Di Mita Valerio Roma, 24 marzo 2023 (Quotidianoweb.it) - Un fenomeno molto diffuso quello dei cosiddetti “Hikikomori”, termine che come facilmente si può comprendere è di provenienza giapponese.
Si calcola che nella regione Lombardia ci siano almeno 8 mila giovani che vivono come reclusi, una scelta che li porta a restare in disparte e a intrattenere rapporti prevalentemente tramite internet.
Una scelta che spesso avviene all’improvviso. Decidono di non uscire di casa e di smettere di frequentare sia gli amici che la scuola, un problema di non poco conto.
Il loro mondo diventa la loro stanza. Rare le loro uscite e i contatti diretti.
L’isolamento può durare anche molto tempo, anche diversi anni ed ha conseguenze sul ritmo sonno-veglia fino a provocarne l’inversione.
Ulteriore problematica, collegata al fenomeno, è l’internet addiction cioè la dipendenza da internet.
Gli Hikikomori solitamente hanno un’età compresa tra i 14 ed i 30 anni e, nella maggior parte dei casi si tratta di maschi.
Per la prima volta questo fenomeno è stato riscontrato in Giappone, dove fino ad ora i casi raggiungono circa un milione.
Inoltre, è stata osservata una notevole incidenza del fenomeno anche tra gli over 40.
Questo è accaduto perchè tale situazione spesso tende a diventare cronica, la comparsa avviene durante l’adolescenza ma se non trattata adeguatamente può durare tutta la vita.
Dopo il Giappone questa particolare patologia ha iniziato a diffondersi in altre zone del mondo: Corea, Cina, negli ultimi anni, tra l’altro, anche negli Stati Uniti ed in Europa, Italia compresa.
L’attenzione verso questo problema sta aumentando soprattutto in seguito alla pandemia che lo ha scatenato maggiormente.
In particolare, nel nostro Paese, si stima che i casi siano circa 100.000.
Le cause sono sicuramente molteplici. Gli studi svolti in tal senso evidenziano che il fenomeno Hikikomori dipende sia da fattori individuali che dal contesto sociale in cui si vive.
Quelli individuali possono essere ad esempio esperienze traumatiche vissute da piccoli o una personalità particolarmente introversa.
Il contesto in cui si vive può influire negativamente quando si verificano particolari problematiche familiari come quelle di un genitore assente o al contrario iperprotettività, oppure un basso rendimento scolastico o storie di bullismo o mobbing nel caso di giovani già inseriti nel mondo del lavoro.
In generale si è notato che in questi casi c’è una forte mancanza di motivazione e di stimoli nei rapporti col mondo esterno, fino al punto di arrivare a rifiutarlo.
Evitare di affrontare i problemi porta questi individui a cercarsi un luogo dove si sentano protetti: la loro camera, che per loro rappresenta l’unica soluzione possibile.
I sintomi di questa patologia sono certamente simili a quelli di molte altre condizioni psichiatriche e quindi non è sempre facile riconoscere il problema, soprattutto ad una prima valutazione.
Bisogna tener presente, inoltre, che sia la prevenzione che la cura di questa patologia non riguardano solamente la persona interessata ma anche la famiglia ed il contesto scolastico (quando parliamo di ragazzi in età scolare).
È bene capire l’importanza di affrontare quanto prima il problema nella fase iniziale.
La famiglia dovrebbe tendere a creare un rapporto di dialogo costante coi figli, evitando di giudicare e colpevolizzare, ma piuttosto, se necessario, dovrebbe farsi aiutare seguendo corsi dedicati alla genitorialità.
(immagine copertina https://www.facebook.com/LosingYou.LY )