Venerdì, 17 Maggio 2024 08:58

I troppi personalismi nel cattolicesimo e la negazione della creaturalità In evidenza

Scritto da Daniele Trabucco

Di Daniele Trabucco Belluno, 16 maggio 2024 - Il personalismo è una corrente filosofica dai plurimi contenuti ed è la diretta conseguenza sia del primato del soggetto sull'oggetto di cartesiana memoria, sia del principio di immanenza.

Ora, è innegabile che le diverse prospettive personalistiche neghino in tutto o in parte la verità della creaturalità della persona, rendendola un progetto continuamente in fieri.

Non può stupire, allora, se, dopo la conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II nel dicembre del 1965, si sia via via affermato il personalismo pratico-pastorale che, premettendo l'accompagnamento alla vera conoscenza della Verità ad opera della retta ragione, favorisce l'autonomia relativista delle coscienze.

Non stupisce, neppure, la proposta di "umanesimo integrale" avanzata dal filosofo francese Jacques Maritain (1882-1973) dove, in nome della "nuova cristianità" di tipo "aconfessionale e pluralista", si trasforma il mito della "volontà generale" in un assoluto religioso-morale idolatrico che fa totalitariamente e necessariamente scelte morali pubbliche in autonomia e spesso in palese contraddizione con la legge naturale. Da ultimo, non si può dimenticare il personalismo teologico di Karl Rhaner (1904-1984) di stampo hegeliano-heidegerriano in cui, con la sua opera di "depravazione ermeneutica" del tomismo, l'essere è ridotto a "Dasein", a qualcosa di temporalizzato che è alla base dell'etica della situazione. In questo vortice di idee solo il recupero dell'insegnamento di san Tommaso d'Aquino (1225 –1274), ove la persona è tale in quanto sostanza e fa da supposito ad un'essenza e a degli accidenti con una natura determinata da realizzare pienamente, è la strada da percorrere per recuperare la dignità intrinseca del nostro essere uomini e donne.

L'opposto di quelle correnti personalistiche che, insistendo su una natura indeterminata, anfibia e modulare, illudono l'uomo di essere altro da sé.

(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
 
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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