Di Francesco Graziano Bologna, 5 luglio 2023 - Quando lavoravo per il mio primo quotidiano, capitò che un politico di livello nazionale, all’epoca Ministro, venne a Palermo; il leader di questo partito che ha segnato la storia politica italiana prima di sbarcare sull’Isola ebbe un pesante scambio di insulti con un esponente di rilievo del centrodestra ( oggetto del contendere, manco a dirlo: gli immigrati).
Una volta giunto a Palazzo dei Normanni (sede dell’Ars siciliana, ndr) venne siglata la pace. Ricordo ancora la corte dei cronisti palermitani che circondavano il potente di turno, uno dei tanti che in questo disgraziato Paese occupano scranni senza averne le competenze, ridere alle battute volgari che volevano essere divertenti di questo “ statista” che porta in alto il buon nome della terra da cui provengo ( scherzo ovviamente) le quali volevano sottolineare che il litigio tra i due rientrò e la situazione apparentemente si appianò, almeno in quel momento.
Orbene, non raccontai quell’episodio ma mi limitai alla conferenza stampa congiunta di questi due “ pesi piuma”, ahimè mi tocca riconoscerlo potenti.
Chiaramente i “ pesi massimi” sono Occhetto, Berlinguer, Montanelli, persone di cui oggi si sente la mancanza, ma il tempo è tiranno e ognuno di noi resta nella terra giusto il tempo che gli è stato dato chissà da chi.
Queste frasette volgari al massimo per me sono note di colore che in un giornale che aspirerebbe ad essere serio non troverebbero spazio nemmeno in mezza colonna ( il primo per il quale lavorai, diretto dal famoso “Mario Rossi” di cui qualche volta ho scritto non lo era, infatti pubblicò questa notizia inutile che al lettore non spiegava nulla. Come raccontato mi fecero lavorare in nero mandandomi pure in un potenziale focolaio .
A proposito caro M.R che ti sei indispettito, come un bimbetto relegato in un gradino a guardare i propri compagni giocare a pallone durante l’ora di ricreazione, perché seppur in modo duro scrissi la verità, un avvocato di Bologna da me consultato per altre questioni me l’ha confermato: ancora non sono impazzito , il lavoro in nero è un reato.
Peccato che non hai sporto querela nei confronti del sottoscritto. Mi sarei difeso nelle sedi opportune ed avrei usato tutti i media possibili ed immaginabili per raccontare il tuo modus lavorandi da cronista professionista dell’antimafia.
Sai quante trasmissioni marciano sulle storie dei “giovani” sfruttati?
Comunque sei sempre in tempo, la tentazione di dare eco alla vicenda mi solletica ancora oltre a vederti uscire di casa col Burqua per coprirti la faccia).
Torniamo all’articolo lasciando da parte le rivendicazioni personali che pure danno uno spaccato del B(rutto)Paese.
Oggi è uscita una notizia degna di nota, sembrerebbe che la Finanza siciliana- su input della Procura- abbia aperto un’indagine sull’utilizzo dell’auto di servizio da parte del politico di cui ho raccontato parecchie righe sopra.
Sono stati acquisiti i regolamenti relativi all’utilizzo dell’auto blu dello “ Statista” per accertarne la legittimità nell’uso del veicolo.
Secondo gli inquirenti il “politico” si sarebbe recato in un noto ristorante palermitano per acquistare cocaina.
Voglio essere sincero, qualora le indagini, portassero a determinati e vomitevoli risultati non rimarrei sorpreso.
Questo degno erede di Piersanti Mattarella, di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tanti altri, avendo frequentato – per mia somma grazia- per molto poco i palazzi del potere della Trinacria lo incontrai spesso e vi racconto un episodio che descrive bene il personaggio, un ritratto da inserire in un ideale seguito de “ gli antipatici” chiamato però “ Gli imbecilli”.
Nel corso di un convegno nella bellissima sala Piersanti Mattarella ( piccolo suggerimento per le vacanze: se andate in Sicilia recatevi a Palazzo dei Normanni; escluse le persone il “ contorno” è meraviglioso”) l’allora ex eminentissimo Capo aveva il compito di aprire i lavori con i classici saluti istituzionali.
Credo si parlasse proprio di immigrazione e tra i tanti ospiti c’era un Prof.di sociologia della Calabria credo, anche se non ne sono sicuro. Tutti quanti ci aspettavamo che il classico rituale fosse pedissequamente seguito e invece dopo più di trenta minuti eccolo finalmente spuntare l’orator del centrodestra siciliano.
Il docente, accortosi dlla sua presenza, ricordo ancora chiaramente che disse: “ Forse il presidente vuole aggiungere qualche considerazione sull’argomento”; risposta. “ No no continuate a parlare voi così capisco di cosa state parlando”.
Incommentabile.
Tu che in quel momento avevi un ruolo istituzionale, anzi rappresentavo una delle più alte cariche istituzionali dovevi, come si fa sempre in questi casi, parlare giusto cinque minuti e non solo ti sei presentato in ritardo ma non hai manco avuto il pensiero di assumere un ghostwriter che – povero lui – ti scrivesse due parole in un italiano fluente ( sentitelo parlare questo ex candidato a primo cittadino e vi chiederete in modo naturale e senza maliza come ha ottenuto la laurea).
Naturalmente lo schifo non finisce qua, quando finalmente i neuroni del povero cristo ripresero a girare ( proposta: non è possibile fargli un censimento per accertarci di quanti ne possiede realmente?)
Finalmente eccolo alzarsi. Con il fiato sospeso, con il cuore in gola tutti noi – compreso me allora povero cronista ingenuo – ci aspettavamo chissà quale profonda riflessione frutto di sine dia ac studio; oltre a non aver compreso nulla di quello che disse salvo notare gli “ sputazzamenti” che colpirono gli astanti accomodatisi – poveri loro! – in prima fila ciò che notai e tutti notammo quando si alzò dalla sedia era la camicia sbottonata all’altezza dell’addome con tutta la “ panza” di fuori. Non c’è bisogno che aggiunga altro, questo è il livello di, per fortuna non tutti i membri del parlamento della mia bellissima Isola.
Eppo povero lui perché attaccarlo? In fondo che ha fatto? Secondo me pure un politico lontano mille miglia dalla mia storia come Almirante avrebbe avuto tali comportamenti ( battuta, anche perché secondo me si sarebbe spaventato, una volta tornato a casa di quello che poteva dirgli Donna Assunta).
Ma ripetiamo la domanda: in fondo che ha fatto? Si è presentato in ritardo ad un convegno dove aveva il compito di svolgere i saluti istituzionali, non sapeva di cosa si parlasse e quando finalmente ritrovò la “ diritta via” alzandosi mostrò l’addome in sovrappeso ed una camicia sbottonata che lasciava intravedere un pezzo di inguine.
Sapete che c’è? Questi sono i politici che mi piacciono, ho sempre creduto ad un detto che ben si addice al Nostro.
Uomo di Panza, uomo di sostanza.
Una buona politica a tutti.