La storia è ciclica e a cadenze inaspettate si rivivono dei deja vu che riportano la mente al passato.
Era il lontano '29 e il mezzo per cercare di uscire dalla crisi mondiale si chiamava "barter", o più comunemente "baratto". Si cercava di favorire la ripresa economica senza intaccare la liquidità, per aumentare la quantità di scambi e quindi di fatturato.
Oggi si può ancora allungare la vita dei nostri oggetti e "acquistarne" altri senza mettere mano al portafogli; basta liberarsi di quella maglietta che è nell'armadio non indossata da ormai troppo tempo, o di quel dvd che giace sullo scaffale con su troppa polvere e aprire la porta ad una attività divertente e utile.
Il baratto è la prova evidente che si possa fare di necessità virtù e puntuale come la crisi è tornato di gran moda. Una tendenza viva e con amplissime sfaccettature che arriva davvero a toccare tutti i generi di consumo e categorie; che sia un libro, un hard disk, un set di borse, prodotti enogastronomici fatti in casa, o addirittura lezioni di lingua straniera in cambio di soggiorni o prestazioni occasionali; si può davvero trovare l'impensabile sul web.
Si moltiplicano di pari passo col mondo virtuale, le iniziative di enti e comuni; a Piacenza è in corso "Pesalibro" sino al 22 giugno presso la Biblioteca comunale Passerini Landi, la manifestazione – organizzata in collaborazione con Iren Emilia – permette ai lettori di scambiare i propri volumi usati in base al loro peso, di qualsiasi genere essi siano; un' iniziativa di sensibilizzazione culturale ed ecologica in cui poter scambiare libri, che si equivalgano sulla bilancia.
La logica del riutilizzo è diventata anche un must delle feste a tema; ereditato lo "Swap party" direttamente da New York è sempre più in voga e dal privato il baratto è sbarcato anche ai negozi, per aiutare in modo fashion il commercio delle boutique.
Tanto in uso da coinvolgere addirittura il turismo e far nascere "la settimana del baratto" a cui prendono parte bed & breackfast di tutta Italia mettendo a disposizione le proprie strutture in cambio di servizi di pari valore.
E se un tempo scambiarsi la casa per le vacanze era solo la commedia romantica di un film di Cameron Diatz e Jude Law ora è diventato più che mai realtà. Particolarmente indicato per chi abita in zone turistiche o comunque nei pressi di luoghi di villeggiatura; può differenziarsi nel "couchsurfing" o scambio di ospitalità: in questi casi si mette a disposizione la propria casa per ospitare qualcuno che potrà ricambiare magari cucinando o facendo lavoretti in casa.
Una pratica commerciale del passato, che grazie alla tecnologia di oggi fa nascere un mood salva crisi per un consumo intelligente.