All’inaugurazione della mostra, che sarà aperta fino al 19 dicembre, ha partecipato tanta gente che da anni segue con piacere ed interesse tutti gli eventi organizzati dall’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani) ed ancora una volta le attese non sono state tradite perché sin dall’ingresso i visitatori sono stati avvolti dai colori e dalle emozioni dei tre artisti. Il titolo della collettiva è “MERCI” cioè “GRAZIE” perché anche con l’arte si può manifestare la propria gratitudine per tutto ciò che ci circonda e che è stato creato per noi. Quindi, nelle opere di Mancini, Mossini e Pasini l’arte non serve solo a trasmettere l’estro e l’anima dell’artista ma può essere finalizzata anche a farci conoscere ed apprezzare meglio la vita. La Pasini, che nel suo excursus artistico ha conosciuto varie fasi ci ha raccontato nelle sue opere sprazzi di libertà e momenti di spensieratezza svelando così la sua parte più intima. Ancora una volta la talentuosa Danila Pasini riesce magistralmente a trasporre sulla tela i suoi sentimenti, attraverso le amicizie o le vacanze in spiaggia.
Le sue sono immagini intenzionalmente sfuocate che traggono ispirazione da foto e i suoi personaggi sono in un movimento che desta sorpresa e meraviglia a chi le vede. Il professor Paolo Mancini ci delizia con meravigliosi paesaggi e ancora una volta riesce a ritrovare l’architettura in tutto ciò che ci circonda. Nelle sue opere si legge e si nota tutto il passaggio della tecnica dell’architetto, all’estro del pittore e ciò avviene molto naturalmente.
Toscano di origine e con le colline di Neviano nel cuore ci porta in riva al Po per narrarci, attraverso figure sfumate, la natura degli argini e delle golene. Egli ci insegna ad amare la natura e ci descrive l’ambiente circostante facendoci capire che questa è un “dono” che ci è stato offerto; ed è proprio da questo dono che nasce il senso del suo “merci”. La maestra d’arte Maria Chiara Mossini si esprime sempre attraverso una pittura ardita, non facile, certamente fantasiosa e particolare nel suo genere. Nelle poche ed emblematiche opere esposte ci conduce nel suo mondo mettendo come sfondo dei protagonisti delle tele qualcosa di fantastico ed iperbolico. Interpretando i suoi quadri possiamo ritrovare i nostri sogni e quei luoghi dell’anima spesso nascosti. Tecnica ed arte si fondono mirabilmente nelle produzioni della Mossini dove i colori e le loro sfumature diventano protagonisti.
Quella di via Cavestro è una mostra da non perdere unica nel suo genere perché non ci fa solo contemplare opere straordinarie ma ci spinge a fermarci e a riflettere per poter poi essere grati di tutti i doni che la vita ci fa. La gratitudine va coltivata e ciò concorre alla nostra felicità e ci aiuta a vivere meglio il presente senza sperare solo e soltanto nel futuro. I tre artisti ci dicono che la riconoscenza va espressa e bisogna, pertanto educarsi ad essere grati per la vita vissuta e le esperienze fatte. Il grazie espresso dagli artisti noi lo giriamo a loro per averci regalato opere che ci fanno riflettere nel momento in cui le ammiriamo.