AUSL Modena

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Iniziative di sensibilizzazione a Modena e Carpi: l'obiettivo è aumentare la conoscenza di questa malattia e stimolare semplici azioni preventive, come l'igiene delle mani. Le Aziende sanitarie da oltre 10 anni hanno sviluppato progetti che hanno permesso di ridurre la mortalità del 30% -

Modena, 12 settembre 2014 -

Ci sono anche tre importanti realtà sanitarie della provincia di Modena – il Policlinico di Modena, l'Ospedale di Baggiovara e l'Ospedale di Carpi - tra gli oltre duemila soggetti che in tutto il mondo aderiscono alla Giornata Mondiale della Sepsi (World Sepsis Day) promossa dal Global Sepsis Alliance per sabato 13 settembre. L'obiettivo è aumentare la conoscenza di questa malattia e stimolare semplici azioni preventive: lavarsi accuratamente le mani è il fattore più importante nel ridurre il rischio di sepsi in strutture sanitarie e nella comunità.

Dalle 9.00 alle 13.00, nelle tre strutture modenesi, saranno approntati punti d'ascolto rivolti sia ai cittadini che al personale sanitario. In particolare verrà distribuito materiale informativo, oltre ad alcuni simpatici omaggi, finalizzati a sensibilizzare le persone rispetto a questo tema.

"La Sepsi – spiega il prof. Massimo Girardis Direttore della Terapia Intensiva del Policlinico e Coordinatore del Gruppo di Studio infezione e sepsi della Società Italiana di Anestesia e Rianimazione – si manifesta quando la risposta immunitaria dell'organismo a un'infezione danneggia i suoi stessi organi e, come dimostrato da un recente studio spagnolo, in presenza di sepsi severa e shock settico, ad ogni ora di ritardo nella somministrazione della terapia antibiotica corrisponde un aumento lineare della mortalità nelle prime sei ore dalla diagnosi. Per questo motivo è fondamentale potenziare una rete di intervento che permetta una diagnosi tempestiva e il veloce invio a un centro specializzato".

La sepsi colpisce circa 350 persone all'anno ogni 100.000 abitanti con una mortalità media del 30%. Nel mondo sviluppato la sepsi è in aumento con un tasso annuo dell'8-13%. Nelle Terapie Intensive della provincia di Modena (Policlinico, Baggiovara, Carpi) vengono ricoverati circa 200-250 pazienti anno con shock settico con una mortalità media del 40%. "Tra le cause – spiega la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore delle Rianimazioni di Carpi e di Baggiovara – ci sono l'invecchiamento della popolazione e l'utilizzo eccessivo, nel passato, di antibiotici che ha portato allo di infezioni più virulente, resistenti ai farmaci. L'Italia è uno dei paesi europei, insieme a Grecia e Francia, con il maggior consumo di antibiotici pro-capite (3 volte la Germania e 2 volte circa il Regno Unito) ed è necessario sensibilizzare medici e cittadini su questi rischi".

Le strutture Ospedaliere della provincia di Modena, insieme agli altri Ospedali dell'Emilia Romagna, da oltre 10 anni hanno sviluppato specifici percorsi clinici per la prevenzione delle infezioni e per il riconoscimento e trattamento precoce del paziente con sepsi che li pongono come modello di riferimento per la sanità italiana. Questo ha permesso di raggiungere importanti risultati nel controllo delle infezioni ospedaliere e nel migliorare la prognosi dei pazienti ricoverati con le forme più gravi di infezioni che hanno permesso una riduzione del 30% della mortalità.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

Un'indagine per comprendere quali siano gli effetti del terremoto sulla salute dei cittadini. Permetterà di studiare gli effetti sul medio lungo periodo e d'introdurre, ove necessario, dei correttivi rispetto alle scelte assistenziali. L'indagine interesserà 1500 cittadini.

Modena, 25 agosto 2014 -

"Un progetto dalle caratteristiche innovative che aiuterà a misurare in modo puntuale e su solide basi statistiche quali siano gli effetti sulla salute del terremoto, nel medio lungo periodo. Questo ci permetterà di introdurre, ove necessario, dei correttivi rispetto alle scelte assistenziali e di dare un contributo alla ricerca in questo campo." Sono le parole di Giuliano Carrozzi del Servizio di Epidemiologia e Comunicazione del rischio del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'AUSL di Modena, coordinatore scientifico del progetto di ricerca "ISTMO: Impatto sulla Salute del Terremoto in Provincia di Modena" che ha preso il via in queste settimane. Obiettivo della ricerca è indagare, a distanza di oltre 2 anni, gli esiti persistenti sulla salute delle persone residenti nei comuni interessati dagli eventi sismici nel 2012. Molteplici i fattori che saranno approfonditi: si andrà a monitorare lo stato di salute percepito, fisico e psicologico, la presenza di sintomi depressivi, la sedentarietà, il consumo di tabacco e alcol.

L'elemento che rende fortemente innovativa la ricerca sta nel fatto che l'indagine sarà effettuata coinvolgendo un campione di popolazione rispetto alla quale si è già in possesso di una serie di dati analoghi e quindi confrontabili. In Emilia-Romagna, infatti, dal 2007 è attivo il Progetto PASSI, Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia, un sistema di monitoraggio della salute della popolazione adulta che stima la frequenza e l'evoluzione dei fattori di rischio per la salute legati ai comportamenti individuali e la diffusione delle misure di prevenzione. Nel periodo compreso tra il 2007 e il 2013 in provincia di Modena, sono state realizzate ben 4.600 interviste (in Emilia-Romagna oltre 23.300 e oltre 250mila a livello nazionale).

"Siamo perciò in una situazione che permette di fare un confronto rigoroso e comprendere quali siano le effettive variazioni registrate. Sino a oggi, almeno in Italia, non esistono studi di questo tipo. Di norma le indagini svolte si concentrano sugli effetti di breve periodo, senza avere la possibilità di effettuare un confronto davvero attendibile con la situazione preesistente. L'unico studio paragonabile riguarda il terremoto dell'Aquila dal quale è emerso l'aumento della sedentarietà e dei sintomi depressivi, mentre nessuna differenza significativa rispetto al consumo di alcol e tabacco" aggiunge Carrozzi.

I criteri scientifici sono stati definiti da un gruppo di lavoro che coinvolge esperti dell'Azienda Usl, specialisti dell'Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia-Romagna, dell'Istituto Superiore di Sanità e Medici di medicina generale. Sul piano operativo, attingendo dagli elenchi dell'anagrafe sanitaria, sarà dapprima individuato un campione di 1.500 cittadini, con età compresa tra i 18 e 69 anni, che il 20 maggio 2012 risultavano residenti nei comuni della provincia colpiti dal sisma. Successivamente i cittadini scelti saranno avvisati con una lettera informativa e quindi contattati da personale specificamente formato per un'intervista telefonica con il questionario "PASSI/ESTE", che in gran parte proporrà le domande già previste nel progetto PASSI. Per il buon esito della ricerca, centrale è il ruolo dei Medici di Medicina Generale i quali, dopo avere fornito preziosi consigli sull'impostazione dell'indagine, svolgeranno un'azione altrettanto importante per far conoscere l'iniziativa. Si prevede che i risultati saranno messi a disposizione della comunità dalla seconda metà del 2015.

Il contesto nell'ambito del quale si inserisce il progetto di ricerca

Nel maggio 2012, l'Emilia-Romagna è stata colpita da diverse sequenze sismiche. La provincia di Modena è quella che ha subito i maggiori effetti sia in termini di vittime (17 decessi, di cui 13 in ambito lavorativo a seguito dei crolli di fabbricati industriali), popolazione esposta (circa 230.000 persone), danni alle strutture produttive e alle abitazioni (31.000 abitazioni inagibili).

Si stima che in Emilia-Romagna nelle zone del cratere circa 406.000 persone siano state esposte al sisma, di queste più di 45.000, hanno dovuto lasciare le loro abitazioni a causa dei danni subiti, anche solo temporaneamente. Nei giorni immediatamente successivi agli eventi, oltre 16.000 persone sono state direttamente assistite oppure ospitate in campi tenda o altre strutture di emergenza. Sono stati allestiti 36 campi, di cui 29 in provincia di Modena e 53 strutture al coperto. I campi sono stati chiusi a fine ottobre 2012. Nella provincia di Modena circa 1.500/2.000 anziani, fragili e non, hanno avuto bisogno di una ricollocazione rispetto alle loro abitazioni o alle strutture residenziali. Una grande percentuale di essi non era nota ai Servizi sociali o sanitari. Secondo i dati regionali, più di 1.400 anziani fragili furono trasferiti dalle loro abitazioni in strutture di accoglienza e più di 400 anziani con disabilità, già inseriti in strutture assistenziali sono stati trasferiti in altre realtà, anche al di fuori della Regione Emilia-Romagna.

(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)


Nessuna conseguenza sull'assistenza attualmente erogata. Da lunedì prossimo saranno messe in atto le azioni per eliminare in tempi rapidi le criticità emerse in materia di sicurezza antincendio. Per la struttura era già previsto un investimento di riqualificazione di 7milioni di euro.

Modena 23 agosto 2014 --
L'Azienda Usl di Modena informa che a seguito di un controllo ordinario svolto dai Vigili del Fuoco di Modena presso la struttura ospedaliera di Castelfranco Emilia il cui esito è stato consegnato oggi, 22 agosto, sono state riscontrate alcune criticità in materia di sicurezza antincendio; queste ultime sono riconducibili alla necessità di ridurre la mole di documenti, in particolare cartelle cliniche e pellicole radiografiche, presenti in alcuni degli archivi, e di aggiornare parte della documentazione riguardante la normativa tecnica sugli impianti e il piano di emergenza.
L'Azienda Usl al fine di garantire la massima trasparenza, sia interna che rispetto all'opinione pubblica, comunica che si è già attivata per eliminare, nel rispetto dei tempi indicati le criticità indicate nel verbale d'accertamento.
È importante prima di tutto sottolineare che gli adeguamenti richiesti non andranno ad incidere sull'assistenza sanitaria attualmente erogata, mentre sarà necessario uno slittamento dei tempi per la ripresa a pieno regime, precedentemente prevista a settembre, per eseguire i lavori richiesti.

A ciò va aggiunto che, nell'ambito dei progetti di riqualificazione e miglioramento della struttura, l'Azienda Usl di Modena aveva già previsto una serie di lavori, per un importo complessivo di circa € 4.000.000 di euro, destinati agli interventi per adeguare nel suo complesso la struttura alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro e prevenzione degli incendi. Alcuni dei lavori erano già stati avviati nel corso del 2012 ma, a causa del fallimento dell'impresa che si era aggiudicata l'appalto, l'attività ha registrato una dilatazione dei tempi di esecuzione. Nei mesi scorsi, a seguito anche del confronto con gli Enti Locali, l'AUSL ha presentato in regione il "Piano Direttore" per l'Ospedale di Castelfranco Emilia che prevede nei prossimi anni ulteriori investimenti per circa 3.000.000 di euro, per cui la somma complessiva destinata ai lavori di riqualificazione della struttura di Castelfranco Emilia ammonta a circa 7.000.000 di euro.
(Ausl Modena)