Martedì, 21 Febbraio 2023 16:32

A marzo scadono i permessi di soggiorno dei profughi ucraini. La denuncia dell’Associazione Chernobyl In evidenza

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Ancora 12 giorni e i profughi potrebbero trovarsi senza lavoro e protezione sanitaria, ma verranno anche frenati i processi di integrazione. Ancora non si sa nulla di un’eventuale proroga

MARANELLO (MO) – Scadranno il prossimo 4 marzo i permessi di soggiorno per protezione temporanea dei profughi ucraini che hanno trovato nel nostro Paese rifugio dalla guerra, ma non si sa ancora nulla sulla loro eventuale proroga e ci si domanda che cosa ne sarà di queste persone.

Il permesso di soggiorno temporaneo, infatti, ha consentito ai profughi ucraini, quasi tutti donne e bambini, di avere un codice fiscale, un domicilio, assistenza sanitaria e un lavoro regolare nel caso ne abbiano trovato uno.

A lanciare l’allarme è l’Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano e Formigine che, fin dalle prime fasi dell’emergenza, si è occupata della gestione delle famiglie arrivate dal paese in guerra. Lo stato di emergenza non è ancora stato prorogato e la burocrazia rischia di frenare il processo di integrazione.

"A 12 giorni dalla data di scadenza ancora nessuno ha saputo darci indicazioni se e come verranno rinnovati questi permessi e molte di queste ragazze e mamme stanno perdendo il posto di lavoro perché avevano tutti contratti a tempo determinato che, ovviamente, scadevano a ridosso della scadenza del permesso di soggiorno; i datori di lavoro, altrettanto ovviamente, non possono rinnovargli i contratti se non hanno la sicurezza della proroga dei permessi di soggiorno. Questa è l’assurda situazione in cui ci troviamo, più volte interessata la Questura di Modena non ha saputo dirci nulla se non che aspettano indicazioni da Roma che ad oggi non sono ancora arrivate”. Denuncia l’Associazione Chernobyl.

L’Unione Europea ha infatti già prorogato il termine dello stato di emergenza al 3 marzo 2024, ma lo Stato Italiano, invece, non ha ancora messo mano al procedimento.
"Ci chiediamo se questo è il modo di aiutare gente che è scappata dalla guerra, che in Ucraina magari non ha più una casa, un lavoro, un luogo dove tornare in sicurezza per se e per i propri figli - Da un anno stiamo aiutando queste persone in tutti i modi possibili, sostenendoli nei percorsi di integrazione, nell’inserimento scolastico dei bambini, a trovare un luogo dove abitare, a trovare un lavoro, ad avere assistenza sanitaria, sempre combattendo contro la terribile burocrazia italiana e adesso ci troviamo di nuovo davanti ad un muro di gomma che non dà le risposte che chiediamo.

Ci chiediamo se la politica tutta e l’Europa, sempre pronti a discutere ogni momento di invio di armi, non riescano a trovare un minuto per trovare una soluzione ai permessi di soggiorno, se davvero le persone non contino nulla ma solo le grandi strategie politico militari", fanno sapere ancora dall’Associazione Chernobyl.

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