Lunedì, 24 Gennaio 2022 05:44

Arrivata, dopo 78 anni, la lettera dal fronte di guerra del 1943 In evidenza

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Lettere a Tito n. 382. Ricevuta dopo 78 anni una lettera scritta dal fronte di guerra nel 1943 dal prof. Rinaldo Rovito di Isca sullo Ionio (CZ).

Di Redazione www.costajonicaweb.it  GEN 23, 2022

Caro Tito, in questi nove anni e quattro mesi di corrispondenza (dal 04 ottobre 2012) abbiamo parlato più volte di vicende e diari di guerra, evidenziando personaggi del nostro territorio. Adesso esce dal un silenzio durato 78 anni una lettera di cui si sapeva l’esistenza ma che dal fronte di guerra del settembre 1943 non era mai arrivata a destinazione. L’aveva scritta e spedita da Rovereto (Trento) il 03 settembre 1943 l’allora studente e “caporale universitario” Rinaldo Rovito (Isca sullo Ionio 1920 – Badolato 1984), catturato dai tedeschi ed avviato alla prigionia in Germania, appena 6 giorni dopo, il 09 settembre 1943 e rientrato al Distretto Militare di Catanzaro il 06 giugno 1945, dopo un anno e dieci mesi di campo di concentramento.

Davvero grande è stata l’emozione di familiari, parenti ed amici!… Specialmente dei due figli, Domenico (noto odontoiatra di Soverato) e Myriam (insegnante e presidente dell’associazione culturale “Circolo Letterario Nicola Caporale”). Ai quali devo la gentilezza e la possibilità di poter consegnare alla pubblica memoria questo piccolo pezzo di storia … un cimelio che vale l’affetto e la commozione anche nostra.

1-bis-PRIMA-PAGINA-LETTERA-1943.jpeg1 – IL TESTO DELLA LETTERA

Rovereto 3/settembre/1943 – Mia cara mamma Ieri ti ho scritto un espresso da Fossano per comunicarti che venivo trasferito a Rovereto in provincia di Trento.

Sono partito ieri sera da Fossano alle 7 e mezza e sono arrivato stamattina a Rovereto alle 9 circa. Ho viaggiato tutta la notte passando per Torino, Novara, Milano, Brescia, Verona.

Ho fatto un viaggio abbastanza comodo. Come ti dicevo sono stato trasferito in qualità di disegnatore e perciò starò bene in quanto non dovrò fare lavori pesanti perché il mio lavoro adesso e per l’avvenire è soltanto d’Ufficio. – Perciò per me non ti preoccupare perché io sto bene per adesso e per l’avvenire.

Nelle altre lettere che ti ho spedite da Fossano ti dicevo di mandarmi un centinaio di lire perché sono quasi senza un soldo. Per voi tutte, cara mamma, io sono molto preoccupato perché vi trovate in Calabria ch’è ormai investita dal nemico. Oggi ascoltando il Bollettino alla radio ho appreso che gl’inglesi sono sbarcati sulle coste di Reggio Calabria. Voglio sperare che i nostri soldati opporranno resistenza in modo che gl’inglesi non arrivino a Isca e a Catanzaro. Se non arriveranno gl’inglesi io spero di venire presto a licenza per gli esami.

Mia cara mamma, io prego la Vergine Santa che proteggesse te e le mie povere sorelle. Finisco mandando mille baci alle mie care sorelle e a te, cara mamma, mille aff.mi abbracci dal tuo figlio Rinaldo.

Il mio nuovo indirizzo è il seguente: Caporale Universitario Rovito Rinaldo – 178 Gruppo Contraereo “Vicenza” – 445^ Batteria – Caserma Filzi – Rovereto (Trento).

 

 

2 – QUALCHE CONSIDERAZIONE

Fossano è oggi una piccola città di circa 25mila abitanti a 30 km da Cuneo e a 71 km da Torino. La distanza tra Fossano e Rovereto è di 370 km che adesso in automobile si possono percorrere mediamente in 4 ore, attraverso comode autostrade. Come abbiamo letto, il viaggio in treno è durato 14 ore, nella notte tra il 2 e il 3 settembre 1943 (con una velocità o lentezza di circa 26,5 km/h, come quella di una bicicletta ad andatura media). Per dare un’idea di un’altra distanza, Rovereto dista da Isca sullo Ionio 1178 km che nella situazione attuale della via più breve (quasi tutta autostrada) si percorrono in circa 12 ore, ma allora non bastavano sicuramente 24 ore di treno, pure tra una coincidenza e l’altra.

Nonostante fossimo stati coinquilini alle palazzine “Ina-Casa” di Badolato Marina fin dal 1956, non ho mai saputo di questa lettera né del fatto che il prof. Rovito fosse stato prigioniero dei tedeschi in Germania durante la seconda guerra mondiale. Riservatissimo e taciturno per natura, questo inimitabile mio vicino di casa era sempre gentile e davvero molto signorile nei comportamenti.

Sabato 07 novembre 1953 il prof. Rovito ha sposato Giuseppina Caporale, secondogenita dei magnifici maestri elementari Nicola (grande e poliedrico scrittore ed artista) e Francesca Cuppari. Ecco come li ho ricordati al paragrafo 19 della “Lettera a Tito n. 322 del 22 marzo 2021 – Miscellanea”  (ripresa e rilanciata da www.soveratoweb.com e da www.ilreventino.it immediatamente dopo).

4.png3 – LA COPPIA PIU’ BELLA DEL MONDO

Per me entrambi i coniugi Rinaldo e Giuseppina sono stati assai importanti e significativi perché vivevano una bella e grande storia d’amore anche familiare e mi sono stati di immenso e bell’esempio. Erano assai intensi e felici. La mia adolescenza ha avuto come sottofondo il canto lieto e continuo della signora Giuseppina, quasi una colonna sonora che mi ha fatto riflettere assai sulla natura dell’amore e sull’amore coniugale in particolare. Non ti nascondo che li ritengo i miei primi insegnanti di dolci sentimenti, di tenerezza e di forte attaccamento verso la persona amata. E spesso ho tratto da loro ispirazione nel rapportarmi con delicatezza alle donne dei miei amori. Tuttora mi torna in mente il loro corteggiarsi con gli occhi e con i gesti, tanto che il signor Rinaldo le faceva compagnia pure in cucina, quando la signora Giuseppina era impegnata ai fornelli. Mi davano la bella impressione che non sapessero stare un minuto distanti l’uno dall’altra, nemmeno in casa.

Vorrei che i figli scrivessero qualche loro testimonianza, pure in merito a questo, sui loro genitori e in particolare sulla signora Giuseppina che era protagonista di una socialità assai affettuosa e luminosa, sincera ed empatica con tutti, mentre il signor Rinaldo era persona assai riservata. Sembravano proprio gli opposti che si compensavano meravigliosamente. (https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-322-miscellanea-n-1-di-fatti-e-personaggi-al-18-marzo-2021/).

4 – IL FOGLIO MATRICOLARE

Foglio matricolare n. 15378 – Dati personali del militare arruolato: Rinaldo Rovito fu Domenico e di Greco Francesca di religione Cattolica – nato il 14 aprile 1920 a Isca sul Ionio provincia di Catanzaro – Statura m. 1,65 – Torace m. 0,83 – Capelli colore castani – forma lisci – Viso regolare – Naso retto – Mento regolare – Occhi castani – Sopracciglia castani – Fronte regolare – Colorito bruno – Bocca regolare – Dentatura sana – Segni particolari // – Arte o professione Insegnante – Sa leggere SI – scrivere SI – Titolo di studio abilitazione magistrale.

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Soldato di leva classe 1920 Distretto di Catanzaro quale rivedibile e lasciato in congedo illimitato provvisorio (21 febbraio 1941) – Deve rispondere alla chiamata alle armi della classe 1922 – Ha dichiarato di avere conseguito nell’anno 1940 l’abilitazione magistrale – Ha l’obbligo di frequentare i corsi allievi ufficiali di complemento.

Chiamato alle armi (circolare ministeriale 11.4086/A 22-11) in data 30-12-1942 e giunto il 9 febbraio 1943 al Deposito 34° Fanteria in Fossano per essere avviato il 13 febbraio 1943 al 1° BTG Istruzioni d leva per frequentare il 5° corso preparatorio di addestramento al 178° Gruppo Artiglieria Contraerea in Rovereto il 3 settembre 1943 – Distinzione e impieghi: disegnatore.

Catturato il 9 settembre 1943 dai Tedeschi e condotto in Germania – Rientrato a Italia e presentatosi al Distretto Militare di Catanzaro il 6 giugno 1945 – Considerato come prigioniero di guerra a tutti gli effetti (fg al M.G. – Gabinetto 11.126900/1-3-133-8-5 in data 1-11-1945).

6 giugno 1945 inviato in licenza straordinaria di 60 giorni con assegni – Alla scadenza della suddetta inviato in licenza straordinaria senza assegni in attesa di eventuale reimpiego. 15 novembre 1945 Collocato in congedo illimitato ai sensi del tel. 11.24894 in data 04-11-945 dello S.M.E. (parificato a Catanzaro 11-10-1950) – 26 gennaio 1978 Mandato in congedo assoluto per proscioglimento dal servizio.

5 – SALUTISSIMI

Caro Tito, tutto ciò che ritorna dal passato (più o meno prossimo o remoto) sortisce sempre e comunque un grande effetto. Come questa lettera e il foglio matricolare, che trasudano tanta vita, tanta sofferenza. Ringrazio il dottore Domenico Rovito e la sorella ins. Myriam che hanno voluto condividere con noi queste emozioni. Le quali ci devono indurre pure ad un sentimento di riconoscenza verso tutte quelle persone che, come il prof. Rinaldo, hanno patito tanto per la Patria e, quindi, per tutte le generazioni a Lui seguenti.

In particolare sappiamo bene (da racconti diretti o da memoriali scritti) come e quanto la prigionia abbia snaturato l’umanità delle persone. Basti un solo dato: tutti i prigionieri di guerra (internati nei campi di concentramento tedeschi) hanno riferito della fame e del freddo patiti e della segregazione umiliante; e si consideravano fortunati a poter mangiare bucce di patate sottratte alla spazzatura. Il prof. Rinaldo è tornato dalla prigionia che pesava appena appena 33 kg. Cioè pelle e ossa.

Ritengo che tutte le nostre generazioni (specialmente le più giovani che, al confronto, vivono negli agi) debbano conoscere e riconoscere le sofferenze e le privazioni di chi ci ha preceduto, pure per poter apprezzare e saper difendere ciò che si ha (libertà e benessere). Ma bisogna conoscere anche il dramma di interi popoli che sopravvivono ancora oggi nell’indigenza o nella povertà. Dobbiamo assolutamente realizzare un onesto “riequilibrio” sociale ed umanitario. Altrimenti non ci sarà mai una vera pace nel mondo. Base sicura della pace è la giustizia.

  • Foto n. 6 – Rinaldo Rovito2.png 

Una considerazione particolare va a coloro i quali rischiano la vita, come i migranti e i profughi, pur di trovare libertà e serenità esistenziale. L’Umanità è sicuramente in cammino da millenni, proprio per poter diventare una sola famiglia. Dobbiamo lavorare tutti affinché questa unica famiglia sia più concreta e vicina.

In attesa di inviarti la “Lettera n. 383” di ringrazio per questa 382 degna di particolare culto e memoria. Sempre con tanta riconoscente cordialità,

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it )

ITER-City, domenica 23 gennaio 2022 ore 16.27 – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Tutte le foto mi sono state fornite dalla famiglia Rovito.

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