Prosegue sino al 29 ottobre alla Passerini Landi la mostra "Hokusai, le 100 vedute del Fuji", considerata da molti esegeti il capolavoro nonché il testamento spirituale del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai.
Piacenza, 25 ottobre 2016
Prosegue sino al 29 ottobre, presso la biblioteca Passerini Landi, la mostra "Hokusai, le 100 vedute del Fuji - 100 modi per parlare di Dio senza mai nominarlo". La raccolta delle Cento vedute del Fuji è considerata da molti esegeti il capolavoro nonché il testamento spirituale del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai (Edo, 1760-1849) le cui opere furono fonte di ispirazione per molti artisti europei del XIX secolo. Oltre all'originale del "libro capolavoro di Hokusai" esposto in una teca, nel salone monumentale della biblioteca appassionati o esperti d'arte, neofiti o semplici curiosi potranno apprezzare tutte le riproduzioni (debitamente ingrandite) delle xilografie che lo compongono, immagini bellissime accompagnate da didascalie di semplicità cristallina che prendono per mano il visitatore e lo accompagnano passo passo nel tour in bianco e nero delle tavole.
Attorno alle Cento vedute del Fuji del grande Hokusai, il curatore Bruno Gallotta ha cucito non solo un generoso catalogo, ma anche un allestimento essenziale e godibilissimo, nella forma e nei contenuti. I molteplici livelli di lettura ben si adattano sia ai profani - che restano rapiti dalla poesia delle tavole e dai coloratissimi oggetti che accompagnano l'esposizione - sia a chi già conosce l'arte giapponese, che potrà scovare uno scrigno di tesi innovative e per certi versi rivoluzionarie.
A catturare l'attenzione, al di là del tratto magico di Hokusai, provvede l'atmosfera profondamente zen che circonda questo lungo e leggiadro cammino verso e attorno il monte simbolo del Giappone: realtà o metafora? corsia preferenziale verso il Buddha o anche strada per il Dio "proibito" alla cristianità di allora? Dilemmi importanti, per risolvere i quali vengono in aiuto, assieme alle didascalie e ai pannelli descrittivi, i bei manuali esegetici rilegati a mano alla maniera giapponese che la mostra offre in libera consultazione ai visitatori. Per il visitatore sarà così facile lasciarsi andare alla bellezza del disegno, sia che richiami l'operosità dell'uomo o la delicatezza del ciliegio, la forza della natura o l'armonia del gesto, l'avvicendarsi di villaggi, boschi e sentieri così come la presenza magnetica e rassicurante del Fuji: un simbolo verso cui ascendere, ma anche sotto cui incontrarsi e unirsi, umili e potenti, di qualsiasi credo e fede.
La visita è consigliata a tutti perché si tratta di un vero evento, l'esposizione delle originalissime ed eccentriche tavole da cui prende il titolo, oltre che una grande meditazione e il risultato di un luminoso sogno illustrato attraverso fremiti di energia, movimento ed essenza spirituale. Ma lo è anche perché il tempo stringe: dopo una conferenza sulla figura di Hokusai a tutto tondo in calendario per il 28 ottobre alle 17.30, la mostra, fulcro della manifestazione "Ottobre Giapponese", chiuderà i battenti il prossimo 29 ottobre.
A Palazzo Pigorini la mostra Robert Capa in Italia 1943 – 1944, dedicata al grande fotoreporter di guerra, con immagini che raccontano gli anni della seconda guerra mondiale in Italia.
Parma, 23 ottobre 2016
Sino al 15 gennaio, Palazzo Pigorini ospita la mostra Robert Capa in Italia 1943 – 1944, dedicata al grande fotoreporter di guerra, con immagini che raccontano gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. La mostra, è organizzata e prodotta dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia in collaborazione con il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Parma, il patrocinio della Regione Emilia Romagna ed il supporto del Lions Club Parma Maria Luigia.
L'esposizione è curata da Beatrix Lengyel e promossa dal Ministero delle Risorse Umane d'Ungheria, dal Consolato Onorario Ungherese di Bologna, e dall'Associazione Culturale Italia-Ungheria e presenta 78 immagini in bianco e nero scattate da Capa in Italia nel biennio 1943 – 44.
Tutte le foto di Francesca Bocchia nella galleria in fondo alla pagina
A Palazzo Pigorini la mostra Robert Capa in Italia 1943 – 1944, dedicata al grande fotoreporter di guerra, con immagini che raccontano gli anni della seconda guerra mondiale in Italia.
Parma, 7 ottobre 2016
Da oggi Palazzo Pigorini ospita la mostra Robert Capa in Italia 1943 – 1944, dedicata al grande fotoreporter di guerra, con immagini che raccontano gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. La mostra, visitabile sino al 15 gennaio 2017, è organizzata e prodotta dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia in collaborazione con il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Parma, il patrocinio della Regione Emilia Romagna ed il supporto del Lions Club Parma Maria Luigia.
L'esposizione è curata da Beatrix Lengyel e promossa dal Ministero delle Risorse Umane d'Ungheria, dal Consolato Onorario Ungherese di Bologna, e dall'Associazione Culturale Italia-Ungheria e presenta 78 immagini in bianco e nero scattate da Capa in Italia nel biennio 1943 – 44.
"Sono orgogliosa di sottolineare – ha detto l'assessore alla Cultura Laura Maria Ferraris – il significativo apporto del Lions Club Parma Maria Luigia per questa mostra che rappresenta una meravigliosa occasione per la nostra città. In tempi difficili la presenza di realtà associative di Parma che facciano rete con gli enti e le realtà del territorio è fondamentale per ottenere risultati preziosi come questa mostra: una esposizione di scatti ritraenti una emozionante quotidianità".
"La mostra fotografica di Capa – ha sottolineato Erzsebet Miliczky, console d'Ungheria per la Regione Emilia Romagna – è dedicata a rappresentare gli orrori della guerra attraverso il vissuto dei civili e attraverso i paesi ridotti in macerie: uno straordinario modo per tener viva la memoria di tutti sugli orrori della guerra".
"Sostenere questa esposizione di elevato valore artistico - ha detto Ilaria de Goracuchi, presidente Lions Club Parma Maria Luigia – rappresenta per il Lions Club Parma Maria Luigia una forma di promozione della pace, fondamento sul quale si basa la nostra associazione. Anche per questo la sosteniamo con tanto convincimento".
Claudio de Polo Saibanti, presidente Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, ha delineato il profilo di Robert Capa e i motivi della nascita della mostra, sottolineando l'importanza delle fotografie, espressioni artistiche dalle quali lasciarsi coinvolgere, ma anche fondamentali documenti storici da contestualizzare.
Robert Capa
Considerato da alcuni il padre del fotogiornalismo, da altri colui che al fotogiornalismo ha dato una nuova veste e una nuova direzione, Robert Capa (Budapest, 1913 – Thái Binh, Vietnam, 1954) pur non essendo un soldato, visse la maggior parte della sua vita sui campi di battaglia, vicino alla scena, spesso al dolore, a documentare i fatti: "se le tue fotografie non sono all'altezza, non eri abbastanza vicino", ha confessato più volte.
In oltre vent'anni di attività ha seguito i cinque maggiori conflitti mondiali: la guerra civile spagnola, la guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra araboisraeliana del 1948 e la prima guerra d'Indocina.
A settanta anni di distanza, la mostra racconta lo sbarco degli Alleati in Italia con una selezione di fotografie provenienti dalla serie Robert Capa Master Selection III conservata a Budapest e acquisita dal Museo Nazionale Ungherese tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009. La serie, composta da 937 fotografie scattate da Capa in 23 paesi di 4 continenti, è una delle tre Master Selection realizzate da Cornell, fratello di Robert Capa, anch'egli fotografo, e da Richard Whelan, biografo di Capa, all'inizio degli anni Novanta e oggi conservate a New York, Tokyo e Budapest. Le serie, identiche tra loro e denominate Master Selection I, II e III, provengono dalla collezione dell'International Center of Photography di New York, dove è conservata l'eredità di Capa.
Esiliato dall'Ungheria nel 1931, Robert Capa inizia la sua attività di fotoreporter a Berlino e diventa famoso per le sue fotografie scattate durante la guerra civile spagnola tra il 1936 il 1939. Quando arriva in Italia come corrispondente di guerra, ritrae la vita dei soldati e dei civili, dallo sbarco in Sicilia fino ad Anzio: un viaggio fotografico, con scatti che vanno dal luglio 1943 al febbraio 1944 per rivelare, con un'umanità priva di retorica, le tante facce della guerra spingendosi fin dentro il cuore del conflitto.
Le immagini colpiscono ancora oggi per la loro immediatezza e per l'empatia che scatenano in chi le guarda. Lo spiega perfettamente lo scrittore John Steinbeck in occasione della pubblicazione commemorativa di alcune fotografie di Robert Capa: "Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un'emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell'emozione conoscendola da vicino".
Ed è così che Capa racconta la resa di Palermo, la posta centrale di Napoli distrutta da una bomba ad orologeria o il funerale delle giovanissime vittime delle famose Quattro Giornate di Napoli. E ancora, vicino a Montecassino, la gente che fugge dalle montagne dove impazzano i combattimenti e i soldati alleati accolti a Monreale dalla gente o in perlustrazione in campi opachi di fumo, fermo immagine di una guerra dove cercano – nelle brevi pause – anche il recupero di brandelli di umanità.
Settantotto fotografie per mostrare una guerra fatta di gente comune, di piccoli paesi uguali in tutto il mondo ridotti in macerie, di soldati e civili, vittime di una stessa strage. L'obiettivo di Robert Capa tratta tutti con la stessa solidarietà, fermando la paura, l'attesa, l'attimo prima dello sparo, il riposo, la speranza.
Così Ernest Hemingway, nel ricordare la scomparsa, descrive il fotografo: " Ѐ stato un buon amico e un grande e coraggiosissimo fotografo. Era talmente vivo che uno deve mettercela tutta per pensarlo morto".
Accompagna la mostra un catalogo con testi di Beatrix Lengyel, Ilona Stemlerné Balog, Éva Fisli e Luigi Tomassini, bilingue italiano/inglese, di 192 pagine e 80 fotografie. È una coedizione Museo Nazionale Ungherese di Budapest e Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia, prezzo di copertina 35 euro, prezzo speciale in mostra 30€.
ORARI APERTURA e INFO BIGLIETTI:
da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00, chiusa il lunedì
biglietto intero: 8 € biglietto ridotto 6 € (gruppi min. 10 persone, militari, ragazzi/studenti under 18, over 65 anni, universitari, famiglie) biglietto scuole 4 €
Biglietteria: 0521.218967
L'associazione U.C.A.I. di Parma è lieta di presentare la mostra personale di
Sauro Tessoni
"Opere 2006 - 2016"
presso la GALLERIA S.ANDREA
via Cavestro 6, Parma.
Inaugurazione Sabato 15 OTTOBRE 2016 alle ore 17
Dal 15 al 27 Ottobre 2016.
Parma, 8 settembre 2016
Proseguono le attività espositive presso la Galleria S. Andrea anche nel mese di ottobre con la mostra personale del pittore parmigiano Sauro Tessoni che esporrà nella mostra di quest'anno dipinti prodotti negli ultimi dieci anni, a testimoniare un percorso di ricerca e di crescita artistica.
Socio dell'associazione U.C.A.I. da diverso tempo, Sauro Tessoni è un esperto esecutore sia della tecnica ad olio che ad acquarello, interpretando tanto paesaggi e nature morte quanto figure con equilibrio compositivo e coloristico. Ha avuto riconoscimenti da vari critici locali come Tiziano Marcheselli e Manuela Bartolotti, e anche milanesi come Anna Bonanni. Di seguito alcuni estratti da testi critici.
"... Nei quadri di Tessoni tutto sembra sospeso, silenzioso, in attesa. E in questa attesa ogni cosa vibra nella luce, mentre i colori si compongono in orchestrazione perfetta. E' questo ordine, questo equilibrio a far credere all'incantesimo dell'immobilità, ma a ben vedere c'è sempre un assolo splendente, una deflagrazione solare, squillante. La pittura di Tessoni è il canto corale della vita in un'estate che sembra non finire mai: un INNO ALLA GIOIA. quello che sembra muto, porta in sè il soffio dell'esistenza: flebile ma perenne. E' il sussurro che richiama il giorno, acquattato nelle cose e nella speranza del dopo. E quest'artista invita ad ascoltarlo, opera dopo opera, in un crescendo gioioso, in un tripudio di colori. Una sinfonia. La nona?" Manuela Bartolotti – Parma.
"...di Giorgio Morandi si è esaltato il silenzio delle sue nature morte inconfondibili e immote nel tempo, ma si può affermare che questa caratteristica - presente anche nei lavori di TESSONI - ha molte variabili indotte dalla luce e dai colori che ne compongono tavolozza e spartito. La misura sta nell'equilibrio compositivo raggiunto da questo artista, le cui opere sono pervase da un innato ritmo musicale che ne esalta la pennellata elegante, l'orchestrazione raffinata e vibrante. Una pittura in controtendenza nel panorama dell'Arte contemporanea che tra la scomposizione e la concettuallità ha rotto con la logica della rappresentazione pura. Viceversa TESSONI ha scelto l'incanto delle emozioni percettive quale formidabile veicolo sensoriale che l'artista, con vibrante intensità, ci trasmette dai suoi quadri pregni di luce e di una innata positività." Anna Bonanni.
Ingresso gratuito
ORARI
da Martedì a Sabato 10-12 e 16-19
Domenica 16-19
Lunedì chiusura
"Ferré e Comte DETTAGLI. Grandi interpreti tra moda e arte", progetto ideato da Alberto Nodolini e prodotto da Ankamoki, si snoda nelle sale del primo e secondo piano di Palazzo del Governatore di Parma da oggi, 30 settembre, al 15 gennaio 2017.
Parma, 30 settembre 2016
Al primo piano di Palazzo del Governatore si svolgerà la mostra "Gianfranco Ferré e Maria Luigia: inattese assonanze", a cura di Gloria Bianchino e Alberto Nodolini in collaborazione con la Fondazione Gianfranco Ferré, mentre il secondo verrà completamente dedicato alle installazioni di Michel Comte per la mostra "Neoclassic" curata da Jens Remes in collaborazione con Alberto Nodolini e Anna Tavani.
Fortemente voluta e sostenuta dall'assessorato alla Cultura del Comune di Parma, la doppia mostra Ferré/Comte è anche il chiaro desiderio di offrire, all'interno delle iniziative rivolte a valorizzare il territorio in occasione del 200° anniversario dell'arrivo della Duchessa, un evento che guarda alla contemporaneità all'interno di uno dei palazzi più prestigiosi e antichi della città.
Le foto continuano nella galleria in fondo alla pagina, ph. Francesca Bocchia
Anteprima stampa delle mostre Ferrè e Comte "Dettagli - Grandi interpreti tra moda e arte", alla presenza di assessore Ferraris, Michel Comte, Rita Airaghi, Gloria Bianchino e Alberto Nodolini. A Palazzo del Governatore di Parma dal 30 settembre 2016 al 15 gennaio 2017.
Parma, 28 settembre 2016
La genialità sartoriale di Gianfranco Ferré e l'arte fotografica di Michel Comte per due mostre che si inseriscono nell'ambito delle molteplici iniziative per il bicentenario dell'arrivo di Maria Luigia d'Asburgo-Lorena a Parma, già Imperatrice dei Francesi e Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla.
"Ferré e Comte DETTAGLI. Grandi interpreti tra moda e arte", progetto ideato da Alberto Nodolini e prodotto da Ankamoki, si snoderà nelle sale del primo e secondo piano di Palazzo del Governatore di Parma dal 30 settembre 2016 al 15 gennaio 2017.
Al primo piano si svolgerà la mostra "Gianfranco Ferré e Maria Luigia: inattese assonanze", a cura di Gloria Bianchino e Alberto Nodolini in collaborazione con la Fondazione Gianfranco Ferré, mentre il secondo verrà completamente dedicato alle installazioni di Michel Comte per la mostra "Neoclassic" curata da Jens Remes in collaborazione con Alberto Nodolini e Anna Tavani.
Fortemente voluta e sostenuta dall'assessorato alla Cultura del Comune di Parma, la doppia mostra Ferré/Comte è anche il chiaro desiderio di offrire, all'interno delle iniziative rivolte a valorizzare il territorio in occasione del 200° anniversario dell'arrivo della Duchessa, un evento che guarda alla contemporaneità all'interno di uno dei palazzi più prestigiosi e antichi della città.
Laura Maria Ferraris, Assessore alla Cultura di Parma: "Come Comune di Parma abbiamo voluto lanciare la sfida di uno sguardo che si proietta oltre il tempo che sembra essergli dato. Il progetto di Gloria Bianchino ed Alberto Nodolini restituisce infatti la possibilità inesauribile che nasce dal coraggio di non fermarsi alla superficialità delle cose, ai primi tre risultati su Google, al titolo senza leggere l'articolo. In questo modo forse il più innovatore tra i grandi stilisti della moda italiana e la forte e fragile duchessa "vissuta in un'epoca più grande di lei" possono incontrarsi, restando di fronte. Ai curatori la mia più sincera stima e gratitudine, anche per la capacità di rappresentare quella Parma dall'intelligenza non scontata e dal cuore generoso".
"Gianfranco Ferré e Maria Luigia: inattese assonanze", realizzata grazie al fondamentale contributo della Fondazione Gianfranco Ferré, propone un'ampia selezione di capi delle collezioni Alta Moda e Prêt-à-Porter, frutto di un lavoro di ricerca finalizzato all'individuazione di "inattese assonanze" tra alcune declinazioni dello stile di Ferré e le passioni, il gusto e i tempi della "Buona Duchessa".
Una mostra giocata tutta sui dettagli della storia del costume reinterpretati in moda dal genio di Ferré. E' questo che evidenziano i 60 splendidi capi che saranno esposti in mostra, accompagnati dai bozzetti preparatori.
La mostra intende creare un percorso emozionale e filologico al contempo. Articolata in ambienti tra loro ben distinti, si dipana una vicenda, non solo e non tanto connotata in termini storico-temporali, quanto concepita ponendo l'accento sui gusti, le passioni, le fascinazioni dell'epoca e dunque della protagonista Maria Luigia.
Da sempre affascinato dalle grandi donne della storia, Gianfranco Ferré nelle sue collezioni vive come costante il richiamo alle mode del passato. In un gioco di assonanze estetiche, gli abiti esposti mostrano chiaramente come Ferré dialoghi con la cultura neoclassica cogliendo l'essenza del vestire, da Giuseppina di Beauharnais, prima moglie di Napoleone, alla "Buona Duchessa" Maria Luigia, consorte in seconde nozze di Napoleone.
Nel suo guardare al passato Ferré non lavora sull'insieme, ma sui particolari che, destoricizzati, vengono esaltati e resi contemporanei.
Scrive Alberto Nodolini nel suo testo in catalogo: "Abbiamo proposto un racconto che tiene conto di diversi elementi: dunque ecco in mostra un nucleo di immagini che propone una riflessione sul Direttorio: ecco uno spazio dedicato alle Camicie attraverso le quali Ferré crea volumi importanti e geniali spostamenti e altrettanto geniali tagli; e poi ancora maniche rimborsate, polsi alti, abbottonature militari ridisegnate. E ancora poi le Crinoline esposte in evidenza come strutture portanti del cono delle gonne e ancora le trasparenze, e le brache all'orientale che sono, se si riflette, citazioni ancora una volta della cultura napoleonica, quella moda orientale che l'Imperatore importa in Francia".
Rita Airaghi, Direttore della Fondazione Gianfranco Ferré: "I perché della presenza delle creazioni di Gianfranco Ferré nel contesto della mostra rimandano ai criteri con cui affrontiamo il suo lascito creativo, per noi costante oggetto di ricerca e di studio. Il confronto sistematico con un patrimonio sfaccettato ed eterogeneo ci permette di affrontarlo secondo una logica flessibile, grazie alla quale da ciò che Ferré ha creato non è impossibile ricavare e proporre impressioni sempre nuove, capaci di sorprendere e spesso di stupire. Inattese, dunque, come le assonanze con il gusto e le passioni di Maria Luigia e del suo tempo".
Nella mostra Michel Comte "Neoclassic", situata al secondo piano di Palazzo del Governatore, curata da Jens Remes in collaborazione con Alberto Nodolini e Anna Tavani, le emozioni di un antico passato sono reinterpretate con rigorosa poesia da uno fra i più prestigiosi fotografi contemporanei.
Per Michel Comte il Neoclassicismo da sempre prima ispira e poi porta alla distruzione. Ma ancora oggi il fascino dell'arte neoclassica rimane immutato nella storia, nella moda e nel design. Comte racconta il suo modo di interpretare la parabola neoclassica attraverso un percorso di sculture, installazioni di luce e immagini fotografiche.
"La mostra di Parma è la mia analisi personale dello stile e del tempo neoclassico": Comte pone una riflessione ideologica attraverso l'espressione artistica consapevole che sì, possono andare in frantumi i simboli e gli uomini, non la bellezza artistica, che rimane al di là di ogni ideologia.
"Ferré e Comte/Dettagli. Grandi interpreti tra moda e arte", è un progetto promosso dal Comune di Parma in collaborazione con Fondazione Gianfranco Ferré, realizzato con il sostegno di Istituto per i beni artistici culturali e naturali/ Regione Emilia Romagna, Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma, con il contributo di Fiere di Parma, Cosmoproject, e prodotto da Ankamoki.
Si ringraziano inoltre Fidenza Village, CNA Parma, MacroCoop, Manetti
Un ringraziamento particolare infine a Rita Castaldini.
I cataloghi di entrambe le mostre sono pubblicati da Skira Editore
Ferré e Comte/ DETTAGLI. Grandi interpreti fra moda e arte
Palazzo del Governatore
Piazza Giuseppe Garibaldi , Parma
30 settembre 2016 – 15 gennaio 2017
Orari di apertura:
martedì-venerdì ore 10.00/ 18.00
sabato-domenica ore 10.00/20.00
24 e 31 dicembre ore 10.00/ 14.00
chiuso il lunedì, 25 dicembre e 1 gennaio
aperture straordinarie 30 settembre, 1-2-8-9 ottobre ore 10.00/23.00
Informazioni e prenotazione al pubblico: www.mostredettagli.com Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
t. 0521 218035
Costo biglietti:
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00 (over 65, portatori handicap, insegnanti, per ciascun visitatore di gruppi superiori alle 15 persone con prenotazione, altre categorie convenzionate )
Ridotto speciale € 4,00 (under 26, studenti e scolaresche con prenotazione, altre convenzioni)
Ingresso gratuito, under 6, accompagnatori gruppi scolastici, accompagnatore disabile che presenti necessità, accompagnatore o guida per i gruppi prenotati, giornalisti iscritti all'albo, altre categorie o promozioni per sponsor convenzionati.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Parma)
Sarah Moon, tra le maggiori fotografe contemporanee in mostra a Palazzetto Eucherio Sanvitale, all'interno del Parco Ducale con "Qui e Ora Ici et Maintenant". La mostra, ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino a sabato 15 ottobre.
Parma, 12 settembre 2016
Inaugura venerdì 16 settembre alle ore 18 la mostra "Sarah Moon. Qui e Ora – Ici et Maintenant", curata da Galleria Carla Sozzani e coorganizzata da Fiere di Parma in occasione del premio annuale di Mercanteinfiera, con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma.
Sede dell'esposizione è il Palazzetto Eucherio Sanvitale, all'interno del Parco Ducale, che si conferma luogo d'elezione per le esposizioni fotografiche a Parma.
Sarah Moon, artista francese tra le maggiori fotografe contemporanee, da molti anni indaga la bellezza e lo scorrere del tempo. Il titolo Qui e Ora - Ici et Maintenant è stato scelto dall'artista per aprire un dialogo tra le sue opere e palazzetto Eucherio Sanvitale: la mostra racconta un incontro d'autore, inatteso e intenso con gli affreschi rinascimentali e le sculture del Palazzetto, e apre un dialogo inedito con la fotografia contemporanea.
L'alfabeto segreto della Moon rimanda alla sfera dell'emotività, dell'intimo, e mette in scena una realtà immaginaria, filtrata dal ricordo e dall'inconscio. Il suo linguaggio antinarrativo evoca momenti, sensazioni, coincidenze e bellezza.
L'amicizia e l'affinità tra Sarah Moon e Carla Sozzani risalgono alla fine degli anni Settanta quando iniziano a collaborare insieme per Vogue Italia e poi Elle Italia.
La prima mostra alla Galleria Carla Sozzani è nel 1996, "120 fotografie" curata dal Centre National de la Photographie di Parigi, a cui è seguita la mostra "Fotografie" nel 2002 e infine la mostra "Fil rouge" nel 2006.
Le visioni di Sarah Moon spesso schiudono un universo magico di immagini poetiche. Di lei si sa poco. Raramente parla di sé, nascosta dietro il suo eterno berretto che sembra proteggerne la timidezza fragile e delicata. Come dice lei stessa, le sue immagini parlano di lei. Le sue fotografie sono così misteriose, così cariche di tensione drammatica e tuttavia riservate, che sembrano un intero mondo visto attraverso uno spiraglio luminoso.
"Sin dall'inizio ho sempre voluto sfuggire al linguaggio codificato del glamour. Quello che cercavo era più intimo, erano le quinte ad interessarmi, un diaframma sospeso prima che il gesto si compia, un movimento al rallentatore...come quello delle donne che si allontanano di spalle." – scrive Sarah Moon nel libro Coincidences, pubblicato da Delpire nel 2001.
La mostra, ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino a sabato 15 ottobre, e sarà visitabile da martedì a venerdì dalle 13.00 alle 19.00, sabato e domenica dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30.
Palazzetto Eucherio Sanvitale
via J.F. Kennedy, 12
Parco Ducale 43121 Parma
Finalmente è arrivata anche in Italia "David Bowie Is", una delle mostre di maggior successo degli ultimi anni realizzata dai curatori del Victoria and Albert Museum di Londra: fino al 13 novembre 2016 il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna
Bologna, 21 Luglio 2016
Finalmente è arrivata anche in Italia "David Bowie Is", una delle mostre di maggior successo degli ultimi anni realizzata dai curatori del Victoria and Albert Museum di Londra. Si tratta della prima retrospettiva dedicata alla incredibile carriera di David Bowie, uno degli artisti più audaci, innovativi e visionari del panorama musicale contemporaneo.
Fino al 13 novembre 2016, il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna ospiterà un percorso dedicato all'artista che si sviluppa attraverso contenuti "multimediali" capaci di trasportare il visitatore all'interno del processo creativo del Duca Bianco, descrivendo il suo lavoro, l'importanza del suo contributo artefice del cambiamento in ambito teatrale, culturale e musicale.
Tre le tematiche principali:
- Una attraverso i primi anni di vita e della carriera di David Bowie nella Londra del 1960, arrivando al punto di svolta del singolo "Space Oddity" nel 1966;
- La seconda rivela le differenti fonti d'ispirazione che hanno influenzato la sua musica e allo stile delle sue performance;
- La terza affronta il mondo dei grandi concerti live di Bowie utilizzando presentazioni audio e video di grandi dimensioni, insieme all'esposizione di costumi di scena e materiali originali dell'artista.
Giorni e orari di apertura:
dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00
giovedì dalle ore 10.00 alle ore 23.00
lunedì chiuso
Costo del Biglietto:
Intero giornaliero con prenotazione di giorno e fascia oraria: € 15,00
Intero Open Day - fast lane: € 20,00
Ridotto: € 13,00 (da 7 a 15 anni e over 65 e possessori Bologna Welcome Card)
Ridotto possessori Card Musei Metropolitani Bologna e Card Bologna Musei € 7,50
Omaggio (da 0 a 6 anni, soci ICOM e AMACI)
Studenti Universitari: € 10,00
Gruppi, e scolaresche della Scuola secondaria di II grado (Minimo 15 Persone): € 10,00/pax
Gruppi scolaresche studenti fino alla Scuola secondaria di I grado: € 5,00/pax
Gli scatti dell'artista francese saranno protagonisti assoluti del 'Fuorisalone' della prestigiosa kermesse dedicata all'antiquariato. Al Palazzetto Eucherio Sanvitale di Parma la mostra, curata da Carla Sozzani, vincitrice del premio Mercanteinfiera 2016, sarà visitabile dal 16 settembre al 15 ottobre.
Parma, 23 luglio 2016
Un grande nome della fotografia contemporanea protagonista della terza edizione di "Mercanteinfiera Off", il fuorisalone culturale promosso da Fiere di Parma e Comune di Parma che si lega alla prestigiosa kermesse omonima dedicata all'antiquariato, modernariato e collezionismo vintage in programma dall' 1 al 9 ottobre.
Il nome è quello di Sarah Moon, artista francese che da molti anni indaga la bellezza e lo scorrere del tempo, i cui scatti saranno protagonisti della mostra "Sarah Moon a Parma.Fotografie" curata da Carla Sozzani, vincitrice del premio Mercanteinfiera 2016.
Visitabile dal 16 settembre al 15 ottobre a Palazzetto Eucherio Sanvitale, all'interno della suggestiva cornice del Parco Ducale, la mostra si propone come un viaggio in un universo magico di immagini poetiche: fotografie misteriose cariche di tensione drammatica ma allo stesso tempo riservate che danno quasi la sensazione di osservare un intero mondo attraverso uno spiraglio luminoso.
Con la mostra di Sarah Moon, l'edizione autunnale di Mercanteinfiera aggiunge un ulteriore tassello al tema conduttore della rassegna, ispirato all'universo femminile. Due saranno infatti le mostre collaterali presenti, in occasione della kermesse, alle Fiere di Parma. Ed entrambe metteranno al centro le donne. "Le Muse in scena", curata da Alessandro Malinverni, Alberto Nodolini e Carlo Mambriani, ricostruisce sipari e fondali realizzati a Parma 200 anni fa, per il teatro Regio fatto costruire dalla Duchessa Maria Luigia. "Segreti di regine, regine di segreti", invece, realizzata in collaborazione con il Museo di Palazzo Reale di Genova, si pone come un entusiasmante viaggio tra i vezzi, gli oggetti e le manifatture più care alle nobildonne.
Giovane, ma già in rampa di lancio. E soprattutto capace di spaziare tra le diverse espressioni artistiche, facendole dialogare tra loro e volgendo il proprio sguardo alla contemporaneità. È questa la motivazione che ha indotto la giuria formata da esperti qualificati ad assegnare a Gianluigi Ricuperati il Premio Mercanteinfiera 2017 che raccoglie così il testimone di Carla Sozzani.
Lo scrittore torinese sarà tra i protagonisti della prossima edizione di Mercanteinfiera: sempre di meno mostra espositiva, sempre di più un progetto per coniugare le diverse forme d'arte nel segno della multidisciplinarietà.
La mostra di Francesca Pradella, ospitata fino al 26 luglio presso il locale del Modena Golf & Country Club, diventa un'occasione per parlare del difficile e affascinante lavoro di fotografa. Per scoprire quanta passione, fatica e lavoro si nasconde dietro a ogni scatto.
Di Manuela Fiorini – foto di Francesca Pradella
FORMIGINE (MO) – Lo sguardo fiero di una tigre, l'espressione un po' annoiata di un leone che fissa un orizzonte sconfinato, l'occhio di un elefante da cui traspare un'arcana saggezza, un macaco giapponese che si riscalda in una piscina di acqua termale. E' la natura nella sua meravigliosa complessità e bellezza la protagonista di g-Lens, la mostra della fotografa modenese Francesca Pradella che si potrà visitare fino al prossimo 26 luglio presso il Modena Golf & Country Club di Colombaro di Formigine. Il titolo, g-Lens, nasce dall'incontro di due parole: glance (sguardo), e lens (obiettivo), per sottolineare il confronto tra l'occhio umano sta dietro l'obiettivo della macchina fotografica, e lo sguardo dell'animale che viene ritratto, un duello visivo in cui il confine tra chi osserva ed è osservato diventa labile.
In mostra sette fotografie, di cui una in formato 180 x 60 e le altre in formato 61 x 41, stampate su dibond, una lega di alluminio, e impreziosite da cornici in corten, un particolare tipo di acciaio che subisce un processo di ossidazione naturale e che rende ogni cornice un pezzo unico. Le cornici sono realizzate da Met Materia e Tecnica di Formigine di Tania Dieci e Monica Rivi.
Le immagini, che rivelano un'attenzione per il particolare e un vero talento nel saper "cogliere l'attimo" sono anche un'occasione per parlare con l'autrice del suo lavoro e di quanto sacrificio, passione e impegno richieda il "mestiere" di fotografo. Francesca Pradella, 32 anni, nata a Modena, è di una bellezza raffinata. Potrebbe tranquillamente stare davanti a quell'obiettivo che, invece, si è ostinata a voler impugnare dalla parte di chi scatta, studiando, perfezionandosi in Italia e all'estero e viaggiando parecchio per realizzare il suo sogno di fare di una grande passione un mestiere. Da quando, racconta "mio nonno Enrico, scomparso da poco, a cui è dedicata la mostra, da bambina mi regalò la Grande Enciclopedia degli animali".
C'è qualcuna delle foto di g-Lens che ha una storia particolare?
"Sicuramente la più grande, quella che ritrae un macaco giapponese. L'ho scattata vicino a Nagano lo scorso febbraio. Ero in Giappone, tra Tokyo e Kyoto, per fotografare i backstage dei videoclip del pianista italiano DeLord. Nel mio unico giorno libero ho preso qualche treno, qualche bus, ho fatto un po' di trekking e sono andata in questo bosco dove ci sono queste scimmie. La loro caratteristica è che, quando le temperature scendono, e possono arrivare anche a -5°C/-10°C, si immergono nelle piscine termali per riscaldarsi. Questa foto ritrae proprio questo macaco immerso in una piscina termale mentre si riposa".
Gli animali, a differenza delle persone non si mettono in posa. Quanto è importante e difficile cogliere l'attimo?
"Vengo da una scuola, intesa come esperienza, in cui non mi era consentito margine di errore. Mi sono specializzata nel reportage, non sono ritraendo animali, ma seguo anche il Festival di Cannes o quello di Venezia, dove ci sono davvero pochi secondi per scattare. Fotografare gli animali, poi, non vuol dire solo scattare, ma documentarsi sempre prima sulla specie, sulle abitudini e caratteristiche, sull'habitat in cui vive. E per avere la foto si possono aspettare anche ore o giorni. Senza contare che anche la fortuna spesso gioca un ruolo fondamentale".
Come hai deciso di fare della tua passione una professione?
"Mio padre è un fotoamatore e fin da piccola avevo a casa delle macchine a pellicola con le quali mi divertivo a far degli scatti. Non avevo mai pensato di farne una professione. Poi un giorno, (avevo da poco comprato la mia prima reflex digitale) ero in giro per il centro di Modena con una mia amica e abbiamo visto in un negozio l'annuncio "Cercasi assistente fotografa". Lei mi ha letteralmente buttata dentro! Ho mostrato al fotografo qualche lavoro che avevo messo on line e mi ha subito proposto di affiancarlo nel fare le foto a un matrimonio. Da lì poi ho iniziato ad affiancarlo in maniera più professionale. Ho poi deciso di perfezionarmi studiando in un istituto di fotografia di New York il cui diploma in fotografia è riconosciuto da tutte le Università Americane. Per quanto riguarda il giornalismo, sto studiando alla London School of Journalism".
I tuoi progetti per il futuro?
"Nei prossimi mesi mi dedicherò a un progetto natura che è già parzialmente coperto, ma andrò alla ricerca di altri sponsor. Dietro a ogni foto, infatti, c'è tanto sacrificio, sudore e fatica, ma anche diversi costi. Tra questi c'è quello dell'attrezzatura, ma anche le spedizioni, che oltre a trasporti, vitto e alloggi comprendono anche i permessi per poter fotografare gli animali in parchi e riserva nel mondo. Un permesso per utilizzare una foto a scopo commerciale può arrivare a costare anche 700/800 dollari al giorno e poche testate possono permetterselo. Un tempo era la rivista, l'editore che coprivano le spese per i reporter, ma oggi non è più possibile, quindi dobbiamo rivolgerci a sponsor esterni. Quindi, ne approfitto per fare un appello: chi desidera finanziare un progetto fotografico di salvaguardia della fauna selvatica mi contatti!".
Quali consigli ti senti di dare a un giovane che volesse diventare fotografo?
Ho avuto la fortuna di contribuire a Fotografia Europea e di partecipare a workshop di grandi fotografi di agenzie internazionali come Magnum e Seven. La lezione che ho imparato è che oggi, per fare il reporter, più che il diploma o la laurea in fotografia serve una formazione integrata. Se per esempio voglio fare il reporter di guerra, posso laurearmi in Scienze Politiche per avere le basi per saperne di più nel momento in cui scenderò in campo. E ' poi importante specializzarsi in una tipologia specifico, ma essere anche in grado di coprire diversi ambiti, dal momento che bisogna anche mantenersi. Tuttavia, avere una branca in cui si è particolarmente ferrati è importante. Se si sviluppano le tecniche e ci si specializza si può maturare un proprio stile, che è la cosa che poi ci distingue dagli altri e ti fa vendere le foto".
INFO
g-Lens
fino al 26 luglio
c/o Modena Golf&Country Club,
via per Castelnuovo Rangone 4, Colombaro di Formigine (MO)
il sito di Francesca Pradella è www.10photography.com
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