Insospettabile, eppure pericolosissimo per l'ordine pubblico e la sicurezza dello Stato. Incitava e preparava i 'fedeli' alla 'guerra santa'. Era in contatto con terroristi in tutto il mondo. Nell'ambito di una attività di prevenzione della Questura di Parma contro il terrorismo islamico un marocchino da anni radicato a Fidenza è stato espulso.
di Alexa Kuhne
Fidenza, 05 agosto 2016
Era il vicino, quello della porta accanto.
Insospettabile e riservato, ma potenzialmente pericolosissimo per l'ordine pubblico e per la sicurezza dello Stato.
Marocchino, 34 anni, celibe, aveva approfittato dei permessi di soggiorno che era riuscito a ottenere, a partire dal 2006, per poter entrare regolarmente in Italia.
Potendo poi contare su un visto per lavoro subordinato, nel 2007 tutto era andato liscio.
Aveva l'appoggio di suo fratello, anche lui insospettabile, ormai cittadino italiano, sposato con una marocchina e padre di tre figli.
La Questura di Parma lo ha espulso ieri, dopo che per mesi, dalla scadenza del permesso di soggiorno nel dicembre del 2015, lo seguiva nella sua attività di proselitismo sul Web.
L'uomo è risultato essere un attivissimo e feroce promotore su Internet della jihad, la 'guerra santa' contro gli infedeli.
Con questo radicamento a Fidenza, con la credibilità di persona tranquilla e solitaria, aveva potuto operare indisturbato per anni e preparare la sua propaganda contro i cristiani da punire.
Il sospettato evitava di evidenziarsi ed attirare l'attenzione mentre tesseva e coltivava una rete di militanti salafiti con segnali di forte vocazione al combattimento per 'una nuova vita' guadagnata punendo i 'miscredenti'.
La sua avversione era ossessiva anche per i mussulmani che sono contro la jihad per i quali egli non immagina altro futuro se non quello della punizione inflitta da Allah per mano dei Mujahiddin.
Ad insospettire l'intelligence è stata l'intensa attività e la partecipazione assidua sui social network dove non esitava a esprimere il proprio compiacimento e un convinto interesse per la jihad ed una forte inclinazione verso il radicalismo islamico di orientamento integralista.
Numerosissimi i suoi contatti telematici che evidenziano legami strutturati con altri attivisti islamici radicali e sostenitori dello Stato islamico, sempre attraverso il web dove navigava utilizzando un 'nome di battaglia'.
Il marocchino non vedeva per i 'veri combattenti' altra via se non quella di "raggiungere la vita attraverso la morte", mentre a tutti i miscredenti non resterebbe che "raggiungere la morte dopo la vita".
In prossimità della scadenza ha richiesto il rinnovo, ma la sua istanza è stata trattenuta in istruttoria presso l'Ufficio immigrazione in quanto, nel contempo, era iniziata una approfondita attività investigativa nei confronti dell'interessato che è risultato pericoloso per la sicurezza pubblica.