Negli ultimi istanti in sua compagnia, gli apostoli gli chiedono se fosse giunto il tempo in cui Egli avrebbe ricostituito il regno di Israele ma nuovamente il Cristo risponde loro: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta» (At. 1,7) coerentemente con quello che aveva detto durante le predicazioni riguardo alla sua venuta ed alla fine del mondo: «Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.» (Mt. 24,36) e dà la buona novella (At 1, 8-9) «ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra» e «Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo.».
Nell’ascensione del Figlio al Padre l’uomo acquista posto in Dio, perché grazie a Cristo l’umanità viene accolta e diventa inseparabile nella sua persona divina.
Lo Spirito Santo è la promessa della presenta di Cristo con noi (Gv. 16,13-14): «Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.»; come in vita, Gesù attraverso lo Spirito Santo continua a donarsi a noi per portarci a Dio e ci conduce nella luce della rivelazione dentro sé stesso: “prenderà del mio”.
L’Ascensione è il passaggio per arrivare alla festa di Pentecoste, è il giorno dell’esultanza perché possiamo guardare al cielo dov’è la nostra patria ed il Salvatore (Fili 30,20), è anche l’anticipazione di come Cristo tornerà nella gloria ma è anche “dove è il nostro tesoro, perché là è anche il nostro cuore” (Lc 12,34).