I ragazzi, oggi più di ieri, nell’età adolescenziale vivono in un mondo fondato non tanto di fantasia e spensieratezza - come dovrebbe essere - quanto piuttosto su forme di disagio, ormai talmente diffuse da far parlare con maggior frequenza di disagio giovanile.
Parma 15 gennaio 2020 - Nella società contemporanea, i giovani, in generale, hanno sempre meno rispetto per le regole, e sono sempre più tentati dal proibito. In alcuni casi si può verificare un’altra forma di violenza, più sottile, come quella del cyberbullismo, ossia il bullismo online dove i ragazzi, nascondendosi dietro un computer o un cellulare, deridono, insultano, minacciano la vittima prescelta. Talvolta giungono persino a rubare l’identità della vittima creando un profilo falso col quale postano immagini, video o pettegolezzi imbarazzanti che, il più delle volte, sono anche invenzioni create dal bullo stesso. All'origine, probabilmente, vi è l’assenza del ruolo educativo dei genitori di oggi, quelli cresciuti tra gli anni settanta e gli anni ottanta, che finiscono sempre più spesso per sottrarsi alla propria funzione educativa. Così i loro figli si stanno rassegnando a crescersi da soli attraverso il web e la tecnologia.
L’evolversi dai genitori, per i giovani del terzo millennio, non significa più ottenere soltanto l’indipendenza ma distaccarsi completamente da loro, trovandosi senza punti di riferimento. Tutto questo, però, ostacola il processo di soggettivazione e di costruzione del sé in quanto è proprio attraverso l’identificazione con le figure di accudimento - quali appunto i genitori - che il ragazzo struttura le basi delle propria identità. Pertanto, sembra che i genitori siano venuti meno al loro ruolo a causa di un processo di regresso collettivo in atto che è collegato al nostro modello produttivo e sta portando a un appiattimento dell’intera società su un registro adolescenziale. Con la sua identità mutevole, il giovane rappresenta il consumatore perfetto per la società dei consumi nella quale viviamo e che ci vuole tutti adolescenti.
Ed è per questo che, mentre i ragazzi bruciano le tappe, i genitori regrediscono comportandosi sempre di più come i propri figli. Così al ruolo dei genitori subentra quello della rete, del web, perché è proprio in rete che molti di questi ragazzi costruiscono le loro identità. Ma si tratta di identità surrogate che sono in grado di produrre fenomeni anche molto gravi. Gli specialisti ci dicono che non ci si deve approcciare all'adolescenza di oggi pensando ai tempi passati. Esiste un gap insanabile tra una generazione e l’altra, l’evoluzione cammina troppo velocemente, per cui anche i ragazzi stessi hanno difficoltà ad adattarsi, ma sicuramente lo fanno con molta più velocità rispetto a noi adulti. E’ una rincorsa continua e, nella rincorsa, gli adulti di riferimento non riescono quasi mai a prenderli, se non quando cadono e si fanno male, mentre dovrebbe essere il contrario: l’adulto dovrebbe rimanere una guida per un figlio. Se non si riesce più a ricoprire questo ruolo li perdiamo, perché vanno avanti da soli rischiando di incagliarsi nei pericoli della rete che troppe volte non siamo neanche in grado di riconoscere.
Diventa dunque necessario intervenire per colmare questa profonda discrepanza che si è venuta a creare. Un ruolo importante è rivestito anche dalle associazioni, le quali, tramite progetti, eventi, conferenze portano in superficie determinate dinamiche al fine di sensibilizzare la cittadinanza. Intesa San Martino giorno dopo giorno, attraverso l'impegno di ogni singolo volontario, porta avanti gli obiettivi di comunità, crescita e cultura: perché solo attraverso la cultura la comunità può tendere davvero ad una crescita individuale e collettiva.
Rino Basili, Segretario Intesa San Martino