Venerdì, 17 Febbraio 2023 06:31

Un Pitagorico giudica il Festival di Sanremo 2023 In evidenza

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Riceviamo e pubblichiamo il commento di un lettore in merito al Festival di Sanremo, nella speranza che le critiche possano rsultare costruttive per un futuro, magari prossimo.

Ho guardato in TV il festival di Saremo e l’ho paragonato ai festival degli anni Sessanta, ancora così vivi nel mio ricordo. Intanto il nome Festival della Canzone non corrisponde più alla realtà, perché non si è trattato di canzoni, ma di recitativi che esprimevano sdegno, incomprensioni, scontentezza e stramberie sessuali imposte come modello da imitare. Da pitagorico quale io mi ritengo, condanno il festival soprattutto a causa delle donne che vi hanno partecipato, pronunciando parole molto volgari, inaspettate sulla bocca di donne belle, ma dure e determinate nello sguardo e ancor più nel cuore e nelle parole. La volgarità è ormai ampiamente usata dalla RAI per fare audience e così giustificare i compensi stratosferici di figuri maschili e femminili.

Questo mi porta a considerare quanto la RAI e il popolo italiano si siano allontanati dalla dignità della donna, che Pitagora poneva alla base dei suoi insegnamenti. Egli, difatti, poneva la donna per dignità prima del maschio, perché la natura ha affidato a lei il compito di genitrice. Pitagora poi diffidava dalla ricerca di ricchezza e vittoria che sporca, perché  separa il vincitore dai vinti e lo rende soggetto di invidia.

Questo involgarimento e allontanamento della donna dal modello pitagorico non è solo un fenomeno italiano, ma si sta largamente diffondendo nel mondo moderno. Che dire? Che fare? Io posso solo condannare all’Ade la dirigenza Rai, guardata a vista da Cerbero, il mostro che latra in modo assordante dalle tre teste che rappresentano superbia, invidia e avarizia. Forse però posso dare alla RAI un consiglio: aggiungere una C e trasformare la sigla RAI in RAIC, dove la C corrisponde a Cafona.

Salvatore Mongiardo 16 febbraio 2023

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