I tre giovani campani presentavano documenti di identità e buste paga abilmente contraffatte per accendere finanziamenti delle grandi catene di elettronica ed entrare in possesso di oggetti hi-tech, che poi non pagavano. Già sei i colpi messi a segno in Emilia Romagna. La truffa è stata sventata dall’intuito dei Carabinieri di Mirandola.
Di Claudia Fiori Mirandola (MO) 24 gennaio 2020 – Utilizzavano documenti di identità contraffatti, con dati riferibili a persone esistenti, ma sostituendo la foto, e buste paga altrettanto fasulle, emesse falsamente da aziende del territorio modenese per renderle più credibili e le presentavano a garanzia di finanziamenti per l’acquisto di costosi oggetti di elettronica alle grandi catene. Finanziamenti che, naturalmente, non pagavano una volta ottenuto “gli oggetti del desiderio”.
Così funzionavano le truffe messe in atto da tre trentenni di origine campana, interrotte da un’intuizione dei Carabinieri di Mirandola, che hanno notato un’auto sospetta che cercava di eludere i controlli a campione normalmente predisposti sulle strade. Gli uomini dell’Arma hanno così fermato la vettura ed è subito saltato all’occhio l’atteggiamento nervoso del guidatore e dei due passeggeri. Hanno così deciso di approfondire le verifiche e hanno così rinvenuto a bordo una grande quantità di prodotti hi-tech, tra smartphone di ultima generazione, tablet, laptop e Pc, per un valore complessivo di circa 12 mila euro. Ulteriori ricerche nel veicolo hanno reso chiaro ai Carabinieri l’origine di quella merce: sono stati trovati infatti diversi documenti di identità visibilmente falsi, tessere sanitarie e buste paga contraffatte e intestate a persone estranee alla vicenda.
Ulteriori accertamenti hanno consentito di appurare che, negli ultimi giorni, i tre avevano messo a punto sei truffe, attivando finanziamenti per migliaia di euro in altrettanti negozi, due a Ravenna, uno a Rimini, uno a Castenaso, nel bolognese, uno a Castellarano, nel reggiano, e uno presso il negozio Comet del centro commerciale Borgogioioso di Carpi, nel modenese. Prima di essere intercettato, il trio ci aveva provato anche all’Ipercoop di Mirandola, ma una commessa si era insospettita e aveva negato loro il finanziamento. I Carabinieri di Carpi stanno svolgendo ulteriori indagini per verificare l’accensione di eventuali altri finanziamenti con il metodo truffaldino e bloccarne l’erogazione. La merce, nel frattempo, è stata sequestrata e sarà restituita ai punti vendita.
Per quanto riguarda la “banda”, uno dei soggetti, trovato in possesso di documenti falsi, è stato tratto in arresto, mentre gli altri due sono stati denunciati a piede libero.