Sabato, 05 Settembre 2020 13:27

L’assurdità del numero chiuso nelle Università. In evidenza

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In questi giorni le Università hanno aperto i battenti e sono iniziate le febbrili partecipazioni ai test d’ingresso alle facoltà medico-scientifiche. Si realizza il paradosso italiano, per cui, di fronte alla carenza di personale medico e paramedico,

di cui ce ne siamo resi tutti conto nel fronteggiare l’emergenza sanitaria legata al coronavirus, si continua ostinatamente ad adottare il modello del numero chiuso.

Siamo tutti consapevoli della triste realtà che ci appare negli ospedali, dove imbattersi in camici bianchi (ma non solo) si rivela essere occasione rara.
Per quanto tempo ancora, invece, il ministro dell’Università e l’intero Esecutivo desiderano mantenere questo status quo?

Al tempo del liberismo e della globalizzazione, perché questa classe politica continua ad interferire nella scelta della facoltà universitaria di tanti giovani italiani?

Si perdura nell’impedire lo studio di tante discipline sanitarie e scientifiche, pur sapendo che la Nazione ne ha un disperato bisogno. La libera scelta della facoltà, oltre ad arricchire la nostra società di tanti giovani professionisti, eviterebbe anche il drenaggio di cospicue risorse economiche verso altre Università europee. Dal 1987 al 1999, mentre Roma pianificava come negare il diritto allo studio a migliaia di studenti, cadeva il Muro di Berlino: il Mondo cambiava e iniziava una nuova era. Da allora sono trascorsi trentuno anni. Troppo tempo per proteggere una vecchia ragione politica che aggrediva il diritto allo studio e depauperava il patrimonio formativo e professionale italiano.

Parma, 04.09.2020
Matteo Impagnatiello
Segretario provinciale Fiamma Tricolore

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