Eccola la nuova frontiera degli scassinatori di auto, soprattutto di grossa cilindrata o con sistemi elettronici incorporati, lo scasso si è evoluto superando anche il 2.0. E così, come aumentano i veicoli dove le componenti elettroniche vanno per la maggiore, analogamente i ladri si sono modernizzati imparando a fare leva sulle “falle” tecnologiche.
La notte del 30 maggio u.s. alcune pattuglie della Sezione Radiomobile della Compagnia di Parma su indicazione della Centrale Operativa sono intervenute in zona via La Spezia dove il titolare di una concessionaria aveva segnalato la presenza di due persone sospette che armeggiavano attorno alla serratura di un furgone di sua proprietà, parcheggiato nelle immediate vicinanze della concessionaria.
L’uomo, verso la mezzanotte, affacciandosi dalla finestra della sua abitazione, aveva notato quelle due persone, vestite di nero con il volto coperto, intente a forzare la serratura di un suo. Senza perdere tempo contattava il 112 riferendo quanto stava accadendo. L’operatore allertava immediatamente le pattuglie del pronto intervento impegnate nel controllo del territorio.
Nel frattempo, un militare della Sezione Operativa, libero dal servizio che stava transitando in zona, notata la presenza dei due “figuri”, dei quali uno si era appena introdotto all’interno del furgone, dopo aver segnalato alla Centrale Operativa la sua presenza sul posto, senza pensarci due volte, si è piazzato in un punto defilato in osservazione, attendendo l’arrivo dei rinforzi. Dopo pochi minuti notava l’uomo scendere dal furgone e dirigersi verso una autovettura parcheggiata poco distante, dove ad attenderlo vi era il compare. A questo punto, il militare in borghese, che aveva monitorato l’intera scena, forniva preziose indicazioni circa la posizione dell’auto sulla quale si trovavano i malfattori, che veniva bloccata.
A questo punto davanti agli occhi dei militari si è presentata una scena piuttosto insolita, invece dei consueti grimaldelli per scardinare il blocchetto di accensione, i due avevano poggiato sulle proprie gambe un computer acceso, collegato con dei cavi ad un dispositivo elettronico al cui interno era stato inserito il blocchetto di accensione asportato per intero dal furgone.
Dopo una attenta perquisizione personale e veicolare, nei confronti del 29enne, residente in un comune della provincia è scattata la perquisizione domiciliare a seguito della quale venivano rinvenuti ulteriori apparecchi elettronici e la custodia relativa al computer portatile rinvenuto nell’immediatezza.
Appare evidente, dalla strumentazione rinvenuta nella disponibilità dei due individui (personal computer acceso con programma per mappare le accensioni dei veicoli, decodificatori di frequenza funzionati he gli stessi, dopo aver asportato il blocchetto di accensione del veicolo, stessero tentando di codificare il sistema di accensione, così poi da poter asportare il furgone anche in un secondo.
Al termine della meticolosa ricostruzione dei fatti, i due sono stati dichiarati in stato di arresto e su disposizione del P.M. di turno trattenuti nelle camere di sicurezza di Strada fonderie in attesa della celebrazione del rito direttissimo.
Il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, ha disposto per il 29enne residente in provincia, la misura cautelare dell’obbligo di firma, mentre per il 37enne senza fissa dimora il giudice ha disposto il divieto di dimora in Emilia Romagna.