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Il presidente Bonaccini in provincia di Piacenza, in visita ai cantieri aperti dopo l'alluvione del 2015 a Zerba (il più piccolo comune dell'Emilia-Romagna) e Cerignale:"Oltre 5 milioni di euro per la messa in sicurezza della Val Trebbia, già investito il 75% delle risorse. Assegnati a Piacenza 1 milione e 200 mila euro per la tutela delle aree boschive. In arrivo 643 mila euro per i comuni della montagna piacentina. Entro il 2019 la copertura della banda ultra larga.

Piacenza, 26 settembre 2016

A distanza di un anno dall'alluvione che colpì le zone della provincia di Piacenza, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini ha visitato ieri Zerba - il più piccolo comune dell'Emilia-Romagna e il più alto capoluogo della provincia di Piacenza, per poi proseguire a Cerignale (il secondo più piccolo in regione).

Un'occasione per incontrare i due sindaci, Claudia Borrè e Massimo Castelli, e le comunità di due dei centri piacentini che, il 13 e 14 settembre del 2015, furono colpiti dall'alluvione. E per fare un bilancio del lavoro svolto per la messa in sicurezza del territorio e il ritorno alla normalità.

"A distanza di un anno, siamo orgogliosi di poter dire che sono stati stanziati oltre 29 milioni di euro, di cui circa 19 dalla Regione- ha sottolineato il Bonaccini-. Di queste risorse, 5,3 milioni di euro sono state destinati alla Val Trebbia. Fondi a cui si aggiungono 45 milioni per i rimborsi ai privati. Abbiamo visto con i nostri occhi, anche assieme al presidente del Consiglio, quanti danni abbia causato quell'alluvione. Avevamo promesso che la risposta sarebbe stata il più possibile rapida, ce l'abbiamo messa tutta, anche grazie all'impegno delle istituzioni locali e delle comunità. Dopo dodici mesi- ha aggiunto- in Val Trebbia abbiamo già investito il 75% delle risorse disponibili che complessivamente hanno finanziato 59 cantieri. Adesso andiamo avanti, per lavorare sempre più in fase di prevenzione".

Ma i fondi stanziati per il territorio piacentino non sono solo legate all'alluvione. "Proprio in questi giorni si è chiuso il primo bando per la forestazione, che ha assegnato alla provincia di Piacenza oltre 1 milione di euro per realizzare dieci interventi destinati alla tutela delle aree boschive- ha sottolineato Bonaccini-. Poi c'è il Programma regionale per la montagna: a disposizione per la legislatura ci sono 700 milioni per il rilancio del nostro Appennino. Destinati alla difesa del territorio, allo sviluppo delle imprese, dell'agricoltura e del turismo, alla diffusione della banda larga e ultra larga. Perché rafforzare la montagna significa rafforzare anche la nostra regione".

Alluvione nel Piacentino messa in sicurezza Zerba

Risorse che sono in arrivo anche a Piacenza. Alle 5 Unioni di comuni comprendenti zone montane presenti nella provincia – che coprono un territorio di oltre 1.180 chilometri quadrati dove vivono più di 20.400 persone – sono stati attribuiti 643 mila euro dal Fondo regionale per la montagna del 2016. Nel dettaglio: 273 mila euro all'Unione montana Valli Trebbia e Luretta; oltre 28 mila euro all'Unione dei comuni Valle del Tidone; più di 215 mila euro all'Unione montana Alta Val Nure; 38 mila 557 euro all'Unione Valnure Valchero; circa 88 mila euro all'Unione dei comuni montani Alta Val d'Arda.
L'Appennino è inoltre al centro delle politiche regionali sulla diffusione delle infrastrutture digitali. Il presidente della Regione ha ricordato l'importante accordo siglato con il ministero dello Sviluppo economico, che mette a disposizione oltre 250 milioni per portare entro il 2020 la banda ultra larga a cittadini, imprese e scuole dell'Emilia-Romagna, soprattutto nei luoghi dove gli operatori delle telecomunicazioni non intendono investire, in quanto considerati non redditizi.
"Avevamo scritto nel programma che avremmo portato la banda ultra larga da Piacenza fino a Rimini, da Zerba a Pennabilli. Grazie a questa intesa, possiamo dire che raggiungeremo certamente l'obiettivo".

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"Premio Nazionale per la Sicurezza Urbana" organizzato dal Fisu, un concorso finalizzato a dare visibilità a esperienze, innovative e coerenti con i principi che da sempre ispirano le attività dell'associazione. Secondo posto per il Comune di Piacenza con il progetto "Porta Galera 3.0". 

Piacenza, 21 settembre 2016

Anche il sindaco Paolo Dosi ha partecipato, in qualità di presidente del Forum Italiano per la Sicurezza Urbana, al convegno dal titolo "Vent'anni di pratiche locali di sicurezza urbana, quali politiche di prevenzione oggi", svoltosi nei giorni scorsi al Palacongressi di Riccione. Nel corso della tavola rotonda organizzata dal Fisu, in occasione della 35° edizione del congresso nazionale "Le Giornate della Polizia Locale", amministratori ed esperti hanno approfondito le principali esperienze alla base delle attuali politiche locali di sicurezza urbana, prevenzione della criminalità e del disordine urbano, messe in atto in Italia negli ultimi vent'anni.

Erano presenti, tra gli altri, il comandante della Polizia Municipale Stefano Poma, Giuliano Barbolini, già presidente del Forum Europeo per la Sicurezza Urbana, Matteo Biffoni, sindaco del Comune di Prato, Matteo Ricci, sindaco del Comune di Pesaro e Carmela Rozza, assessore alla Sicurezza del Comune di Milano. Al sindaco Paolo Dosi, il compito di concludere i lavori.

Premio Nazionale per la Sicurezza Urbana piacenza sindaco Paolo Dosi

In tale contesto, in occasione del ventennale dalla sua fondazione, il Fisu ha promosso la prima edizione del "Premio Nazionale per la Sicurezza Urbana", un concorso finalizzato a dare visibilità a esperienze, innovative e coerenti con i principi che da sempre ispirano le attività dell'associazione.
Assegnato il primo premio al Comune di Genova con il progetto "Dare un posto al disordine...", la giuria di esperti ha attribuito al Comune di Piacenza – ex aequo con il Comune di Ferrara - la piazza d'onore, valutando il progetto "Porta Galera 3.0, sicurezza e riqualificazione del Quartiere Roma" "un'esemplare iniziativa di prevenzione e partecipazione comunitaria, caratterizzata da grande coerenza tra l'analisi del problema affrontato, le azioni proposte e la metodologia seguita". Terza posizione per il Comune di Lucca con il suo progetto di controllo del vicinato e menzione speciale all'iniziativa di riqualificazione urbanistica e sociale presentata dal Comune di Modena.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Il Consorzio di Piacenza ha creato un nuovo percorso per l'alveo del Rio Gragnano e migliorando notevolmente la sua funzionalità ha spinto le acque fuori dal centro abitato. Inaugurazione ieri con il presidente Zermani, il sindaco Calza e l'impresa COGNI.

Gragnano Trebbiense (PC), 13 Settembre 2016

La comunità di Gragnano, il suo centro storico e le molteplici colture agricole presenti nella gran parte del comprensorio comunale da oggi sono decisamente più al sicuro grazie ad una complessa e articolata opera di completamento e ottimizzazione funzionale della rete di canali realizzata in tempi utili dal Consorzio di Bonifica di Piacenza. Fino a pochi giorni fa infatti l'alveo interrato del Rio Gragnano attraversava l'abitato del paese – dividendolo quasi perfettamente in due parti lungo la bisettrice del corso della strada provinciale – scorrendo al di sotto della carreggiata a strettissimo e ravvicinato contatto, anche se non visibile, con le case, le cantine e le numerose opere intubate del sistema idrico integrato-fognario: questa sistemazione originale - oltre a mettere a potenziale repentaglio il centro storico in caso di grave piena aveva creato contemporaneamente criticità legate ad alcune infiltrazioni. Così inserendo l'importante e capillare opera nel progetto più ampio a supporto del miglioramento generale dell'ampia area irrigua del Trebbia (che ha un valore totale di circa 10 milioni di euro) il Consorzio - grazie alla fattiva collaborazione con il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e il Comune di Gragnano – ha ultimato i lavori in circa due anni con il supporto degli Uffici Tecnici Comunali e l'impresa Cogni Spa di Piacenza. Nella fattispecie l'opera che ha riguardato la riqualificazione funzionale dei canali irrigui e ha interessato un lungo tratto di rete di circa 3,5 KM ha ridotto al contempo, in misura considerevole, le perdite di risorsa idrica. Particolare attenzione è stata riservata – nel corso dell'ideazione ed esecuzione del progetto -agli aspetti legati al risanamento e alla qualificazione ambientale delle zone attraversate, alla separazione delle acque irrigue da quelle meteoriche e alle aree verdi contigue ai canali per uso pubblico; tra queste ultime anche la messa in sicurezza - con staccionate di protezione in legno - dell'area che lambisce il Parco del Trebbia. Inoltre anche siepi e alberature sono state inserite in modo mirato.

"Siamo soddisfatti di questo progetto complessivo che inauguriamo oggi– ha commentato il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Fausto Zermani- che porterà alle aree del Trebbia circa 10 milioni di euro spalmate su diversi comuni in un beneficio diffuso. Un territorio abitato –come a Gragnano- che storicamente nasce e si insedia al di sopra della rete dei canali già presente e che ora necessita inevitabilmente di alcuni rilevanti cambiamenti dopo l'urbanizzazione. Anche per questo la realizzazione dell'opera più a monte del Trebbia, la cosiddetta Traversa di Rivergaro, si fa sempre più importante ed essenziale per garantire apporto irriguo costante alla vallata, agli abitanti e all'economia".

Soddisfatta di quanto fatto - in circa 24 mesi di lavoro complessivi - Patrizia Calza Sindaco di Gragnano – "Con quest'opera capillare abbiamo risposto a più esigenze dei cittadini: alcuni allagamenti di cantine, infiltrazioni ed esalazioni non si verificheranno più e in più sarà fondamentale la funzione preventiva svolta dal nuovo tratto del Rio Gragnano per contenere e mitigare l'impatto di piogge abbondanti. Ora attraversando a semi-cerchio l'abitato garantisce un impatto "intelligente". E a proposito di impatto voglio rimarcare che abbiamo posto particolare attenzione alle opere in termini ambientali e questo è un ulteriore motivo di soddisfazione.

(Fonte: Ufficio Stampa Consorzio Bonifica Piacenza)

Parma, 6 settembre 2016 - Nell'ambito di un piano straordinario di controllo del territorio, nel pomeriggio di ieri 5 settembre 2016 la Questura di Parma, insieme con il Reparto Prevenzione Crimine Emilia Romagna Occidentale di Reggio Emilia, una delle quali dotata di sistema elettronico "Mercurio" per la ricerca di veicoli rubati, e la Polizia Municipale di Parma, ha svolto attività finalizzata alla prevenzione dei reati in genere e a controlli "anti degrado", in particolare nelle aree di Piazzale Pablo, Via Savani, Viale Piacenza, Piazzale della Pace, Stazione F.S. e Piazzale C. A. Dalla Chiesa, Via San Leonardo.

Nell'ambito di questa attività, sono stati effettuati tre posti di controllo, controllati 19 autoveicoli ed identificate e controllate 52 persone, 13 delle quali extracomunitarie e 17 delle quali risultate pregiudicate.

Sono stati controllati inoltre 4 esercizi pubblici: in occasione di uno di questi controlli, in un bar è stato identificato un cittadino albanese 32enne residente in città, risultato avere a carico la misura di prevenzione dell'Avviso Orale emesso nei suoi confronti dal Questore di Parma nel 2013.

La Polizia Municipale, nell'ambito di specifica competenza, ha proceduto al controllo di due centri benessere gestiti da soggetti di nazionalità cinese.

Nell'arco di tutta la giornata di ieri, complessivamente sono stati controllati 21 autoveicoli e 62 persone, una delle quali, un uomo 46enne di nazionalità tunisina, è risultata irregolare sul territorio nazionale: accompagnato in Ufficio, gli è stato notificato un Decreto di espulsione con Ordine del Questore di lasciare l'Italia.

Pubblicato in Cronaca Parma

Nel pomeriggio del 26 Agosto u.s., gli operatori della Squadra Volante della Questura di Parma hanno tratto in arresto un soggetto per spendita di banconote false.

L'uomo identificato come C.Z. italiano originario e residente a Napoli, classe '69, con a suo carico diversi precedenti di polizia, era stato segnalato dal personale di una farmacia del centro città poiché stava tentando di acquistare alcuni prodotti consegnando alla cassa una banconota da 50 E. presumibilmente falsa.
Uscito dalla farmacia, l'uomo si era incamminato in Via Repubblica dove è stato prontamente fermato dagli Agenti della Volante che lo hanno riconosciuto tramite le descrizioni a loro fornite dalla Centrale Operativa e quindi sottoposto a perquisizione personale che ha permesso di rinvenire e sequestrare diverse banconote per oltre 450 Euro, trovategli addosso, nonché diversi scontrini di altri negozi della città.

Da successive ricostruzioni si è avuto modo di appurare che C.Z. nel corso del pomeriggio, aveva effettuato acquisti in numerosi negozi del centro, acquistando prevalentemente prodotti di poco valore, presentandosi alla cassa, ogni volta, con banconote da 50 E. in modo da ottenere come resto una somma simile a quella della banconota da lui utilizzata.

Gli agenti della Squadra Volante sono riusciti a risalire ai nomi delle attività commerciali ove era stato speso il denaro falso, permettendo così di sequestrare le banconote spacciate dal napoletano che altrimenti sarebbero state diffuse se utilizzate dagli ignari commercianti.

Convalidato l'arresto, l'uomo si trova adesso presso la propria residenza a Napoli in regime di detenzione domiciliare, in attesa di giudizio.

Pubblicato in Cronaca Parma

Di seguito il calendario delle postazioni di accertamenti strumentali di velocità e irregolarità alla circolazione della settimana dal 05/09 al 09/09 2016.

Programmazione autovelox

Lunedì 05 Viale Rustici-San Pancrazio
Martedì 06 Vicomero-via Traversetolo
Mercoledì 07 San Ruffino-Corcagnano
Giovedì 08 Viale Vittoria-Viale dei Mille
Venerdì 09 Via Emilio Lepido/San Pancrazio

Programmazione auto detector:

Lunedì 05 Zona Vigatto/Zona Pablo
Martedì 06 zona San Leonardo/San Lazzaro
Mercoledì 07 Zona Centro/zona Pablo
Giovedì 08 Zona Montanara/Zona centro
Venerdì 09 zona Molinetto/San Leonardo

Nel pomeriggio di ieri 30 Agosto, gli operatori della Squadra Volante della Questura di Parma, insieme agli uomini del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, durante un servizio congiunto per le prevenzione dei reati in genere e per il contrasto del degrado urbano, hanno proceduto al controllo di iniziativa di 5 cittadini di origine senegalese nei pressi del parcheggio autobus della nuova stazione FF.SS.

Gli stranieri permanevano nei pressi del parcheggio trasportando 3 borsoni.

Al momento del controllo gli agenti hanno avuto modo di verificare che due delle borse contenevano all'interno un rivestimento di carta stagnola isolata con del nastro adesivo. All'interno delle borse vi erano diversi capi di abbigliamento nuovi, del valore di 250 Euro circa, con ancora le etichette attaccate di cui i 5 non hanno saputo fornire spiegazioni in merito alla provenienza.

Da successivi accertamenti si è avuto modo di appurare che le borse, opportunamente schermate, sono state utilizzate per rubare la merce dal alcuni punti vendita di abbigliamento di Parma, riuscendo ad occultare i vestiti in modo tale da passare indisturbati dal controllo elettronico antitaccheggio.

I soggetti, di cui alcuni residenti a Parma, tutti con a carico precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, sono stati denunciati per ricettazione in concorso nonché per porto di oggetti atti ad offendere. Le borse e la merce risultata rubata, insieme ad alcuni arnesi recuperati a carico dei senegalesi, sono stati sequestrati.

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Agricoltura. Caselli: "Bene il decreto del ministero della Salute sui limiti all'uso del glifosato. In Emilia-Romagna è già off limits nelle aree urbane". Parchi gioco e cortili scolastici tra le aree destinatarie del provvedimento regionale. In arrivo ulteriori indicazioni operative grazie a protocolli tecnici in fase di definizione

Bologna 22 agosto 2016 - Metodi naturali e biologici come sfalci o vapore per eliminare le erbe infestanti nelle città dell'Emilia-Romagna. E' quanto prevedono, in sostanza, le Linee di indirizzo emanate dalla Regione. Lo ricorda l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli commentando il decreto del ministero della Salute che entra in vigore oggi e che esclude l'uso dell'erbicida glifosato nelle aree urbane.
"Bene il provvedimento del Ministero- sottolinea Caselli- come Regione avevamo previsto già nel mese di aprile severe restrizioni all'uso di prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione, a partire dai cortili delle scuole e dai parchi gioco. Ora stiamo predisponendo protocolli tecnici glifosato free, tenendo conto del prioritario interesse alla tutela della salute e alla salvaguardia dell'ambiente".

In fase di definizione in questi settimane, i protocolli tecnici forniranno ulteriori indicazioni operative sui mezzi alternativi ai prodotti fitosanitari, le misure di controllo biologico e il ricorso a trattamenti con prodotti a basso rischio e ammessi in agricoltura biologica, da utilizzare per proteggere le specie ornamentali, floreali e forestali presenti nelle aree cittadine.
Secondo le Linee di indirizzo regionali emanate ad aprile, solo in caso di effettiva necessità si potranno realizzare trattamenti fitosanitari nelle aree urbane, ma in quel caso dovrà essere fornita un'informazione preventiva alla popolazione, con l'apposizione, 24 ore prima della data dell'intervento, di un'apposita cartellonistica.

Inoltre, con un anticipo di almeno 10 giorni, dovrà essere effettuata la notifica del trattamento alle Autorità competenti (Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Azienda USL, Comune e Sezione provinciale ARPAE Emilia-Romagna), contenente una serie di informazioni quali la sostanza utilizzata per il trattamento e le caratteristiche tecniche delle attrezzature utilizzate.

Cosa è il gliofosato


Il gliofosato è un erbicida la cui pericolosità per la salute è stata fino ad ora oggetto di opposti pareri da parte di diverse Agenzie internazionali. In attesa del pronunciamento definitivo della Agenzia chimica europea sui rischi per la salute, la Ue ne ha prorogata a tutto il 2017 la commercializzazione affidando però agli Stati membri la possibilità di introdurne limitazioni sul proprio territorio. In Italia il ministero della Salute ha emanato un decreto – entrato appunto in vigore oggi – che tra l'altro ne vieta l'uso in fase pre-raccolta dei prodotti agricoli e nelle aree urbane frequentate da bambini e anziani. (Regione Emilia Romagna/PF)

Trovato piombo negli orologi sportivi da polso. Le autorità europee hanno diramato un'allerta Rapex estendendo il provvedimento di divieto di vendita in tutto il mercato comunitario per l'Orologio Sportivo e Cardiofrequenzimetro Garmin "Forerunner 15". Il piombo è un metallo presente in natura ma lo si utilizza nei modi più vari fino a ritrovarlo, appunto, negli orologi. La notizia è stata portata all'attenzione dal sistema comunitario di allerta tra gli Stati dell'Unione europea sulla sicurezza dei prodotti del Rapex - Rapid Alert System for non-food dangerous products. Le Autorità europee hanno quindi ulteriormente confermato il rischio chimico per la salute del consumatore, per questi orologi, come si legge alla segnalazione n° A12/1020/16 codice a barre 010-01241-10, dovuto ai "Giunti di saldatura dei componenti interni dell'orologio che contengono una quantità eccessiva di piombo.

Questi componenti sono sigillati all'interno del prodotto e non possono essere rimossi a meno che il prodotto non sia completamente smontabile. Il prodotto non è conforme ai requisiti della direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RoHS 2)." Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" invita immediatamente le autorità competenti ad attivare una azione di controllo del mercato, per il tipo di rischio cui è esposto il consumatore. Infatti, in Italia che ha delle norme rigidissime in merito, è vietata la commercializzazione e l'importazione di prodotti che contengano alti contenuti di piombo, anche solo come componenti interni, sostanza che può penetrare nel corpo attraverso la pelle e il tratto gastrointestinale. Il piombo assorbito entra nel sangue e viene immagazzinato nelle ossa e nei tessuti morbidi, incluso il fegato. Il prodotto oltre a rappresentare un rischio chimico dannoso per la salute umana, inoltre non è conforme al regolamento REACH che prevede il divieto in Europa di circolazione di sostanze non registrate e prive di documentazione sui relativi rischi per salute e ambiente e sulle relative misure di prevenzione necessarie per evitarli. Ricordiamo, infine, che il Rapex è un sistema comunitario di allerta rapido per i prodotti pericolosi, grazie al quale le Autorità nazionali degli Stati membri notificano alla Commissione europea i prodotti (ad eccezione degli alimenti, farmaci e presidi medici) che rappresentano un rischio grave per la sicurezza dei consumatori. Quando si accerta la pericolosità di un prodotto l'Autorità nazionale competente prende gli opportuni provvedimenti per eliminare il pericolo, come l'imposizione del ritiro dal mercato del prodotto. Il provvedimento viene quindi trasmesso alla Commissione (Direzione generale salute e tutela dei consumatori) informandola dei rischi che presenta e dei provvedimenti adottati nello Stato membro in cui si è verificato l'evento per prevenire rischi e incidenti.

Il consigliere chiede che si assumano iniziative per evitare nuovi episodi di aggressione all'uomo. Fabio Rainieri (Ln), in un'interrogazione rivolta alla Giunta regionale, riferisce che si sarebbero verificati "numerosi attacchi di lupi e ibridi ad aziende, con forte intensità nella provincia di Parma, in particolare nelle valli del Taro e del Ceno". Si tratterebbe, a parere del consigliere, di "un'emergenza diffusa che richiede urgenti misure preventive e di contrasto".

Nei giorni scorsi, inoltre,- scrive Rainieri- si sarebbe "registrata l'aggressione di un lupo/ibrido ad un allevatore che non ha riportato seri danni solo grazie all'intervento dei suoi pastori maremmani intervenuti per difenderlo, rimanendo feriti".

"Un fattore di minaccia per la conservazione del lupo- spiega- è infatti rappresentato dall'ibridazione cane-lupo, che costituisce un grave pericolo sia per motivi sanitari sia per questioni di convivenza, in quanto questi esemplari sono responsabili di attacchi a cani domestici che a cani da caccia, come denunciato anche dal mondo veterinario".

Il consigliere ricorda anche che "il lupo (canis lupus) è una specie protetta sia a livello nazionale sia a livello europeo con la direttiva 92/43/CEE 'Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche', che vieta qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata sulle specie" e segnala che "sarebbe in fase di approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni il "Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia", proposto dal ministro dell'Ambiente, che definisce azioni di salvaguardia della specie e minimizzazione del suo impatto sulle attività dell'uomo, prevedendo inoltre deroghe al divieto di rimozione di lupi dall'ambiente naturale in casi di necessità".

Rainieri chiede quindi all'esecutivo regionale quali iniziative intenda assumere per evitare che si verifichino nuovi episodi di aggressione all'uomo, se vi siano a livello regionale interventi di monitoraggio, prevenzione e contrasto del fenomeno d'ibridazione e quali siano i tempi di conclusione e presentazione del Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia.

(Fonte Regione Emilia Romagna 17 agosto 2016)

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