Nel leggere il commento e l'invito a rispondere di "laurano ex futuro hobbista" settantatrenne il primo impulso, da liberale quale mi considero, è stato di rispondere in piena approvazione con le sue "lamentele". Ma ad una meno emotiva rilettura ho dovuto in parte, ma solo in parte, rivedere il mio pensiero iniziale.
L'argomento in questione è il provvedimento regionale che autorizza gli hobbisti a partecipare ai mercatini previo pagamento di 200 euro e nella misura di dieci manifestazioni all'anno per un periodo massimo di due anni nell'arco di un quinquennio. Esaurito questo periodo l'hobbista ha l'obbligo di apertura di una posizione IVA e di autorizzazione al commercio su aree pubbliche.
Il lettore parte dalla considerazione che gli hobbisti sono prevalentemente rappresentati "da laureati senza lavoro, pensionati ,casalinghe , disoccupati , bambini e famiglie , disperati che cercano di sopravvivere giorno dopo giorno" e che perciò il mercatino risulta una sorta di salvagente in attesa di periodi migliori.
Personalmente ritengo che, in parte, corrisponda a verità ma ritengo altrettanto vero e giusto che comunque vada rispettato il principio della leale concorrenza di mercato. Se da un lato il fenomeno degli hobbisti può rappresentare un modo per "sbarcare il lunario" dall'altro credo che alcuni possano "mascherarsi" da hobbisti per eludere i balzelli fiscali e le norme connesse all'esercizio dei mestieri e delle professioni.
Purtroppo, come da troppo tempo accade nella nostra cara penisola, a causa di pochi maledettamente infedeli (leggi evasori e furbetti), gli onesti lavoratori sono tartassati dal fisco e da adempimenti burocratici e amministrativi pesantissimi della cui indispensabilità ben poco si percepisce.
Ritengo perciò che sia corretto e saggio dare spazio a tutti i nuovi fenomeni di tendenza dai quali, peraltro, spesso si generano nuovi orizzonti di vero business. E' per tale ragione che si rende necessario stabilire regole che permettano di "sperimentare" a basso costo e di misurare nel mercato la reale valenza della propria idea o del risultato del proprio ingegno.
Ma un limite deve essere posto e qui, il legislatore, deve ben ponderare la misura di questo limite. Forse, nel caso degli hobbisti "emiliani", 10 giornate all'anno sono veramente poche. Sarebbe forse meglio aumentare il numero di queste e al contempo dare indicazioni alle amministrazioni comunali di esercitare un più approfondito e severo controllo per stanare i "furbetti del mercatino".
In conclusione, signor "Laurano" credo valga la pena di perseverare nel suo hobby, di continuare a frequentare i mercatini per le atmosfere di piacevole e cordiale socialità che queste occasioni sono in grado di regalare ma anche di proseguire nella sua garbata e ragionevole campagna di opinione . La forza della parola è immensa ed è in grado di influenzare i pensieri.