Arriva da Zenica, in Bosnia, la nuova pagina di diario di Valentina Porcu e Silvia Manini, in viaggio con Francesco Millione della Caritas diocesana nell'ambito del progetto Kamlalaf. Rientreranno venerdì 24 luglio, ma nel frattempo continuano a raccontare la loro esperienza. -
Piacenza, 21 luglio 2015 -
"A differenza dell'ingresso in Slovenia, in Bosnia Erzegovina il confine alle frontiere si percepisce: 30 minuti di coda per i controlli alle automobili hanno reso tangibile questa demarcazione. A Zenica alloggiamo presso l'orfanotrofio Dom Porodica, struttura che ospita un centinaio di bambini che vivono in gruppi di 12 componenti insieme ad un educatore. La cittadina è gemellata con Fiorenzuola, e l'associazione Fiorenzuola Oltre i Confini sostiene l'orfanotrofio.
Abbiamo incontrato Emir, presidente dell'associazione Sezam, organizzazione non governativa no profit che si impegna a migliorare la qualità della vita e le relazioni interpersonali delle comunità presenti: croati cattolici, serbi ortodossi, bosniaci musulmani (binomi che rappresentano la maggior parte delle formazioni etnico-religiose sul territorio). L'attività dell'associazione consiste in programmi di educazione alla pace e di gestione non violenta dei conflitti, allo scopo di promuovere la riconciliazione. Il tema della riconciliazione a vent'anni di distanza dalla fine della guerra nei Balcani può sembrare scontato, ma così non è; basti pensare al fatto che i matrimoni "misti" prima della guerra erano all'ordine del giorno, mentre ora si possono contare sul palmo di una mano.
Siamo capitate a Zenica proprio durante i festeggiamenti per la fine del Ramadan, che hanno portato per le strade centinaia di giovani belli ed eleganti, vestiti a festa. Il secondo giorno lo abbiamo trascorso una decina di bambini e ragazzi dell'orfanotrofio: è stato bello riuscire a condividere un momento di gioco con loro, nonostante non parlassimo la stessa lingua. La povertà, qui, si tocca con mano: cani randagi, spazzatura e tanti piccoli dettagli. Nonostante questo la gioventù è piena di voglia di vivere, e pare non sia neppure figlia di tanta crudeltà che nel passato ha insanguinato questa terra; loro del resto non sanno neppure cosa sia la guerra, ma l'ostilità e la diffidenza verso il prossimo lasciano traccia di un passato triste che poi così lontano ancora non è".
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)
Francesco Ingegnoli, titolare dello storico stabilimento vivaistico che riforniva Giuseppe Verdi, in visita alla mostra "Semi di carta". -
Piacenza, 21 luglio 2015 -
Francesco Ingegnoli, titolare dello storico stabilimento vivaistico Fratelli Ingegnoli di Milano, accompagnato dalla curatrice dell'esposizione Daniela Morsia ha visitato settimana scorsa la mostra "Semi di carta: cultura agraria a Piacenza tra Otto e Novecento", prendendo visione del materiale storico-documentario esposto, soffermandosi in particolare sui pannelli dedicati alle pubblicazioni e ai giornali agrari editi a Piacenza.
Alcuni pannelli della mostra presentano proprio le copertine dei cataloghi commerciali del vivaio Ingegnoli, presso il quale si rifornivano, in particolare nel periodo a cavallo del Novecento, molti agricoltori piacentini, tra cui Giuseppe Verdi. Francesco Ingegnoli ha rimarcato il valore dello sviluppo agrario nel nostro territorio, sottolineando l'importanza dei rapporti intercorsi tra l'area milanese e quella piacentina non solo in ambito commerciale e agricolo, ma anche in materia di scambi culturali. In particolare, ha ricordato la figura del piacentino Giuseppe Soresi, per tanti anni direttore della Cattedra ambulante di Milano.
Nell'occasione è stata donata all'imprenditore la riproduzione della copertina di un catalogo storico Ingegnoli del primo Novecento, "ricoperto" di semi. E' il risultato di un laboratorio, coordinato dalla professoressa Annarita Volpi della Società piacentina di Scienze Naturali, svoltosi nel mese di giugno nel cortile grande della Passerini Landi, con gli alunni di alcune classi delle scuole elementari Alberoni e Mazzini. A consegnare l'elaborato è stato Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza che, in collaborazione con la Biblioteca, aveva organizzato l'iniziativa didattica, inserita nel calendario della settimana nazionale della bonifica e dell'irrigazione.
"Il capitolo del controllo delle acque – ha sottolineato Zermani – da sempre rappresenta un punto importante della storia agraria piacentina. Grazie al lungimirante interessamento di alcuni agronomi ed agricoltori piacentini, citati nella mostra, sono state finanziate e realizzate in Val Tidone ed in Val d'Arda le due dighe ad uso irriguo. La corretta gestione della risorsa idrica, unita a buone pratiche, a una piena conoscenza del terreno e alla mirata selezione delle varietà agricole, ha reso la nostra provincia un modello da seguire, addirittura a livello nazionale, per la produzione di quelle eccellenze che ancora oggi ci rappresentano. L'agricoltura piacentina, di antiche tradizioni, ha operato scelte importanti e all'avanguardia per quei tempi e questa mostra, che nè è la testimonianza, merita senz'altro il riconoscimento che sta riscuotendo".
Gli Ingegnoli: storia di una famiglia di vivaisti
Da Sesto Calende, sulle sponde del Ticino, la famiglia Ingegnoli, alla fine del Settecento, si trasferì a Milano per avviare una nuova attività industriale e commerciale legata al settore agricolo. Nell'area, ora occupata dalla stazione centrale, gli Ingegnoli iniziarono a coltivare piante da frutto altamente selezionate, ma anche sementi da orto e per praterie, specializzandosi nella selezione genetica. Botanici altamente qualificati iniziarono a collaborare alla scelta e alla selezione dei prodotti importati da tutto il mondo. Nel 1879 i giovanissimi fratelli Ingegnoli, Francesco, Vittorio e Paolo acquisirono lo storico stabilimento dei Burdin e nel 1884 i tre fratelli fondarono la società commerciale in nome collettivo Fratelli Ingegnoli, destinata a diventare nel giro di pochi anni uno dei più prestigiosi stabilimenti agro-botanici europei. Il vivaio, trasferito in corso Loreto 45, divenne meta di appassionati, coltivatori e giardinieri, professionisti e dilettanti. Gli Ingegnoli furono fornitori di diversi agricoltori piacentini, tra cui anche Giuseppe Verdi. I fratelli milanesi furono anche tra i primi a comprendere l'importanza dei cataloghi commerciali, ai quali riservarono un'attenzione particolare con copertine particolarmente suggestive.
Silvia Manini e Valentina Porcu, in viaggio con la Caritas diocesana verso la Bosnia per l'edizione Kamlalaf 2015. -
Piacenza, 17 luglio 2015 -
Arriva da Lubiana, la prima cartolina dell'edizione 2015 di Kamlalaf. Il progetto è promosso dal Comune di Piacenza in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato Svep e diverse associazioni di volontariato del territorio. E' un'iniziativa dedicata al turismo responsabile e consapevole, rivolta a quanti desiderano conoscere il mondo della cooperazione internazionale.
A spedirla la cartolina sono Silvia Manini e Valentina Porcu, in viaggio dal 15 al 24 luglio con la Caritas diocesana – accompagnate da Francesco Millione – con destinazione Bosnia. La prima tappa, però, è Lubiana, da dove scrivono poche righe, accompagnando la loro foto:
"Eccoci da Lubiana, capitale della Slovenia. Il passaggio alla frontiera è stato veloce e indolore, l'unica differenza rilevata è la forma della bottiglia dell'acqua (lunga e squadrata e senza etichetta). Testimonianza di quanto in realtà sia labile e debole l'idea che noi abbiamo di frontiera. Lubiana è una perla verde di grande bellezza dall'atmosfera austriaca. Ci ha colpito la sua tranquillità e il suo essere pulita. Il simbolo della città è il drago: secondo una leggenda, l'eroe greco Giasone sconfisse il drago che viveva nella palude vicino alla sorgente del fiume che attraversa la città, salvandola dallo stesso. Lubiana è anche ricca di acqua: piccole fontanelle sbucano ad ogni angolo delle tante viuzze del centro storico. Sarà forse per la presenza di così tanta acqua che tutte le energie negative sembrano svanire e lasciare spazio a una sensazione di pace e tranquillità".
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)
Un detective che si finge giornalista, una scia di sangue, un misterioso serial killer. E, come sfondo, la Modena del 1860, tra la fine del Ducato Estense e l'ingresso nel Regno d'Italia. Esce per Edizioni Artestampa l'ultima fatica di Gabriele Sorrentino, una sapiente fusione tra thriller e romanzo storico. -
Modena, 18 luglio 2015 - di Manuela Fiorini – foto di Daniela Ori -
Siamo a Modena, nell'aprile del 1860. Tra dubbi, incertezze, interessi, odio, paura per il futuro e nostalgia per l'ancien régime, la città si prepara a ricevere la visita di Vittorio Emanuele II, prevista per il 4 maggio. Il re, per la prima volta, incontrerà i suoi nuovi sudditi, poiché i plebisciti hanno consegnato Modena al Regno d'Italia, ponendo fine al dominio degli Estensi e mandando in esilio l'ultimo duca. Nella notte tra il 22 e il 23 aprile, nella piazza antistante il Palazzo Ducale viene rinvenuto il cadavere di un patriota con in bocca un ritaglio di giornale e la postura a croce. Preoccupati per la prossima visita del Re, le autorità modenesi chiedono aiuto a Torino, che invia sul posto il detective Urbano Platini, che si fingerà giornalista per indagare che cosa si cela dietro la scia di morti che insanguina l'ex città estense. E' questa la trama de Il grido della verità (pag 253, 16 euro), l'ultimo libro dello scrittore e storico modenese Gabriele Sorrentino, pubblicato da Artestampa, un thriller che è anche un romanzo storico, dove le vicende dei protagonisti si intrecciano a quelli di personaggi reali del Risorgimento modenese.
Abbiamo incontrato l'autore.
Come nasce "Il Grido della Verità" e quali sono stati gli spunti, le idee e la scintilla che ha dato vita al romanzo?
"Il Grido della Verità nasce dal desiderio di raccontare un periodo, il 1860, che ha cambiato la storia di Modena e dell'Italia. Ho voluto mostrare la mia città in quell'anno cruciale, farne conoscere le paure, le speranze, la bellezza. I miei personaggi di fantasia interagiscono con uomini e donne realmente esistite e questo mi ha permesso di indagare la psicologia dei modenesi di quel periodo."
Tu hai scritto saggi storici, cito Quando a Modena c'erano i Romani, l'Affaire Giuseppe Ricci e Il Duca Passerino, ma anche la trilogia fantasy Finisterra, e hai partecipato come narratore a diverse antologie e opere collettive, esplorando e sperimentando diversi generi. Dove collocheresti la tua ultima fatica nel tuo percorso di scrittore?
"Sono sempre stato affascinato dalla storia della mia città e della mia terra. Amo studiarla per poterla divulgare meglio. Sono convinto che solo conoscendo ciò che eravamo possiamo porre fondamenta solide per quello che saremo. L'altro aspetto che mi affascina nelle storie è la dimensione epica, le grandi passioni, la lotta per gli ideali, il ritmo. Nel Grido della Verità ci sono entrambi questi aspetti: da una parte la storia di Modena e della sua gente, dall'altro passioni violente, inseguimenti, pericolo. In questo senso credo che sia un'ottima sintesi di ciò che mi piace scrivere".
Hai collocato la vicenda de Il Grido della Verità nella Modena del 1860. Come mai questa scelta?
"Il romanzo è ambientato nella settimana precedente il 4 maggio del 1860. Questa è una data storica per Modena, perché Vittorio Emanuele II giunse in città per la prima volta, accompagnato dal Conte Cavour e da Luigi Carlo Farini. Si tratta di una data simbolo, quindi, del passaggio di Modena al Regno di Sardegna e quindi all'Italia Unita, un momento storico spartiacque che era perfetto per raccontare il conflitto tra il vecchio e il nuovo".
Il protagonista, Urbano Platini, è un detective che si finge giornalista. Un personaggio che richiama molti altri fortunati protagonisti di romanzi e serie TV moderne. Come si inserisce in questo contesto storico? C'erano degli investigatori all'epoca degli Estensi?
"In epoca Estense, come racconto nell'Affaire Ricci, era la polizia ducale, sotto il diretto controllo del Ministro dell'Interno a indagare in collaborazione col giudice. Erano molti i tribunali speciali e la situazione di continua tensione aveva reso la normativa giudiziaria piuttosto farraginosa. Ho quindi scelto un giornalista perché mi lasciava una certa libertà di movimento. Il giornalismo stava muovendo i primi passi, l'Agenzia di stampa Stefani (futura ANSA, n.d.r.) è del 1853 e le gazzette ufficiali stavano lasciando il posto anche in Italia a quotidiani sulle cui pagine i cronisti raccontavano storie frutto di indagini sempre più accurate. Il Times di Londra era nato nel 1753, Le Figaro nel 1826. In Italia La Stampa sarebbe stata fondata nel 1867 e il Corriere della Sera nel 1876. Insomma, Urbano si finge cronista d'inchiesta e quindi interpreta una figura innovativa per i tempi: ero affascinato da ciò che avrebbe saputo e potuto fare, lasciandolo andare, per così dire, in una terra che non conosceva. Non sono rimasto deluso".
Hai definito il tuo libro un thriller, più che un romanzo storico, eppure ci sono entrambi gli ingredienti: il serial killer, il detective, personaggi di fantasia e realmente esistiti. E' il momento del cross over tra generi diversi?
"Hai ragione, si tratta di una storia thriller inserita nella struttura di un romanzo storico. Credo che la contaminazione di genere, se fatta con intelligenza, sia sempre positiva perché permette di sfiorare nel lettore sentimenti che magari non si aspetta da un genere. La scelta di un'indagine serrata mi è sembrata la più adatta a quello che volevo raccontare e la storia mi si è composta nella mente con facilità in poco tempo perché evidentemente ambientazione e trama hanno trovato subito la giusta alchimia".
Quali sono i tuoi punti di riferimento o fonti di ispirazione quando ti trovi a dover descrivere o delineare la personalità dei tuoi personaggi?
"Ho la fortuna di esercitare una professione che mi mette a contatto ogni giorno con tante persone diverse. Cerco di memorizzare un tratto somatico, un comportamento, un tic e poi rimescolo tutto con l'obiettivo di creare personaggi tridimensionali che sono i più efficaci, anche se non è sempre facile dare profondità a ogni personaggio di una storia complessa".
L'autore
Gabriele Sorrentino (Modena 1976) vive e lavora a Modena dove è addetto stampa di un ente pubblico. Scrittore e storico, collabora con riviste quali Modena Storia, Il Ducato e Rassegna Frignanese. È membro dell'Associazione Terra e Identità e ha all'attivo fortunate monografie storiche: I Tempi del Duca Passerino (TEI 2007) e L'Affaire Giuseppe Ricci (TEI 2010), Quando a Modena c'erano i Romani (TEI 2013). È coautore del romanzo storico Francigena. Novellario AD 1107 (Fabrizio Filios 2007, ripubblicato in e-book nel 2014 con Go-Ware) e ha partecipato a numerose antologie tra cui, Toscana tra crimini e misteri (Felici 2009) Presenze di Spirito (Damster 2011), L'Enigma del Toro (Damster 2013). Membro dell'associazione di scrittori "I Semi Neri" fa parte del Laboratorio di Scrittura XOmegaP, con il quale ha all'attivo diversi progetti di scrittura collettiva. Ha pubblicato la trilogia fantasy Finisterra (Le sorgenti del Dumrak, Il Risveglio degli Obliati, L'Ultimo Eroe, Edizioni Domino) il cui secondo episodio ha vinto il Premio Cittadella 2013, mentre la trilogia completa ha meritato il Trofeo Cittadella 2015; dalla saga è stato tratto un Gioco di Narrazione recentemente presentato a Play, la fiera del gioco di Modena. Il suo sito è www.gabrielesorrentino.it.
Ancora aperta per questo fine settimana la mostra tra arte e fashion alla Chiesa di San Carlo promossa da Modenamoremio per EXPO 2015. Tra i capolavori della moda e della pittura anche le creazioni delle allieve del "Venturi" di Modena. -
Modena, 15 luglio 2015 -
Si avvia alla conclusione la mostra "Il gusto della contaminazione" che ha superato fino ad ora le 8.500 presenze nella suggestiva chiesa barocca di San Carlo in centro a Modena. Gli ultimi giorni per visitarla saranno giovedi e venerdi dalle 16 alle 19.30 e sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 con ingresso gratuito. L' iniziativa promossa da Modenamoremio nell'ambito degli eventi modenesi per EXPO 2015 ha permesso al pubblico di ammirare dipinti provenienti da collezioni modenesi difficilmente visibili in altre occasioni, mettendoli in "connessione" con capi di moda altrettanto rari selezionati tra le griffes italiane, il tutto sul tema del cibo nelle interpretazioni più creative.
Tra le tante firme italiane note nel mondo hanno trovato spazio anche le stiliste emergenti del corso di grafica dell' Istituto d'Arte "A. Venturi" con il loro progetto di rivisitazione della moda attraverso il food coordinato dalla prof. Antonella Battilani. In mostra due dei modelli realizzati dalle giovani creative con pasta e piatti di plastica, che nulla hanno da invidiare allo stile degli altri abiti in esposizione. Di particolare accuratezza per immagini e grafica anche il catalogo della mostra edito da Corsiero Editore con le fotografie di Carlo Vannini e i testi di Valerio Massimo Manfredi, di Giancarlo Muzzarelli, dei curatori della mostra Sonia Veroni, Pietro Cantore, Elisabetta Barbolini Ferrari, e di Maria Carafoli per Modenamoremio. Il volume è reperibile nella sede della mostra e negli uffici di Modenamoremio in via Scudari.
(Fonte: ufficio stampa Modenamoremio)
18 film, documentari, concerti e performance visual per il cinema estivo nel cortile della Rocca dal 14 luglio al 27 agosto. Confermati anche quest'anno numerosi incontri con registi. -
Novellara, 14 luglio 2015 – in allegato tutto il programma -
Il cortile della Rocca dei Gonzaga anche quest'estate sarà la suggestiva location per il cinema estivo di Novellara, che prevede 18 proiezioni in programma dal 14 luglio al 27 agosto (inizio ore 21.30). Anche quest'anno è Arci Reggio Emilia a curare la rassegna che come sempre miscela accuratamente pellicole per famiglie e bambini, a film drammatici, comici e documentari.
Una rassegna classica e adatta ad un largo pubblico, che non vuole dimenticare temi su cui l'amministrazione comunale tiene particolarmente: la Memoria, la cultura musicale e l'integrazione. Per questo sono numerosi gli incontri con registi in programma: mercoledì 15 luglio saranno presenti Matthias Durchfeld di Istoreco e Nico Guidetti a raccontare il loro film "Sabotatori", per riflettere su cosa vuol dire essere Resistenti, Partigiani, Sabotatori oggi (ingresso gratuito). Il 22 luglio sarà la volta di Daniele Gaglianone che presenta il suo documentario "Qui" sul contestato progetto Tav Torino-Lione; mentre il 23 luglio presenzierà Cristiano Travaglioli, montatore di "Anime Nere" alla proiezione del film drammatico di Francesco Munzi. E se non basta, mercoledì 29 luglio (ad ingresso gratuito) sarà inserita una performance visual e concerto dal vivo di Mora & Bronsky in concerto Delta blues ovvero Fabio Mora e Fabio "Bronski" Ferraboschi - rispettivamente cantante e bassista dei RIO – un duo che passa tra le ombre della notte e le prime luci dell'alba strisciando attraverso le radici della musica del diavolo: blues stracciati e musica folk dimenticata tra coperchi, pentole e lattine arrugginite. Infine per "Smokings", il documentario sulla commercializzazioni di sigarette di Michele Fornasero di giovedì 6 agosto sarà presente il regista.
"Una rassegna cinematografica che ha l'obiettivo, non solo di fornire un servizio culturale ai nostri cittadini durante l'estate, ma soprattutto di accendere pensieri, toccare temi scottanti e permettere alle coscienze di alimentarsi di nuovi punti di vista". "Abbiamo deciso, - afferma l'assessore alla cultura Marco Battini - di costruire una offerta cinematografica improntata sullo svago impegnato, sul l'incontro culturale, sul disimpegno che aumenta i saperi. In una ottica di leggerezza e di impegno allo stesso tempo."
La programmazione mese per mese
Martedì 14 luglio la rassegna inizia con il film d'animazione della Disney "Big hero 6", per far seguire mercoledì 15 luglio "Sabotatori" un documentario per ricordare e far conoscere i luoghi, le case e le persone che hanno fatto la Resistenza in Italia. Giovedì 16 luglio è in programma "Birdman" miglior film premiato agli Oscar, il 21 luglio si ritorna all'animazione con "Asterix ed il regno degli Dei", mentre il 22 luglio è la volta del documentario di Daniele Gaglianone "Qui", per proseguire con il film drammatico "Anime Nere" il 23 luglio. Ingresso gratuito per il concerto dal vivo de Mora & Bronsky del 29 luglio e ultimo film del mese è la commedia "Pride" di Matthew Warchus.
Il 4 agosto la rassegna si avvia con "Torneranno i prati" film drammatico di Ermanno Olmi per commemorare il centenario della Prima Guerra Mondiale e prosegue il 5 agosto con "The Repairman" di Paolo Mitton, tragicomica avventura de protagonista Scanio Libertetti, un uomo fuori dal coro. Si prosegue con "Smokings" giovedì 6 agosto, il film d 'animazione "Ooops! Ho perso l'Arca" l' 11 agosto, "Latin lover" commedia italiana di Cristina Comencini il 12 agosto, "Big Eyes" di Tim Burton il 13 agosto, la storia della "Famiglia Belier" il 19 luglio, "Selma – la strada per la libertà" il 20 agosto racconto della marcia della comunità nera nella città di Selma per protestare contro gli abusi subiti dai cittadini afroamericani durante la presidenza di Johnson. La programmazione estiva si chiude con la commedia di Edoardo Falcone "Se Dio vuole" il 25 agosto e "Cenerentola" giovedì 27 agosto.
Tutti le proiezioni, in caso di maltempo si terranno all'interno del Tetro Franco Tagliavini.
Prezzi di ingresso: interi € 5,00 – ridotti € 4,00
(tessera Arci, Agis, militari e anziani oltre i 60 anni)
Ridotto YoungERcard*: € 2,50
Omaggio per i minori di anni 4
Per informazioni:
Arci: www.arcire.it Tel: 0522 392137
Comune di Novellara: www.comunedinovellara.gov.it
Tel. Biblioteca: 0522 655419 – URP: 0522 655454
(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)
Cinema, musica, espressività artistica, giovedì 16 luglio. Sequence in collaborazione con Wendy Film, Associazione Culturale Workout Pasubio e con il Patrocinio del Comune di Parma presenta L'età del ferro: Estate Doc meets Workout Pasubio. (via Palermo, 6 – ingresso via Catania – Parma). Tutte le serate sono a ingresso libero. -
Parma, 14 luglio 2015 -
La prima serata di Cinema al Workout Pasubio, per l'anteprima cittadina di "Nar per Fer" di Matteo Ferrarini, ha fatto registrare il tutto esaurito nella calda sera dell'8 luglio, testimoniando il grande interesse della città sia per gli appuntamenti inconsueti sia per questo spazio ex-industriale che sta tornando a nuova vita. Si replica, con una serata di tenore del tutto differente, ma ugualmente composta di cinema, musica, espressività artistica, giovedì 16 luglio per la seconda serata della mini rassegna "Estate doc Parma – L'età del ferro".
E' stata proprio la location ad ispirare la scelta del film, spiegano gli organizzatori, ma questa volte utilizzando il ferro come metafora di un prodotto di scarto difficile da nascondere che diventa un veicolo di creatività artistica. La Comunità dei "Mutoid Waste Company", che nasce a Londra nel 1986 e si è insediata a Santarcangelo di Romagna nel 1991, è ora a rischio di sgombero sebbene protetta e difesa da una gran parte della città. Anche oggi, a distanza di un lustro, ha molto da raccontare a chiunque creda nella creatività come ad una alternativa di vita percorribile. La serata, oltre alla proiezione del film "Hometown/Mutonia" (ore 21:30), vedrà l'importante presenza a Parma del Collettivo ZimmerFrei, ovvero Anna De Manicor, Massimo Carozzi e Anna Rispoli: artisti a tutto tondo, che si muovono tra Bologna e Bruxelles spaziando tra installazioni, performance, regia, musica e fotografia mixando diversi media. Saranno loro a presentare la performance "Safari", una sorta di collage visivo-uditivo eseguito dal vivo in forma di concerto che è stata presentata al Festival Internazionale di Teatro in Strada di Santarcangelo di Romagna nel 2014.
L'ambiente ospitante, inoltre, sarà anche la location ideale per l'esposizione delle opere dell'artista parmigiano LUfER, anch'esse basate sull'assemblaggio ironico e irriverente di materiali di recupero. Per gli appassionati di arte contemporanea, street art, cinema documentario e sperimentazione sarà dunque una serata da non lasciarsi sfuggire.
Il ciclo di Estate Doc 2015 si concluderà sabato 18 luglio con il gemellaggio con il Festival di cortometraggi Concorto: la location sarà il bellissimo piazzale San Bartolomeo, che diventerà teatro della serata-spettacolo "Concorto meets San Bartolomeo Swing Society", in puro stile "Sequence", con la fusione tra musica, cinema (questa volta nella forma del Cortometraggio) e socialità.
Tutte le serate sono a ingresso libero.
Fb: www.facebook.com/associazionesequence
Protagonista il nuovo romanzo di Adriano Angelini Sut per Gaffi Editore: "Jackie" sulla vita della donna più amata ed invidiata del Novecento. La rassegna prosegue sabato 18 alle 17.30 al Dr. Coffee & Mr. Wine con "Un uomo allegro" di Marco Cassardo, edito da Miraviglia. -
Parma, 13 luglio 2015 -
È giunto anche a Salsomaggiore Terme il successo editoriale 2015 per la casa romana Gaffi. Sabato pomeriggio nella splendida cornice del Caffè Orientale la rassegna promossa da Miraviglia Editore in collaborazione con numerosi sponsor e partner, ha portato in scena l'ultimo lavoro dello scrittore e traduttore Adriano Angelini Sut.
Presente con lui l'editore Alberto Gaffi, affiancato dalla collega Benedetta Reverberi di Miraviglia che ha voluto portare nel salottino emiliano questo emozionante romanzo. Un incontro che ha toccato la vita della donna più amata ed invidiata del Novecento, che Adriano Angelini Sut ha saputo ricreare in modo fresco e nuovo attraverso un duro e serio lavoro di ricerca e di immedesimazione, cosa tutt'altro che facile per un uomo.
Tante le domande scaturite durante la presentazione della vita di Jacqueline: dall'amore per John Kennedy al matrimonio con Aristotele Onassis, dai sogni di ragazza alla donna che sognava di scrivere e divenne editor. Con lei i grandi nomi della moda: Valentino, Hermes, Givenchy che la videro testimonial di un'epoca mai tramontata, perché lei, Jackie, detta lo stile anche oggi che non c'è più. Ma fu vera o creata a regola?
«Indubbiamente vi fu un grande lavoro di immagine dietro di lei. Una creazione che si fermò laddove lei volle fermarla. Era ben consapevole del proprio ruolo e della propria forza» ha spiegato Angelini Sut, aggiungendo che indubbiamente Kennedy ebbe molti flirt, ma «tornò sempre da lei». Un lavoro di ricerca, di ricostruzione, che partendo dagli ultimi giorni di vita di Jackie, ormai devastata dal tumore, ci porta a ritroso nel tempo: è un percorso, meticolosamente spiegato, nella storia mondiale, tra fatti e protagonisti noti e meno noti.
Attraverso Jackie riviviamo la grande storia d'amore, la delusione e la rinascita, attraverso fatti e documenti che sino ad oggi non ci erano stati svelati. «Un'esempio di stile, semplice e composto, che in tanti hanno cercato inutilmente di imitare» ha commentato Benedetta Reverberi salutando gli ospiti a fine incontro. La rassegna prosegue sabato 18 alle 17.30 al Dr. Coffee & Mr. Wine con "Un uomo allegro" di Marco Cassardo, edito da Miraviglia.
Gli appuntamenti al Museo Cervi di Gattatico (Reggio Emilia) di sabato 11 e domenica 12 luglio, per la 14^ edizione del Festival Teatrale di Resistenza, Premio Museo Cervi-Teatro per la Memoria. -
Reggio Emilia, 11 luglio 2015 -
Un fine settimana denso di appuntamenti al Museo Cervi di Gattatico (Reggio Emilia), sabato 11 e domenica 12 luglio, per la 14^ edizione del Festival Teatrale di Resistenza, Premio Museo Cervi-Teatro per la Memoria, rassegna di teatro civile contemporaneo, ideato e promosso dall'Istituto Alcide Cervi e da Cooperativa Boorea, che si svolge sino al 25 luglio negli spazi esterni della casa contadina abitata dalla famiglia Cervi.
Sabato 11 luglio
Sabato 11 luglio inaugura la mostra di Anna Paglia "L'Universo e lo Zodiaco": alle 18.30 presso la Sala Genoeffa Cocconi si svolgerà incontro con l'autrice e il critico d'arte Franco Canova. Alle ore 19.00 seguiranno le letture musicate dal libro di Valeria Contavalli "L'isola della rugiada" con l'autrice e il maestro fisarmonicista Paolo Gandolfi mentre alle ore 19.30 si potrà effettuare la visita alla mostra allestita alla Sala della Solidarietà e che rimarrà visitabile sino al 2 agosto. Al termine verrà offerto ai presenti un rinfresco.
Alle ore 21.30 il Festival presenta "Contrada Acquaviola n.1" della formazione siciliana Nutrimenti Terrestri/Castello Sancio Panza, uno spettacolo di Simone Corso, anche in scena insieme ad Antonio Alveario, regia Roberto Bonaventura.
Lo spettacolo nasce dall'urgenza di denunciare l'immobilità di una realtà socio-ambientale difficile, che attraversa diversi spaccati dell'Italia contemporanea. E lo fa sondando nel profondo un tipico rapporto padre-figlio condizionato dalla presenza della raffineria di Milazzo, un mostro ambientale nel cuore del paese, presenza che si infila nelle coscienze di chi vi vive intorno. Così, un padre e un figlio, nati e cresciuti all'ombra dei fumi e dei gas di scarico, si scoprono violati nel proprio diritto a vivere una vita normale, mentre lo scontro generazionale, in altri contesti 'fisiologico', diventa scontro di idee e richiamo alla necessità di una presa di posizione.
Dopo lo spettacolo seguirà una degustazione dei prodotti dell'Azienda Agricola Baiocchi di Praticello di Gattatico, accompagnata dai Vini della Cooperativa Cantine Riunite di Campegine.
Domenica 12 luglio
Domenica 12 luglio, alle ore 19, nella sezione dedicata ai momenti di approfondimento, il Teatro delle Ariette, già ospite a Casa Cervi in una delle primissime edizioni del Festival, nell'incontro "Territori da cucire: quando il teatro diventa progetto culturale per un territorio" racconterà del progetto che sta conducendo a tappe nel Comune di Valsamoggia (Bologna), con l'obiettivo di coinvolgere i cittadini nella costruzione di un'identità collettiva, in totale sintonia con la poetica del Festival di Resistenza.
Alle ore 21.30, la Compagnia ILoveYouSubito, giovane formazione nata nel 2013, presenta "Lapins", di Alessandro Timpano, con Gianluca Follo, Francesco Modugno, Andrea Rinaldi, Elena Scalet, Alberto Zambelli, regia Gipo Gurrado. La storia, ironica e surreale, mette in scena le conseguenze che il mito della produttività a tutti i costi può portare nel lavoro e nella vita delle persone. La storia si svolge nel settembre 2011 ai piani alti della Todd Business Care, agenzia pubblicitaria newyorkese guidata da un personaggio cinico e arrogante, la cui unica preoccupazione è quella di soddisfare il cliente più ricco ed esigente, non importa che il prodotto da lanciare sia cibo spazzatura, quello che conta è che il cliente sia soddisfatto e che non passi alla concorrenza. E soprattutto non ha importanza che per costruire la campagna pubblicitaria nei tempi richiesti sia la vita degli stessi dipendenti ad andare a pezzi, travolta dai ritmi frenetici, dallo stress, dalla mancanza di comunicazione, dal cinismo.
Dopo lo spettacolo seguirà una degustazione dei prodotti dell'Azienda Piccolo Forno del Borgo di Cervarezza (Consorzio Strada dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa), accompagnata dai Vini della Cooperativa Cantine Riunite di Campegine.
Ingresso ad offerta libera.
Il Museo rimane aperto durante le serate di spettacolo.
Il Festival è ideato e promosso dall'Istituto Alcide Cervi e da Cooperativa Boorea, con il patrocinio dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia e Comune di Parma, della Provincia di Reggio Emilia e di Parma, dei Comuni di Gattatico, Campegine, Sant'Ilario d'Enza, Castelnovo di Sotto, Fontanellato, Poviglio, in collaborazione con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Festival ErmoColle, Festival Teatro Civile della Val d'Enza, Quinta Parete, Teatro del Cerchio, Teatro MaMiMO, Arci Parma, Strada dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa, Associazione Culturale Dai CampiRossi.
Il Progetto del Festival è a cura di Paola Varesi, Stefano Campani, Mariangela Dosi, Raffaella Ilari e con la collaborazione di William Bigi.
La Giuria è composta da: Lorenzo Belardinelli, Alessandra Belledi, Gigi Dall'Aglio, Giuseppe Romanetti, Patrizia Tamassia e un rappresentante dell'Istituto Cervi.
Nelle serate del Festival è aperto il servizio bar e ristorante al caffè del Museo dalle ore 19 alle ore 24. Su prenotazione è disponibile anche un servizio di ristorazione con specialità del territorio. Per prenotare +39.347.3743765 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Informazioni e prenotazioni
Museo Cervi, via Fratelli Cervi 9 - Gattatico (Reggio Emilia)
Tel.0522.678356 – Fax 0522.477491
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.istitutocervi.it
(Fonte: Ufficio Stampa e Comunicazione Istituto Cervi)
Esce per Meridiano Zero l'ultimo libro di Elisa Guidelli, nota anche come Eliselle, che nel "Romanzo di Matilda" racconta la vita, i lutti, le lotte, la caduta e il riscatto di una delle figure femminili più affascinanti del Medioevo. -
Di Manuela Fiorini -
Modena, 10 luglio 2015 –
E' Matilde di Canossa (1046 – 1115), la Grancontessa che, nel Medioevo, regnò su un territorio che si estendeva dal Lago di Garda al Lazio, la protagonista del Romanzo di Matilda, l'ultima fatica della scrittrice Elisa Guidelli, che esce in questi giorni per Meridiano Zero. Nato dopo una lunga genesi, durata dieci anni, tra ricerca e stesura, il volume di 380 pagine si legge tutto d'un fiato, perché non ha nulla della didascalità di una biografia o di un saggio, ma, piuttosto, la piacevolezza del romanzo storico, con alcuni tratti fantastici e altri squisitamente erotici, che rendono la lettura ancora più appassionante. Il lettore viene trasportato in un viaggio indietro nel tempo, tra intrighi di corte, battaglie, amori, tradimenti, lutti e riscatti. Di alcuni personaggi ci si innamora, per altri sorge un'antipatia spontanea, segno evidente della maestria dell'autrice nel dipingerne i tratti e delinearne la personalità. Matilde, Enrico IV, papa Gregorio VII, ma anche Pier Damiani, Beatrice di Lorena, Goffredo il Gobbo e molti altri, escono dai libri di storia per conquistare la fantasia e l'immaginario del lettore che si appassiona alle loro vicende, trepidando, sognando, sperando insieme a loro. Abbiamo incontrato l'autrice, Elisa Guidelli, per parlare insieme del Romanzo di Matilda.
Matilde di Canossa, uno dei personaggi femminili più importanti e "anomali", nel suo essere donna, del Medioevo. Che cosa ti ha colpito di questa figura, al punto di scrivere un romanzo in cui è la protagonista?
"Il mio primo incontro con Matilde è stato nella primissima infanzia, quando mio padre mi portò in visita al castello di Canossa. Avrò avuto forse 5, 6 anni, e mi colpì moltissimo il racconto di quella donna medievale così potente ma anche così apparentemente sola. La passione per lei è cresciuta con me, si è formata sia in autonomia, con ricerche personali, sia attraverso gli studi universitari. Di lei mi ha sempre colpito il suo essere donna in un mondo di uomini, la sua grazia e la sua determinazione nell'accettare il suo destino e nel portare a termine il suo compito su questa terra, nel periodo drammatico che si è trovata a vivere. La sua potenza e il suo ricordo riecheggiano ancora oggi, a ragione, non solo in Italia ma in tutto il mondo, segno che il suo passaggio è stato determinante per la Storia"
Matilda può considerarsi un personaggio "moderno" per i suoi tempi, ma anche per quelli attuali, dove la condizione femminile e le sue conquiste non sempre sono date per acquisite. Secondo te, che cosa ha contribuito a fare di lei quello che è stata? Carattere, determinazione o circostanze storiche?
"Nei classici libri di storia di Matilde si accenna appena, nel capitolo della lotta per le investiture, dove sembra quasi una semplice castellana che si trova a preparare il banchetto per gli ospiti di rilievo al suo castello, Gregorio VII ed Enrico IV, nell'umiliazione di Canossa. E invece se uno va a cercare bene, si trova davanti una figura che nel corso dei secoli ha goduto e subito qualunque genere di strumentalizzazione, ma che nonostante le diverse interpretazioni date al suo ruolo e alla sua esistenza è stata e continua ad essere molto amata. Di fatto, credo, perché la memoria e l'eredità che ha lasciato storicamente ma anche umanamente è stata grandiosa, lasciandone traccia sul territorio che ha amministrato da diplomatica e guerriera, implacabile ma generosa".
Per scrivere questo romanzo hai impiegato dieci anni tra ricerca e stesura. Come ti sei documentata e quali sono state le difficoltà che hai incontrato lungo questo cammino?
"Le difficoltà sono state tante. Quando affronti un tema del genere, non ti senti mai pronta per iniziare a scrivere, c'è sempre un nuovo libro da leggere, un nuovo saggio da studiare, perché le sfaccettature del personaggio sono innumerevoli e tu vuoi tutte le informazioni del mondo. Poi ti rendi conto che devi fare un primo passo, e allora il problema è cosa lasciare, cosa non scrivere, perché le informazioni che hai sono troppe. E devi selezionare. Ho visitato mostre, cercato e letto libri e saggi introvabili, poi alla fine mi sono detta che era il momento di partire per il mio personale viaggio alla ricerca della "mia" Matilda. E così è stato".
Nel romanzo hai inserito anche l'elemento fantastico. Per esempio, la strega che Matilda incontra prima da bambina e poi da adulta che le predice il suo destino, oppure la "punizione divina" che colpisce gli avversari del Papa. Come mai questa scelta e come si integra con la parte storica?
"La strega è una mia invenzione, ma è coerente con una certa letteratura e con la storia del Medioevo, una sorta di topos che mi era congeniale al racconto e che ho voluto inserire per rendere più appassionante la vicenda. La punizione divina e altre citazioni su sogni e visioni che ho messo nel romanzo, invece, fanno parte delle informazioni che ho raccolto sul conflitto tra papa e imperatore: venivano utilizzate nelle cronache, di una parte e dell'altra, per avvalorare le proprie posizioni e screditare gli avversari. Rendeva il mio romanzo un po' più "gotico", e questo mi piaceva"
Come dice il titolo "Il romanzo di Matilda" non vuole essere una biografia, ma, appunto, un'opera di narrativa. Senza svelare troppo, quali sono gli elementi di fantasia che hai inserito e che non trovano invece un riscontro storico?
"Le storie d'amore che ho inserito sono un parto della mia fantasia, anche se non per questo meno plausibili. Siamo un po' troppo bacchettoni, e spesso sostengo che i nostri "antenati" sapessero godersi la vita molto meglio di noi, nonostante le raccomandazioni sulla continenza e sulla castità di certi predicatori. Altri elementi riguardano il rapporto tra Matilda ed Enrico, abbastanza difficile da inquadrare: io li ho resi nemici, ma potrebbe essere che per un periodo di tempo i loro rapporti fossero più distesi".
C'è stata una parte della storia che ti è piaciuta di più scrivere e magari un'altra che ti ha creato più difficoltà o il caratteristico "blocco dello scrittore"?
"Il blocco dello scrittore è un'invenzione, credo. Certo è che per alcuni snodi del romanzo la preparazione è stata più pesante e la scrittura più insidiosa. Le battaglie cruciali, ad esempio, Sorbara, Monteveglio, e naturalmente il racconto dell'umiliazione di Enrico IV a Canossa hanno richiesto risorse mentali e di pazienza certosina parecchio esose. Poi il bello è che quando rileggi dici: "ma davvero ho scritto io 'sta roba?". Quando scrivi e ti lasci assorbire totalmente dalla materia, sei come in trance".
Tu oltre che scrivere libri tuoi, vendi anche quelli degli altri, essendo libraia. Dalla tua esperienza, c'è un ritorno del romanzo storico?
"In realtà non c'è mai stato un vero e proprio abbandono. Romanzi storici continuano a uscire, alcuni vanno meglio di altri, si riciclano sotto diverse forme come i thriller storici, ma la produzione non diminuisce e ne vengono sfornati parecchi dedicati a ogni epoca, soprattutto da parte degli autori stranieri. E mi auguro che questa tendenza continui: io sono una fruitrice di storici da sempre, e che modo migliore c'è di imparare la storia divertendosi attraverso le emozioni?".
Elisa Guidelli foto di Patrizia Cogliati
Elisa Guidelli, è laureata in Storia Medievale e lavora come libraia. Già autrice del romanzo storico Francigena – Novellario a.D. 1107, ha al suo attivo, con lo pseudonimo di Eliselle, numerosi romanzi, tra cui Nel paese delle ragazze suicide, Ecstasy Love, Fidanzato in affitto, Le avventure di una Kitty Addicted, il noir La Fame e la commedia Amori a tempo determinato (Sperling & Kupfer). E' uscita inoltre con la guida Centouno modi per diventare bella, milionaria e stronza (Newton Compton).
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