Nella giornata di ieri, venerdì 10/04/2020, presso la sezione Protetti, un detenuto italiano, già resosi responsabile, in passato, di medesime condotte infrattive, avrebbe aggredito, senza alcun motivo, due appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, dapprima l’agente di sezione, sbattendogli un cancello sulla mano e, successivamente, sferrando, una testata in pieno volto, ai danni di un vice ispettore del Corpo, intervenuto, unitamente ad altro personale in divisa, per frenare le intemperanze del suddetto recluso.
A seguito della suddetta aggressione, i malcapitati Poliziotti sarebbero stati costretti a raggiungere il Pronto Soccorso del nosocomio cittadino che, dopo i dovuti accertamenti del caso, li giudicava guaribili in 5 giorni, salvo complicazioni.
Il SiNAPPe, da tempo immemore, sta denunciando il peggioramento delle condizioni lavorative all’interno delle carceri regionali, le cui cause sono ben note a questa O.S., come le possibili soluzioni che abbiamo proposto al Provveditore Regionale, senza aver mai avuto alcun risolutivo riscontro ne’ formale, ne’ fattivo.
Riteniamo, infine, inaccettabile che l’Amministrazione non abbia ancora provveduto a dare seguito a quanto disposto dalla circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ovvero l’immediato trasferimento dei detenuti responsabili di simili condotte infrattive, considerato che il detenuto in esame ha reiterato, più volte, tali comportamenti.
Tutto questo era ampiamente prevedibile. Le carceri sono in fermento da mesi e nessuno ha fatto nulla per affrontare una situazione che era palesemente incandescente e pronta ad esplodere al minimo pretesto.
Bologna 9 marzo 2020 - La vigilanza dinamica, così come attuata in Italia, si è rivelata un fallimento senza precedenti, avendo comportato unicamente un drastico abbattimento dei livelli di sicurezza e non avendo neppure favorito l'incentivazione di adeguati percorsi rieducativi.
Il SiNAPPe chiede, da mesi, una netta inversione di rotta, consistente nell'adeguamento dell'organico di Polizia Penitenziaria che consenta di ripristinare tutti i posti di servizio accorpati per la grave carenza di uomini patita da tutti gli Istituti di Pena del Distretto Emiliano Romagnolo, nella necessità di fornire il personale di adeguati strumenti per contenere le crescenti intemperanze dei detenuti (ad esempio il taser), di ripristinare un circuito alternativo per la detenzione di detenuti psichiatrici che sostituisca i vecchi OPG, chiusi in maniera frettolosa e inopportuna, di investire sulla formazione del personale, ecc..
Il Governo deve prendere coscienza che le pur apprezzabili riforme della prescrizione, del processo civile e presto, si spera, anche di quello penale, lo "spazzacorrotti", la legge sul whistleblowing, ecc., rischiano di essere vanificate se non si mette mano al problema dell'ingestibilità delle carceri, esploso in maniera fragorosa in questo fine settimana, come ampiamente previsto e denunciato, più e più volte, da questa Segreteria Regionale.
Il Carcere non può restare il tappeto sotto al quale la politica nasconde i propri fallimenti essendo, viceversa e da sempre, la cartina di tornasole dell'efficienza dell'azione governativa. Ed il personale che vi opera, a cui va il nostro plauso e la nostra vicinanza in un momento di tale e tanta difficolta, non può continuare ad essere la vittima sacrificale della disastrosa politica carceraria messa in atto da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni.
Il SiNAPPe continuerà a denunciare l’inefficienza del Governo e dell’Amministrazione, in maniera sempre più forte, affinché le ataviche problematiche sofferte dal sistema penitenziario siano, senza più alcun indugio, affrontate e avviate a soluzione.
F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti
Il Sindacato non si sente ascoltato e promette nuove iniziative di protesta dopo quella del 14 febbraio scorso. In particolare chiedono "di rivedere la dotazione di strumenti atti a rispondere alle offese dei detenuti (ad esempio, i taser), per evitare il continuo ripetersi di aggressioni ed eventi critici di ogni genere e di tornare ad investire nella formazione del personale."
A seguire l'ultimo comunicato del sindacato
II.PP. DI PARMA: altro Poliziotto infortunato
Parma 18 febbraio 2020 - Non sembra arrestarsi il numero degli infortunati nelle carceri regionali ed in particolar modo nell’Istituto di Parma, ove gli eventi critici si susseguono senza tregua.
Questa mattina, verso le 10:30, in un reparto detentivo a regime aperto della media sicurezza, 2 detenuti italiani sarebbero venuti alle mani, per futili motivi. L’agente di sezione, con grande prontezza e professionalità, sarebbe intervenuto a dividere i due ed a mettere in sicurezza la sezione, garantendo l’incolumità dei contendenti, accompagnando uno dei due nel box agenti presente nel reparto, fino all’arrivo dei rinforzi allertati per i successivi provvedimenti del caso.
Purtroppo, il suddetto Poliziotto sarebbe stato costretto a ricorrere successivamente alle cure dei sanitari del P.S. del nosocomio cittadino, ove gli sarebbe stato diagnosticato un trauma distrattivo cervicale, spalla destra e lombare, guaribile in 10 gg, salvo complicazioni.
Il Sinappe, continua ad esprimere il proprio profondo sconcerto e la propria rabbia per il continuo verificarsi di tali episodi a danno del personale in divisa, che testimoniano come la situazione non sia più sotto controllo, anche a causa del disinteresse dell’Amministrazione e della politica, che nulla stanno mettendo in pratica per garantire la sicurezza del personale di Polizia Penitenziaria.
Ribadiamo, pertanto, l’intenzione di organizzare nuove iniziative di protesta per chiedere l’adozione di immediati provvedimenti che garantiscano il ripristino di condizioni lavorative dignitose e sicure per il personale in divisa.
Si sollecitano, in particolare ed ancora una volta, le richieste di rivedere la dotazione di strumenti atti a rispondere alle offese dei detenuti (ad esempio, i taser), per evitare il continuo ripetersi di aggressioni ed eventi critici di ogni genere e di tornare ad investire nella formazione del personale.
F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti
(Foto di copertina: un momento della manifestazione del 14 febbraio 2020 davanti al carcere di Parma)
Le cronache stanno registrando una sensazione di difficoltà, per non dire di reale emergenza, all'interno delle carceri emiliano romagnole, a partire da quello di Parma, dove, nella giornata del 14 febbraio le tre organizzazioni sindacali, si sono date appuntamento per portare a evidenza il disagio della Polizia penitenziaria. Le richieste in sintesi: Ripristino degli OPG, ovviamente migliorati con adozione di uno specifico percorso detentivo per i detenuti psichiatrici, adozione dei Taser, addestramento specifico per la gestione di casi critici, implementazione di personale e infine aggiornamento dei mezzi di trasporto.
Di Lamberto Colla Parma, 14 febbraio 2020 - Era stato annunciato già da qualche giorno il sit-in delle 3 organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria, davanti ai cancelli del Carcere di Parma dove molti e gravi episodi di aggressione si sono verificati ai danni dei poliziotti che hanno dovuto persino ricorrere alle cure mediche e al ricovero in pronto soccorso.
"Stiamo chiedendo, interviene Gianluca Giliberti segretario del sindacato Sinappe, soluzioni soprattutto al problema dei problemi, ovvero le aggressioni agli operatori di polizia penitenziaria. Queste aggressioni nell'ultimo periodo sono aumentate in modo esponenziale anche a causa della chiusura, a nostro avviso frettolosa, degli OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario - ndr) dove i detenuti psichiatrici venivano gestiti e curati in maniera professionale e in modo da non offendere il personale carcerario e anche sanitario. Tra le varie soluzioni avanziamo l'ipotesi del TASER (chiamata anche "pistola elettrica" - ndr) per rendere inoffensivi i detenuti nel loro momento di maggiore aggressività, ma siamo comunque aperti a valutare anche altre soluzioni. In più chiediamo una formazione da offrire al personale, alla stregua di quello che avviene alle altre forze di polizia, in grado di gestire eventuali eventi critici. Rispetto poi alla gestione di questi detenuti facinorosi stiamo chiedendo anche che vengano create delle strutture sull'esempio degli OPG , visto il fallimento delle REMS, che a nostro avviso non sono la soluzione del problema, anche perché i detenuti che restano nelle carceri, spesso vengono classificati come soggetti con "problemi comportamentali" e non sempre come detenuti che abbiano bisogno di cure psichiatriche particolari. Sarebbe quindi necessario creare un percorso detentivo dedicato a questa tipologia di detenuti. Altro grosso problema riguarda l'apertura del nuovo padiglione. Serve certamente una implementazione di personale, considerato che già oggi si fanno già diversi turni da otto ore e non riusciamo perciò a garantire il rispetto delle ore settimanali, i riposi, i congedi e quant'altro. Il nostro grido d'allarme è rivolto all'amministrazione centrale e regionale affinché dia una risposta ai problemi del carcere di Parma. Dimenticavo una cosa molto importante e riguarda il servizio delle traduzioni e dei piantonamenti. Abbiamo personale dimezzato rispetto a quello che sarebbe la pianta organica ottimale, con dei mezzi che superano i 300.000 km di percorrenza e che spesso si fermano per strada, generando gravi problemi di sicurezza per il personale."
Le richieste in sintesi:
- Ripristino degli OPG, ovviamente migliorati con adozione di uno specifico percorso detentivo per i detenuti psichiatrici;
- adozione dei Taser;
- addestramento specifico per la gestione di casi critici;
- implementazione di personale;
- e infine aggiornamento dei mezzi di trasporto, traduzione.
Reggio Emilia 11 febbraio 2020 - Questa mattina, presso l’Istituto reggiano il personale di Polizia Penitenziaria sarebbe stato costretto ad un surplus di lavoro a causa di svariati eventi critici causati da detenuti che definire intemperanti sta diventando un vero e proprio eufemismo.
Sarebbero stati tre gli eventi di maggior rilievo affrontati con la consueta elevatissima professionalità dal personale in divisa, che continua a sacrificare la propria incolumità fisica pur di portare a termine il mandato istituzionale cui è preposto dal giorno in cui ha giurato fedeltà allo Stato.
Ci risulta, difatti, che altri 3 Poliziotti Penitenziari avrebbero dovuto far ricorso alle cure dei sanitari del nosocomio cittadino, dopo aver affrontato e risolto i suddetti eventi critici, consistiti in un tentativo di impiccagione, in un rifiuto di far rientro nel reparto detentivo di appartenenza dopo l’ora d’aria e, per finire, in una gravissima aggressione perpetrata ai danni del personale in divisa, da parte di un detenuto magrebino che, addirittura, si sarebbe procurato dei tagli per poi schizzare sangue contro i Poliziotti intervenuti a mitigare la sua furia animalesca, finendo per centrarne uno in pieno volto.
Gli uomini in divisa avrebbero vissuto attimi di grande spavento, paura che perdura e cresce a causa delle procedure di profilassi cui, almeno uno di loro, si starebbe sottoponendo presso il pronto soccorso dell’ospedale reggiano a seguito del contatto col sangue del detenuto.
Ci siamo persino stancati di invocare il trasferimento di questi soggetti, secondo quanto previsto dalla circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, perché questa è una soluzione tampone che sposta il problema da un carcere all’altro. L’Amministrazione tutta e la classe politica devono farsi carico del problema senza più alcun indugio e fornire strumenti (taser?), formazione (altri corpi, ad esempio, partecipano a continui corsi di aggiornamento sulle regole d’ingaggio), adeguate strutture detentive (noi siamo per la creazione di reparti di osservazione psichiatrica per il contenimento e la cura dei detenuti psichiatrici, appurato il fallimento inappellabile delle Rems).
D’ora in avanti grideremo con forza la nostra rabbia ed il nostro risentimento nei confronti di chi potrebbe e dovrebbe intervenire, ma ha scelto di non farlo, a cominciare dal sit-in del 14/02/2020 organizzato unitamente ad altre OO.SS. dinanzi al Carcere di Parma.
F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti
La risposta del Governo all'interpellanza parlamentare di oggi costituisce, a nostro avviso, un primo passo verso la risoluzione delle problematiche che affliggono gli II.PP. di Parma, grazie anche all'impegno dell'on. Davide Zanichelli del M5S che ci sta aiutando a dare voce alle legittime istanze del personale di Polizia Pen. dell’Istituto ducale (https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/04022&ramo=CAMERA&leg=18).
Il SiNAPPe ritiene sia importante che si siano finalmente accesi i riflettori sul Carcere di Parma, che resta tra i più difficili da gestire dell'interno panorama nazionale, per l'estrema eterogeneità e pericolosità dei detenuti presenti.
Riteniamo pertanto apprezzabile l'impegno del Governo (Video della risposta del Sottosegretario Castaldi -> https://www.youtube.com/watch?v=wTSZ5Jaff78), a rinforzare la pianta organica dell'Istituto ducale (si spera anche nei ruoli dei commissari, degli ispettori e degli agenti/assistenti e non solo nel ruolo sovrintendenti), a ridurre le assegnazioni di alcune tipologie di detenuti, a rinviare l'apertura del nuovo padiglione detentivo, inizialmente prevista entro l'anno 2019, al fine di apportare le modifiche strutturali necessarie a rendere più funzionale e sicuro il nuovo padiglione detentivo, a rivedere il modello organizzativo ed i presidi di sicurezza, ad avviare la procedura concorsuale per l'assunzione di dirigenti penitenziari (anche se l'istituto ducale non crediamo possa attendere i tempi necessari alla conclusione di un concorso pubblico per essere affidato ad una guida efficiente e duratura).
Molto altro deve però essere fatto, come, ad esempio, il riconoscimento dovuto di Istituto di primo livello ad incarico superiore (al pari del Carcere Bolognese della Dozza), incredibilmente sottratto all'istituto penitenziario più variegato d'Italia, il congruo aumento di personale per gestire in sicurezza l'apertura del nuovo padiglione, l'assegnazione di fondi per l'adeguamento strutturale del carcere di Parma, per conformare le esigenze di sicurezza al cambio delle modalità custodiali, operato a seguito della cd sentenza Torreggiani, e ricavare nuovi spazi per lo svolgimento di attività lavorative, di studio e rieducative, a cui destinare la popolazione detenuta presente.
Più in generale andrebbero affrontate poi le questioni relative al fenomeno dei suicidi nelle forze di polizia (circa 60 dall'inizio dell'anno) e della conseguente istituzione, non più rinviabile, di punti di ascolto psicologico per le FF.OO., come disposto dalla circolare GDAP 0261439 del Capo del Dipartimento, datata 16/08/2018, al controllo dei detenuti psichiatrici, di cui ultimamente le carceri italiane sono in balia, alla predisposizione di percorsi detentivi alternativi per reclusi tossicodipendenti.
Speriamo che il Governo sappia affrontare tutte le esigenze di cui sopra, ma soprattutto restituire al Carcere di Parma quel ruolo di "fiore all'occhiello" del sistema penitenziario italiano che, anni di disattenzione e sottovalutazione dei problemi, hanno rischiato di sminuire ed avvilire.
Vi terremo aggiornati sugli eventuali sviluppi.
F.to Il Segretario Regionale Gianluca Giliberti
A Parma un'aggressione a un agente e ad un ispettore.
“Bisogna smetterla con le continue aggressioni alla Polizia Penitenziaria, il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede intervenga prima che sia troppo tardi” è quanto invoca Giuseppe Moretti, Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (U.S.P.P.) in riferimento all’ennesimo episodio di deliberata violenza stavolta accaduto nel carcere di Parma messo in atto da un detenuto nei confronti di un ispettore e di un agente per futili motivi.
“Un atto che destabilizza l’intero personale del Corpo e non solo dell’istituto emiliano” tuona il sindacalista che ammette che “prendere a schiaffi e aggredire se non beffeggiare il personale di Polizia Penitenziaria sembra sia diventato ormai lo sport preferito dalla popolazione detenuta e il nostro personale è stanco di subire passivamente situazioni del genere”.
“L’USPP da lungo tempo ormai sta denunciando la deriva delle aggressioni” prosegue Moretti, che invoca al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria soluzioni non più rinviabili, misure tangibili che devono essere adottate prima che accada l’irreparabile o che qualche collega venga accusato ingiustamente di reazioni necessarie a sedare comportamenti altrimenti non gestibili”.
In conclusione per il rappresentante dell’USPP “occorre definire protocollo operativi omogenei di intervento, trovare una collocazione idonea per i detenuti con problemi psichiatrici, dotare la Polizia Penitenziaria di strumenti adeguati a contrastare comportamenti illegali che spesso restano impuniti se non sotto l’aspetto disciplinare con esiti in questo caso del tutto ininfluenti rispetto al livello delinquenziale espresso da chi li commette”.
È con la piena solidarietà ai colleghi colpiti cui l’USPP augura una pronta guarigione che si conclude il comunicato stampa dell'organizzazione sindacale.
L'ennesimo e obiettivamente troppo frequente, episodio di aggressione è stato denunciato ieri dal sindacato nazionale degli agenti di polizia penitenziaria (Si,N.A.P.Pe.):
"Nella mattinata di oggi, 11/11/19, un detenuto italiano, del circuito Alta Sicurezza, mentre si recava al passeggio avrebbe sferrato un violento schiaffo all'agente di Reparto, che a seguito dell'aggressione veniva condotto al pronto soccorso del nosocomio cittadino per le cure del caso.
Il detenuto sarebbe stato successivamente accompagnato nella sua camera di pernottamento dove, in preda alla rabbia, avrebbe distrutto i sanitari presenti nel bagno.
Successivamente sarebbe stato condotto ad udienza dal responsabile dell'Unità Operativa Alta Sicurezza, ove avrebbe dato ulteriori segni di squilibrio, rompendo con un pugno il PC in dotazione all'ufficio. Per fermare la furia del detenuto sarebbe intervenuto personale ivi presente, tra cui un ispettore che subiva un trauma alla schiena, giudicato guaribile in 5 giorni s.c. dal personale medico del pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore.
Solo una settimana fa avevamo denunciato una nuova aggressione al personale da parte dei detenuti del carcere ducale; crediamo che la situazione debba essere affrontata senza più indugi per evitare che possa degenerare ed avere conseguenze irrimediabili.
Il SiNAPPe, chiede inoltre l’immediato trasferimento del detenuto responsabile dell'evento critico, ai sensi della circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del DAP.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
Il Segreterio Nazionale Si.N.A.P.Pe
Antonio FELLONE"
Al poliziotto aggredito è stato diagnosticato un trauma contrattivo al radiche cervicale con una prognosi di 10 giorni.
Parma 3 novembre 2019 - Nel tardo pomeriggio di oggi, 03/11/19, un detenuto magrebino, durante le operazioni di ritiro della spazzatura, avrebbe aggredito un Poliziotto Penitenziario, prendendolo da dietro ed afferrandolo per il collo.
Solo grazie all'intervento dei detenuti lavoranti si sarebbe evitato il peggio, considerando che il detenuto autore del gesto sarebbe lo stesso resosi già responsabile di altre due aggressioni ai danni della Polizia Penitenziaria e responsabile dell'incendio della sua camera di pernottamento.
Il malcapitato collega sarebbe stato successivamente trasportato presso il pronto soccorso del nosocomio cittadino dove si starebbe sottoponendo alle cure del caso.
Purtroppo, simili episodi stanno diventando sempre più frequenti presso gli II.PP. di Parma e, più in generale, negli Istituti di Pena della regione.
Il SiNAPPe, oltre a sollecitare l’immediato trasferimento del detenuto responsabile dell'evento critico, ai sensi della circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, continua a chiedere ai Superiori Uffici di farsi carico della problematica relativa alla gestione dei detenuti facinorosi e/o psichiatrici che stanno mettendo a soqquadro gli Istituti della Regione, compromettendone seriamente l'ordine e la sicurezza interna.
F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti
Nel pomeriggio del 22/10/2019, presso gli II.PP. di Reggio Emilia, si sarebbe verificata una rissa tra più detenuti, uno dei quali risulterebbe essere il solito recluso con problemi psichiatrici che ha aggredito una serie impressionante di Poliziotti Penitenziari, anche di recente, che fortunatamente, dopo le nostre svariate segnalazioni e richieste, è stato, in data odierna (23/10/2019), trasferito ad altro carcere.
Tornando alla rissa, ci è stato riferito che l’agente di sezione, una volta accortosi di quanto stava accadendo, avrebbe immediatamente azionato l'allarme, anche in considerazione del fatto che la rissa sarebbe continuata all’interno dell’infermeria di sezione ed avrebbe coinvolto anche il medico di reparto e la terapista della riabilitazione psichiatrica, aggrediti dai detenuti, nonché alla devastazione del locale infermeria, degli arredi, dei farmaci, degli estintori e di quant’altro ivi presente.
L’intervento di ulteriore personale di Polizia Penitenziaria avrebbe, quindi, evitato che l’episodio potesse avere conseguenze ancora più gravi per l’ordine e la sicurezza dell’Istituto, oltre che per l’incolumità dei detenuti coinvolti e degli operatori del comparto sanitario.
L’agente di reparto (10 giorni di prognosi per contusioni multiple) e la suddetta terapista sarebbero stati quindi costretti a recarsi al Pronto Soccorso del nosocomio cittadino, per le cure del caso.
La Dirigenza dell’Istituto ed il Provveditorato Regionale devono farsi carico delle problematiche sottese all’esponenziale aumento di tali eventi critici ed apportare, con urgenza, i dovuti correttivi al fine di ripristinare la serenità lavorativa, soprattutto all’interno delle sezioni detentive, affinché il personale in divisa sia messo in condizione di adempiere i propri compiti istituzionali in maniera sicura ed ineccepibile.
Sarebbe, inoltre, necessario fissare un incontro con i rappresentanti dei lavoratori al fine di riferire quali modifiche sarebbe utile apportare all’organizzazione del lavoro per evitare il ripetersi di tali episodi.
Riteniamo, infine, sia urgente disporre il trasferimento di tutti i detenuti responsabili dei fatti descritti, ai sensi della circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti
Dalla segreteria regionale del Sindacato nazionale Agenti di Polizia Penitenziaria:
"Non abbiamo fatto in tempo, questa mattina, a raccontare le drammatiche condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria che, solo grazie ad una sovrannaturale dose di “cazzimma”, nonché infinità umanità e pazienza è riuscita, nella serata di ieri, ad arginare la follia animalesca di un detenuto, ricoverato presso l’Ospedale Civile di Bologna, dopo che costui aveva distrutto la stanza di sicurezza in cui si trovava, che ci è stato riferito di un altro evento critico, verificatosi stavolta presso la Casa Circondariale di Ferrara.
Siamo stufi di raccontare le tantissime sfuriate dei reclusi che, ormai, spadroneggiano nelle carceri italiane, grazie a scelte politiche che hanno reso inermi le Forze di Polizia che, piuttosto di correre il rischio di essere accusate di ogni amenità possibile, spesso per il solo motivo di aver risposto ed arginato un’aggressione fisica, finiscono la giornata lavorativa presso il pronto soccorso delle strutture ospedaliere cittadine.
E’ ORA DI DIRE BASTA!!!! NON E’ POSSIBILE RECARSI A LAVORO CON LA CERTEZZA CHE, PRIMA O POI, OGNUNO DI NOI SI TROVERA’ IN UNA SITUAZIONE DI SERVIZIO POTENZIALMENTE PREGIUDIZIEVOLE PER LA PROPRIA INTEGRITA’ FISICA!!!!
Tornando a quanto accaduto presso la CC di Ferrara, alle ore 17:00 circa di oggi, sembrerebbe che lo stesso carcerato responsabile dell’aggressione del giorno 14 u.s., di rientro dal locale docce, abbia preso ad inveire contro l’istituzione carcere ed il personale della Polizia Penitenziaria, con offese impronunciabili, per poi distruggere un tavolino in legno, con uno dei piedi del quale ed un pezzo di ceramica appuntito, si rivolgeva, minaccioso, al personale nel frattempo accorso dai posti di servizio limitrofi. Due poliziotti, nel tentativo di bloccare il carcerato di cui sopra, sarebbero stati colpiti al volto dallo stesso, finendo in ospedale per le cure necessarie a suturare le ferite.
Al momento non si hanno ancora notizie delle condizioni di salute dei due colleghi né dell’entità della prognosi loro riconosciuta.
Oltre alla sensazione di impotenza e rabbia infinita, questo Segretario Regionale non riesce a comprendere il motivo per cui l’indemoniato detenuto continui a permanere nel carcere di Ferrara, in deroga a quanto previsto dalla circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti"
A seguire il comunicato del caso bolognese:
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