Giovedì, 26 Maggio 2022 12:00

“I dettagli del male”, nella nuova indagine del commissario Cataldo, il terremoto in Emilia e il mondo delle scuole di ballo In evidenza

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Il modenese Luigi Guicciardi esce con un nuovo romanzo giallo edito da Damster. Al centro delle nuove, intricate vicende, la ricostruzione post sisma del 2012 e una Modena “a due facce”

MODENA – Che estate sarebbe senza il Commissario Cataldo? E Luigi Guicciardi, prolifico giallista modenese, inventore del celebre poliziotto arguto e malinconico, non delude i suoi fans. È uscito infatti per l’editore Damster, lo stesso che ha pubblicato i due romanzi precedenti con protagonista Cataldo, il nuovo romanzo, “I dettagli del male”. La trama, sviluppata in 280 pagine che si leggono tutte d’un fiato, tra colpi di scena, personaggi che irrompono sviando sapientemente le deduzioni del lettore, sullo sfondo di una Modena, “a due facce”, quella “bene”, tra quartieri signorili e locali alla moda, e quella più nascosta, tra vicoli il cui nome è sconosciuto anche a molti cittadini, ruota attorno alla morte di Andrea Previdi, ingegnere incaricato della ricostruzione dopo il sisma del 2012, di cui quest’anno ricorrono i dieci anni. Sembra che l’uomo sia deceduto per cause naturali, ma qualcosa non torna. Soprattutto perché Previdi ha stipulato un’assicurazione sulla vita da un milione di euro, non pagabile, però, in caso di morte violenta. Sarà proprio l’assicuratore a rivolgersi al commissario Cataldo per fare luce sulla vicenda. Ma il caso si rivelerà più complicato del previsto. Non vi sveliamo di più. Intanto, però, abbiamo fatto due chiacchiere con l’autore, Luigi Guicciardi.

Partiamo dal titolo, che poi è la prima cosa che colpisce in un romanzo. Che cosa sono “I dettagli del male”?

Sono le piccole cose, gli indizi anche minimi, che però, se un osservatore li sa cogliere, gli permettono di risolvere anche il caso più difficile. Lo stesso Cataldo, alla fine (senza rivelare troppo al lettore), lo dice al questore: “A pensarci bene, è stata un'indagine sui dettagli. E meno male che quelli li ho visti.” E quest'ultimo approva: “Quante indagini lo sono state. E quante lo saranno ancora. Una goccia di sangue su una scarpa da ginnastica. Una fibra su una scala. L'impronta di una vanga, usata per scavare una tomba in cantina. Il DNA estratto da uno starnuto. Poche tracce di vetro, finite sui vestiti di un intruso...”

Una trama complessa, dove alla fine “tutti i nodi vengono al pettine”. Qual è stata la “scintilla” che ti ha ispirato per la stesura di questa nuova indagine del commissario Cataldo?

L'idea iniziale mi è venuta dal decennale del terremoto del 2012, che ha sconvolto la Bassa modenese, ma soprattutto dalla notizia che, a distanza di dieci anni, non tutto è stato ancora ricostruito nei paesi del cosiddetto “cratere”. E siccome io scrivo mystery aggiornati sulla contemporaneità, questa cosa mi ha stimolato molto, ispirandomi un personaggio particolare – un ingegnere, sì, ma non edile o informatico, come ci si aspetterebbe, bensì geotecnico – incaricato appunto delle perizie sull'abitabilità post sisma a Medolla e a Cavezzo: il che giustifica anche l'unica incursione investigativa di Cataldo fuori dai confini urbani.

In effetti il tuo romanzo è uscito a dieci anni dal terremoto del 2012 che ha sconvolto in particolare la Bassa modenese, e la vittima, Andrea Previdi, è un ingegnere che si occupava della ricostruzione post sisma. Sicuramente non è stato un caso...

Non lo è, infatti. E che questo ingegnere io l'abbia immaginato come arbitro di molti interessi di parte, mi è servito per associare alla pista investigativa privata quella pubblica e professionale. Un morto, si sa, è sempre il centro della propria morte, perché si muore sempre per quel che si è o che si è stati, quindi l'omicidio di Previdi, fin dall'inizio, è funzionale che appaia connesso sia a segreti di sesso, sia al ruolo pubblico della vittima.

Un altro contesto che hai voluto indagare è quello delle scuole di ballo (la moglie della vittima infatti ne frequenta una). Come mai questa scelta?

Perché dovendo aggiornare, ogni mia trama sulla contemporaneità modenese, questo ambiente finora mi mancava, e mi incuriosiva. Ho trattato, via via, il mondo dei rancori universitari, delle cliniche di chirurgia estetica, dei night, delle parrocchie, dei licei, delle gallerie d'arte, del collezionismo, dell'usura, delle comunità di recupero e perfino del Modena Calcio (pardon, La Modenese) in serie B... ma mai di quel microcosmo popolare che sono le scuole di ballo, che a Modena stanno crescendo di numero (l'ultima accanto alla chiesa di San Giovanni Evangelista, a cento metri da casa mia) e che attirano un'umanità così variegata per età e interessi che meriterebbe un'analisi sociologica a sé.

Come negli altri romanzi con protagonista Cataldo, anche nei “Dettagli del male” a fare da sfondo alle vicende è Modena. Tuttavia, qui la città è molto più presente, incisiva, vera e dettagliata, con luoghi che tutti i modenesi potrebbero riconoscere. C'è la Modena “bene” (via Stanguellini, Buon Pastore) e la Modena spesso al centro di vicende di “nera” (viale Gramsci). Possiamo dire che hai voluto una Modena più protagonista? E se sì, perché?

In effetti, è un giallo quasi del tutto modenese, ma il merito è della mia città, che continua o offrirmi realtà e location sempre diverse e interessanti. C'è la Modena “bene”, come hai detto giustamente tu, ma anche quella popolare della Caritas in strada san Cataldo, e anche due piccoli vicoli che sfido i miei concittadini a riconoscere al volo, vicolo del Giardino, vicino alla stazione, e vicolo de' Grassetti, laterale di via dei Servi. Perché tanta Modena? Perché, come raccomandava il grande Balzac a un ipotetico scrittore, “se vuoi essere universale, parla del tuo paese”, e Modena è la città che conosco meglio, e che perciò cerco di rappresentare non come uno sfondo, ma quasi come un personaggio aggiunto in trasformazione, sempre bella in alcune zone del centro storico, ma imbruttita nelle periferie e imbarbarita nella microcriminalità.

In questo romanzo i lettori possono conoscere anche più a fondo Cataldo. Hai dato spazio infatti alla sua sfera più intima e privata: le relazioni sentimentali, i figli, la ex moglie: aspetti che ce lo rendono ancora più umano e vicino. Vedremo mai il nostro commissario “accasato”, magari nel prossimo romanzo?

Le ultime righe del romanzo – per via di un amore finito – proiettano un'ombra pessimistica sul futuro sentimentale di Cataldo (“Modena non gli è mai sembrata tanto grigia, le case tanto vecchie, il cielo tanto triste, la sera tanto sporca”), però, come si dice, mai dire mai... Più in generale, comunque, la mia attenzione alla sfera più intima e privata del commissario è dovuta al fatto che credo che un lettore odierno di un romanzo giallo si appassioni logicamente al plot – cioè alla storia, alla trama, all'enigma e alla sua soluzione, che deve essere realistico e complesso senza esser complicato – ma desideri anche seguire da vicino il vissuto del protagonista, cioè la sua maturazione umana, le sue relazioni sentimentali e sociali, le sue esperienze di vita al di fuori della sfera strettamente professionale (a condizione, è ovvio, che si intreccino all'indagine, ma che non prevalgano mai su di essa). E nel caso de I dettagli del male la presenza di due donne così diverse nella vita di Cataldo, con i dubbi e le incertezze conseguenti, oltre a suscitare interesse nel lettore, può contribuire ad arricchire il profilo e lo spessore umano del commissario.

Infine, ci puoi svelare quali sono i tuoi progetti in un prossimo futuro, sia come scrittore sia per quanto riguarda Cataldo?

Mi dedicherò di più all'attività di critico del Giallo, continuando ad arricchire la rubrica I MAESTRI DEL GIALLO – che tengo da anni per il gruppo FB GialloecucinaTV – con un ritratto critico al mese dedicato a un grande scrittore da riscoprire. Poi inaugurerò di fatto l'evento GIALLO FESTIVAL 2022 a Bologna, il 4 giugno nella bellissima Villa Benni, con la relazione inedita Il Giallo dalle periferie del mondo, in cui analizzerò più d'una new entry nel giallo africano e indiano. Sul piano narrativo, invece, il nuovo Cataldo è previsto in uscita a marzo 2023, ma sarà preceduto probabilmente da un nuovo protagonista e da una nuova trama, ispirata dal famoso caso del mostro di Modena, quello degli anni '80 e '90: nel corso della quale, dopo alcuni sanguinosi omicidi, qualcuno noterà come il misterioso assassino stia imitando il modus operandi del mostro, ancora sena nome e senza volto.

Chi è Luigi Guicciardi
Modenese, ex insegnante di Lettere al liceo, critico letterario e ricercatore di Storia contemporanea, Luigi Guicciardi ha pubblicato saggi e articoli su autori dell'Otto/Novecento su riviste specializzate (“Italianistica”, “Lingua e stile”, “Il Mulino”, “Otto/Novecento”, “Storia contemporanea”, “Studi e problemi di critica testuale”, “Delitti di carta”) e ha curato edizioni critiche ed edizioni scolastiche commentate (A.F. Formiggini, Filosofia del ridere, Bologna, Clueb Universitaria, 1989; A. Manzoni, I promessi sposi, Firenze, Sansoni, 1990). Successivamente s'è dedicato alla narrativa e alla fine degli anni ’90 ha creato il personaggio del commissario Cataldo, poliziotto al centro di una serie di fortunati mystery ambientati a Modena e tradotti anche all'estero tra cui "La calda estate del commissario Cataldo", "Filastrocca di sangue per il commissario Cataldo" e "Relazioni pericolose per il commissario Cataldo". Con l’editore modenese Damster ha pubblicato “Un conto aperto con il passato” (2020), e “Ai morti si dice arrivederci” (2021), sempre con protagonista Cataldo.

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