I Ris hanno effettuato un sopralluogo nell'abitazione di un modenese residente a Savignano. L'uomo sarebbe stato sottoposto a interrogatorio da parte dei Carabinieri. Ma la Procura mantiene ancora il massimo riserbo sull'identità della vittima, che potrebbe essere stata identificata grazie a un piercing sul labbro
di Manuela Fiorini Modena 20 settembre 2018 - – Le indagini sull'omicidio di San Donnino sarebbero a una svolta. I Ris di Parma sono infatti stati visti fare un sopralluogo in un appartamento di Savignano sul Panaro, residenza di un modenese con famiglia e lavoro regolare che, in qualche modo, avrebbe a che fare con la vittima.
Il sospettato sarebbe anche stato sottoposto a diversi interrogatori da parte dei Carabinieri, ma finché non ci saranno prove certe, la Procura non lascia trapelare né i capi di accusa nei confronti dell'uomo né le sue dichiarazioni o i risultati delle indagini.
A condurre gli investigatori sulle tracce dell'indagato ci sarebbe anche l'identità della vittima, una giovane donna, che sarebbe stata uccisa e poi trasportata nello spiazzo tra il fiume Panaro e i laghetti Vivinatura, a San Donnino, luogo notoriamente frequentato da prostitute e clienti, oltre che da scambisti. Qui il suo assassino avrebbe dato fuoco al cadavere per cancellare le tracce dell'omicidio o ritardarne l'identificazione.
Un particolare, un piccolo piercing sul labbro superiore della ragazza, avrebbe prima ristretto il campo delle ricerche nel database delle persone scomparse, poi ci sarebbe stata l'identificazione effettiva. A quanto si apprende dalle prime indiscrezioni sull'esame autoptico, il corpo non presenterebbe segni evidenti di violenza, come fratture o tagli.
Le indagini si sono svolte con molta discrezione e lontano dai riflettori per consentire a Carabinieri e Ris di muoversi all'interno dell'ambiente della prostituzione, anche se non è detto che la vittima ne fosse collegata direttamente, e impedire che una fuga di notizie potesse comportare uno spostamento di eventuali testimoni o la cancellazione di prove.
Quello che si sa finora è che è stato trovato un legame tra la vittima e il sospettato, di cui si sta approfondendo la natura. In caso di conferme, potrebbe essere formulata l'accusa di omicidio volontario con l'aggravante di futili motivi, crudeltà e distruzione di cadavere. Si attendono ulteriori sviluppi.