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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015 (in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale Caos Grecia. Gli UEmanoidi non erano programmati per rispondere alla disobbedienza.
3.1 cereali Nonostante tutto l'Indipendence Day ha favorito leggeri ribassi
4.1 Lattiero caseario Tutto fermo.
5.1 agro mercati Ismea, tensioni sui prezzi dei cereali.
6.1 parmigiano reggiano Reggio Emilia - Prezzo "a riferimento" del latte industriale
6.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, Preoccupazioni per la crisi greca
6.3 giardinaggio Un bel giardino con i piccoli aiutanti di Ferragosto.
7.1 export Canada, Parmigiano Reggiano punta al raddoppio
8.1 vino export Panel Business Strategies su consumatore cinese al 38 congresso mondiale OIV.
8.2 vino eventi Al Wine & Dine Festival di Shangai l'Italia sarà rappresentata da Vinitaly.
9.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
9.2 eventi made in italy Annunciata
10.1 Lattiero Caseario Lattiero Caseario in crisi. L'analisi di Giuseppe Alai presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano
10.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 28 12lug15 COP

Giuseppe Alai: con la dicitura "Latte Italiano" aumenterebbe l'appeal dei nostri formaggi. L'aumentata competitività coincide con l'aumento della selezione. Occorre perciò fare delle precise scelte politiche e uscire dal modello della moltitudine degli offerenti per passare a fare sistema.

di Lamberto Colla, Reggio Emilia 6 Luglio 2015
Da molti anni si parla di un settore lattiero caseario in crisi e, con la fine del regime delle quote latte, il rischio per il settore si è fatto ancora più reale e concreto. Abbiamo cercato di comprendere i meccanismi, e le probabili soluzioni, registrando l'opinione di uno dei più accreditati esperti del settore, il Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai.

1- Crisi lattiero caseario - Quali sono gli elementi macroeconomici che stanno minando il settore?

Senza ombra di dubbio la competitività internazionale delle nostre produzione. L'Italia ha sempre vissuto, attraverso le DOP, su una ricchezza che deriva dal valore aggiunto di questi formaggi, ma oggi siamo immersi in una competizione internazionale dove, chiaramente, la selezione è l'equivalente di competizione.
Siamo il paese, prosegue Giuseppe Alai, che ha mediamente le stalle più piccole, siamo il paese che ha mediamente le industrie casearie più piccole, siamo il paese che ha la minore concentrazione della produzione. Questo sta a significare che nel momento in cui ci si affaccia a uno scenario in cui la competizione è sulle portanze di livello mondiale è inevitabile non risentirne gli effetti. Così il latte europeo costa come il latte mondiale e il latte italiano costa come quello europeo e la conseguenza obbligata è, purtroppo, che gli allevamenti con strutture inadeguate e che si trovano in zone svantaggiate e marginali debbano chiudere.

2 - Fonterra, dalla Nuova Zelanda all' Olanda. Significa che in Europa c'è ancora spazio di manovra tale da diventare terra di conquista?
Intanto vedo un primo pericolo nel fatto che Fonterra si metta insieme a FrieslandCampina e Arla Food. Per dare una dimensione FrieslandCampina ha 19.000 soci ed è presente in tutto il mondo. Queste sono cooperative che hanno un respiro mondiale su tutto il mercato lattiero caseario e le loro produzioni vanno dal latte alimentare da bere, al latte in polvere, ai formaggi, ai baby food, alle bevande a base di latte dimostrando una fortissima evoluzione nella modalità di offerta.

Scopo delle cooperative è di piazzare il latte realizzato dai loro soci e Fonterra è arrivata in europa, dalla Nuova Zelanda, perché ha annusato un'opportunità a seguito della fine del regime delle quote latte. E' fuori discussione che sia una cooperativa che adotti politiche commerciali molto aggressive. Teniamo presente che Fonterra produce il 4% del latte mondiale ma copre il 40% dell'export del latte mondiale. E' una realtà che si muove prevalentemente sulla base del prezzo al punto tale che nel mese precedente c'è stata una specie di rivolta da parte dei suoi soci che hanno lamentato di avere dovuto crescere dimensionalmente per muoversi verso mercati internazionali e ciononostante i ricavi sono sensibilmente diminuiti. Questo fa percepire come, anche dall'altra parte della terra, si stia percependo questa competitività accresciuta dal punto di vista delle produzioni lattiero casearie.
Quali spazi di manovra ci sono? Quello di internazionalizzarci. D'altra parte se l'internazionalizzazione è considerato dagli altri lo sbocco di mercato al quale assegnare la priorità, noi dobbiamo fare altrettanto e andare a casa loro con i nostri prodotti.

3 - E' iniziata la campagna lattiera orfana delle Quote Latte, quali scenari si possono intravedere?
Ormai il prezzo in Italia è diventato il prezzo europeo ed il prezzo europeo è diventato prezzo internazionale, come appunto si diceva prima. Perciò o si determinano delle politiche vere e proprie del settore lattiero caseario, cosa che non mi sembra si stia facendo, perlomeno in Italia, oppure saremo obbligati a diventare competitivi sulla base del prezzo andandoci a scontrare con realtà aggressive come Fonterra. A tale proposito non dimentichiamo che c'è una cooperativa indiana, Amul, che ha scelto di produrre solo per il fabbisogno interno che peraltro rappresenta il 17% della produzione mondiale.

Se una cooperativa come questa decidesse di espandersi la ricaduta mondiale sui prezzi sarebbe pesantissima. Basti considerare che quell'enorme volume di produzione è garantito da una moltitudine di stalle la cui consistenza media è di 6,5 vacche. Attraverso il imitato aumento di una vacca per allevamento si determinerebbe un incremento del +15% il volume di latte che sarebbe interamente destinato al mercato globale con conseguenze facilmente immaginabili dal punto di vista del prezzo internazionale del latte alimentare.
Cosa ci fa intravedere questa situazione? Che passare da un mercato garantistico (regime delle quote latte, ndr) a un mercato libero la determinante della crescita produttiva la fa principalmente il prezzo. E' perciò importante inquadrare degli scenari nuovi di valorizzazione delle nostre produzioni. Noi da questo punto di vista abbiamo molto da imparare perché, a differenza di altri paesi, non ci siamo mai posti seriamente i problemi di ordine competitivo delle nostre produzioni.

4 - Un'opinione flash sull'ultima trovata di Bruxelles: il formaggio "Senza Latte"
Lo ritengo un atto di "vandalismo culturale" nel senso che va a modificare completamente quello che è la ragione che porta il formaggio a possedere le proprie specifiche caratteristiche.
I formaggi fatti con il latte in polvere perdono quel significato sul quale noi abbiamo impostato la valorizzazione e riconoscibilità dei nostri prodotti come il gusto, l'aroma e, in generale, le peculiari caratteristiche organolettiche che determinano la loro distintività.

La volontà di chiedere la deroga alla legge 138 del 1974, sembra sia venuta dall'associazione industriale del latte e sospinta da un deputato europeo per ragioni di competitività industriale.
Questo dal punto di vista della logica imprenditoriale è, forse, comprensibile però ancora ribadiamo che manca una politica lattiero casearia italiana. Il nostro Paese deve arrivare a decidere se si punta sulle DOP, se si punta sulla competitività delle produzioni o se si punta invece su qualsiasi tipologia di produzione che derivi dal latte vaccino.
Una scelta ferma da anni e che nessuna delle professionali intende affrontare, lasciando i consorzi soli a combattere contro la logica della indefinizione delle politiche.

5 - Potrebbe essere una forma di ricatto per accettare definitivamente gli OGM in Italia e affinché si proceda verso il Trattato Transatlantico?
Potrebbe. Sicuramente è una logica non degli allevatori, non dei caseifici ma prettamente industriale portata avanti dalle grandi multinazionali che fanno sì che i loro prodotti vadano alla ricerca dei mercati più remunerativi.

6 - Il differenziale tra il prezzo alla stalla e il prezzo al pubblico del latte alimentare è coerente o come si suppone il più forte vince sempre?
Ho visto che ci sono delle catene della grande distribuzione che si sono fatte parte diligente su questo fronte. Ad esempio Conad che ha pubblicizzato il fatto che avrebbe pagato un importo di 38 centesimi il latte alla stalla. Non scaricherei, quindi, tutta la responsabilità sulla grande distribuzione ma cercherei invece di passare da una logica di filiera a una logica di sistema.

Sarebbe interessante capire come possano essere determinate le condizioni di valorizzazione per pagare i costi di ogni singolo passaggio. Questo oggi non accade assistendo allo scontro tra la forza della domanda contrapposta a quella dell'offerta. Il mercato libero, al momento attuale, non esiste e se si vuole parlare di filiera occorre uscire dalla logica di moltitudine di offerenti per portarsi verso una logica di sistema nella quale si tenda a remunerare il lavoro di ciascuno modo più adeguato.

7 - Formaggi duri semi grassi. Da molti mesi hanno i prezzi bloccati. Tira l'Export ma con valori economici non così allettanti come un tempo. Come si potrebbe uscire da questa situazione in generale e in particolare per il Parmigiano Reggiano?
Lo dicevamo prima, o diventiamo sistema e usciamo dalla logica della moltitudine di offerenti o anche noi saremo alla stregua delle altre produzioni, individuate nelle quotazioni sulla base di quelli che sono i nostri costi di produzione e chi riesce a essere competitivo riesce a andare avanti. Se oggi dovessimo, sulla base del prezzo del latte europeo, cioè 32-33 centesimi, dire quanto vale il latte per il parmigiano reggiano dovremmo dire 48 centesimi ovvero 7,5€/kg. Tutto quello che va in più risiede nella nostra capacità di valorizzare il nostro prodotto attraverso delle politiche di sistema e delle politiche di settore. Questa è la sfida che dovrà contraddistinguere il lavoro dei consorzi e della politica nei prossimi anni, altrimenti la mera competizione dei prezzi porterà a rendere queste situazioni, oggi ritenute insostenibili, stabili fino anche vi sarà qualcuno che offrirà il latte alle condizioni attuali. Diciamola tutta, si parla di crisi da anni ma la produzione anziché diminuire è aumentata.

CFPR sede

8 - Cosa sta meditando il CFPR per "cavalcare la tigre"?
Noi siamo il formaggio che ha la maggiore rinomanza e credibilità verso il consumatore. Dobbiamo semplicemente accrescere questo livello qualitativo attraverso una politica consortile che si basi su tre punti fondamentali:

1. la determinazione quantitativa del formaggio fare in modo che l'offerta non sia in esubero sulla domanda;

2. la modifica del disciplinare per fare la differenza rispetto gli altri formaggi. Il consumatore deve trovare riscontro qualitativo forte nel maggior prezzo sostenuto.

3. Il terzo punto è quello dell'export perché è l'unica strada che consente di aumentare le produzioni.

Su quest'ultimo punto ci attendiamo delle risposte dalla politica. Andare a dire agli allevatori italiani di mungere altro latte significherebbe destinare più latte a produzioni similari in quanto i consumi di latte sono in flessione. Le produzioni DOP sono tutte in condizioni di livello di equilibrio, quando non sono addirittura in eccesso di produzione, e la produzione in eccesso andrebbe, per forza di cose, a produzioni similari, simil grana, simil asiago, simil taleggio e così via.
Si dovrà fare, quindi, una scelta politica nella individuazione delle potenzialità produttive e delle quantità destinate a queste produzioni.

"Oggi, secondo me, conclude Giuseppe Alai, è importante riuscire a distinguere, nell'ambito della destinazione di queste politiche, la possibilità di utilizzare la dicitura di "Latte Italiano", che sappiamo essere una dicitura di appeal rispetto i consumatori, affinché diventi un fattore concorrenziale con i formaggi esteri, cosa che oggi non sta avvenendo.
Occorre perciò che i consorzi vengano posti nelle condizioni di poter lavorare sulla offerta di prodotto e al tempo stesso vi sia anche la possibilità, da parte degli allevatori, di accrescere le produzioni ma con una destinazione alternativa e molto precisa di quello che i loro allevamenti producono."

PRRE MARCHIO EXPORT

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

L'importante attestazione assegnata sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico fornisce garanzia sulle analisi per istituzioni, imprese e consumatori. -

Parma, 10 luglio 2015 -

Nato da pochi mesi il CLCA riesce subito a guadagnare un importante traguardo professionale che gli consente già nell'immediato di migliorare notevolmente la propria politica di qualità ottimizzando e qualificando i servizi analitici offerti a servizio degli associati, dei clienti e delle imprese del parmense che hanno vocazione all'export e rientrano in precisi disciplinari. Nei giorni scorsi è arrivato infatti l'ottenimento da parte del laboratorio di analisi dell'importante accreditamento attribuito da ACCREDIA, organo di verifica, che sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico controlla sul campo che il personale operante sia altamente preparato e professionalmente competente e aggiornato. Questo particolare accreditamento costituisce la prova concreta e attestata che il laboratorio preso in esame operi in totale conformità agli standard internazionali, attraverso l'imparzialità e l'indipendenza di azione diretta del laboratorio stesso e di tutti gli organismi che ne verificano la conformità di prodotti e servizi. L'accreditamento da solo costituisce naturalmente la certificazione per i campioni analizzati e non per l'intero prodotto, ma le tipicità che possono fregiarsene forniscono un'ulteriore e rilevante garanzia anche per il consumatore che potrà così scegliere con maggior fiducia. Oggi le analisi accreditate al CLCA sono ben 32 e riguardano principalmente l'aspetto igienico-sanitario di latte, alimenti, acque potabili e superfici; una lunga lista di interventi che consentono al laboratorio autorizzato di effettuare analisi in caseifici, salumifici e più in generale in tutto il comparto di produzione alimentare.

"Questo traguardo è davvero rilevante per noi – ha sottolineato il presidente Daniele Mazzocchi – giunto attraverso non pochi sforzi economici e un intenso lavoro di preparazione che ha coinvolto tutto lo staff". All'interno della squadra del laboratorio un ruolo importante ha avuto il direttore Alessandro Raffaini: "Accredia rappresenta una delle tappe più qualificanti ottenute dalla nostra nascita, un risultato che ci auguriamo consentirà al laboratorio di guadagnare sempre maggior fiducia attraverso il lavoro di uno staff preparato che lavora con attrezzature sofisticate. Vogliamo diventare un fondamentale punto di riferimento per tutto il comparto agroalimentare e lattiero caseario del comprensorio e la strada imboccata pare essere quella giusta".

(fonte: Ufficio Stampa CLCA)

Prezzo "a riferimento" del latte industriale per la campagna casearia 2014 - Primo quadrimestre.

Reggio Emilia -

Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal nuovo regolamento ed agli accordi interprofessionali, tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo  del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/1 –30/04/2014 nella misura di:

€ 44,75 il q.le, IVA compresa e franco stalla

Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione (30 giugno 2015)

(fonte CCIAA Reggio Emilia 30 giugno 2015)

Mercoledì, 08 Luglio 2015 08:38

Lattiero Caseario. Ancora tutto fermo.

La crema a uso alimentare milanese si riallinea con la panna di verona.

di Virgilio, Parma 8 luglio 2015

LATTE SPOT Confermati i listini anche in questa 28esima settimana. Nello specifico il latte nazionale è stato quotato nell'intervallo tra 34,02 e 35,05/100 litri di latte e l'estero pastorizzato spot si è collocato tra 31,45 e 32,48€/100 litri.

BURRO E PANNA Anche per i derivati del latte nessuna variazione di listini. Confermati i prezzi di tutte le referenze di Burro registrate alla borsa di Milano. Perde invece l'1,33% la Crema a uso alimetare quotata a Milano, riallineandosi così con la Panna veronese che invece mantiene invariato il prezzo.

Borsa di Milano 06 luglio:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,48€/Kg. (-1,33%)

Borsa Verona 06 luglio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,48-1,53€/Kg.
Borsa di Parma 03 luglio:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.

Burro 8lug15

GRANA PADANO
9 mesi di stagnazione per il grana padano di 15 mesi e oltre. Infatti, anche in quest'ultima settimana, nessuna variazione di prezzo è stata registrata sia per il 9 mesi sia per il 15 mesi di stagionatura.
Nello specifico: tra 7,10 e 7,75€/kg. il prezzo all'ingrosso del prodotto di 15 mesi e tra 6,35 e 6,45 €/kg. il prezzo relativo al 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO
Dopo la leggera flessione dello scorso 19 luglio, per la seconda settimana consecutiva nessuna variazione è stata riscontrata alla borsa di Parma lo scorso 3 luglio.
In particolare il 12 mesi di stagionatura è stato quotato ancora una volta 7,55-7,80 €/kg. mentre il 24 mesi di stagionatura ha confermato il prezzo all'ingrosso compreso tra 8,70 e 9,05 €/Kg.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Mercoledì 8 luglio è prevista la manifestazione in Piazza Montecitorio a Roma organizzata da allevatori e consumatori per dire "no al formaggio senza latte" e sostenere il Made in Italy. -

Piacenza 07 Luglio 2015 -

Formaggi senza latte, la novità alimentare che sta impazzando tra le notizie del nostro Paese. Certamente l'Emilia Romagna con le sue eccellenze in fatto di formaggi è una delle regioni più danneggiate da questo fenomeno.
Ecco perché allevatori, casari e cittadini emiliani scenderanno in piazza per difendere il Made in Italy ed impedire il via libera nel nostro Paese al formaggio e allo yogurt senza latte che non solo danneggia i consumatori, ma mette anche a rischio un patrimonio gastronomico senza eguali, con effetti sia sul piano economico, che occupazionale e territoriale.

L'incontro è previsto per domani mercoledì 8 Luglio, dalle ore 9,30, in piazza Montecitorio a Roma dove sarà possibile conoscere direttamente tutto il fascino del metodo tradizionale di preparazione del formaggio, insieme al grande varietà che contraddistingue i formaggi italiani. Inoltre, si parlerà di tutte quelle nuove proposte che tendono a speculare sulla qualità italiana.

Come spiega Franco Fittavolini, responsabile della commissione latte di Coldiretti Piacenza "l'obiettivo è difendere il settore da quello che è stato un vero e proprio attentato al Made in Italy arrivato dall'Europa e sollecitato da Assolatte – e continua - Vogliamo far sentire la voce del popolo del latte a difesa della legge n.138 dell'11 aprile del 1974 che da oltre 40 anni garantisce al nostro paese primati qualitativi a livello internazionale nella produzione casearia anche grazie al divieto all'utilizzo della polvere al posto del latte. Il superamento di questa norma, per cui è arrivata la diffida da Bruxelles, provocherebbe non solo un abbassamento della qualità, ma anche l'omologazione dei sapori ed un maggior rischio di frodi. Senza questa legge, che contribuisce a sostenere la qualità Made in Italy, rischiamo di perdere quel carattere distintivo che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura a formaggi, yogurt e latticini."

Tra i manifestanti ci sarà anche il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo che, insieme ai rappresentanti della principali associazioni dei consumatori, accoglierà i cittadini, i parlamentari dei diversi schieramenti ed i rappresentanti delle Istituzioni che sostengono battaglia per il Made in Italy con una apposita sollecitazione al Parlamento per la difesa della qualità del sistema lattiero caseario italiano.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 27 05 luglio 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 27 05 luglio 2015

(in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale In fuga dall'abbraccio mortale
2.1 Pasta Che ci fa la pasta al Festival della magia internazionale?
3.1 cereali I dati USDA fanno scattare gli aumenti
4.1 Lattiero caseario A quando la ripresa del settore caseario?
5.1 cereali Meteo e rischio Grexit spingono le materie prime.
6.1 agro mercati Ismea, prezzi agricoli invertono la rotta a maggio
7.1 parmigiano reggiano Reggio Emilia - Prezzo "a riferimento" del latte industriale
7.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, dopo Harrods con Massimo Bottura da Sotheby's
7.3 giardinaggio Un bel giardino con i piccoli aiutanti di Ferragosto
8.1 export Parmigiano Reggiano, volano le esportazioni USA (+74%)
9.1 pomodoro Pomodoro, danni da grandine. Si temono perdite del 10%.
10.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
10.2 eventi made in italy Annunciata la seconda edizione del Eat Drink Love Italian Londra
11.1 e.commerce "Vino", la prima app per conoscerlo e acquistarlo a buon prezzo
11.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 27 2015 COP

Prezzo "a riferimento" del latte industriale per la campagna casearia 2014 - Primo quadrimestre.

Reggio Emilia 30 giugno 2015 -

Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal nuovo regolamento ed agli accordi interprofessionali, tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo  del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/1 –30/04/2014 nella misura di:

€ 44,75 il q.le, IVA compresa e franco stalla

Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione (30 giugno 2015)

Mercoledì, 01 Luglio 2015 08:46

A quando la ripresa del settore caseario?


Confermati quasi tutti i prezzi dei prodotti lattiero caseari quotati alle borse merci di Milano, Parma, Verona e Reggio Emilia.

di Virgilio Parma, 1 luglio 2015

LATTE SPOT Latte spot stazionario. Confermate le quotazioni della precedente ottava relativamente allo "spot" contrattato alla borsa di Verona. Nello specifico il latte nazionale è stato quotato nell'intervallo tra 34,02 e 35,05/100 litri di latte e l'estero pastorizzato spot si è collocato tra 31,45 e 32,48€/100 litri.

BURRO E PANNA
Ancora una settimana di stasi per tutte le referenze di burro quotate alla borsa milanese. Il mese di giugno si avvia verso la conclusione senza che siano intervenuti fattori di disturbo sulle quotazioni dei prodotti ottenuti per burrificazione. Unica eccezione risiede nella panna di centrifuga che ha guadagnato +3 centesimi sulla piazza scaligera (1,48€-1,53€/kg +2,03%). Stabile invece la quotazione crema a uso alimentare trattata alla borsa milanese (1,50€/kg)

Borsa di Milano 29 giugno:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,50€/Kg.
Borsa Verona 29 giugno:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,48-1,53€/Kg.
Borsa di Parma 26 giugno:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.

Burro PR

GRANA PADANO
Curva dei prezzi perfettamente orizzontale per il Grana Padano. Alla borsa milanese prosegue il periodo di stasi e ancora una volta non si registrano variazioni di prezzi per entrambe le stagionature di riferimento. Tra 7,10 e 7,75€/kg. la quotazione del prodotto di 15 mesi e tra 6,35 e 6,45 €/kg. per il 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO
Dopo un lieve segnale di debolezza riscontrato nella scorsa settimana il Parmigiano Reggiano - alla borsa merci comprensoriale di Parma - ha replicato i valori della seduta precedente. In particolare il 12 mesi di stagionatura è stato quotato 7,55-7,80 €/kg. e il 24 mesi di stagionatura ha confermato il prezzo all'ingrosso compreso tra 8,70 - 9,05 €/Kg.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Nel clima di stabilità generale fa rumore la perdita registrata dal Parmigiano Reggiano in quest'inizio d'estate. Il re dei formaggi perde 5 centesimi tornando alle quotazioni di metà aprile.

di Virgilio Parma 24 giugno 2015

LATTE SPOT Si è stabilizzato il latte spot dopo il leggero rimbalzo registrato la scorsa settimana. Nello specifico il latte nazionale è stato quotato nell'intervallo tra 34,02 e 35,05/100 litri di latte e l'estero pastorizzato spot si è collocato tra 31,45 e 32,48€/100 litri.

BURRO E PANNA Ancora una settimana di stasi per tutte le referenze di burro contattate alla borsa milanese. Il mese di giugno si avvia verso la conclusione senza che siano intervenuti fattori di disturbo sulle quotazioni dei prodotti ottenuti per burrificazione. Unica eccezione nel comparto dei derivati del latte risiede nella crema a uso alimentare che ha guadagnato +2 centesimi sulla piazza milanese (1,50€/kg +1,35%). Stabile invece la quotazione scaligera della panna di centrifuga anch'essa a 1,50€/kg (1,45-1,50 €/kg).

Borsa di Milano 22 giugno:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,50€/Kg.
Borsa Verona 22 giugno:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,45-1,50€/Kg.
Borsa di Parma 19 giugno:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.

GRANA PADANO Nessuna variazione sul fronte del Grana Padano.
La borsa milanese, ormai da moltissime settimane, non registra variazioni di prezzi per entrambe le stagionature di riferimento. Tra 7,10 e 7,75€/kg. la quotazione del prodotto di 15 mesi e tra 6,35 e 6,45 €/kg. per il 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO
Primi riflessi negativi invece per Parmigiano Reggiano. Alla borsa merci comprensoriale, il 12 mesi di stagionatura ha ceduto 5 centesimi riportandosi ai valori di metà aprile (7,55-7,80 €/kg. -0,65%). Identica perdita registrata anche per il 24 mesi d di stagionatura le cui quotazioni si ricollocano tra 8,70 - 9,05 €/Kg. (-0,56%)

PRRE 26 15

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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