettrica intelligente in grado di rispondere alle esigenze dei nuovi produttori di energia. Il progetto dimostrativo - che E-distribuzione ha realizzato insieme ad altri partner quali Siemens, Cisco, Ricerche sul sistema energetico (Rse) e Selta - ha disposto di un budget di 8,2 milioni di euro co-finanziato dall'Ue.

"È motivo di soddisfazione– ha sottolineato l'assessore Costi- il fatto che questo progetto sia stato realizzato nel nostro territorio. La promozione di misure tese a favorire l'applicazione di soluzioni industriali per la più razionale ed efficiente produzione, distribuzione e stoccaggio di energia nelle smart grid fa parte del Protocollo che la Regione ha firmato con Enel nell'ambito delle azioni previste nel Piano energetico regionale, basato sull'idea della transizione verso una low carbon economy e su un approccio integrato che tiene insieme la sostenibilità energetica; economia e competitività del territorio". "Mi preme infatti sottolineare- ha aggiunto- che il tema delle reti efficienti e smart grid ha anche importanti ricadute economiche. Gli investimenti per l'ammodernamento sulle reti e sulle smart grid diventano un importante elemento di attrattività per il nostro territorio. Una regione con una rete più efficiente e sicura è più attrattiva, in grado di garantire di offrire servizi avanzati alle imprese e ai cittadini. L'innovazione e l'investimento in tecnologia risponde all'esigenza di risparmio energetico e creazione di posti di lavoro".
Il progetto, lanciato a Parigi nel 2011, è durato 5 anni e ha coinvolto un consorzio di 27 partner provenienti da 12 Paesi dell'Unione europea (che lo ha co-finanziato) e ha portato alla sperimentazione in sei paesi – Italia, Francia, Germania, Spagna, Svezia e Repubblica Ceca - di sei progetti dimostrativi, simultanei, esportabili e strettamente integrati tra loro che propongono soluzioni in grado di migliorare la gestione delle reti di distribuzione dell'energia.

Il progetto tecnica

I lavori del progetto dimostrativo hanno interessato due cabine primarie di trasformazione di alta tensione/media tensione (132.000 /15.000 Volt), 20 linee a 15.000 Volt e circa 100 Cabine secondarie di trasformazione media/bassa tensione da esse alimentate e che percorrono la direttrice della E45 partendo da Cesena, sino alle zone più alte dell'Appennino. Nello specifico le due Cabine primarie sono state equipaggiate con un sistema di controllo e monitoraggio avanzato della rete di media tensione che comunica in tempo reale con i generatori di media tensione, con un sistema di storage e con le cabine secondarie. È stato installato e messo in esercizio un sistema di accumulo di energia con batterie a ionio di litio, la cui potenza è pari a 1MVA. Inoltre è stato realizzato un sistema di comunicazione "always on" che connette tutti i nodi rilevanti della rete elettrica basato su tecnologie wireless di quarta generazione (LTE-long term evolution).Grazie a questo, nell'area interessata alla sperimentazione, si è creata l'opportunità di connessione alla rete web più veloce e performante.

(Fonte: ufficio stampa Regione ER)

L'Assemblea approva l'indizione dei referendum consultivi nei territori. Petitti: "Un altro importante passo avanti nel processo di semplificazione e riorganizzazione dell'Emilia-Romagna".

Bologna, 13 luglio 2016

Via libera dalla Regione alla fusione di 16 Comuni in Emilia-Romagna: Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nel riminese; Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nel bolognese; Mirabello e Sant'Agostino nel ferrarese; Campegine, Gattatico e Sant'Ilario d'Enza in provincia di Reggio Emilia; Bettola, Farini e Ferriere, da un lato, e Ponte dell'Olio e Vigolzone, dall'altro, nel piacentino.

L'Assemblea legislativa ha votato ieri a favore dell'indizione dei referendum consultivi della popolazione interessata, che si terranno in autunno.

Alla delibera approvata ieri farà seguito, entro 10 giorni, il decreto del presidente della Giunta regionale di indizione della consultazione popolare. Ciascuna proposta referendaria si comporrà di due quesiti: uno relativo all'istituzione del nuovo Comune unico mediante fusione di quelli preesistenti e uno per decidere il nome del nuovo Ente.

I nuovi Comuni, una volta nati, potranno beneficiare - dall'anno dell'istituzione e per 15 anni - di contributi statali e regionali: 8,5 milioni di euro per il nuovo Comune nato da fusione a Rimini; 11,2 milioni a Bologna; 10,8 milioni a Ferrara; 19,3 milioni di euro a Reggio Emilia e 20,7 complessivi per i due nuovi Comuni unici a Piacenza.

"Oggi facciamo un altro importante passo avanti nel processo di semplificazione e riorganizzazione dell'Emilia-Romagna", ha sottolineato l'assessore regionale a Bilancio e riordino istituzionale Emma Petitti. "Dei 16 Comuni coinvolti e che, se i cittadini saranno d'accordo, potrebbero diventare 6, ben 12 hanno meno di 5.000 abitanti, 6 sono sotto i 3.000. Questi nuovi progetti di fusioni rappresentano dunque un'opportunità significativa per proseguire nel superamento dei problemi legati all'eccessiva frammentazione amministrativa e per migliorare l'organizzazione e la gestione dei servizi comunali per i cittadini e le imprese".

La Regione, ha ricordato Petitti, "si sta sempre più impegnando nell'affiancamento dei Comuni intenzionati a percorrere la strada della fusione: accompagnando le analisi di fattibilità, sostenendo i percorsi di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, promuovendo le attività dell'Osservatorio regionale come sede di raccordo tra tutti gli interlocutori istituzionali che devono gestire i processi di fusione. E per favorire questi percorsi la Giunta ha deciso di intervenire anche con un progetto di legge, che ha appena iniziato il suo iter in commissione, che semplificherà ulteriormente le procedure delle fusioni per dare nuove opportunità ai Comuni".

Le fusioni in Emilia-Romagna

I 6 progetti di legge di fusione giunti in Assemblea legislativa interessano complessivamente 16 Comuni appartenenti alla Città metropolitana di Bologna e alle 4 province di Rimini, Ferrara, Reggio Emilia e Piacenza (per quest'ultima i progetti di fusione sono due); coinvolgono una popolazione totale di oltre 60.000 residenti (61.620).

Il numero dei Comuni dell'Emilia-Romagna che dall'inizio del 2016 è pari a 334 (grazie alle 8 fusioni finora concluse, 4 nel 2014 ed altre 4 dal 2016) potrebbe quindi ulteriormente decrescere a conclusione dei percorsi di fusione in atto.

I vantaggi economici delle fusioni

Le nuove 6 fusioni in totale beneficerebbero - dall'anno della loro istituzione e per 15 anni - di 70,8 milioni complessivi.

Tali contributi si aggiungeranno, senza intaccarli, a quelli già oggi riconosciuti alle 8 fusioni attivate dal 2014 e dal 2016 e che hanno ricevuto solo nel 2016 ben 10,8 milioni di euro (di cui 3,1 della Regione, i restanti statali).

(Fonte: ufficio stampa Regione ER)

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