I Carabinieri di Colorno, al termine di un’articolata attività d’indagine, hanno deferito in stato di libertà un amministratore di condominio operante nel territorio fidentino perché ritenuto responsabile del reato di falsità materiale commessa da privato in atto pubblico.
L’attività è nata da una denuncia sporta da un condomino, a seguito di un contenzioso nato con l’amministratore. In particolare il condomino lamentava all’amministratore di non aver mai ricevuto la convocazione per la partecipazione ad un’assemblea condominiale di una certa importanza, nella quale sono state anche assunte determinazioni vincolanti per impegni economici di grandi entità per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione.
Il professionista, di contro, ha sempre sostenuto di aver regolarmente effettuato le notifiche, sia via email che via raccomandata. La disputa, prima di finire in Tribunale, di comune accordo è arrivata sul tavolo di un arbitro, un professionista scelto dalle parti che, in veste di pubblico Ufficiale, ha condotto un tentativo di conciliazione, come previsto dal codice di procedura civile.
In quella sede l’amministratore ha prodotto effettivamente il documento attestante l’avvenuta spedizione di una raccomandata al condomino in questione, nei tempi e nei modi previsti. Le verifiche svolte dai Carabinieri di Colorno, attivati dal professionista, però, hanno accertato che tale documento fosse completamente falso, come inequivocabilmente emerso dai controlli incrociati svolti presso le poste.
In particolare è stato ricostruito che la ricevuta prodotta era corrispondente ad altra raccomandata effettivamente spedita dall’amministratore, ad altro condomino di altro condominio.
Per questi motivi l’amministratore è stato denunciato per falso commesso da privato in atto pubblico, realizzatosi nel momento in cui ha prodotto il documento falsificato davanti al pubblico ufficiale per avvalorare la propria tesi di corretta ed avvenuta convocazione. Ora, oltre all’annullamento della delibera assembleare del condominio, l’amministratore risponderà anche dell’ipotesi del reato alla Procura della Repubblica di Parma.