Nei prossimi due giorni l’India deciderà sulla pena di morte.
di LGC --
Parma 10 Gennaio 2014 --
Pena di morte sì, pena di morte no!
E’ di oggi la notizia che, dopo quasi due anni, l’India deciderà, entro i prossimi due giorni, se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone saranno a rischio di pena di morte.
E pensare che solo due giorni fa Staffan De Mistura - Inviato speciale del Governo - dichiarava che il rinvio dell’udienza non è stato un atto subìto dal Governo Italiano ma voluto dai legali dei due Marò perché non si può procedere senza un atto di accusa preciso. E poco dopo, intervistato a “La Vita in Diretta”, il diplomatico catechizzava che “ci sono due maniere di agire, una è quella di usare i muscoli l’altra di imparare da un grande italiano, Macchiaveli. Noi stiamo applicando, con fermezza e determinazione, la strategia di Macchiavelli” e poco dopo insiste sulla posizione gongolosa “E’ stata una partita mal gestita dagli indiani ho voluto giocare questa partita molto politicamente”.
Era l’otto gennaio e la risposta indiana non si è fatta attendere. Ogi sappiamo che entro due-tre giorni sapremo se i nostri due militari entreranno nel cerchio della morte.
Non c'è che dire! Abbiamo, in questa vicenda indiana, dato dimostrazione di grandi capacità diplomatiche.
Peccato che da tanto DNA (è di oggi la notizia che il DNA Italiano è il più ricco in Europa, una diversità fino a trenta volte superiore), l’Italia abbia giocato la partita diplomatica non proprio con i meglio dotati.
L’Università Sapienza di Roma, alla luce di quanto accaduto, dovrebbe estendere la ricerca sul DNA sino all’India. Forse loro, gli indiani, sono ancor più dotati di noi e allora avremmo una ragionevole giustificazione dei nostri insuccessi.
Il 1 gennaio la Grecia ha assunto la Presidenza dell'Unione Europea. Poi, a giugno, toccherà all’Italia.
di Virgilio - Parma, 9 gennaio 2014 -
12 mesi di PIGS - l’acronimo ben poco rispettoso per identificare i Paesi in maggiore difficoltà finnaziaria all’interno dell’UE e cioè Portogallo, Italia, Grecia e Spagna - alla guida dell’UE. Una occasione unica per cercare di realizzare un tandem progettuale tra il primo ministro ellenico Antonis Samaras, leader del centro-destra di Nuova democrazia, che guida una coalizione con i socialisti del Pasok e il suo successore alla Presidenza di turno (giugno 2014) che probabilmente sarà Enrico Letta, salvo elezioni anticipate.
Un’occasione unica per cercare di portare quelle riforme che possano consentire ai Paesi in difficoltà di riprendersi e tornare compiutamente a meglio contribuire allo sviluppo dell’intera unione.
L’obiettivo è convincere i partner più forti, a cominciare dalla Germania, a una maggior flessibilità.
L’8 gennaio ci sarà l’investitura ufficiale del nuovo presidente di turno in attesa di vedere gli sviluppi della politica nostrana che, in teoria, dovrebbe già adoperarsi per fare un piano di azione da giocarsi nel secondo semestre del 2014.
Attenzione che i partiti nazionalisti e antieurepeisti stanno crescendo in tutti i Paesi europei e alle prossime elezioni per il Parlamento Europeo (maggio 2014) potrebbero riservare molte sorprese.
All’ultima seduta del consiglio comunale del 9 dicembre scorso il vicesindaco ha illustrato lo schema del bilancio di previsione del Comune per il 2014.
Dal rapido esame dello stesso si è subito evidenziato per i residenti il previsto aumento di un punto dell’aliquota IRPEF.
L’incertezza sull’entità dei trasferimenti statali e sulla quantificazione delle imposte sugli immobili (identificate con gli acronimi IUC e TARI) e sul servizio rifiuti (TASI) ha spinto il consigliere del gruppo di minoranza Laura Cavandoli a presentare un’interrogazione per chiedere lo spostamento dell’approvazione del bilancio al 2014 al fine di scongiurare l’aumento IRPEF, aprendo pertanto una gestione provvisoria come già accadde nel 2013.
Tale interrogazione, ancora prima della discussione in consiglio comunale, è stata suffragata legislativamente dalla proroga per l’approvazione dei bilanci comunali al 28 febbraio 2014 concessa dalla Conferenza Stato-Città in seguito alla richiesta dell’ANCI.
Pertanto il medesimo consigliere, a nome del gruppo, ha presentato in data 21 dicembre 2013 un ordine del giorno chiedendo al Sindaco e alla Giunta di approvare il bilancio nel rispetto del termine prorogato ma solo dopo avere certezza dei contributi devoluti al Comune e l’impegno a scongiurare il previsto aumento IRPEF a carico dei cittadini, trattandosi di aumento non giustificato da un potenziamento né da un miglioramento dei servizi comunali.
Laura Cavandoli
Consigliere comunale Neviano degli Arduini (PR)
Gruppo “Lega Nord Neviano”
(comunicato stampa)
di Lamberto Colla ---
Non si può più attendere. Bisogna prendere il coraggio di cambiare il passo. Tentare strade nuove.
Parma, 29 dicembre 2013 -
Fine d’anno è il tempo dei buoni propositi e, se potessi scrivere la mia letterina a Babbo Natale, chiederei di fare cambiare passo ai nostri politici. Non più amministratori di condominio ma politici capaci di assumersi i rischi delle scelte. Tentare strade nuove e perciò invertire la rotta della tassazione. Non aumenti ma riduzioni di aliquote e di cuneo fiscale. Prendere il coraggio di tagliare gli sprechi e le spese superflue per destinarle a investimenti pubblici. Alleggerire la stretta finanziaria delle banche verso le piccole e medie imprese per liberare la creatività privata. Alleggerire la barca, insomma, e non affamare l’equipaggio.
Finanza e tassazioni. Spread, rapporto tra PIL e debito pubblico, legge di stabilità e patto di stabilità. Sono trascorsi 6 anni e con la parola “stabilità” collegata solo a leve finanziarie l’Italia è stata congelata. Immobilizzata nell’agire e condizionata nelle scelte anche dei privati.
Sei anni trascorsi a inseguire gli indicatori dell’UE attraverso lo spostamento dei capitali dei privati (risparmi in ogni forma) allo Stato e immobilizzando gli investimenti pubblici arrivando al paradosso di bloccare i pagamenti nelle amministrazioni più virtuose (patto di stabilità).
Una crisi lanciata dalla “finanza” con il fallimento della Lehman Brothers, il risultato più noto delle porcate dei mutui subprime, che si è voluto risolvere ancora con la finanza e la ragioneria spicciola. Il paese della creatività congelato dai ragionieri dello Stato e dell’UE impossibilitato a esprimersi come sarebbe stato capace e come già in passato aveva fatto in diverse circostanze.
Ed oggi, secondo i dati rilevati dal Codacons, solo nel periodo natalizio abbiamo speso il 42,7% in meno rispetto al 2007. 10,3 miliardi di euro contro i 18 di sei anni fa. Quindi 7,7 miliardi di consumi andati in fumo in pochi anni.
“Le festività di Natale rappresentano la principale occasione di acquisto per le famiglie, generando ingenti volumi d’affari in tutti i settori (alimentare, viaggi, casa, profumeria, cultura, ecc.). Tuttavia negli anni – spiega il Presidente Carlo Rienzi - a causa della crisi economica e della progressiva perdita del potere d’acquisto dei cittadini, si è registrato in Italia un crollo vertiginoso dei consumi natalizi, calati dal periodo pre-crisi ad oggi addirittura del 42,7%”.
L’equipaggio dell’imponente veliero “Italia” sta sputando sangue per vincere la regata. Cerca il vento migliore, non perde concentrazione ma lo scafo è troppo pesante e il comandante non è all’altezza della competizione.
Sprechi da tutte le parti e ancora non si vede alcun intervento drastico di riduzione della spesa pubblica, gli “enti inutili”, compresi quelli sorti per alienare gli enti inutili ancora esistono e assorbono energie vitali. Ben poco l’impegno destinato a applicare un maggiore rigore il controllo di gestione delle aziende di Stato che potrebbero diventare una prima base d’appoggio per rilanciare la grande industria e l’economia italiana.
Invece, si continua ad assistere a sprechi su sprechi come il caso delle partecipazioni pubbliche in imprese nate al solo scopo di aggirare i vincoli di finanza pubblica e, volendo pensare male, a creare consenso.
40mila imprese che, secondo il centro studi di confindustria, nel 2012 hanno registrato perdite stimabili per 4 miliardi.
“Nel 2012 – scriveva infatti il Centro studi nel report di dicembre citando la banca dati Consoc, istituita presso il ministero per la Pubblica amministrazione e la semplificazione – erano 39.997 le partecipazioni possedute da amministrazioni pubbliche in 7.712 organismi esterni. L’onere complessivo sostenuto dalle Pubbliche amministrazioni per il mantenimento di questi organismi è stato pari complessivamente a 22,7 miliardi, circa l’1,4% del Pil”. Numeri che “il Paese non può permettersi”.
Perciò cari politici, forse i meno amati di sempre, fate un salto di qualità, prendete coraggio, alzate la cresta anche nei confronti dell’UE e, lancia in resta, chiamate l’Italia all’assalto, ci saremo tutti.
Guidateci da condottieri e non da miti ragionieri e sarete seguiti dall’Italia intera.
Buon 2014 anche a voi e che queste poche ore che ci separano dall’inizio del settimo anno di crisi vi portino buoni consigli.
Finalmente siamo giunti al capolinea di questo 2013, quinto anno di crisi. La seconda recessione di questo ciclo sta volgendo a termine e 16.000 padroncini sono rimasti sul campo.
Altri, tanti altri cadranno sotto i “bombardamenti” di questa crisi che ci ha riportati rapidamente indietro di quasi trent’anni in termini di produzione industriale (1986), di 16 anni in ricavi pro-capite e al 2007 in PIL nazionale.
Numeri e valori che descrivono una “nuova Italia”. Dobbiamo abituarci a vivere diversamente che non vuol dire solo in modo più sobrio ma cambiare radicalmente gli stili di vita. Siamo in una nuova dimensione.
Ma di questa nuova situazione sembrano immuni i nostri politici e i privilegiati dei loro staff.
L’ultima viene dalla Regione Liguria che è riuscita a quantificare il “costo dello stress” dei suoi dirigenti in 13,02€ al giorno che all’anno diventano oltre 4.000€
Buone Feste a tutti e che il 2014 porti “buoni consigli” ai nostri “poco amati” amministratori. Altrimenti ... altro che “forconi”.
di Carlo Alberto Sala
(Allegato pdf di "Truck News 12/2013")
di Lamberto Colla ---
Il 40% degli italiani trascorrerà il Natale tra le mura domestiche. I report dei centri studi economici stanno fotografando una Italia trincerata e in difesa. Per il 2014 riattiviamo quel nostro esclusivo “genius Loci” che si chiama “creatività” tipico del “Born in Italy”
Parma, 22 dicembre 2013 -
Un’Italia devastata da sei anni di crisi è quella che esce dalla rappresentazione del report di Confindustria. Il Centro studi della potente organizzazione degli industriali paragona la situazione italiana agli effetti di una guerra, un bombardamento che ha lasciato sul campo 3,5 milioni di disoccupati in più e 2,5 milioni di nuovi poveri. Dal Touring Club la conferma dell’”immobilismo” vacanziero. A Natale infatti, quasi il 40% degli italiani non si sposterà da casa e, se i motivi sono molteplici, al primo posto resta ancora la perdurante situazione economica negativa. Coloro che avranno la possibilità di spostarsi hanno scelto località domestiche, tre su quattro sceglieranno quindi destinazioni nazionali, all’insegna della sobrietà e con budget al limite dei 500€ mentre solo il 14% arriverà a spendere 1.500€.
Un mercato interno che, da ovunque parte lo si osservi, dimostra di essere fortemente compromesso. Una fardello pesante da portarsi dietro che ostacolerà il percorso di ripresa; secondo gli economisti di Confindustria, "sarà lento e difficile: la ridotta capacità produttiva, intaccata dalla prolungata caduta della domanda interna, rappresenterà una zavorra nella fase di ripartenza".
La produzione industriale, in Italia è scesa in termini fisici del 24,6%, attestandosi ai livelli del 1986 e il Paese è ovviamente diventato molto più fragile sotto l’aspetto sociale. Le proteste dei “forconi” sono sotto solo un piccolo esempio. Una protesta largamente condivisa nei contenuti che non si è allargata come avrebbero voluto grazie soprattutto al diffuso senso civico nazionale. Un popolo che di violenze, guerre e terrorismo non ne vuole più nemmeno sentire parlare.
La priorità è portare a casa la pagnotta per la famiglia. Dello spread a 219 punti base non ne frega niente a nessuno.
Un bombardamento è il termine utilizzato dal centro studi di Confindustria per sintetizzare gli effetti della crisi del nostro Paese.
"Le persone a cui manca il lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. Anche i poveri sono raddoppiati a 4,8 milioni". E' il bilancio di sei anni di crisi che a livello macroeconomico ha portato ad abbattere il PIL totale del 9,1% e dell‘11,5% quello familiare cioè 2.900€ procapite. "Le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5.037 euro in media l'anno".
E se la fase di recessione, la seconda in sei anni, può considerarsi quasi conclusa, i danni rimangono sul terreno e questa volta nessuno interverrà a sostenere la ricostruzione; nessun Piano Marshall verrà adottato ma ciascuno, in solitudine, dovrà rimboccarsi le maniche e contribuire a quella ripresa che sarà lunga e dolorosa.
Solo la forza d’animo e la italica fantasia sostenuti dal proverbiale ottimismo saranno i motori e la scocca sui quali si costruirà la nuova macchina industriale italiana.
Ottimismo, sulle proprie e altrui forze, ottimismo sul successo e perciò lontani dai “gufi” e da tutti coloro che li rappresentano e sostengono.
Se un effetto positivo questa crisi l’ha prodotta è il costante distacco dalle trasmissioni faziose. Da quell’informazione parziale e a volte spocchiosa nella quale siamo stati tutti macinati in quell’epico scontro quasi completamente incanalato su Berlusconi, tra quelli a favore e quelli contro.
A guadagnarci è stata la “rete” che secondo' il risultato di un'indagine Demos Coop di cui dà conto Repubblica sottolinea come otto persone su dieci sostengono di informarsi in televisione, il 47% su Internet mentre solo pochi anni fa erano il 25%. Per quanto i Tg e la Tv più in generale rimanga la fonte informazione di gran lunga più utilizzata, sorprendentemente perdono punti alcuni tra i più noti programmi ad indirizzo politico e non solo. Dall’indagine si evince come in particolare alcuni talk-show stanno perdendo credibilità. Ballarò, Servizio Pubblico, Otto e Mezzo perdono tutti intorno ai 4 o 5 punti nella valutazione degli italiani che sono stati intervistati. Solo Report e Piazza Pulita si salvano. Ma è sceso anche il grado di fiducia nei confronti di programmi di informazione e satira come Striscia la Notizia, giù di due punti anche Che tempo che fa?
La pesantezza della crisi, così prossima a ogni cittadino, ha probabilmente contribuito ad aprire gli occhi e a confrontare la realtà percepita dalla realtà mediatica. Un confronto spesso molto distante trovando invece su internet risposte più coerenti alla percezione. Non che la rete sia il luogo della verità assoluta ma la pluralità dell’informazione consente di meglio interpretare i fatti attraverso una rapida analisi di confronto. Spesse volte si intercettano quei chiaroscuri che i mass media tradizionali dimenticano di evidenziare ma che spesso rappresentano il succo dell’informazione.
Quindi, crisi o non crisi, Buon Natale a tutte le famiglie e che il 2014 sia l’anno della ricostruzione, l’inizio di quel “rinascimento” illuminato che riporterà l’Italia, con i politici che non si merita, nell’olimpo dei Paesi più forti al mondo e ancora primi in creatività e generosità.
Esporteremo quello che tutti ci invidiano e che non è il Made in Italy” bensì il “BORN in ITALY”. Il Paese dove alberga quel “genius loci” che si chiama “creatività”.
Sul volo di Stato per raggiungere i funerali di Nelson Mandela in Sudafrica, accompagnata dal fidanzato: la Boldrini denunciata dal Codacons. Pronta la replica della Presidente della Camera sulla posizione delle donne in Italia -
Parma, 17 dicembre 2013 -
L'occhio vigile del Codacons, che già in passato denunciò Clemente Mastella e Silvio Berlusconi, questa volta vuole giustamente fare luce sul caso Boldrini. Ieri mattina, l' associazione ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e alla Corte dei Conti contro la Presidente della Camera, Laura Boldrini, per la vicenda del volo di Stato in Sudafrica sul quale ha viaggiato anche il suo compagno. Oggetto in questione è la presenza della Presidente della Camera alla cerimonia dedicata alla memoria di Nelson Mandela, evento che il Codacons afferma essere riservato solo a leader mondiali e capi di Stato, con un volo pagato dai cittadini. Un evento storico, a cui erano stati invitati i grandi leader mondiali, ottanta tra capi di Stato e di governo, da Obama a Castro, e, per l'Italia, in qualità di capo di Governo l'invito era stato rivolto a Enrico Letta.
Secondo la nota del Codacons quindi la Presidente della Camera Laura Boldrini, non rientrando in alcuna delle due categorie sopra menzionate, ovvero Capo di Stato o di Governo, avrebbe usufruito impropriamente del volo di Stato per essere presente all'evento, portando con se oltre al portavoce, al responsabile della comunicazione, alla consigliera per le relazioni internazionali, alla scorta, anche il compagno.
Il Codacons ha dunque chiesto alla Procura e alla Corte dei Conti di accertare se "possano configurarsi sprechi di denaro pubblico a danno della collettività e conseguentemente sanzionare le eventuali scelte dannose per la collettività stessa ivi comprese le ipotesi di illeciti fonte di danno erariale, e di predisporre tutti i controlli necessari per accertare e verificare se nei fatti esposti possano celarsi fattispecie penalmente rilevanti, ivi compreso quello di utilizzo illegittimo di fondi e/o risorse pubbliche".
Pronta la risposta della della Presidente della Camera che ha replicato alle accuse affermando che per lei e il suo staff non ci sono state alcune spese di viaggio a carico della Camera. La Boldrini ha sottolineato inoltre come la polemica sia fonte di una arretratezza sessista sulla posizione delle donne nell' Italia di oggi.
Ubaldi: “Tutti quelli che amministrano sanno che c’è un tempo dell’osservazione e poi un tempo destinato al fare. Dopo un anno e mezzo abbiamo deciso che non vi è più tempo di dilazioni e rinvii.”
Parma, 7 Dicembre 2013 --
”Civiltà Parmigiana c’è”. Questo in sintesi il messaggio lanciato stamattina alla conferenza stampa indetta dal coordinamento politico del Movimento Civiltà Parmigiana. Un’attesa di oltre un anno e mezzo prima di partire all'attacco di un “Governo Grillino” che non ha saputo organizzare una visione in grado di dare ai cittadini una idea di sviluppo.
Un anno e mezzo il tempo concesso a Pizzarotti & C. per prendere possesso della macchina comunale e mettere in moto il percorso di una linea politica autorevole ed efficace. Invece i risultati sono alla luce di tutti e registrati anche dalla annuale classifica stilata dal Sole 24 ore nella quale Parma ha perduto ben 10 posizioni in un solo anno. La Decrescita (in)Felice sta facendo effetto, forse questo era il vero obiettivo del nuovo che avanza?
“E’ venuto il tempo di una opposizione dura e decisa”, commenta Elvio Ubaldi, appena la neo coordinatrice del Movimento civico Cecilia Zanacca gli porge il microfono. “Tutti quelli che amministrano sanno che c’è un tempo dell’osservazione e poi un tempo destinato al fare. Dopo un anno e mezzo abbiamo deciso che non vi è più tempo di dilazioni e rinvii. Dopo avere atteso e dopo esserci anche illusi abbiamo concluso che dalla amministrazione non è stato prodotto nulla.”
Prima di Elvio Ubaldi erano intervenuti Massimiliano Mignani, storico coordinatore del movimento, e Cecilia Zanacca recentemente nominata al Coordinamento politico del movimento. Mignani nel suo intervento introduttivo ha riassunto le motivazioni che hanno spinto alla convocazione della conferenza stampa: riprendere le redini di Parma. “Non si può amministrare un comune - sottolinea Massimiliano Mignani - con l’unico scopo minimalista, seppure meritorio, dell’abbattimento del debito. Se la città si ferma perde le occasioni di competitività. Occorre invece attirare ricchezza e investimenti.” A Cecilia Zanacca invece il compito di riorganizzare le fila dello storico movimento civico cittadino e riprendere quindi, attraverso nuove strade, quegli obiettivi di città europea capace di produrre idee e di essere da traino per un’area più estesa dei semplici confini amministrativi. Una città capace di coinvolgere e costruire, progettare e realizzare.
“Il mio ruolo - sottolinea Cecilia Zanacca - sarà quello di prendere in mano questo movimento per cercare di dare nuovo entusiasmo e nuovo vigore. Con questa conferenza stampa si apre un nuovo ciclo per Civiltà Parmigiana”. Un ciclo che prenda a modello l’esperienza di governo cittadino durante i due mandati di Elvio Ubaldi, e li interpreti secondo le esigenze attuali e le radicalmente modificate condizioni sociali ed economiche del Paese.
Ripensare al futuro senza, ovviamente, dimenticare di affrontare la cruda realtà e i problemi contingenti, attraverso il confronto aperto ed elegante con tutte le componenti sociali e politiche nell’interesse dell’intera collettività e non solo di una sua parte.
“Oggi Parma, conclude Cecilia Zanacca, ha bisogno di una politica di dialogo e non di scontro, di confronto e non di autoreferenzialità, di contenuti e non di invettive, di modestia e non di boriosità. E’ in questo convincimento che noi di Civiltà Parmigiana intendiamo rimetterci al servizio della città convinti che Parma meriti molto di più di quello che la politica locale attuale sta offrendo.”
Lapidario il commento conclusivo dell’ex Sindaco verso l’amministrazione grillina: “il giudizio è negativo e irrevocabile. Non sarà una qualche occasionale convergenza che ci farà cambiare il giudizio. La sostanza è che da questi signori non vi è nessuna capacità di intraprendere le novità. Perché se da un lato c’è stato un tentativo di colmare il vuoto dall’altro vi è stato il vuoto completo. Il giudizio è radicale. Di questo passo non si può che precipitare nel vuoto.”
di Lamberto Colla ---
Del caso Cancellieri non v’è più traccia nelle cronache. Tutti i riflettori accesi sull’inutile disfida “democratica” e, mentre la “coldiretti” blocca i camion al Brennero, il “Made in Italy” viene massacrato a Prato insieme a 7 morti e centinaia di schiavi sotto gli occhi di tutti.
Parma, 8 dicembre 2013 -
Tanto rumore per nulla. Sono ferme al 20 di novembre le ultime cronache sul caso Cancellieri_Ligresti. Poi più nulla. Tutto caduto nel silenzio e ognuno è tornato a fare il proprio mestiere. Certamente più importante era la notizia della decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi e del suo “dudu” che gioca con Putin.
Ancor più importante, perchè sul risultato si giocherà il futuro del Paese, la sfida che si consumerà proprio oggi 8 dicembre tra il “dotto” Cuperlo, il “trendy” Renzi e l’”outsider” Civati che manco l’onore di essere intervistato da Fazio ha avuto.
E mentre tutto questo bel “fumus”, ottenebrante e rincoglionente, è calato sulle teste di tutto il popolo italiano ci infilano una IMU mascherata, tagliano quasi tutte le pensioni d’oro tranne, ovviamente, quelle dei 2700 parlamentari a riposo.
Ma grande risonanza mediatica, invece, ha avuto la legge che punisce gli incendiari. Uno sforzo intellettuale impressionante per il quale gli estensori dovranno farsi almeno almeno un mesetto di ferie in qualche centro termale o villaggio benessere.
Vogliamo scommettere che troveremo in galera il contadino che ha dato fuoco alle sue stoppie e non i camorristi che sotterrano i rifiuti tossici?
Migliaia di agricoltori con Ministra di sostegno al seguito a bloccare e controllare i camion provenienti dal nord europa con derrate “Italian Sounding”. Più che una protesta una operazione mediatica per riproporre la necessità di difendere i prodotti nazionali. Quasi un rituale e una colorata messinscena ma ci sta sia nei modi che nella sostanza. Peccato che negli stessi giorni il Made in Italy venga mortificato proprio dal centro Italia. Ci sono voluti 7 morti arrostiti per “scoprire” che a Prato, la vera China Town d’Europa, si produce e etichetta Made in Italy solo esclusivamente con i nuovi schiavi. Cinesi anch’essi che dormono ammassati e a turno sul medesimo giaciglio in camerate poste sopra i locali di lavoro.
Si scopre che nel bel mezzo di un Centro Commerciale all’ingrosso “cinese” (vedi link a PadovaOggi) c’era addirittura una scuola per bambini cinesi, perfettamente attrezzata con aule, gessetti e lavagna con l’identificazione della aule ovviamente in caratteri cinesi. Una decina di aule per centinaia di studenti.
Una società, quella cinese, che vive e prospera all’interno della nostra ma applicando le loro leggi e la loro giustizia. Una società invisibile di cui raramente si parla e soprattutto si contrasta.
Perché quel tipo di “società” deve essere contrastata e perseguitata. E’ un tumore per la nostra società, la nostra economia e un insulto alla nostra morale.
Vengono perseguitati i “Vu Cumprà” sulle spiagge per lo spaccio di qualche “firma” falsa e non si ferma una intera industria del “made in Italy” anzi no, “Made in Slavery”.
Centinaia di schiavi moderni lasciati morire, proprio da noi che ci reputiamo la culla delle civiltà! Non ci sono scuse bisogna agire e stroncare questi illeciti e la prossima volta, invece del Brennero, prendete la strada di Prato e invece della Ministro dell’agricoltura vada la Ministra della Giustizia Cancellieri.
La comunità cinese ha colonizzato tutto il distretto produttivo dell’abbigliamento di Prato. Produce con etichette “Made in Italy” utilizzando personale IN SCHIAVITU’. E’ inaccettabile anche moralmente che non vengano perseguitati i responsabili e irresponsabili comandanti cinesi e i fiancheggiatori di qualsiasi nazionalità essi siano.
Gli ispettori dell’INAIL e del Ministero del Lavoro ti piombano in due per contestare una ritardata comunicazione di un giorno e ti appioppano 116€ di multa mentre sfugge al controllo di centinaia di aziende produttive e commerciali condotte da un dipendente soltanto ma coadiuvato da decine di irregolari.
E’ allucinante ma purtroppo questa è la cruda realtà che nessuno vuole vedere.
E allora continuiamo a seguire le storie di DUDU che ora ha anche la sua pagina Facebook...
(ultima ora. Il profilo di Dudù è sparito. E pensare che in poche ore aveva raccolto ben 800 amicizie).
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