Hura Hara, rapper/beatmaker/poetry slammer parmigiano capace di raccontare le tante sfumature della realtà. Da pochi giorni è uscito il video del brano "Voglio lei, lei, lei e lei" nato dalla collaborazione con il pioniere dell’ Hip Hop italiano Dj Jad.
Di Chiara Marando – Mercoledì 26 Agosto 2015
Strafottente, profonda, arrabbiata ma anche dolorosamente reale e dolce, queste sono le sfumature che ben esprimono la musica di Hura Hara, al secolo Matteo Cortesi, rapper/beatmaker/poetry slammer parmigiano. La sua è una storia artistica che inizia alla tenera età di dodici anni quando, spinto da un’infinita passione per la cultura Hip Hop, inizia il suo percorso artistico fondando la crew MDClan ed esibendosi sui palcoscenici del panorama underground nord italiano accompagnato dai rappers Eric "Legacy" Kouaye e David "10.000wattz" Wabara.
Da allora non si è mai fermato, in un crescendo di concerti dal vivo in Festival di portata nazionale e locali come il Roxy Bar di Red Ronnie, nonché collaborazioni prima con gruppi noti come gli RhPositivo, poi con artisti quali il tastierista Andrea "Satomi" Bertorelli ed il bassista Fabio Lanzi, insieme a cui riesce a trovare finalmente lo stile che più lo caratterizza: una miscela di liriche di concetto e suono raffinato.
Si tratta di una continua ricerca verso una musica che spazia dal gusto minimal del neo soul alla comunicazione del rap, fondendosi con atmosfere funky-jazz in un suono personale ed originale. Non a caso, oltre ad esprimersi anche in lingua spagnola, sperimenta tecniche di rapping anticonvenzionali e si cimenta in quella che definisce "Tecnica del rovescio", ovvero la creazione di assonanze ed allitterazioni concentrate nella prima metà della parola, così che anche interpretata al contrario si possa dare vita ad un flusso in rima dal messaggio criptato.
Per Hura Hara il raccontare la realtà vista attraverso i suoi occhi è vita, ecco quindi che scrive un libro di poesie e pensieri dal titolo "Vento di parole o parole al vento", nel quale è inclusa "Il vecchio e l'immortale", pubblicata in seguito nella terza edizione dell'antologia "Cose a parole" - Giulio Perrone Editore.
Ma la sua creatività è un fiume in piena. Forma il progetto "Hura Khan Hara e Tueich Band", autoproducendo il disco "CultHura del Khantore Vol.1" (Ca' Meja Records 2010) ed ottenendo importanti interviste radiofoniche.
Nel 2012 è ospite del "Mario Biondi & The Italian Jazz Players Tour" al Teatro degli Arcimboldi (Milano) e al Teatro Novelli (Rimini) per il brano "More than you could ever know": il suo tocco arricchirà il pezzo con liberi momenti di improvvisazione. Nel 2013 collabora con vari esponenti della musica indipendente italiana in veste d'autore della parte letteraria e crea il progetto "Rapsodiade - Poesia in Jazz", un concept concert di ispirazione spoken word composto da recitazione in rima e improvvisazione musicale con il pianista jazz Luca Savazzi.
Il 2015 vede la collaborazione con Lorenzo Campani nel brano "Il grande passo" e con il pioniere dell’ Hip Hop italiano Dj Jad (Articolo 31, Usb) con cui realizza il brano "Voglio lei, lei, lei e lei".
Ed è proprio "Voglio lei, lei, lei e lei" la vera novità, perché da pochi giorni è uscito il video che sta già facendo il pieno di visualizzazioni.
Realizzato da Hura insieme alla videomaker Eloisa Montevecchi, traduce in immagini il significato della canzone: un uomo che ama le donne e racconta il suo punto di vista sull'amore, il tutto in un susseguirsi di splendide ragazze, location variegate e tanta autoironia.
Un mix hip hop dalle note estive tra le quali Hura fa muovere parole dal significato profondo supportato da un beat dalle sonorità brasiliane e 70's magistralmente campionate e mixate da Dj Jad.
A proposito di questa importante collaborazione Hura racconta: "Quando ero piccolo ed iniziavo ad appassionarmi a questa musica, la prima persona che vidi "scratchare" con i giradischi fu Dj Jad, rimasi incantato e quel suono mi entrò nella testa per non uscire più. Ricordo che comprai un biglietto per andare a vedere gli Articolo 31 nel 1996 al Palazzetto dello sport di Parma, ma a quel concerto non partecipai perché come al solito combinai un guaio a scuola e mia madre non mi diede il permesso.
19 anni dopo mi sono preso la rivincita !"