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Martedì mattina, poco dopo le nove, una volante della Polizia è stata inviata in via Primo Taddei, dove una coppia di anziani era stata appena truffata e derubata.
Mentre si trovavano sul balcone di casa, due uomini, dall'altro lato della strada, due uomini hanno richiamato la loro attenzione spacciandosi per due tecnici, che dovevano verificare un abbassamento di tensione in zona. Dopo essersi fatti aprire il portone dello stabile con la scusa di verificare i contatori, uno dei due si è fatto accompagnare nei locali cantine per verifiche, mentre l'altro è rimasto in casa con la signora.
Fingendo di effettuare delle misurazioni, il truffatore ha chiesto alla signora di staccare i quadri e gli oggetti metallici dalle pareti e di nascondere i gioielli sotto il cuscino della poltrona del divano per evitare interferenze. Nel frattempo, il complice teneva occupato il marito nella zona cantine.
Dopo pochi minuti i due si sono congedati dicendo che il problema era risorto, ma i coniugi risistemando l'appartamento si sono accorti che i gioielli posizionati sotto il cuscino del divano (per un valore di circa 3000 euro) erano spariti ed hanno chiamato le forze dell'ordine.

Pubblicato in Cronaca Parma

Il promotore finanziario era riuscito a farsi affidare i risparmi da 35 persone e a carpire la loro fiducia attraverso lo "schema Tom Ponzi" che corrisponde finti interessi senza effettivamente investire il denaro. Sequestrati all'uomo valori per 250 mila euro. Ai domiciliari anche un complice.

Modena 5 ottobre 2017 – Aveva deciso di sfruttare la sua abilità e la sua esperienza nel settore bancario e degli investimenti per mettere in piedi una vera e propria truffa secondo lo "schema Tom Ponzi", che gli avrebbe fruttato ben 7 milioni di euro negli ultimi dieci anni. Tutti risparmi affidatigli in buona fede da 35 persone, tra piccoli investitori, pensionati, ma anche imprenditori e manager, con i quali Alessandro Ansaloni, broker modenese di 54 anni, faceva invece la bella vita, concedendosi auto di lusso, orologi delle marche più prestigiose, ma anche libri e monete da collezione.

A mettere fine all'attività del truffatore sono state le Fiamme Gialle, che lo hanno arrestato con l'accusa di truffa aggravata e di autoriciclaggio, a conclusione di un'indagine coordinate dai Pm Musti e Ferretti della Procura di Modena. Gli accertamenti sono partiti dopo una segnalazione della Banca d'Italia su operazioni sospette che ha consentito di ricostruire le attività illecite del broker modenese, anche attraverso le testimonianze di quelli che si consideravano suoi "clienti" e gli avevano affidato le proprie finanze allettati dalla prospettiva di lauti guadagni.

Infatti, era proprio questa "l'esca" che Ansaloni gettava per carpire la fiducia degli investitori, facendosi forte della sua faccia tosta e su un portafoglio clienti che utilizzava quando era ancora un lavoratore "regolare".

Il denaro affidatogli, tuttavia, non veniva affatto investito, ma veniva utilizzato in parte per corrispondere interessi fasulli, anche alti, che fungevano da "specchietto per le allodole" per invogliare altri investitori attraverso il passaparola, seguendo il sistema di truffa noto come "schema Tom Ponzi", dal nome dell'italo americano che lo ideò circa un secolo fa.

Ansaloni presentava ai suoi clienti anche report finanziari falsi. Il denaro, tuttavia, non veniva mai redistribuito, ma finiva nelle sue tasche, mentre lui continuava ad allettare le sue vittime con la prospettiva di guadagni sempre maggiori.

Insieme ad Ansaloni è finito agli arresti domiciliari anche un complice, già titolare di una tabaccheria di Modena, che aveva messo a disposizione del broker i suoi conti correnti, sui quali venivano fatti transitare i risparmi delle vittime della truffa.

Le perquisizioni della Guardia di Finanza hanno poi permesso di sequestrare all'Ansaloni oggetti preziosi, auto sportive, orologi di lusso per un valore di circa 250 mila euro. Una cifra ancora lontana dai 7 milioni che, negli anni, il promotore finanziario sarebbe riuscito a distrarre alle sue vittime e di cui si cerca ancora la destinazione, probabilmente quella di conti all'estero.

Le Fiamme Gialle hanno lanciato infine un appello affinché altre persone truffate dal broker si facciano avanti per denunciare.

Pubblicato in Cronaca Modena
Giovedì, 28 Settembre 2017 11:33

Piacenza, un arresto al Ministero del Lavoro

I militari della Guardia di Finanza di Piacenza hanno arrestato due persone e altre tre sono state denunciate. Agli arresti domiciliari un funzionario del Ministero del Lavoro e un imprenditore piacentino.

Piacenza 27 settembre 2017 - Al termine di una elaborata indagine, denominata "Re Sole" e coordinata dal PM Ornella Chicca, i militari della Guardia di Finanza di Piacenza ha fatto emergere che, per ottenere determinati incarichi a favore di una ditta piacentina, venivano falsificati i curriculum. Due le persone arrestate, che ora si trovano ai domiciliari, e altre tre persone denunciate con accuse che riguardano reati corruttivi, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e sostituzione di persona.

 

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Truffe online. Vendita di biciclette a costi irrisori. L'allerta su Comissariato di PS On Line. 

La segnalazione di Polizia di Stato On Line: TRUFFA IN BICICLETTA. In molti ci segnalano queste offerte impossibili sulla rete. Se ricordate bene uno dei nostri primi consigli è di verificare che il prezzo richiesto sia in linea con i prezzi di mercato e/o che lo sconto non sia eccessivo. In questo caso è palese la truffa. #essercisempre

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Pubblicato in Cronaca Emilia

Sicurezza su smartphone e pc. Nel mirino degli hacker "Messenger" e "Whatsapp" con i link-trappola nei messaggi. Anche la Polizia di Stato lancia l'allarme: attenzione ai virus su Facebook Messenger e all'attivazione di servizi in abbonamento-truffa con "Whatsapp". Lo "Sportello dei Diritti": non cliccate i link e se l'avete fatto seguite alcune istruzioni. Nel caso abbiate subìto la sottrazione di dati utili, come quelli bancari, o l'installazione di servizi a pagamento conviene denunciare

Ormai sono diventate quotidiane le segnalazioni che giungono allo "Sportello dei Diritti" sulle nuove truffe che vengono tentate online attraverso i social e purtroppo stiamo riscontrando che molti continuano a cascarci. Adesso nel mirino degli hacker è "Messenger", l'applicazione di messaggistica istantanea di Facebook che ormai quasi tutti hanno installato sul proprio pc e smartphone e che consente di messaggiare, telefonare e videotelefonare. A lanciare l'allarme è stata anche la Polizia di Stato tramite un post pubblicato sull'account "Commissariato di PS On Line - Italia".

Con la nuova truffa è sufficiente rispondere a un messaggio, o meglio basta cliccare un link che compare nella chat con contatti di amici o conoscenti, per essere infettati. Come indicato sul post in questione "Non seguire/cliccare su questo tipo di messaggio che sta imperversando su Facebook. Molti sono stati ingannati dalla conoscenza del mittente. Lo stesso il più delle volte è all'oscuro di essere infettato e mezzo di propagazione del virus".

I virus in questione si propagano dopo che si risponde a uno strano messaggio ricevuto da un contatto che può anche essere presente tra quelli propri ed è quindi noto. A questo punto il virus comincia a inviare gli stessi messaggi che la vittima aveva ricevuto, agli altri contatti.

Questo è successo perché l'utente ha installato a sua insaputa il malware nel momento in cui ha risposto al contatto. Il virus, a questo punto, si propaga velocemente da smartphone a smartphone o da computer a computer. Il modus operandi di questo virus ricorda quello del video che circolava qualche anno fa sempre su Facebook. Una volta cliccato sul link, l'ignaro utente installava sul proprio pc il malware. Questo modo di procedere, peraltro, segue l'ultima trovata di alcuni hacker che invitano gli utenti WhatsApp, sempre attraverso degli (apparentemente) "innocui" messaggini, a sfruttare la possibilità di cambiare il colore del testo dei messaggi. Ma questa è una funzionalità completamente inventata che sta portando numerosi utenti iscritti all'applicazione di messaggistica a cadere in quest'ennesima trappola.

Il messaggio-truffa si presenta così: "Ciao, hai già visto?... Ora puoi chattare con i tuoi amici su WhatsApp con i testi colorati, io ho già attivato", un messaggio seguito da un link che se cliccato attiva costosi abbonamenti a pagamento sullo smartphone della vittima ed alimenta la pericolosa catena di Sant'Antonio che in pochi giorni ha colpito centinaia di utenti in tutta Italia. Ed ancora "Commissariato di PS On Line – Italia", a invitare a prestare attenzione perché si tratta dell'ennesima truffa: "Come è già successo per le nuove emoji e gli sfondi colorati adesso è la volta dei testi colorati. Ricordiamo che tutte le nuove funzionalità di Whatsapp sono presenti esclusivamente negli aggiornamenti che periodicamente vengono licenziati dai gestori della piattaforma".

Il modo migliore per difendersi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" è quello di non rispondere a questi messaggi palesemente strani e quindi di non cliccarci sopra. Una seconda possibilità è quella di affidarsi agli antivirus. In rete, infatti, si possono trovare degli ottimi programmi gratuiti, disponibili sia per pc sia per dispositivi mobili, ma si sa che gli hacker sono quasi sempre un passo avanti anche alle società produttrici di antivirus e quindi non vi è assoluta certezza di protezione assoluta. In un'ultima analisi, si può procedere a disinstallare l'applicazione dal device e provare ad installarla nuovamente.

E se siete stati colpiti, è bene anche cambiare la password, anche se spesso si arriva troppo tardi e potrebbero essere stati sottratti dati a volte anche quelli bancari o, come nel caso della truffa whatsapp potrebbero essere stati attivati abbonamenti a pagamento che addebitano spese rilevanti a carico dell'ignaro utente. In questi casi, è bene presentare prontamente una denuncia-querela come tanti cittadini che si sono rivolti alla nostra associazione ai quali abbiamo prestato assistenza e che ci hanno contattato tramite i nostri contatti email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Tre mezzi fermati dalla Polizia Municipale questa settimana. Proseguono i controlli della Polizia Municipale sui veicoli immatricolati con targa estera, stratagemma talvolta utilizzato per circolare regolarmente in Italia senza pagare la tassa di proprietà, evitando costi per la revisione e ottenendo sconti sull'assicurazione.

Piacenza 25 agosto 2017 - La pattuglia del Nucleo operativo Sicurezza tattica (Nost), in servizio lunedì scorso in via Farnesiana, ha intimato l'alt a una Ford Fiesta.

I documenti di circolazione relativi al veicolo, esibiti al momento del controllo, indicavano alcune difformità rispetto alle verifiche compiute attraverso varie banche dati telematiche: nonostante l'apparenza estera, l'auto in questione risultava non solo già immatricolata in Italia senza essere mai stata radiata, ma anche coinvolta in tre provvedimenti di fermo amministrativo fiscale, per un totale di circa 1.000 euro.

La conducente, una 37enne di origine rumena residente in provincia di Lodi, è stata sanzionata per aver violato diversi articoli del Codice della strada per un importo pari a quasi seimila euro, mentre la vettura è stata sottoposta a sequestro amministrativo finalizzato alla confisca e a fermo amministrativo per tre mesi. Le targhe romene apposte al veicolo sono risultate originali ma irregolarmente ottenute, pertanto sono state rimosse dagli agenti per essere inviate alla locale motorizzazione.

Sempre lunedì 21 agosto, durante un posto di controllo in via Colombo, dal controllo documentale è emerso che il conducente, un italiano 40enne residente in Sicilia, alla guida di una Bmw di grossa cilindrata immatricolata in Romania, non aveva sottoposto il veicolo alla prescritta revisione, scaduta nel dicembre dello scorso anno. All'uomo è stata contestata la relativa sanzione di 120 euro, con pagamento immediato agli agenti e indicazione di tornare in Romania nel più breve tempo possibile, per sostenere il controllo tecnico sul veicolo.

E' di questa mattina, infine, il controllo su un Fiat Doblò con targa bulgara fermato in via Colombo all'incrocio con via Dei Pisoni: il conducente, un piacentino di 57 anni, al controllo dei documenti era privo della carta di circolazione. Gli accertamenti tramite banche dati hanno confermato che il veicolo, radiato in Italia e immatricolato regolarmente in Bulgaria, non era stato revisionato. Inoltre, risultavano alcuni passaggi in zona a traffico limitato non pagati. Anche in questo caso, la sanzione – pari a oltre 300 euro per le diverse violazioni contestate – è stata corrisposta immediatamente agli agenti, con l'indicazione di rientrare nel più breve tempo possibile in Bulgaria per sostenere il controllo tecnico obbligatorio sul furgone. La Polizia Municipale ricorda, a questo proposito, l'importanza di eseguire verifiche minuziose e capillari sui mezzi circolanti, per garantire la sicurezza di tutti gli utenti.

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Parma 24 agosto 2017 - Alle 10.10 del 23 u.s. in via Bachelet una donna anziana è stata vittima di una truffa, messa in atto da un uomo di circa 60 anni, alto 1.80 cm., italiano probabilmente della provincia di Parma, il quale ha suonato al citofono chiedendo informazioni sull'amministratore del condominio.

L'uomo si è qualificato come appartenente alla Guardia di Finanza. Una volta in casa, ha chiesto alla signora di mostrargli tutti i gioielli che possedeva in casa, chiedendole inoltre una bilancia. Dopo aver pesato i gioielli, l'uomo ha chiesto alla signora di riporre la bilancia ed approfittando di tale operazione si dava alla fuga. Solo successivamente la signora contattava il figlio, che abita al piano sottostante, riferendo dell'accaduto, il quale non poteva fare altro che constatare l'ammanco dei gioielli. Come riferito dalla signora agli operatori della Squadra Volanti intervenuti sul posto, ha lamentato l'ammanco di un orologio in oro; un paio di orecchini con perle e diamanti ed altri due paia di orecchini con brillanti, per un valore complessivo di circa 10.000,00 euro.

attenzione-truffeA tal proposito è bene ricordare i consigli di seguito elencati:

Il fenomeno dei reati di truffa colpisce una fascia debole della cittadinanza, costituita appunto dagli anziani, riuscendo a far leva sull'impreparazione di questa categoria di vittime e sullo stato di solitudine che spesso la caratterizza.
La Polizia di Stato vuole, quindi, focalizzare l'attenzione su questo fenomeno, invitando la cittadinanza a tutelarsi contro i tentativi di truffe.
Il nostro invito, rivolto alle persone anziane (ma non solo), è il medesimo dello spot pubblicato nei mesi scorsi, "chiamateci sempre", al minimo sospetto e senza indugiare. "Non siete soli, chiamateci sempre".
Sul sito della Polizia di Stato www.poliziadistato.it  è presente una "guida", riportata di seguito, che spiega quali sono gli atteggiamenti da adottare quotidianamente per proteggersi dai malintenzionati.
Rinnovando l'invito a contattare il 113 per qualsiasi segnalazione o emergenza, si ricorda che:

1. Non aprite la porta di casa a sconosciuti anche se vestono un'uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità. Verificate sempre con una telefonata da quale servizio sono stati mandati gli operai che bussano alla vostra porta e per quali motivi. Se non ricevete rassicurazioni non aprite per nessun motivo. Ricordate che nessun Ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente. Per qualunque problema e per chiarivi qualsiasi dubbio non esitate a chiamare il 113.

2. Quando fate operazioni di prelievo o versamento in banca o in un ufficio postale, possibilmente fatevi accompagnare, soprattutto nei giorni in cui vengono pagate le pensioni o in quelli di scadenze generalizzate. Non fermatevi mai per strada per dare ascolto a chi vi offre facili guadagni o a chi vi chiede di poter controllare i vostri soldi o il vostro libretto della pensione anche se chi vi ferma e vi vuole parlare è una persona distinta e dai modi affabili.
Se avete il dubbio di essere osservati fermatevi all'interno della banca o dell'ufficio postale e parlatene con gli impiegati o con chi effettua il servizio di vigilanza. Se questo dubbio vi assale per strada entrate in un negozio o cercate un poliziotto o una compagnia sicura.

3. Durante il tragitto di andata e ritorno dalla banca o dall'ufficio postale, con i soldi in tasca, non fermatevi con sconosciuti e non fatevi distrarre.Ricordatevi che nessun cassiere di banca o di ufficio postale vi insegue per strada per rilevare un errore nel conteggio del denaro che vi ha consegnato.
Quando utilizzate il bancomat usate prudenza: evitate di operare se vi sentite osservati.

Consigli per i figli, nipoti e parenti stretti
Non lasciate soli i vostri anziani, anche se non abitate con loro fatevi sentire spesso e interessatevi ai loro problemi quotidiani
Ricordategli sempre di adottare tutte le cautele necessarie nei contatti con gli sconosciuti. Se hanno il minimo dubbio fategli capire che è importante chiedere aiuto a voi, ad un vicino di casa oppure contattare il 113.
Ricordate che, anche se non ve lo chiedono, hanno bisogno di voi.

Consigli per i vicini di casa
Se nel vostro palazzo abitano anziani soli, scambiate ogni tanto con loro quattro chiacchiere. La vostra cordialità li farà sentire meno soli.
Se alla loro porta bussano degli sconosciuti esortateli a contattarvi per chiarire ogni dubbio. La vostra presenza li renderà più sicuri.
Segnalate al 113 ogni circostanza anomala o sospetta che coinvolga l'anziano vostro vicino di casa .

Consigli per gli impiegati di banca o di uffici postali
Quando allo sportello si presenta un anziano e fa una richiesta spropositata di denaro contante, perdete un minuto a parlare con lui. Basta poco per evitare un dramma.
Spiegategli che all'esterno di banche ed uffici postali nessun impiegato effettua controlli.
Per ogni minimo dubbio esortateli a contattarvi.

Pubblicato in Cronaca Parma

Parma,  quattro persone S. C. nata a Carpi ma residente nel parmense classe 67, L. M. classe '56 nato a Bergamo residente in provincia di Brescia, B. P. nato a Milano ma residente a Parma classe '61, e A. A. parmigiano classe '62 tutti pregiudicati, sono stati denunciati all'A.G. per i reati di truffa aggravata in concorso, sostituzione di persona in concorso e tentata truffa

I quattro hanno agito a Parma lo scorso anno ai danni di una ditta di vendita materiale informatico operante in città. Il tutto è cominciato quando S. C. ha effettuato un primo ordine di merce dal valore di quasi 13.000 Euro, millantando di essere la dipendente di una società di Parma la "T* S.R.L". L'ordine riguardava diversi computer, tablet e telefoni. Dopo qualche settimana, la vittima si è visto recapitare un secondo ordine di merce, questa volta da un sedicente studio tecnico con sede a Parma "R* I* M* G* S.R.L.", per il valore complessivo di oltre 29.000 Euro. In entrambi i casi gli ordini erano stati preceduti da un fitto scambio di email tra la vittima ed i truffatori, con tanto di preventivi e rassicurazioni di vario tipo sulla serietà e la robustezza delle aziende compratrici. Nel secondo caso era stato addirittura costruito un sito che pubblicizzava le attività dell'aziende e le varie collaborazioni tra le quali era citato anche l'Expo di Milano. Consegnata la merce è stato poi atteso invano il pagamento concordato che sarebbe dovuto avvenire in entrambi i casi entro 30 gg.

Denunciate le due truffe, dopo qualche mese, è arrivata una terza richiesta di fornitura. Questa volta a contattare la vittima era la sedicente responsabile della società "S*. d* G*." con sede in provincia di Parma ed anche il questo caso l'ordine riguardava diversi computer e telefoni, attuando il medesimo "modus operandi" delle precedenti truffe.
Questa volta alla consegna della merce, concordata presso la sede della vittima, ad attendere i "compratori" c'erano anche alcuni agenti della Questura di Parma che al momento della cessione degli articoli da ritirare, si sono qualificati identificando i truffatori.

Dalle indagini effettuate si è potuto accertare che a comporre la "banda" erano almeno 4 persone, con a capo una donna, S. C. ed era proprio lei a contattare le vittime, spacciandosi per addetta agli acquisti o per responsabile delle varie società fantasma, effettuare gli ordinativi e concordare i pagamenti. Gli altri complici si occupavano invece di ritirare la merce ed aprire e chiudere le società fantasma ed i siti internet, il tutto per rendere credibili i vari ordini effettuati. In alcuni casi, per rendere ancora più efficaci le trattative, i 4 millantavano collaborazioni con società reali, ovviamente ignare dei fatti e per tale motivo non menzionate, per le quali avevano lavorato in passato e dalle quali avevano attinto anche i dati fiscali e societari. Questi dati servivano per "schermarsi" da eventuali verifiche poste in essere dalle vittime quali, ad esempio visure camerali e P. IVA. Tra queste anche una nota società che gestisce diversi ristornati sul territorio nazionale.

I quattro soggetti sono stati deferiti all'A.G. per i reati di Truffa Aggravata in Concorso, Truffa Tentata in Concorso e Sostituzione di Persona.

Parma 09 Agosto 2017. Ufficio Stampa e Relazioni Esterne
Questura di Parma

Pubblicato in Cronaca Parma

Tra le attività istituzionali della Guardia di Finanza rientra la tutela della spesa pubblica che si esplica, tra l'altro, anche mediante i controlli alle cosiddette "Prestazioni Sociali Agevolate", ovvero quelle prestazioni concesse da Enti pubblici a persone con specifici profili reddituali al fine di permettere l'accesso agevolato o gratuito, ad esempio, agli asili nido, alle mense scolastiche, alle borse di studio o all'edilizia residenziale pubblica.

Parma 3 agosto 2017 - Rientrano in questo contesto anche le richieste finalizzate ad ottenere il patrocinio a spese dello Stato e le esenzioni dal pagamento del ticket per i farmaci e le prestazioni specialistiche sanitarie.

Nei giorni scorsi la GdF di Parma ha quindi svolto una serie di controlli a tappeto in materia, mediante attività di intelligence e con l'ausilio delle banche dati in uso alla Guardia Di Finanza, per scovare coloro che hanno volontariamente omesso di inserire nelle certificazioni dell'ISEE alcuni dati reddituali. I controlli irregolari in città e provincia sono stati in totale 23, svolti nei confronti di soggetti sia italiani che stranieri.

A fronte di questi controlli sono stati denunciati complessivamente sette soggetti, tre di questi, uno di Traversetolo, due di Torrile, per aver omesso di indicare parte dei redditi percepiti nell'ISEE presentata per richiedere il patrocinio a spese dello Stato, ovvero quell'istituto che garantisce il patrocinio di un avvocato alle persone che, a causa del reddito basso, non sono in grado di sostenere il costo per munirsene autonomamente.

Tra i soggetti denunciati è significativo il caso di un indagato per il reato di truffa che ha fatto istanza, nel 2015, per essere assistito da un legale a carico dello Stato, dichiarando dei redditi pari a 2.800 euro, quindi inferiori alla soglia, indicata dall'art 76 D.P.R.. 115/2002, di 11.500 euro circa, per ottenere il beneficio.
In realtà, gli accertamenti esperiti dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare in capo al soggetto redditi ben oltre la soglia prevista che quindi non gli permettevano di ottenere il patrocinio a spese dello stato.

Altri controlli hanno invece riguardato il controllo delle '"autocertificazioni per la determinazione del canone sociale da applicare all'edilizia residenziale pubblica".
Si rammenta che con il termine "edilizia popolare" o "edilizia residenziale pubblica" (ERP) si intende un'iniziativa pubblica che tende a tutelare le esigenze abitative del ceto meno abbiente. All'interno dell'edilizia popolare è possibile individuare tre distinte tipologie: l'edilizia sovvenzionata, agevolata e convenzionata.
L'edilizia sovvenzionata (anche Edilizia Residenziale Pubblica – ERP) si realizza attraverso l'ausilio dei comuni o di aziende pubbliche per la casa e consente la locazione di case a canone contenuto per i ceti più poveri.

L'edilizia agevolata è realizzata invece da privati (promotori immobiliari o cooperative edilizie) con il concorso di finanziamenti pubblici (mutui a tasso minimo/agevolati o, anche, indicizzati) ed è destinata a fornire alloggi in locazione o in proprietà a categorie sociali a reddito medio/basso.

L'edilizia convenzionata nasce da un complesso di norme ed è realizzata direttamente dai privati con copertura dei costi a carico degli stessi. Essa è sorretta da apposita convenzione tra soggetto beneficiario dell'area ed il Comune relativamente alle modalità di utilizzazione della medesima e prevede la concessione ai privati delle aree a costo contenuto e agevolazioni sugli oneri di concessione.

A Parma e a Fornovo di Taro, nel settore, sono stati multati con sanzioni amministrative di € 50.929,73 e successivamente denunciati all'Autorità Giudiziaria due soggetti per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, per aver indicato redditi inferiori nell'ISEE.
Uno dei due, al fine di ottenere un canone agevolato per l'edilizia residenziale pubblica, ha presentato un'autocertificazione D.S.U./2014 per il calcolo dell'I.S.E.E. contenente dati non veritieri, omettendo di indicare una parte del suo patrimonio mobiliare, cioè 4 Buoni Postali dell'importo complessivo di 195.000,00 euro.

Per tali attività la G. di F. si avvale anche della collaborazione dell'ACER di Parma.
Altri controlli hanno invece riguardato la verifica dell'ISEE presentato all'Università per la determinazione dell'importo delle rate universitarie. A tal proposito è stato denunciato un soggetto di Fidenza perché, indicando redditi inferiori nell'ISEE, ha usufruito di una indebita esenzione consistente nel mancato pagamento della maggiorazione sulla II^ rata delle tasse universitarie, previsto dal Manifesto degli Studi per l'anno accademico 2012/2013 dell'Università degli studi di Parma per un ammontare complessivo pari ad € 206,58. Oltre alla denuncia, il "furbetto" in questione ha dovuto pagare una multa pari a circa 620 euro.

Un'altra persona di origine albanese ma residente a Traversetolo è invece stata deferita per aver presentato l'ISEE con redditi inferiori, al fine di ottenere l'esenzione delle rette dell'asilo nido. Come noto, infatti, i Comuni, con proprie delibere, disciplinano l'applicazione delle tariffe dei servizi scolastici ed extra/scolastici. Per usufruire delle agevolazioni il richiedente deve consegnare, all'atto dell'iscrizione ai servizi, la dichiarazione ISEE. I valori cui far riferimento per l'assegnazione del beneficio sono definiti in apposite tabelle redatte dall'Ufficio Scuola del Comune di competenza che determinano le fasce di reddito per il pagamento delle rette scolastiche.

20170803-gdf-PR-ISEE-6Sono stati altrettanto incisivi i controlli sulla spesa sanitaria. Ben nove controlli irregolari, dall'inizio dell'anno sino ad oggi, nei confronti di chi ha tentato di ottenere l'esenzione del ticket sanitario indicando dati non veritieri, percependo quindi indebitamente erogazioni ai danni dello Stato. Nei loro confronti sono state irrogate sanzioni amministrative per un totale complessivo di circa 5.000,00 euro. Tra i controllati in questo settore, cinque soggetti sono di Parma, uno Torrile, uno di Noceto, uno di Felino e uno di Fornovo di Taro.
La Guardia di Finanza, visti i numeri, osserva che c'è una soglia piuttosto sostanziosa di soggetti che, pur non avendone diritto, chiedono esenzioni per le prestazioni che offre lo Stato. Questi soggetti si trovano in condizioni economiche individuali e familiari che consentono loro di poter sostenere le spese previste per il pagamento del ticket o per tutte le prestazioni sociali che, in realtà, si ricorda spettano ai cittadini che ne hanno effettivo bisogno.

Il comparto dei contributi di tipo sociale e delle esenzioni è importante sia per la tutela degli interessi finanziari degli Enti erogatori sia, soprattutto, per la difesa dell'equità sociale nella redistribuzione delle risorse pubbliche a sussidio dei nuclei familiari che versano concretamente ed effettivamente in condizioni economiche meno favorevoli.

Continueranno pertanto i controlli delle Fiamme Gialle nel settore per, da un lato, salvaguardare gli interessi finanziari degli Enti erogatori e, dall'altro, perseguire obiettivi di "equità sociale", tutelando la corretta redistribuzione delle risorse pubbliche nei confronti di chi ne abbia effettivamente diritto e bisogno e reprimendo le condotte di indebita richiesta e/o percezione di sussidi e agevolazioni.

Pubblicato in Cronaca Parma
Mercoledì, 24 Maggio 2017 09:59

Modenese compra scarpe on line e viene multato

Modenese multato in Belgio per l'acquisto di un paio di scarpe Puma non originali. I consigli di Adiconsum per evitare problemi con lo shopping on line.

Modena, 24 maggio 2017

Prima di fare shopping on line ci sono alcune cose da controllare, tra le quali la trasparenza del sito web, la sicurezza delle forme di pagamento, la competenza territoriale e la normativa da applicare in caso di controversie.
Lo consiglia l'Adiconsum – associazione consumatori della Cisl Emilia Centrale – dopo il caso di un cittadino modenese che ha comprato su Internet un paio di scarpe da ginnastica della Puma, con pagamento anticipato di 95 euro. Il prodotto, arrivato nell'Unione europea su un volo proveniente dalla Turchia, è stato sottoposto a un controllo a campione dalla dogana belga, che ne ha constatato la contraffazione. Risultato: il pacco è bloccato in Belgio e il cittadino modenese ha ricevuto una multa da 250 euro per "importazione di merce contraffatta".
«Non sarà facile per questo consumatore dimostrare la sua buona fede al momento dell'acquisto on line e di essere del tutto estraneo alla contraffazione di un marchio noto in tutto il mondo – spiega Adele Chiara Cangini, responsabile Adiconsum Emilia Centrale – Per questo ribadiamo che chi ricorre al commercio elettronico deve prendere alcune precauzioni, perché dietro l'apparente convenienza dell'acquisto a volte si nasconde la fregatura».

Come evitare problemi con lo shopping on line

Innanzitutto l'associazione consumatori della Cisl Emilia Centrale consiglia di prestare attenzione alle caratteristiche del sito, che deve contenere informazioni precise sull'identità del professionista (recapiti telefonici, e-mail, sede legale). Il bene oggetto di vendita deve essere descritto, indicare il prezzo comprensivo di tasse, spese di trasporto ecc. Bisogna chiarire la modalità di pagamento (meglio utilizzare carte di credito prepagate o altri sistemi come paypal), quella di consegna e recesso.
Un'ulteriore verifica riguarda la policy privacy, ovvero il documento sul trattamento dei dati personali (nome, cognome, e-mail, ecc.).
«Se questi elementi non sono presenti - avverte la responsabile di Adiconsum - il sito non presenta le garanzie di affidabilità necessarie per una compravendita sicura».

Numerosi casi di consumatori ingannati

Sono frequenti anche a Modena i casi di consumatori ingannati. Nel recente passato un cittadino modenese ha acquistato su un noto sito web materiale risultato alla consegna completamente difforme dalle fotografie postate dal venditore e, oltretutto, giunto a destinazione parzialmente rotto. Un altro consumatore ha effettuato un bonifico a titolo di anticipo per l'acquisto di un'auto; acquisto mai perfezionato perché successivamente il c/c è stato chiuso e il venditore risulta inesistente. Una persona che ha commissionato il trasporto di un veicolo da una città a un'altra e ha poi dato disdetta nei tempi dovuti, ha subìto una penale non giustificata.

L'azione di Adiconsum non si limita ad aiutare l'utente nella procedura di disdetta o nella richiesta di risarcimento per prodotto difettoso. Quando riceve una segnalazione, l'associazione consumatori della Cisl verifica che il sito possieda i requisiti necessari. Nel caso di carenze essenziali o truffe, la segnalazione viene inoltrata all'Adiconsum nazionale, la quale denuncia il sito alle autorità competenti.

Pubblicato in Cronaca Modena