Di Antonella Scarati (*) Parma, 24 luglio 2021 -
Attraversare terre lontane, approdare su spiagge ignote, ammirare il mare e con il suo moto di andare e venire, ascoltare i battiti del mio cuore pulsare più forte per l'emozione.
Le parole di questa storia mi accompagnano di sera, sono finalmente a casa e leggo al lume fioco dell’abat-jour. L'essenza di Irene, creatura quasi onirica, incontra su un'isola lontana un viaggiatore che di mestiere fa il cantastorie: parole ebraiche, parole greche, parole che vengono dal mare, parole vomitate dai visceri, che prendono forma e suoni ribelli, senza un vero e proprio ordine, parole d'impulso che attecchiscono e fanno rumore.
La storia di Irene è simbolo di quanta reticenza sia scacciata dall'amore.
Benché sordomuta, appena 16 enne e in dolce attesa, non benvoluta dalla comunità femminile in cui è cresciuta, Irene trova la sua dimensione: ammirare il mare e qui rifugiarsi, con le creature che salgono dai fondali per respirare e poi andare giù, per vivere.
Raccontare e raccontarsi, un piccolo segreto per lasciare che al mondo non si viva soli, affinché il mondo accolga, anche chi, non ha orecchie e occhi per noi.
Raccontare delle proprie origini, anche se non si è procreatori, perché dei nostri avi, su questa terra, restino le storie.
"Mi apriva il mare, mi riempiva il fiato. Mi vibravano gli organi, reni, cuore, cervello, solletico ai polmoni, un soffio nelle ossa. Ho chiuso gli occhi e ho notato i più leggeri metri della vita. Le bracciate seguivano una corrente, l'effetto era di scendere dalla cima di un'onda. Ero un bambino sopra l'altalena spinto alle spalle da un adulto allegro." Pagg 38, 39
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L’Autrice si presenta
Antonella Scarati, dottoressa in Medicina e Chirurgia. Pugliese di nascita, vivo a Parma dal 2009. Credo fermamente che le relazioni umane siano il regalo inaspettato di ogni giornata: qualsiasi persona che incontri ed abbia una storia da raccontarmi, non riuscirà a divincolarsi facilmente da me. Entusiasta, empatica, solare, socievole nei rapporti di amicizia, ma anche con i più piccoli con cui trascorro pomeriggi di gioco come volontaria Presso il reparto di Pediatria dell' Ospedale dei Bambini " Pietro Barilla". Co-ideatrice di un gruppo di lettura virtuale: "Io sono l'altro", condividiamo letture inerenti la diversità, la disabilità, l'immigrazione, il bullismo. Esprimo a gran voce i miei stati d'animo, preferendo carta e penna al linguaggio parlato: scrivo lettere per accorciare le distanze del cuore.
Penso che la vita sia "Una somma di piccole cose".
Riferimenti email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. con il piacere di ascoltare, condividere e leggere riflessioni e pensieri.