L’attività di indagine è scaturita dalla denuncia sporta dalla vittima lo scorso maggio, presso gli uffici della Squadra Mobile.
La donna, dopo mesi di soprusi e prevaricazioni da parte dell’uomo con cui aveva iniziato una relazione poco più di un anno prima e con cui riteneva di poter iniziare una nuova vita, finalmente, serena, aveva compreso che l’unico modo per interrompere questa spirale di violenza era rivolgersi alle forze di Polizia.
Entrambi con una storia affettiva finita alle spalle, si erano conosciuti all’inizio del 2019 e, dopo una frequentazione da amici, il loro rapporto si era trasformato in una vera relazione sentimentale. L’uomo, sin da subito, si era dimostrato particolarmente geloso, ma nulla poteva far presagire quale fosse il suo reale temperamento.
Dopo pochi mesi, complice anche l’abuso di sostanze stupefacenti, l’uomo ha iniziato ad assumere dei comportamenti sempre più violenti: all’inizio le voleva controllare il cellulare, poi ha iniziato a rimproverarla se aveva contatti o frequentava altre persone, infine ha iniziato a farle quotidianamente delle scenate di gelosia scatenate da banali pretesti urlandole contro epiteti ingiuriosi ed aggredendola violentemente. Dopo ogni episodio, l’uomo si dimostrava pentito, giurandole di amarla, e lei accettava le sue scuse ed andava avanti. Anche la notte in cui la donna è stata costretta a sottomettersi all’imposizione di un rapporto sessuale da parte dell’uomo, lo ha perdonato ed ha deciso di proseguire quella relazione. Nessuna denuncia e nessuna visita medica, solo alcune parziali confidenze con un’amica che, tuttavia, aveva già notato il suo allontanamento e che aveva assistito ad alcune scenate del compagno.
Nel mese di giugno, la donna accetta di seguire il compagno presso il suo paese natale in Tunisia e qui gli episodi di violenza aumentano e la vittima trova anche l’ostilità della famiglia dell’uomo. Nonostante questo, tornati a Parma, la vittima decide di iniziare una convivenza autentica in una casa che sia solo loro, sperando che questo possa portare un po’ di armonia nella coppia. Le speranze della donna, però, si infrangono in una quotidianità di offese e violenze e, ancora una volta, in più occasioni dovrà subire dei violenti ed estorti rapporti sessuali con l’uomo. Questa convivenza, alternata a periodi di separazione in cui i due facevano ritorno nelle rispettive case, è durata fino ad aprile di quest’anno quando la donna, all’ennesimo agito violento dell’uomo, ha deciso di interromperla definitivamente. È da questo momento che sono iniziati gli atti persecutori da parte dell’uomo con appostamenti nei pressi dell’abitazione ed il luogo di lavoro della vittima e continue telefonate in tutti gli orari del giorno e della notte. Solo la notte dell’11 maggio, la donna, terrorizzata dai continui passaggi dell’uomo fuori dalla sua casa, ha deciso di chiamare la Polizia e raccontare il suo calvario.
L’indagato è stato associato presso il carcere di via Burla in attesa dell’interrogatorio di garanzia.