Venerdì, 21 Aprile 2023 17:22

Carcere /1. È emergenza sovraffollamento lungo la via Emilia In evidenza

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Relazione del garante Cavalieri in commissione Parità e diritti: in Emilia-Romagna ci sono il 114% in più di detenuti e detenute rispetto alla capienza massima delle strutture penitenziarie. L'allarme del presidente di Antigone, Elia De Caro: "Bisogna favorire le misure alternative alla reclusione"

Nelle carceri dell'Emilia-Romagna ci sono il 114% in più di detenuti e detenute rispetto alla capienza massima delle strutture penitenziarie. Continua l'emergenza sovraffollamento carcerario lungo la via Emilia.

Il dato è emerso dall'annuale relazione del garante per le persone prive della libertà personale Roberto Cavalieri sull'attività svolta nel 2022. Il garante ha tenuto la propria relazione nel corso della commissione Parità e diritti presieduta da Federico Alessandro Amico.

In Emilia-Romagna ci sono 3.339 detenuti, di cui il 48% stranieri (il 60% dei quali proveniente dal Magrebh). Le donne sono poco più del 4% (di cui nel corso dell'anno 4 recluse insieme ai figli minori). Il 35% dei reclusi ha pene che permetterebbero di accedere a misure alternative, mentre 190 (di cui 51 over 70enni) sono ergastolani, il 70% dei quali detenuto a Parma, la città emiliana che ospita un carcere ad alta sicurezza strutturato anche per la gestione dei detenuti al 41bis.

A fronte di questa drammatica situazione, segnata da un severo sovraffollamento carcerario, l'aumento dei casi di aggressione dei detenuti verso gli agenti della polizia penitenziaria. C'è poi il dramma dei suicidi dietro le sbarre e dall'abuso di farmaci, il garante regionale ha svolto una notevole attività di monitoraggio e di prevenzione. Almeno il 50% dei detenuti, poi, ha provato almeno una volta un atto di autolesionismo. Da segnalare, inoltre, la carenza dell'organico della polizia penitenziaria.

Nel corso del 2022 Cavalieri ha ricevuto oltre 400 segnalazioni di richiesta di intervento, ha visitato numerose strutture carcerarie, in primis quella di Castelfranco Emilia, e distribuito ai detenuti il vademecum realizzato per informarli di quali diritti godono, in primo luogo sulla possibilità di accedere a misure alternative.

"La capienza regolamentare delle carceri è una fisarmonica e anche una semplice ristrutturazione edilizia può creare disagi notevoli. Il problema del sovraffollamento inevitabilmente si riverbera anche sulle persone che operano nella struttura, con importanti sovraccarichi di lavoro", spiega il garante Roberto Cavalieri, che parla poi delle minoranze in carcere: "Gli stranieri detenuti spesso sono irregolari e in questi casi è più complicato il reinserimento sociale post carcere, mentre per le donne permangono problemi rispetto all'applicazione delle misure alternative.

Serve, ad esempio, la garanzia dell'abitazione. C'è poi il tema degli anziani in carcere, che necessitano più degli altri di cure sanitarie, mentre sono sempre meno le donne in struttura penitenziaria con bambini al seguito". Cavalieri affronta anche il tema del lavoro per chi è in carcere: "Il lavoro è il primo strumento per recuperare il detenuto e il primo datore di lavoro è la stessa amministrazione penitenziaria, con investimenti importanti di risorse, mentre decisamente inferiori sono le richieste per fornire lavoro che arrivano dall'esterno".

Preoccupazione per la situazione nelle carceri emiliano-romagnole è espressa anche da Elia De Caro, presidente dell'associazione Antigone, che ribadisce l'importanza di favorire l'accesso a modalità alternative alla detenzione. "È numericamente provato che chi accede a forme alternative rispetto a scontare la pena completamente in carcere ha meno possibilità di commettere nuovamente reati.

Per questo - sottolinea De Caro - bisogna che i territori si impegnino nei percorsi di recupero e di reinserimento nella società: le pene alternative hanno effetti positivi perché danno seguito a attività iniziate in carcere. Su questo serve uno sforzo comune".

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