L'Ente camerale, un anno dopo la nascita del "Centro di formazione e di analisi" sui fenomeni di illegalità legati alla criminalità organizzata, creato in collaborazione con la Fondazione "Antonino Caponnetto" di Firenze, lancia infatti un nuovo servizio di "pronto intervento" a sostegno degli imprenditori reggiani colpiti da fenomeni quali estorsioni, ricatti, usura, minacce e, contemporaneamente, "adotta" sette imprese confiscate alla mafia del nord, inserendosi così nel progetto transnazionale "Sos Legality", sostenuto dalla Commissione dell'Unione Europea", al pari delle consorelle Camere di Commercio di Siracusa e Caserta, che a propria volta seguiranno altrettante imprese in altre aree del territorio italiano.
"In quest'ultimo anno – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini – abbiamo sostenuto gli imprenditori reggiani con diverse iniziative di informazione e formazione sui rischi legati alla criminalità organizzata e sulla specificità delle infiltrazioni all'interno di comparti come quelli dell'autotrasporto, degli appalti e del commercio".
Gli imprenditori, dunque, potranno chiamare il nuovo numero telefonico attivato dalla Camera di Commercio (0522/796222) e, dopo il primo momento di ascolto, saranno aiutati da Libera, in un clima di assoluta riservatezza e in ambienti scelti di volta in volta proprio per ragioni di sicurezza.
Accanto al nuovo sportello d'ascolto e d'intervento, come si è detto, parte poi un secondo progetto legato al recupero produttivo e sociale dei beni confiscati alla mafia.
Anche in questo caso in collaborazione con Libera, la Camera di Commercio di Reggio Emilia seguirà – ed è tra le Camere di Commercio italiane impegnate su questo progetto europeo, insieme a quelle di Siracusa e Caserta – il cammino futuro (dai due ai tre anni) di sette aziende (sono 21 in totale quelle sotto "tutela" dei tre enti) sequestrate alla mafia ed indicate dall'Agenzia Nazionale Beni Sequestrati.
Nella foto (da sin.): Francesco Tumbiolo, Vicesegretario CCIAA; Carla Menozzi, funzionario CCIAA Responsabile del Progetto; Enrico Bini, Presidente CCIAA; Davide Pati, segreteria nazionale di Libera; Annalisa Duri, Sos Giustizia di Libera
(fonte CCIAA RE)