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Domenica, 17 Settembre 2017 06:40

c.a.s.e.a.SOMMARIO Anno 16 - n° 37 17 settembre 2017

Editoriale: Col vento in poppa!. - Lattiero caseario. Flessione negativa per il latte spot. - Cereali e dintorni. Mercati in altalena soggetti a rapide speculazioni. - Caccia. Conferma l'apertura della stagione venatoria domenica 17 settembre. - Vino: Vendemmia scarsa ma l'Italia resta leader produzione mondiale -

- SOMMARIO Anno 16 - n° 37 17 settembre 2017
1.1 editoriale
Col vento in poppa!.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Flessione negativa per il latte spot.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in altalena soggetti a rapide speculazioni.
4.1 sicurezza alimentare Falso miele. Il Ministero serbo dispone il ritiro di miele contraffatto dai supermercati IDEA.
4.2 caccia Caccia. Conferma l'apertura della stagione venatoria domenica 17 settembre.
5.1 vino - eventi Bacco al Castello. Domenica 17 settembre
5.2 ambiente - eventi Il giovedi del tinello letterario. Per conoscere l'impatto ambientale. Con crediti formativi.
6.2 cantina Russi (RA) Riapre la Cantina di Russi (Ra), 2 milioni dalla Regione
7.1 vendemmia - previsioni Vino: Vendemmia scarsa ma l'Italia resta leader produzione mondiale
8.1 Scoperte - Dieta e salute Il caffè, amico del cuore.
8.2 sicurezza alimentare Unicoop Tirreno richiama il prodotto Curry drogheria alimentari vaso minipet 90 gr.
9.1 Ponti sul PO Viabilità nord sud Ponti sul Po. Fumata nera in Provincia.
10.1 assicurazioni E' fuga dalle assicurazioni agricole
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

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20170917-Cibus 37-COP 

Domenica, 17 Settembre 2017 06:28

Col vento in poppa!

Siamo proprio sicuri che vada tutto bene? Junker che loda l'Italia, qui gatta ci cova. La Merkel è troppo taciturna.

di Lamberto Colla Parma 17settembre 2017 -
"Un anno fa non eravamo in un buono stato ma l'Unione europea ha mostrato che possiamo dare risultati e il vento è di nuovo nelle nostre vele. Bisogna però sfruttare il momentum perché la finestra di opportunità potrebbe non restare aperta a lungo (...). Siamo al quinto anno di crescita economica (...) L'Unione europea ha le porte aperte al commercio ma ci deve essere reciprocità."

Così si esprime il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, nel consueto discorso annuale ai parlamenti riuniti a Strasburgo.

E per garantire la massima superficie velica sottolinea la necessità di un super ministro centrale delle finanze dell'UE.

Un ministro unico europeo dell'Economia e delle Finanze "per promuovere le riforme negli Stati membri. Il ministro dovrebbe coordinare tutti gli strumenti di finanziamento dell'Ue e intervenire" nei casi di crisi . "Non penso ad una nuova carica: per ragioni di efficienza, il commissario europeo agli Affari economici e finanziari può svolgere questo ruolo, presiedendo anche l'Eurogruppo".

C'è spazio anche per una "sviolinata" all'Italia nel discorso del Presidente Junker: "Io stesso e la Commissione lavoriamo in armonia con il primo ministro Paolo Gentiloni e con il suo governo. Nel Mediterraneo centrale, l'Italia salva l'onore dell'Europa" e un'anatema al Regno Unito definendo l'uscita della Gran Bretagna un "momento triste e tragico". "Lo rimpiangeremo sempre e voi lo rimpiangerete presto", ha aggiunto rivolgendosi a un gruppo di eurodeputati britannici che avevano iniziato a rumoreggiare in aula.
In sintesi, ora che le cose vanno meglio, ha aggiunto, Juncker "non bisogna peccare di eccesso di prudenza. Non basta aggiustare il tetto, dobbiamo cominciare a concludere il lavoro ora, mentre il tempo è buono, perché quando le prossime nuvole si formeranno all'orizzonte, e si formeranno, sarà troppo tardi". "Allora - ha concluso - lasciamo gli ormeggi, mettiamo le vele e approfittiamo dei venti a favore".

Tralasciando sviolinata, anatema e soprattutto la proposta del Super Ministro Delle Finanze, che sembra più un suggerimento forzato dalla sua madrina, la portinaia del Condominio Europa Angela Merkel (piuttosto silenziosa in quest'ultimo anno, e qui gatta ci cova), il Governo Italiano dovrebbe fare sue le ultime parole: "approfittiamo dei venti a favore" intanto che la congiuntura economica è favorevole.

E già, perché nonostante si stia sbandierando successi su successi, crescita de PIL, occupazione ai valori pre-crisi, L'Italia è ultima in tutte le classifiche riguardo i paesi occidentali, dove questo non accade, è preceduta solo da Grecia o Portogallo o al massimo da entrambi i Paesi.

Per dare un termine di paragone, la crescita del nostro PIL sarà attorno al 1,3-1,4% (peraltro notevolmente superiore alle stime di fine 2016) mentre quello della Turchia è del 5,1% e la Spagna del 3,5%. Per non parlare dei dati sull'occupazione che vede una crescita dei contratti a termine e una diminuzione dei contratti a tempo indeterminato (lettura consigliata, clicca qui).

Una condizione che invece di arricchire i cittadini li impoverisce, tanto è vero che, a un aumento di PIL si contrappone un dato molto meno "sbandierato" riguardante il calo del commercio. In Emilia Romagna (la locomotiva d'Italia) il calo riferito al primo trimestre (dati Unioncamere giugno 2017) è stato dello 0,9% al quale occorre associare il calo del -1,4% delle piccole imprese.
Sembra proprio che sia all'opera un moderno Robin Hood, che ruba ai poveri per dare ai ricchi.

Non voglio immaginare cosa accadrebbe con un Super Ministro Economico Europeo!

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Il "politicamente corretto" ci condurrà a comperare il "Chinino" nelle "Privative di Sali e Tabacchi"?. L'Ordine dei Giornalisti dovrebbe difendere la libertà, senza "se" e senza "ma", di opinione e di stampa.

di Lamberto Colla Parma 10 settembre 2017 - All'indomani del caso della bimba di Trento, deceduta per avere contratto la malaria, "Il Tempo" titolava "Ecco la malaria degli immigranti".

Non è sembrato vero, ai cultori della demagogia, ai falsi buonisti di poter balzare in cattedra a bacchettare il giornale romano.

Addirittura si è invocato l'articolo 21 della Costituzione spingendo taluni - di cui non vogliamo fare pubblicità - a sostenere che "le posizioni di intolleranza sono fuori dalla società, e come tali, non hanno nessun diritto — nemmeno la libertà di essere espresse", piuttosto che per aver violato la legge Mancino del 25 giugno 1993 contro gesti, azioni e slogan nazifascisti, e per violazione dell'articolo 658 del Codice penale, per procurato allarme.

Insomma uno scandalo! E al Tempo arriveranno denunce da ogni parte, tant'è che il giorno seguente e in tono provocatorio, la testata romana ha aperto la prima pagina con tre punti di sospensione invitando a fare "loro" il titolo di apertura (vedi foto di copertina).

Alcune considerazioni
A Gino Strada (fondatore di Emergency) è concesso di dare dello "Sbirro" al Ministro Minniti, insultando il capo del dicastero e indirettamente tutte le forze dell'ordine, a un giornale invece non è concesso di esprime quell'opinione, che peraltro rappresenta il pensiero di tantissimi e per di più suffragata dalla Circolare del Ministero della Salute del 27 dicembre 2016 "Il 70% dei casi si sono verificati nel genere maschile e il 45% nella fascia di età 24-44 anni. Tra i cittadini italiani si sono riscontrati il 20% dei casi di cui il 41% in viaggio per lavoro, il 22% per turismo, il 21 % per volontariato/missione religiosa.
Gli stranieri rappresentano l'80%, per quanto riguarda quest'ultimi l'81% dei casi sono da registrarsi tra immigrati regolarmente residenti in Italia e tornati nel paese di origine in visita a parenti ed amici, definiti in letteratura come Visiting Relatives and Friends e indicati con l'acronimo VRFs, il 13% tra immigrati al primo ingresso." .

Inoltre, per le legge del contrappasso, se a "Il Tempo" vogliono far scontare di avere violato l'art. 21, sarebbe doveroso, che gli stessi giustizieri, gli immacolati perbenisti, in ragione del fatto che la nostra Repubblica è fondata sul Lavoro (articolo 1 della Costituzione), dovrebbero denunciare quei dirigenti apicali che hanno bandito concorsi pubblici (costo medio di 100.000€/giorno per concorso) ma che alla fine non hanno assunto i vincitori, alimentando la lista dei sospesi che oggi somma a ben 150.000 unità.

O i ruoli non erano da ricoprire, per cui c'è stato esclusivo spreco di denaro pubblico, o i servizi pubblici sono sottorganico con conseguente inefficienza dei servizi stessi. O forse entrambe le ipotesi sono vere!

Concludendo non vorrei che, a causa dei "politicamente corretti", si tornasse a comperare il "Chinino" nelle "privative" di Sali e Tabacchi.

20170910-Chinino di Stato copia

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Lunedì 11 settembre, a partire dalle ore 16, a Palazzo Soragna (via Ponte Caprazucca 6/a – Parma), si terrà il convegno Il crowdfunding, organizzato dal Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell'Ateneo e dall'Unione Parmense degli Industriali.

In un quadro nazionale di perdurante credit crunch, il crowdfunding risulta una valida alternativa al credito bancario. Tale strumento è in fase di consolidamento all'estero e di progressiva diffusione anche in Italia. Il Convegno intende presentare e discutere il libro che raccoglie opportunamente modificati, integrati e aggiornati, gli interventi sia teorici sia tecnici degli esponenti del mondo dell'impresa, delle professioni, delle Autorità di Vigilanza e dell'ambito accademico al Convegno tenutosi il 13 maggio 2015 presso l'Unione Parmense degli Industriali, organizzato dalla stessa in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell'Università di Parma.

I contributi raccolti nel saggio mirano a una "conoscenza pragmatica" del crowdfunding, una sorta di "toolbox" che possa fornire strumenti di crescita finanziaria alle imprese, soprattutto innovative e di piccole e medie dimensioni. In sintesi, emerge come il crowdfunding possa diventare uno strumento dalle illimitate potenzialità di crescita e possibilità di successo, alla luce non solo del respiro transnazionale che il Legislatore vi ha infuso, ma anche della sua forte consonanza con le recenti innovazioni normative e fiscali.

Programma

Ore 16,00 – 16,15 – Benvenuto e apertura lavori
Cesare Azzali, Unione Parmense Industriali

Ore 16,15 - 16,45
Alessandra Fiorelli, Avvocato Foro di Roma
Innovazioni giuridiche nel crowdfunding

Ore 16,45-17,15
Ursula Ciaravolo, Banca D'Italia
Crowdfunding e ruolo dell'Autorità di Vigilanza

Ore 17,15 - 17,45
Davide Zaottini, Consob (da confermare)
Crowdfunding: la tutela del mercato nelle emissioni

Ore 17,45-18,15
Claudio Cacciamani, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, Università di Parma
Crowdfunding: un primo bilancio

Ore 18,15-18,45
Domande e dibattito

Ore 18,45-19,00
Cesare Azzali, Unione Parmense Industriali
Conclusioni

Ore 19,00
Cocktail

Deciso rallentamento, nel primo semestre del 2017, per i fallimenti delle imprese reggiane, con una netta inversione di tendenza rispetto al trend del 2016. Sono infatti scese a 47 le procedure fallimentari aperte in provincia di Reggio Emilia nel periodo gennaio-giugno di quest'anno, il 39% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, quando se ne contavano 77.

Osservando la distribuzione delle procedure per settore di attività economica - come sottolinea l'analisi effettuata dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati del Tribunale di Reggio Emilia - quello che contribuisce maggiormente in termini assoluti è l'industria manifatturiera, con 13 fallimenti aperti in sei mesi (il 27,7% del totale), di cui 5 nella metalmeccanica e 3 nel ceramico, che risultano i comparti più colpiti.
Seguono poi le costruzioni con 12 procedure (25,5% sul totale) e il commercio e pubblici esercizi con 9 fallimenti (19,1% l'incidenza sul dato complessivo).

Se si confrontano i dati settoriali di quest'anno con quelli del primo semestre del 2016, è evidente la decelerazione registrata nelle aperture delle procedure fallimentari. Le aziende manifatturiere fallite nel periodo gennaio-giugno del 2017 sono meno della metà di quelle dello stesso periodo del 2016, quando furono 28.

Lo stesso andamento riguarda le imprese di costruzioni (27 nel 2016 rispetto alle 12 di quest'anno). In flessione anche i fallimenti delle attività di commercio e pubblici esercizi, calati del 36% (da 14 a 9 imprese).
A peggiorare la performance rispetto ai primi sei mesi del 2016 sono state, invece, le aziende del settore immobiliare, per le quali le procedure fallimentari aperte sono passate da 3 a 6.

I fallimenti relativi ai servizi alle persone sono stati complessivamente 4 (come nel primo semestre 2016) e hanno riguardato attività sia ricreative e di divertimento che di supporto alle rappresentazioni artistiche. Per quanto concerne i servizi di supporto alle imprese, i 2 fallimenti aperti nel corso del primo semestre 2017 hanno riguardato attività di informatica e di logistica. Nel settore agricolo si registra un unico fallimento.

La flessione delle procedure fallimentari aperte in provincia di Reggio Emilia nei primi sei mesi del 2017 sembra dunque confermare, indirettamente, quel miglioramento della situazione economica provinciale che già si è evidenziato con un aumento della produzione industriale, dell'export e la flessione del tasso di disoccupazione.

20170906-fallimenti gen-giu 2017

(Fonte: U.O. Studi, Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Reggio Emilia)

Domenica, 03 Settembre 2017 09:10

Verso lo scontro tra civiltà.

Tra stupri a Go Go e spedizioni punitive. La società si surriscalda e basta una scintilla per trasformare episodici casi di violenza in sistematiche azioni punitive.

di Lamberto Colla Parma 3 aettembre 2017 - Il caso di Abid Jee, il mediatore culturale che all'indomani dell'aggressione alla coppia polacca ha postato su facebook quell'illeggibile giustificazione, è la prova provata che l'integrazione è ben lontana dall'attuarsi compiutamente.

20170830-Stupro Abid Jee-mediatore culturaleInquieta la normalità con la quale questo 24enne, "mediatore culturale", assunto proprio allo scopo di agevolare l'inserimento dei migranti, al di là della forma grammaticale, tratta l'argomento dello stupro. Sembra una cattiva traduzione di un testo scientifico di sociologia applicata appartenente a un'epoca remota e invece drammaticamente attuale.
Purtroppo questa è la mentalità di certa parte di immigrati con i quali, presto o tardi, ci si scontrerà, non solo verbalmente.

Ormai lo stupro è una pratica comune e la cronaca di questi giorni ce ne ha offerto un campionario oltremodo nutrito. Compiuto da gruppi selvaggi piuttosto che da singoli, tanto infoiati al punto da violentare anche una 81enne in pieno giorni a Milano, la violenza carnale, se non adeguatamente punita, rischia di diventare pratica sessuale ordinaria.

Ma c'è un altro elemento da non sottovalutare: la giustizia "fai da te".

L'ultimo assurdo episodio accaduto a Aqui Terme nell'alessandrino, ne è la prova. Senza alcuna apparente motivazione, alcuni giovani se la prendono con un coetaneo di colore e ne postano il video su youtube (vedi video) e anche in questo caso a lasciare basiti sono i commenti dei ragazzi (questa volta "visi pallidi") che "serenamente" stanno registrando la scena.
A Roma nelle stesse ore, invece, a scatenare la reazione della comunità autoctona contro il centro di accoglienza è stata la presunta sassaiola contro un bambino da parte di un eritreo.
A Parma invece a fare le spese della tensione latente è stato un autista della azienda di trasporti, pestato da un paio di giovani di colore, forse anche a seguito di una provocazione dell'autista stesso (la azienda sta facendo una indagine interna) "stanco" di dover combattere contro il traffico cittadino e il gruppo di giovani che quotidianamente bivaccano alla stazione dei pullman intralciando l'operato del conducente.

Insomma, episodi sempre più frequenti di intolleranza che sfociano in violenza gratuita stanno diffondendosi da nord a sud, contribuendo a innalzare il livello di tensione , di rabbia e di desiderio di vendetta.

Il rischio è che si passi da episodi isolati a sistematici e che "squadroni punitivi" possano tornare di moda facendo arretrare l'orologio sociale di 100 anni esatti.

E' il momento di intervenire con durezza e equità ma anche con politiche economiche che producano lavoro stabile e alienare definitivamente quella vomitevole demagogia e falso buonismo di cui sono infarciti i commenti di molti esponenti delle istituzioni.


(Video segnalati)
https://youtu.be/0vAgCHUPZT4 
https://youtu.be/1MVMqvLmDb8 
https://youtu.be/cu14r7je0-w 

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Emilia-Romagna ai vertici europei e prima in Italia per export pro-capite, Bonaccini: "Una regione che compete con le aree più avanzate a livello internazionale. Crescita e occupazione grazie all'impegno comune con imprese, sindacati e territori nel Patto per il Lavoro"

E' di oltre 12.500 euro il contributo delle esportazioni al reddito dei cittadini, record nel Paese e quasi il doppio di quello medio prodotto dalle aree di Usa, Cina, Germania, Francia e Gran Bretagna prese in considerazione in uno studio di Ice, Università dell'Aquila e Università di Bari pubblicato nell'ultimo annuario Ice-Istat

Bologna – Insieme a Veneto e Lombardia, l'Emilia-Romagna scala i vertici europei per quanto riguarda l'export, ma risulta al primo posto in Italia se si considera l'export pro-capite: 12.525 euro, superiore a quello del Veneto (11.762 euro) e quasi il doppio di quello medio prodotto dai territori di Usa, Cina, Germania, Francia e Gran Bretagna, pari 7.553 euro.

I dati, riferiti al biennio 2015-2016, sono frutto di un lavoro di analisi svolto insieme da Ice, Università dell'Aquila e Università di Bari, pubblicato nell'ultimo annuario Ice-Istat sul commercio estero e ripreso oggi da Il Sole 24 ore. La ricerca dimostra come la capacità di creare ricchezza dall'export delle tre regioni italiane sia paragonabile a quella delle aree della Germania più competitive sul fronte dell'internazionalizzazione, uguagliando Baviera e Baden-Wurtemberg, colossi tedeschi che vengono però superati se si prende in considerazione l'export pro-capite, ovvero il contributo che le esportazioni forniscono al reddito dei cittadini. E qui, prendendo il valore dell'export prodotto in regione diviso il numero dei propri cittadini, l'Emilia-Romagna con oltre 12.500 euro guadagna il primato nazionale.

"E' un dato straordinario- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- che dimostra quanto la scelta che abbiamo fatto di sostenere l'internazionalizzazione delle imprese, insieme a ricerca, innovazione e qualità, stia risultando efficace, con risultati concreti su crescita e sviluppo dell'economia regionale. Ed è la prova che davvero l'Emilia-Romagna, coesa e solidale, compete con le aree più avanzate a livello europeo e internazionale, grazie all'impegno comune portato avanti attraverso il Patto per il Lavoro sottoscritto con imprese, sindacati, territori, Università e Terzo settore, che ci ha permesso di ridurre la disoccupazione del 9 al 6,6% in soli due anni, un fare squadra, un lavoro corale che oggi rende possibile l'obiettivo del 4/5% entro il 2020, il che riporterebbe l'Emilia-Romagna a livelli di piena occupazione. Una crescita- chiude Bonaccini- a cui si associano investimenti per potenziare sanità e welfare, a partire dal reddito di solidarietà per le persone in povertà, al quale abbiamo destinato 35 milioni di euro l'anno".

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Domenica, 27 Agosto 2017 09:15

Eureka, l’economia avanza! Oibò

La ripresa c'è, ma non si vede. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) cresce addirittura meglio delle previsioni. Pochi decimi di punto percentuale ma sufficienti a galvanizzare i nostri politici. Ma la realtà, percepita e concreta, è ben diversa.

di Lamberto Colla Parma 27 agosto 2017
"Il tempo è galantuomo: basta saper aspettare. Oggi i dati ISTAT dicono che la strategia di questi anni produce risultati." ha orgogliosamente dichiarato l'ex premier Matteo Renzi all'indomani (16 agosto) dei dati sul PIL diffusi dall'Istat.

Il Pil italiano nel secondo trimestre 2017 è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% rispetto al secondo trimestre 2016.
Valori infinitesimali e comunque inferiori a quelli registrati nell'Eurozona dove il Pil cresce dello 0,6% e del 2,2% su base annuale. Per non parlare della Spagna che ha fatto registrare una crescita, su base annua, del 3,5% proseguendo perciò una striscia positiva da ben 15 trimestri.

Ma c'è di più, il debito pubblico nel frattempo ha raggiunto il nuovo record di 2.281 miliardi di euro.
Quantomeno inopportune le dichiarazioni, Gentiloni compreso, di coloro i quali tendono a accaparrarsi un merito immotivato relativamente a una crescita che la stragrande maggioranza dei cittadini e gli imprenditori non percepisce.

Se fosse vero che i dati positivi sono da assegnare alle politiche dei Governi dell'Austerity, allora sarebbe interessante conoscere:
1- quali sono stati gli interventi strutturali realizzati?
2- quali le prospettive di sviluppo a seguito di questi efficaci interventi, quindi dove andremo a finire e in quanto tempo?
Risposte che non arriveranno mai perché nessuno prende il coraggio di fare scelte che metterebbero a rischio qualche migliaio di voti che verosimilmente verrebbero a mancare dalle urne. E così, volenti o nolenti, le sorti della nostra economia saranno ancora legate ai fattori congiunturali e alle politiche finanziarie dell'UE (Mario Draghi con il QE - Quantitative Easing ha dato una gran mano!).

Se la Politica nazionale avesse giocato con un po' più di coraggio oggi le cose sarebbero molto migliori e la conferma viene dall'elaborazione di Giorgio Meletti pubblicate da Il fatto Quotidiano lo scorso 20 agosto che riportiamo:
"Nel 2007 il Prodotto interno lordo (Pil) dell'Italia è stato 1.687 miliardi. Poi è iniziata la crisi e il Pil è sceso fino a toccare il fondo nel 2013: 1.541 miliardi, 136 miliardi (8,6 per cento) in meno rispetto al 2007. Dal 2014 – per merito di Renzi, di Mario Draghi o della congiuntura internazionale, ampio dibattito – il Pil è risalito. Nel 2017, con il progresso dell'1,5 per cento, dovrebbe arrivare a quota 1.591. Dopo dieci anni siamo ancora sotto del 6 per cento, un centinaio di miliardi. Nel frattempo, il Pil dei primi 12 Paesi "sudditi" dell'Euro cresce da 9.590 a 10.074 miliardi, con un progresso in dieci anni del 5 per cento. Se l'Italia avesse tenuto il ritmo dell'Eurozona, il Pil 2017 sarebbe arrivato a 1.771 miliardi, 180 miliardi più del disastro".

20180824-evoluzione-deb-governiInfine val la pena di ricordare che l'origine di tutti i mali deriva dall'esplosione degli interessi a seguito della folle operazione, voluta dal Ministro Andreatta e assecondata da Ciampi (all'epoca - 1981 -Governatore di Baca d'Italia), di indipendenza della Banca d'Italia. Operazione che aprì le porte alla speculazione privata sui nostri Titoli di Stato (vedi grafici allegati).

Tutto ciò ha contribuito a generare sempre maggior debito, in barba ai sacrifici dei cittadini e delle imprese che hanno versato imposte in misura molto maggiore di quanto abbiano ricevuto in servizi.

Dati confermati anche da un'analisi del bilancio annuale dello Stato: dal 1990 al 2015, con la sola eccezione del 2009, ogni anno l'Italia ha chiuso con un avanzo primario di oltre 700 miliardi.


Di politiche all'Andreatta non ne vorremmo più vedere ma di nuove e un po' più azzardate sarebbe il caso di immaginarle e porre in campo.

Una bella Flat Tax , che da diversi anni andiamo proponendo da questo giornale, ad esempio, potrebbe riportare il gioco all'attacco invece di restare in difesa a subire la pressione degli avversari (Finanza internazionale).
"Prima o poi il gol ci scappa e la partita si perde per sempre"

 

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Sabato, 26 Agosto 2017 08:56

Reggio Emilia Innovazione chiude i battenti

Il direttore generale di Confimi, Mario Lucenti, ha commentato così il disastroso fallimento di Reggio Emilia Innovazione. "Le pmi non hanno altro tempo da perdere. Noi siamo pronti ad offrire alternative concrete".

Reggio Emilia Innovazione chiude definitivamente i battenti, la nota società a capitale misto pubblico privato, è in liquidazione dal 13 luglio scorso. L'impresa, che doveva attrarre le start up verso il nascente Tecnopolo, aveva accumulato un passivo, l'anno scorso, di un 1 milione e 365mila euro.

Ora la messa in liquidazione, ultima pagina di questa gloriosa avventura che si è conclusa come spesso accede in Italia: debiti, numeri arricchiti dal segno meno e con tanto di personale interno da ricollocare. Segno rosso e tutto da rifare, in pieno stile Belpaese.

Altro che Tecnopolo, altro che futuro: la fine di REI è proprio in linea col nostro passato, anni nei quali la politica ha davvero fatto poco per incentivare la crescita delle imprese emiliane. Una disastrosa soluzione vintage che si è conclusa con una chiusura a mani bucate.

Iniziative lodevoli, perfette per la fauna politica e per oliare le macchine fotografiche in occasione di tagli del nastro vari ed eventuali, occasioni buone per farsi belli davanti ai soliti noti, per poi sparire prima che tutto crolli.

"Il fallimento di REI ci ha fatto riflettere: le piccole e medie imprese non hanno altro tempo da perdere. Investire energie e risorse verso la ricerca tecnologica è di vitale importanza per tutti noi, ma il prossimo tentativo non deve assomigliare per nulla allo schema della REI."

Questo il commento di Mario Lucenti, direttore generale di Confimi Emilia. Il dirigente ha continuato dicendo: "Dobbiamo abbattere i confini provinciali e lavorare unitamente con tutto il territorio emiliano, inoltre dobbiamo coinvolgere maggiormente le nostre PMI"

In conclusione, il manager Lucenti, ha aperto a future collaborazioni con il gruppo di lavoro di Confimi Emilia: "Negli ultimi dodici mesi abbiamo incentrato grande parte del nostro lavoro alla creazione di opportunità utili alla crescita tecnologica delle nostre aziende associate gettando le basi di alcune utili collaborazioni con il polo innovazione di Israele, oramai la capitale mondiale delle nuove tecnologie. Non solo: il gruppo Innovazione di Confimi Emilia, capeggiato da Massimo Montecchi, ha stilato una lista di punti da affrontare insieme, in totale sinergia con tutti coloro che vorranno sedersi al nostro tavolo."

Pubblicato in Economia Reggio Emilia
Venerdì, 25 Agosto 2017 09:12

Crescita più rapida in Emilia Romagna

Rivista all'1,4 per cento la stima dell'aumento del prodotto interno lordo, l'Emilia-Romagna si prospetta prima regione per crescita anche nel 2017. I consumi in linea con Pil, prosegue più contenuto il ciclo positivo degli investimenti e aumenta il traino delle esportazioni. Svolta positiva per le costruzioni, tirano i servizi, in crescita l'industria. Cresce l'occupazione più delle forze lavoro e accelera la discesa della disoccupazione.

Rivede al rialzo la crescita del PIL dell'Emilia-Romagna nel 2017 che dovrebbe raggiungere l'1,4 per cento l'ultima edizione degli Scenari per le economie locali di Prometeia analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna. La stima è superiore all'1,2 per cento previsto a livello nazionale. L'Emilia-Romagna si conferma la prima regione italiana per ritmo di crescita nel 2017, insieme al Veneto, con alle spalle la Lombardia. Secondo la previsione di luglio di Prometeia, nel 2017 la crescita del prodotto mondiale dovrebbe salire al 3,3 per cento, grazie all'accelerazione della crescita delle economie emergenti (+4,3 per cento) e dell'Area dell'euro (+1,9 per cento), Il Pil aumenterà dell'1,9 per cento in Germania e dell'1,5 per cento in Francia, valori ai quali la crescita regionale si avvicina. Rallenta la crescita dei consumi (+1,4 per cento) che si allinea a quella del Pil, il ciclo positivo degli investimenti prosegue ad un ritmo più contenuto (+2,3 per cento) e con la crescita europea e la ripresa del commercio mondiale aumentano le esportazioni (+3,0 per cento). Le attese per il 2018 sono orientate a un lieve rallentamento della crescita (+1,4 per cento).

I settori. Nel 2017 il valore aggiunto regionale sarà trainato dalla ripresa delle costruzioni (+1,9 per cento), supportato da un'accelerazione della crescita del settore dei servizi (+1,4 per cento), mentre prosegue contenuta la ripresa del settore industriale (+1,0 per cento). Le attese sono per un'accelerazione della crescita nelle costruzioni (+2,6 per cento) e nell'industria (+1,7 per cento), a fronte di un rallentamento nei servizi (+0,9 per cento).

Il mercato del lavoro. Nel 2017 la crescita degli occupati (+1,8 per cento) supera ampiamente quella delle forze lavoro (+0,4 per cento), a sua volta superiore a quella della popolazione. Aumenta quindi il tasso di attività, ma soprattutto quello di occupazione, che sale al 45,2 per cento, mentre si riduce decisamente la disoccupazione (5,6 per cento).
Le indicazioni per il 2018 prospettano una crescita delle forze di lavoro e degli occupati pressoché analoghe, con solo una marginale riduzione della disoccupazione (5,5 per cento).

Previsione per l'Emilia Romagna e l'Italia. Tassi di variazione percentuali su valori concatenati, anno di riferimento 2010.

20170824-tab1

 

20180824-tab2

Scenario regionale e nazionale: tasso di variazione (asse dx) e numero indice (asse sx) del Pil (2000=100) - Fonte: elaborazione Unioncamere E.R. su dati Prometeia, Scenari per le economie locali, luglio 2017.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(Fonte Unioncamere Emilia Romagna 23 agosto 2017)

 

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