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"Sistema attuale insostenibile. Attuare presto delega fiscale per tasse più eque e stop a burocrazia" -

Modena, 11 marzo 2014 -

«Un sistema fiscale insostenibile, caratterizzato da una pressione insopportabile ed adempimenti ingestibili per numero e complessità». E' questo l'allarme lanciato dai rappresentanti di Rete Imprese Italia, Modena – Confesercenti, Ascom-Confcomemrcio Fam, Lapam-Confartigianato e CNA - a seguito dell'indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco, presentata in Senato nei giorni scorsi.
«L'attuale sistema fiscale - evidenzia Massimo Silingardi presidente di Confesercenti e portavoce attuale di Rete Imprese Modena - è utilizzato sempre più spesso non come strumento di politica economica a favore di crescita ed equità, ma solo come fonte di maggiori entrate dove il fattore spesa è la variabile indipendente a cui le entrate devono continuamente adeguarsi. Va capovolto il paradigma: è la spesa pubblica che deve essere riportata entro limiti che consentano una tassazione non oltre la media europea. In particolare, è fondamentale che le maggiori entrate provenienti, in primis, dal contrasto all'evasione siano totalmente destinate alla riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie».
«Riteniamo, inoltre – continua il portavoce di Rete Modena - che la Legge Delega rappresenti un momento di straordinaria 'manutenzione' dell'attuale sistema fiscale finalizzata a rendere neutra, rispetto alla forma giuridica, la tassazione dell'impresa; alla revisione, in un'ottica di semplificazione, degli attuali regimi contabili e fiscali ed alla razionalizzazione della pletora degli adempimenti fiscali, anche in relazione alla loro effettiva efficacia di contrasto all'evasione ed elusione d'imposta come pure all'introduzione di regimi premiali per le imprese più virtuose. Una rapida attuazione della Legge Delega servirà anche a migliorare il rapporto conflittuale fisco-contribuente».
Rete, infine, sostiene l'urgente necessità di interventi immediati di riduzione delle aliquote Irpef e dell'IRAP. Nel caso dell'Irap, sia innalzando la franchigia di esenzione, sia definendo, in maniera puntuale, i soggetti esonerati dal pagamento del tributo in quanto privi di organizzazione.

 

(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Modena)

 

I presidenti della città di Modena Silvia Manicardi di Lapam-Licom, Mauro Salvatori di Confesercenti, Nicola Fabbri di CNA e Massimo Malpighi di Ascom-Confcommrcio Fam, intervengono sul regolamento per la gestione dei luoghi dichiarati dall'Unesco 'Patrimonio dell'Umanità' all'interno della città di Modena.

Modena, 10 marzo 2014 -

"Il Comune di Modena non assuma l'Unesco come alibi per un regolamento arbitrario e fuori dalla storia. E poi fare una cosa simile a due mesi dalle elezioni... suvvia". I presidenti della città di Modena Silvia Manicardi di Lapam-Licom, Mauro Salvatori di Confesercenti, Nicola Fabbri di CNA e Massimo Malpighi di Ascom-Confcommrcio Fam, intervengono sul regolamento per la gestione dei luoghi dichiarati dall'Unesco 'Patrimonio dell'Umanità' all'interno della città di Modena. "Così come è stato presentato in bozza questo regolamento ha solo pretestuosamente a che fare con la materia. Infatti, prendendo a pretesto la definizione Unesco che coinvolge due edifici, Duomo e Ghirlandina, cala su gran parte della città antica una quantità di norme vessatorie e, per larga parte, in contrasto con le libertà economiche e civili assicurate dalle leggi italiane.
Il regolamento è stato presentato il 27 febbraio e dovrebbe essere approvato prima delle fine della legislatura, entro il 30 marzo. E' impossibile che il Consiglio Comunale e la città abbiano tempo e modi di esaminare e decidere norme che incidono, o, in molti casi, impediscono, le attività economiche di tantissimi cittadini. Ancora, l'impianto del regolamento è in contraddizione con Unesco, ovvero con il vivere pienamente i luoghi: è chiaro che quindi che questo prevede le funzioni che oggi sono economicamente e civilmente utili ed interessanti, previo il rispetto dell'ambiente originario. Il Regolamento, invece, arbitrariamente, trasforma la città in una rievocazione in costume d'epoca... La terza è la legittimità, nella zona di rispetto 1 e 2, del fatto che il Comune vorrebbe identificare il tipo di attività commerciali che si possano insediare, eludendo totalmente la legge vigenti in Italia che non conferisce ad alcuno questo diritto sulle attività economiche.
Le zone di rispetto Unesco sono assolutamente arbitrarie. Con questo regolamento, le zone 1-2-3-4 e gli edifici inclusi dal raggio dei 150 metri, sono inclusi e quindi sottoposti ad un coacervo di norme restrittive, fra Regolamento ed allegati applicativi. Per capirci, sono inclusi via Farini sino alla chiesa di S.Giorgio, tutta via Modonella, tutto Canalchiaro, tutta Carteria, tutta piazza Matteotti, gli edifici ad est di piazzetta Muratori, quelli a sud ovest di Corso Canalgrande. La disposizione crea, un potere insindacabile in mano ai funzionari comunali, che, istruirebbero le domande al Comitato Tecnico, il cui parere è vincolante per ogni attività o arredo autorizzati".
I presidenti cittadini di Lapam-Licom, CNA, Ascom Confcommercio Fam e Confesercenti proseguono: "Non dimentichiamo che Unesco ha dichiarato patrimonio dell'umanità Duomo e Ghirlandina, non tutto il centro storico. Se Unesco avesse ritenuto di doverlo fare lo avrebbe fatto come ha fatto a Roma, Mantova, Ferrara, tanto per citare qualche esempio dove tutto il centro è stato dichiarato patrimonio dell'umanità e dove nessuno si sogna di introdurre norme così restrittive e vincolanti".
Insomma, per le associazioni aderenti a Rete Imprese questo regolamento non sta in piedi. "Un ultimo esempio – proseguono le associazioni - perché il palazzo della banca di fronte al Duomo deve essere tutelato allo stesso modo della Cattedrale stessa? E perché limitare il numero delle manifestazioni in Piazza Grande? Perché le manifestazione che si possono fare non devono esporre striscioni commerciali, questi signori pensano che il mondo sia pieno di sponsor che vogliono rimanere anonimi?

Infine, ma non ultima questione per ordine di importanza: si normano, citandole per nome, le manifestazioni ammesse in Piazza Grande. Come si possono predefinire per regolamento le attività che potranno, negli anni a venire, andare in piazza o le tipologie di arredo?
Ancora a proposto degli arredi precari ammessi in tali manifestazioni: 'solo ombrelloni'. Sono sempre funzionali gli ombrelloni a proteggere gli operatori nel clima di Modena, non mite per molti mesi all'anno? Proteggono in modo adeguato le merci se vengono abbandonate sul posto durante le notti? Al tempo della costruzione del Duomo parimenti non esistevano né ombrelloni né gazebo. Dunque: perché gli ombrelloni, 'richiudibili', si specifica, sì e i più efficienti gazebo no?".
Salvatori, Malpighi, Fabbri e Manicardi concludono: "Questo e altro, è materia che i cittadini hanno diritto di conoscere e discutere apertamente durante l'imminente campagna elettorale, non già di vedersi accollata nella fretta delle 'delibere dell'ultima ora'. Chiediamo che la città ne discuta lì e che blocchi un colpo di mano tanto pesante con Consiglio ed assessori che scadono fra tre settimane! In un momento in cui abbiamo tante saracinesche abbassate in centro abbiamo bisogno di una simile selva di lacci e laccioli? Qualcuno pensa veramente che si possano riempire le vetrine vuote clonando 'd'autorità' negozi storici e tradizionali anche se non redditizi?".

(Fonte:ufficio stampa Lapam Confartitigianato Modena-Reggio Emilia)

 

"Rimborso dei danni subiti, fiscalità di vantaggio e sicurezza del territorio: queste sono le priorità oggi" -

 

Modena, 6 marzo 2014 -

"Abbiamo la necessità di avere risposte nel più breve tempo possibile, riguardo: i rimborsi dei danni subiti; alla necessità dell'attuazione di una fiscalità di vantaggio che renda più agevole la ripartenza dell'economia della zona; all'impegno da parte delle istituzioni per la messa in sicurezza del territorio". Queste le richieste avanzate nel corso dell'incontro tra il comitato degli operatori commerciali ed artigiani delle aree colpite dall'alluvione del 19-20 gennaio scorso e Rete Imprese Italia, a cui aderiscono Confesercenti Ascom-Confcommercio-Fam, Lapam-Confartigianato e CNA. Tra le richieste c'è anche quella di dare supporto anche alle attività produttive.

L'occasione inoltre ha rappresentato anche il momento per aggiornare gli operatori del Comitato sullo stato delle azioni intraprese e riguardo l'iter che stanno seguendo i provvedimenti legislativi in favore delle popolazioni e delle imprese colpite dall'alluvione del Secchia:

RIMBORSI DEI DANNI SUBITI: impegno da parte de Parlamentari Modenesi e della Regione Emilia Romagna che di concerto con le Associazioni imprenditoriali stanno predisponendo un disegno di normativa che, sulla scorta dell'esperienza compiuta con il sisma del 2012 - ma evitando l'appesantimento burocratico relativo - disponga risorse e modalità per l'erogazione dei contributi volti al ripristino dei locali danneggiati e la sostituzione dei beni colpiti. Tale disegno di legge sarà presto presentato al nuovo Governo. Le risorse necessarie sono da reperire tra i fondi non utilizzati per la proroga delle imposte nel cratere del sisma.

FISCALITA' DI VANTAGGIO: le Associazioni hanno riferito della concreta possibilità di costituzione di Zone Franche Urbane nelle quali individuare misure di reale abbassamento della pressione fiscale e contributiva da applicare in un arco di tempo compreso di diversi anni, associata ad una conseguente rateazione dei pagamenti.

MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO: massimo impegno da parte di Rete nei confronti di Regione e Aipo affinchè siano utilizzati in toto i 19 milioni di € destinati al nodo idraulico di Modena per la realizzazione di opere utili ad evitare eventuali disastri come quello del 19-20 gennaio scorso.

FONDI CCIAA: è stata apprezzata la tempestività con cui la Camera di Commercio ha erogato fondi per due milioni di euro a sostegno delle attività dell'area, soprattutto le modalità di erogazione dei contributi alle attività dei centri urbani. Occorre ora verificare la possibilità di nuovi interventi a supporto delle attività produttive dell'area, in attesa dell'indispensabile intervento del governo.

Massimo Silingardi, presidente di Confesercenti e portavoce attuale di Rete Imprese Modena aggiunge inoltre che: "Entro metà marzo si terrà un nuovo incontro con i parlamentari modenesi a cui seguirà una riunione in Regione sulla stima totale dei danni derivanti dalle schede presentate ai comuni e si perfezionerà la strategia per ottenere al più presto i provvedimenti necessari alle imprese. Dopodiché a fine marzo Rete convocherà un nuovo incontro di confronto e condivisione con le imprese dei comuni colpiti dall'alluvione".

 

(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Modena)

 

Confesercenti, Ascom-Confcommercio, Lapam-Confartigianao e CNA, invitano il Governo a passare dagli annunci ai fatti: "Stop a burocrazia e Pressione fiscale" -

 

Modena, 4 marzo 2014 -

«Prendiamo atto con soddisfazione - afferma Rete Imprese Italia Modena, a cui aderiscono Confesercenti, Ascom-Confcommercio, Lapam-Confartigianato e CNA a proposito dell'entrata in funzione del Sistri, il sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi, avvenuta oggi - dell'ulteriore sospensione delle sanzioni, della proroga della tracciabilità cartacea e in particolare della prospettiva, annunciata dal Ministro dell'Ambiente, di un decreto che escluda dal Sistri le imprese con meno di 10 dipendenti, che di fatto cancellerebbe l'assurda equiparazione dei rifiuti di un parrucchiere e di un piccolo commerciante con quelli di un'industria. E' la prova che si sta cominciando a comprendere l'inadeguatezza del sistema alle esigenze delle imprese e del Paese».
«Non muta, quindi, il nostro giudizio profondamente negativo: il Sistri – tiene a precisare Massimo Silingardi, presidente di Confesercenti e attuale portavoce di Rete Imprese Modena - è l'emblema dello squilibrio burocratico del nostro Paese. Il sistema ha infatti dimostrato troppe criticità, che riguardano l'interoperabilità, i malfunzionamenti tecnici e tecnologici di dispositivi e sistema, la lentezza delle procedure, oltre a costi esorbitanti alle imprese. Riteniamo dunque assurdo e dannoso proseguire nella sua implementazione: occorre al più presto sostituire il Sistri con un sistema di tracciabilità che risponda concretamente all'esigenza di una corretta gestione dei rifiuti, attraverso un modello che non gravi sulle aziende con ulteriori costi e procedure complesse ed ingestibili».
«Il Sistri deve essere superato - aggiunge Silingardi - è un sistema inefficiente, scarsamente trasparente ed inadeguato, che comporta pesanti allentamenti per le imprese e, in alcuni casi, addirittura il blocco delle attività. Per questo chiediamo al Governo di procedere rapidamente alla sua sostituzione con un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che serva meglio allo scopo».
«Per 'far uscire dalla palude' le imprese – conclude il portavoce di Rete Modena - occorre ridurre il peso della burocrazia e del fisco. Finora però il Governo non sembra dello stesso avviso: l'avvio del Sistri e l'incremento delle aliquote TASI sono due interventi che vanno in direzione decisamente opposta alle esigenze del Paese. Si passi dagli annunci ai fatti e si proceda a una vera sburocratizzazione».

 

(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Modena)

 

"Il progetto è accattivante sulla carta, impatta però negativamente con le attività presenti in zona". Nel tratto compreso tra gli incroci con le vie Ciro Menotti e Bonacini, previsti: meno parcheggi, sosta a pagamento e limitazione d'esercizio. "Da rivedere" -

 

Modena, 4 marzo 2014 -

"Molto perplessi nonché preoccupati di fronte ad un progetto che riduce in modo drastico i posti auto, introduce parchimetri, impatta negativamente con gli esercizi commerciali in zona, limitandone l'attività se non addirittura mettendone a rischio la stessa". Questa la posizione di Rete Imprese Italia Modena – a cui aderiscono Confesercenti Ascom-Confcommercio, Lapam-Licom e CNA – l'indomani della presentazione da parte dell'Amministrazione, del progetto di pista ciclabile lungo via Emilia est, nel tratto compreso tra l'incrocio di Via Ciro Menotti e quello con via Bonacini.

Presentato agli operatori commerciali ed alle Associazioni imprenditoriali, la riqualificazione prevede, oltre all'intervento ciclabile sul lato sinistro (dal centro, verso Bologna) e alla risistemazione pedonale, anche lavori di pedonalizzazione su quello opposto, con conseguente restringimento della carreggiata. Le note dolenti dell'intervento, secondo Rete Imprese sono: calo considerevole dei posti auto (da 60 a 80 circa), introduzione della sosta a pagamento, impatto negativo e limitazione d'esercizio per le attività commerciali, in particolare quelle che occupano suolo pubblico con de hors autorizzati.

"Risulta quanto meno singolare che il progetto non abbia tenuto conto, o lo abbia fatto solo marginalmente, della situazione esistente – evidenzia Rete - Ragione che induce a nostro avviso ad una sua profonda revisione, finalizzata anche e soprattutto alla salvaguardia degli esercizi commerciali che gravitano nel tratto in questione. Senza contare inoltre le nostre forti perplessità riguardo la riduzione dei posti auto prevista e di difficile compensazione per altro: le cosiddette vie laterali risultano, ed è un dato di fatto, congestionate già adesso dal mattino. Non nascondiamo quindi la nostra preoccupazione nei confronti di questo piano che solo in teoria è accattivante, ma che nella realtà a nostro avviso mostra di non tenere conto a sufficienza della consolidata presenza di bar, negozi, attività economiche, già costrette a fare i conti con la crisi e che potrebbero entrare in ulteriore forte sofferenza. Prospettando chiusure e licenziamenti, oltre che la desertificazione dell'area".

(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Modena)

 

Fisco, burocrazia, lavoro, sisma, alluvione: "Senza impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro" ...

Modena, 11 febbraio 2014 -

"Esigiamo azioni concrete e non più confronti astratti su quelli che sono problemi gravi, reali e che ancora non trovano soluzione. A Governo e Parlamento chiediamo una svolta urgente". È questo il grido che arriva dagli imprenditori, anche e soprattutto modenesi, stremati da crisi, sisma e alluvione. Grido che Rete Imprese Italia ha fatto proprio, promuovendo la grande mobilitazione nazionale: "Senza Imprese non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro", in programma a Roma il 18 febbraio 2014. Sono decine di migliaia quelli previsti da ogni parte d'Italia, per quella che sarà la più grande manifestazione mai organizzata dalle rappresentanze della piccola e media impresa, a testimonianza di una situazione ormai divenuta insostenibile. Soprattutto in un territorio come quello modenese, messo a dura prova non solo dalla recessione, ma anche dal sisma del 2012, poi dalla recente alluvione. Anche per questo la presenza dei nostri imprenditori sarà quanto mai significativa: oltre 1000, infatti, i commercianti, gli artigiani, i lavoratori autonomi chiamati a raccolta dalle Associazioni imprenditoriali locali - Ascom-Confcommercio Fam, CNA, Confesercenti e Lapam-Confartiginato Modena-Reggio Emilia – che martedì prossimo arriveranno nella capitale su una quindicina di pullman ed addirittura un treno speciale.

"Con questa mobilitazione nazionale – sostiene Rete Imprese Modena - vogliamo esprimere il profondo disagio per le condizioni di pesante incertezza in cui sono costrette le imprese. A maggior ragione se guardiamo alla situazione di quelle modenesi vessate, dalla tragica combinazione di crisi, terremoto e recentemente anche dall'alluvione. Scendiamo in piazza però anche per avanzare concrete proposte di rapida attuazione, finalizzate ad evitare il declino economico e ripristinare un clima di maggior fiducia. Il mondo dell'impresa diffusa, dell'artigianato e del terziario di mercato rappresenta infatti il tessuto produttivo più esteso d'Italia, in grado di garantire occupazione e stabilità. Dal futuro di questo sistema di imprese dipende quello del Paese. Sarà la più grande manifestazione di piccoli imprenditori nella storia del paese. Senza 'forconi', ma con la consapevolezza che il tempo delle attese è finito".

"Le Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) in Italia e sul territorio locale – ha poi proseguito Rete Imprese Modena – sono la forza trainante del sistema produttivo. Un risorsa preziosa, per il contributo occupazionale e sociale che sono in grado di offrire, e per la ricchezza economica diffusa che hanno sempre contribuito a creare. Che rischia però di non essere più tale a causa della pesante contrazione dei livelli produttivi subiti dal Paese così come dal territorio modenese, nell'ultimo quinquennio in tutti i settori. Forse torneremo ai livelli pre-crisi non prima del 2020, se si realizzeranno tassi di crescita dell'1%. Quanto al 2014: stimiamo che il Pil crescerà dello 0,3%, mentre i consumi caleranno ancora dello 0,2%. Ben più critica poi è la situazione in ambito regionale e locale: il PIL nel 2012 è calato del 2,6% superando per la prima volta in negativo il dato nazionale (-2,4%)".

"Situazione su cui ha inciso pesantemente il sisma che ha colpito diverse provincie ed in particolare la nostra. La difficoltà delle imprese nel ricevere le risorse per la ricostruzione, dovuta quasi esclusivamente al pesante carico burocratico, continua ad essere un freno alla ripresa dell'economia. Con l'abbattersi poi dell'alluvione, in parte sugli stessi territori, il rischio che si profila è quello della resa dell'economia nell'area con fortissime ripercussioni su provincia e Regione. Nella zona colpita hanno sede circa 1.500 imprese, delle quali oltre il 70% ha subito danni che una prima stima valuta in circa 400 milioni di euro. E' evidente che i nostri territori necessitano di un'attenzione straordinaria del Governo che deve farsi carico di reperire e mettere velocemente a disposizione risorse per la ripartenza.

Gli imprenditori modenesi che saranno a Roma martedì prossimo non mancheranno di caratterizzarsi per la rivendicazione anche dei temi vitali per il nostro territorio, alluvione e terremoto in testa a tutti".

"In tema di burocrazia – precisano le Associazioni aderenti a Rete Imprese – teniamo a sottolineare ancora una volta quello relativo al sisma. Aspetto questo rappresentante un ostacolo grave e terribile allo sviluppo delle imprese. I costi per la burocrazia sono eccessivi e odiosi, ancor di più quando gravano su imprenditori che con sacrificio e risorse proprie hanno cercato di ripartire al più presto. Oggi molti di loro non sono ancora riusciti ad avanzare la richiesta per i contributi di ricostruzione a causa di procedure astruse e farraginose. E' una situazione che non possiamo più tollerare! A maggior ragione quando in una situazione normale, per i soli adempimenti fiscali, continuano ad essere necessarie 269 ore l'anno, ovvero 34 giorni lavorativi: oltre 100 ore in più (13 giornate) rispetto alla media dei Paesi dell'Area Euro".

"Per non parlare del livello d'imposizione fiscale sui profitti d'impresa che ha raggiunto nel 2013 il 65,8%, oltre 20 punti al di sopra della media europea; mentre quello sulle MPMI supera il 64%. Non bastasse questo, nei primi 9 mesi del 2013, si è registrata la chiusura a livello nazionale di 277.000 attività. Il Governo non può considerare le piccole e medie imprese, che non spostano la sede legale o fiscale all'estero dove in taluni casi la convenienza è maggiore, come una sorta di bancomat a cui attingere per rimettere in sesto i conti dello Stato".

"Situazione che ci induce – evidenzia Rete Imprese Modena - ad avanzare richieste urgenti alla politica e non più prorogabili. C'è dunque l'impellente necessità di:
riformare gli assetti istituzionali e garantire la governabilità: serve una riforma delle autonomie locali, una seria e precisa ricollocazione delle funzioni e conseguentemente nelle responsabilità di governo locale;
approvare quanto prima la riforma fiscale. Un fisco più giusto è anzitutto un fisco più semplice e che non si accanisce sul lavoro, sia esso subordinato o autonomo;
uscire dall'emergenza occupazionale: il lavoro lo crea l'impresa, il lavoro non si crea per decreto. Puntare sullo sviluppo delle imprese significa soprattutto creare nuovo lavoro.
Sostegno da parte degli istituti di credito;
tornare alla legalità e potenziare le dotazioni e organici di magistratura e Forze dell'Ordine;
Mettere fine alla deregulation. Anni di politiche liberistiche stanno devastando la nostra economia fatta di piccole e medie imprese. Per questo è indispensabile una nuova legge sugli orari del commercio.

"Per rimanere invece all'ambito territoriale in relazione alle calamità naturali che si sono abbattute sulle nostre imprese c'è l'urgente necessità di risorse certe per i contributi per la ricostruzione; alleggerimento del carico burocratico sulle procedure di domanda e liquidazione; proroga dei pagamenti delle imposte e dei tributi almeno di altri 3 anni; fiscalità di vantaggio per dare ossigeno ad imprese stremate da crisi, terremoto ed alluvione".

Proposte che sono state già avanzate in occasione dell'incontro tenutosi lunedì 10 febbraio con parlamentari e senatori modenesi – presenti Maria Cecilia Guerra Vice ministro del Lavoro, Stefano Vaccari (PD), Carlo Giovanardi (NCD), Vittorio Ferraresi (5 Stelle) ed Edoardo Patriarca (PD) che hanno espresso il loro impegno ad approfondire il tema della fiscalità di vantaggio – con i quali le Associazioni imprenditoriali Ascom-Confcommercio Fam, CNA, Confesercenti e Lapam-Confartiginato Modena-Reggio Emilia hanno concordato una linea di confronto e di aggiornamento costanti e continui e che dovrà includere anche la Regione Emilia Romagna (il prossimo incontro è già stato fissato tra un mese) in merito alla situazione di eccezionale gravità cui è venuto a trovarsi il territorio modenese e riguardo soprattutto le misure di sostegno da adottare e con le quali interfacciarsi col Governo.

Rete Imprese Italia Modena ricorda infine che martedì 18 febbraio 2014, le imprese modenesi associate a Ascom-Confcommercio Fam, CNA, Confesercenti e Lapam-Confartigianato Modena-Reggio esporranno all'interno delle proprie attività il manifesto "Senza imprese non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro", in segno di adesione alla mobilitazione nazionale.

 In allegato locandina e volantino scaricabili

 

(Fonte: ufficio stampa RETE Imprese Italia)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Costituito un gruppo di imprenditori dell'area alluvionata, col fine di confrontarsi rapidamente e in modo continuativo riguardo le esigenze delle imprese colpite: "Vogliamo andare avanti, non siamo più disposti al silenzio ed esigiamo risposte in tempi rapidi" -

Modena, 7 febbraio 2014 -

"Fare in fretta, perché la situazione è gravissima!". E' quanto è emerso forte e chiaro, ieri sera a Bomporto, in occasione dell'incontro voluto da Rete Imprese Italia Modena – che raccoglie le Associazioni Ascom-Confcommercio Fam, CNA, Confesercenti e Lapam-Confartigianato - con gli imprenditori dei comuni alluvionati. Un grido rivolto alle istituzioni, soprattutto al governo. "In fretta, senza ripetere gli errori compiuti col sisma - hanno ribadito più volte – e che si intervenga affinché non accada mai più".

Esaurita la sala, e ben oltre il centinaio i presenti, imprenditori di tutte le categoria, dal commercio, al manifatturiero, dai servizi agli esercizi pubblici all'artigianato, non esitato in avvio di serata a manifestare il disappunto di chi a causa della situazione creatasi e malgrado la pronta reazione, si trova ancora oggi in forte difficoltà. "Crisi, sisma e ora l'alluvione: "Le imprese sono stremate"; "Non ci arrendiamo, riapriremo ed alcuni anche dopo mesi ma a che prezzo?"; e ancora: "Si fatica a percepire quello che stiamo vivendo che è di gravità estrema"; "Occorrono risposte certe per i danni che abbiamo subito"... e non sono e alcune delle riflessioni emerse nel corso ella serata.

Riflessioni che Rete Imprese ha fatto proprie, garantendo il massimo impegno "Ci siamo attivati immediatamente – ha esordito Massimo Silingardi il presidente di Confesercenti Modena, portavoce attuale di Rete Imprese Italia per il territorio – fornendo alle imprese sostegno ed informazioni utili ad affrontare il disastro. Ma soprattutto è nostra intenzione sostenere i bisogni e le esigenze degli imprenditori colpiti e di fronte alle istituzioni, Provincia, Regione e il Governo. C'è necessità urgente di risposte perché queste aziende si trovano a far ei conti con gli effetti combinati di crisi, sisma e adesso anche dell'alluvione devastante. Loro e noi non siamo più disposti ad ammettere omissioni e negligenze nella gestione dell'emergenza; e nemmeno di sottovalutazione della portata di questa ennesima catastrofe come del bisogno di risorse e attenzione che meritano imprese e territorio".

"E' imprescindibile, urgente e necessaria, per la zona colpita l'istituzione di una fiscalità di vantaggio – ha poi proseguito Giorgio Vecchi vice-presidente territoriale di Ascom-Confcommercio Fam Modena - Un regime cioè che per un congruo periodo di tempo consenta una riduzione della pressione fiscale sulle imprese e con una progressione dell'incidenza delle imposte che consenta una ripartenza veloce. Misura indispensabile per l'area dell'alluvione, su cui ci confronteremo sia con la Regione che con i Parlamentari modenesi per concordare le misure più confacenti alle necessità delle imprese, a partire dalla sospensione del pagamento di imposte e contributi ben oltre il 31 luglio 2014, prevedendo al termine del periodo di sospensione, una rateizzazione di almeno 3 anni di quanto dovuto. E non mancheremmo di rivolgerci anche agli istituti bancari per ottenere condizione di credito agevolato. Mentre abbiamo già chiesto un incontro urgente con l'ABI e per la sospensione dei mutui in scadenza e senza che questo incida sul merito creditizio delle imprese ".

"Quindi sarà importante – ha sottolineato Erio Luigi Munari, presidente di Lapam-Confartigianato di Modena e Reggio Emilia - Comprendere le ragioni di quanto è successo e individuare eventuali responsabilità. Positiva quindi la costituzione di un comitato scientifico volto ad accertare le cause del cedimento dell'argine del Secchia; come pure l'inchiesta avviata dal Procuratore Zincani che se porterà all'apertura di un procedimento giudiziario verso i soggetti preposti al controllo ed alla manutenzione degli argini ci vedrà costituire Parte civile. Al fine di ottenere un giusto risarcimento dei danni materiali e morali cagionati alle imprese ed agli imprenditori. Il nodo idraulico modenese va messo in sicurezza al più presto in modo che simili catastrofi non si ripetano".

"Da parte nostra – ha poi concluso Umberto Venturi presidente di CNA Modena - ci sarà tutto l'impegno disponibile per non lasciare nulla di intentato e per ottenere risposte celeri. Continueremo a confrontarci in modo costante con Provincia e Regione come stiamo facendo e se sarà il caso intensificheremo gli incontri. Lo stesso varrà anche con quelli relativi ai parlamentari modenesi di tutti gli schieramenti dato che sulla questione vogliamo la massima attenzione. Mentre non mancheremo di sensibilizzare le nostre Associazioni nazionali sulla grave questione modenese già a partire dalla mobilitazione del 18 febbraio prossimo a Roma. infine cosa più importante intensificheremo il rapporto con le imprese colpite dall'alluvione in modo costante al fine di interpretare correttamente le loro necessità".

Proposito questo che ha già trovato forma nella serata di ieri. Al termine è stato infatti costituito ad opera di Rete Imprese Modena un gruppo di quattro imprenditori locali con l'obiettivo di: essere un punto di riferimento per tutti gli altri dell'area, e quello di avere un confronto veloce, costante e continuativo riguardo le esigenze e le necessità di tutte le imprese colpite.

(Fonte: RETE Imprese Italia)

 

Rete Imprese: "Nonostante la proroga, promesse disattese. Penalizzati gli operatori: inaccettabile" -

Modena, 28 gennaio 2014 -

Si profila con ogni probabilità, un altro prolungamento dei lavori in piazza XX Settembre. "Nonostante l'impegno assunto dall'Amministrazione comunale nel 2013 – evidenzia Rete Imprese Italia Modena, che unisce Ascom Confcommercio Fam, Cna, Confesercenti e Lapam-Confartigianato – e cioè di sollecitare l'azienda incaricata dei lavori alla riconsegna della piazza in tempi congrui (l'ipotesi del 31 gennaio 2014 era stata considerata praticabile), pare di capire che si andrà ad inizio primavera, se non addirittura oltre".

"E' inutile rilevare che se ciò fosse confermato, si prospettano nuovi disagi per gli esercenti che si affacciano sulla piazza così come per i potenziali clienti. E il danno, sarebbe ulteriormente grave. Per questo riteniamo che, in un momento di pesanti criticità legate ai consumi come quello attuale, il rispetto degli impegni presi, e quindi dei tempi di ultimazione dei lavori avrebbe dovuto comportare un'attenzione particolare".

"Teniamo a ricordare inoltre che ai titolari degli esercizi su piazza XX Settembre, era stato promesso la fine dei lavori, entro le festività natalizie, prorogata poi un mese dopo per sopraggiunti e non evitabili impedimenti. Ora si prospetta un ulteriore proseguo, non ancora quantificato, ma certamente ben poco accettabile. Ragioni che ci inducono a sollecitare l'Amministrazione comunale a convocare urgentemente le Associazioni imprenditoriali per chiarire la situazione e valutare le eventuali forme di indennizzo che si intenderà accordare agli operatori della piazza danneggiati dai ritardi", conclude Rete Imprese.

(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Italia Modena)

 

Martedì 28 gennaio (ore 18.00) presso la Sala delle Mura di Castelnuovo Rangone (via della Conciliazione, dietro la chiesa) -

Modena, 27 gennaio 2014 -

Cina e Russia sono mercati alimentari profondamente diversi da quello italiano: per potenzialità inespresse, naturalmente, ma anche per norme di tutela e metodi utilizzati. Dotati di imponenti barriere all'ingresso, sono mercati che tuttavia nascondono enormi opportunità per chi sia preparato ad affrontarli con gli strumenti giusti.
I requisiti igienico-sanitari e amministrativi da rispettare per chi vuole esportare prodotti alimentari in Cina e Russia saranno oggetto di un seminario a cura di CNA e LAPAM che si terrà domani, martedì 28 gennaio (ore 18.00) presso la Sala delle Mura di Castelnuovo Rangone (via della Conciliazione). In particolar modo si parlerà delle norme relative all'immissione sul mercato dei prodotti di origine animale: carni fresche, prodotti composti, budella e altre interiora.
Interverranno la dottoressa Alessia Garofano del Ministero della Salute; il dottor Marco Pierantoni dei servizi veterinari della Regione Emilia-Romagna; il dottor Oliviero Bassoli dei servizi veterinari AUSL di Modena; e l'avvocato Paola Righi, esperta in materia di esportazione.
L'introduzione al tema verrà affidata al dottor Giorgio Nannetti, direttore dei servizi veterinari AUSL di Modena, assieme ai presidenti provinciali di CNA e Lapam per il settore alimentare, Primo Bertagni e William Toni.
L'incontro è gratuito e aperto al pubblico.

(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA
 Modena)

 

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
Lunedì, 16 Dicembre 2013 12:42

RC auto il Governo vota contro il libero mercato

Approvata in Consiglio dei Ministri la norma che impone di rivolgersi alle officine convenzionate con le compagnie assicurative in caso di incidente. Lo stupore delle Associazioni di categoria -


Modena, 16 dicembre 2013 -

"Il Governo si oppone alla libera concorrenza nel settore RC auto, con buona pace di chi sperava finalmente in un calo delle tariffe". E' con sorpresa e delusione che le Associazioni provinciali dei Carrozzieri di CNA e Lapam – che rappresentano 280 carrozzerie e oltre 2.000 occupati – accolgono la decisione del Consiglio dei Ministri in merito alla riforma della RC auto dello scorso 13 dicembre: un Decreto Legge che rende obbligatoria la "forma specifica" nel risarcimento dei danni dei veicoli incidentati, vale a dire far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine convenzionate con le assicurazioni, e pagate direttamente da queste ultime.
"Questa ipotesi – spiega Oriano Setti, responsabile provinciale di CNA Autoriparazione – è l'esatto contrario delle liberalizzazioni perché, nei fatti, si indirizzerebbe tutto il mercato della riparazione verso le carrozzerie convenzionate, alle quali le Assicurazioni impongono condizioni di lavoro sotto costo, mettendo a rischio la qualità della riparazione. Inoltre, si impedirebbe ai cittadini di esercitare la libera scelta di essere risarciti in denaro e rivolgersi all'officina di fiducia. Liberalizzare significa ampliare l'offerta, mentre il provvedimento all'esame del Governo metterebbe fuori gioco migliaia di carrozzerie che hanno individuato nella propria indipendenza imprenditoriale la scelta strategica di mercato". "La norma proposta si muove in un grave e palese conflitto di interesse – incalza Carlo Alberto Medici, responsabile provinciale per Lapam – in cui ricadono le Assicurazioni che, per legge, sono obbligate a risarcire il danno e non a occuparsi direttamente della riparazione. Le carrozzerie indipendenti non possono essere rottamate per decreto in nome di una finta liberalizzazione".
Prezzi e normative a parte, centrale nella protesta di CNA e Lapam è il tema della sicurezza: la libertà di decidere chi effettuerà la riparazione, senza giochi al ribasso, garantisce una qualità maggiore del lavoro sugli autoveicoli (i quali, complice la crisi, sempre più spesso vengono riparati per posticipare l'acquisto del nuovo).
Le Associazioni dei Carrozzieri, che aderiscono alla mobilitazione della categoria e annunciano una manifestazione a Roma nei primi giorni di gennaio, sollecitano l'eliminazione dell'obbligo di risarcimento in forma specifica dalla riforma dell'RC auto.

(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)

 

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