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Questa mattina è partita la staffetta solidale alla sede della Protezione Civile di Parma, di via del taglio. Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre, grazie a Parma Facciamo Squadra, nelle piazze Garibaldi di Parma e Fidenza e nella piazza principale di Noceto si potranno acquistare gli anolini solidali. Gli anolini saranno venduti in borse termiche, in confezione da un chilo. 

Fatti da più di 1600 volontari permetteranno di sostenere il Nuovo Centro Oncologico di Parma e l’Oncologia di Vaio.

Foto a cura di Francesca Bocchia per Gazzetta dell'Emilia

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Nel giorno dell’anniversario della scomparso del suo primo presidente l’associazione Portos dona nuovi arredi e due strumenti alla struttura diretta da Edoardo Caleffi.

Parma -

Ad un anno dalla morte di Andrea Corò, socio fondatore e primo presidente dell’associazione culturale e di promozione sociale Portos, amici e volontari lo ricordano con un importante donazione al reparto di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Nell’occasione è stata scoperta anche una targa in ricordo di Andrea.

Foto a cura di Francesca Bocchia per Gazzetta dell'Emilia 

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Fioriscono nuovi giochi nel giardino del CAV (Centro di Aiuto alla Vita) e il prato di via Cima Palone si trasforma in un luogo sempre più a misura di bambino, grazie alle attrezzature donate da Parma Facciamo Squadra. 

La pioggia di sabato scorso, 16 novembre, non è riuscita a rovinare la festa di inaugurazione dove, oltre agli amici, ai volontari e alle mamme con i loro bambini erano presenti i pagliacci della Croce Rossa di Parma e di Fontanellato a scacciare il grigio delle nuvole. 

Ora il CAV ha un luogo dove i piccoli seguiti dall’associazione ma anche i bimbi del quartiere potranno giocare insieme senza correre alcun pericolo. Un giardino per tutti i bambini che potranno trovare qui un luogo aperto e pronto ad accoglierli con le loro mamme. 

Il Centro di Aiuto alla Vita di Parma attualmente segue circa un migliaio di donne e ne ospita ventisei in diverse case di accoglienza.

La donazione è frutto della raccolta fondi di Parma Facciamo Squadra 2018, coordinata da Forum Solidarietà, è sostenuta da Fondazione Cariparma con Barilla e Chiesi Farmaceutici hanno moltiplicato per quattro le donazioni dei cittadini. 

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“Corriamo con l’Etiopia” la corsa non competitiva della ONG Parma Per gli Altri nelle vie del centro storico di Parma.

Parma - 

C’è chi corre per passione, chi per dimagrire e qualcuno per amore. Parma corre Per gli Altri!

Domenica 17 novembre torna l’annuale appuntamento con “Corriamo con l’Etiopia”, la maratona solidale di 5 km organizzata da Parma Per gli Altri ONG con il patrocinio del Comune di Parma.

Famiglie, ragazzi, adulti, bambini e anziani: tutti possono partecipare e darsi appuntamento in Piazza Duomo a Parma per vivere insieme una mattinata all’insegna dello sport, della solidarietà e dell’incontro tra culture. Sarà possibile iscriversi a partire dalle ore 9:30, un’ora prima della corsa che avrà inizio alle ore 10:30 e che attreverserà le vie del centro storico di Parma.

L’iscrizione avrà un costo simbolico di 10€ per gli adulti e 5€ per tutti i ragazzi minori di 16 annigratuito per i bambini sotto i 5 anni e il ricavato della giornata sarà interamente devoluto al finanziamento dei progetti di Parma Per gli Altri in Etiopia

Al termine della corsa, tutti i partecipanti potranno assistere alla cerimonia del caffè etiope, realizzata per l’occasione dalle sapienti mani delle donne dalla comunità etiope di Parma.

Anche quest’anno “Corriamo con L’Etiopia” si terrà in concomitanza con la più importante manifestazione sportiva etiope: la Great Ethiopian Run 2019 di Addis Abeba, per ricordare ancora una volta l’unione che lega lo stato africano con la città di Parma.

La manifestazione è realizzata con il contributo speciale di Isomec S.r.l. e il supporto di Barilla, Iren, Parmalat e Fabbriceria della Cattedrale di Parma

Vi aspettiamo numerosi ai blocchi di partenza!

Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. --- 0521 236758

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Domenica 10 novembre, alla Fiera Agricola di San Martino di Noceto, scenderà in campo il Team infermieristico del Centro di Cura Regionale per la Fibrosi Cistica

 

Una bancarella colorata e ricca di oggetti natalizi, e non solo, proposti al pubblico attraverso i sorrisi e la passione dell’infermiera Rita Agostini che è anche la creativa realizzatrice degli oggetti venduti, finalizzati a raccogliere fondi destinati alla ricerca oltre che alla cura ed assistenza di chi è affetto da Fibrosi Cistica . 

Esemplare l’impegno che le infermiere mettono in campo dopo il lavoro in ospedale, infatti Rita ha colto l’occasione e ha voluto attivarsi in prima persona organizzando un banchetto solidale allo scopo di raccogliere fondi da devolvere alla Lega Italiana Fibrosi Cistica Emilia. In questa iniziativa c’è la voglia di non arrendersi, c’è la speranza del futuro.

La figura dell’infermiere in corsia racchiude una serie di competenze non solamente inerenti le capacità tecniche, ma coinvolgono l’ambito psicologico e delle relazioni umane, particolarmente importanti quando si tratta di patologie croniche che coinvolgono pazienti dalla più tenera età. 

Con il loro rapporto più informale, diretto, confidente e libero, queste infermiere, si trovano a svolgere un ruolo di raccordo tra pazienti e medici per bisogni non espressi o domande di chiarimento non comunicate. Si tratta di una funzione importante per garantire un'assistenza ottimale ai pazienti, una dedizione che non si ferma all’interno dell’ospedale ma genera ammirevoli azioni solidali al di fuori di esso, come quella che prenderà vita a Noceto il 10 novembre. 

La Fibrosi Cistica è una grave patologia cronica, ancora oggi senza possibilità di guarigione. In Italia si contano 200 nuovi casi all'anno. L’Associazione Lega Italiana Fibrosi Cistica organizzazione di volontariato che favorisce solidarietà concreta verso le persone affette da fibrosi cistica, affianca questi pazienti nella loro legittima aspirazione a condurre una vita al pari degli altri: una voglia di normalità che deve misurarsi spesso con la fatica associata ai più piccoli gesti quotidiani.

Iscrizione, lotteria, cena di benvenuto: tante le iniziative collaterali per arricchire il dono consegnato alla struttura pediatrica del Maggiore.

Una gara particolare quella che si è disputata lo scorso 29 settembre al SalsoGolf sulle colline parmensi, una gara dove i numerosi partecipanti hanno aggiunto al tradizionale percorso da 18 buche un colpo d’eccezione: una gara benefica a favore dell’Ospedale dei bambini “Pietro Barilla” di Parma. E lo hanno centrato in pieno.

Il Memorial era dedicato a due amici, Cavazzini e Nicoli, – spiega Cesare Passeri, uno degli organizzatori – ma abbiamo voluto riservare un pensiero speciale ai pazienti dell’Ospedale dei bambini trasformando la gara benefica in una vera e propria festa di solidarietà che ha coinvolto i presenti nelle diverse iniziative, e devo dire che la risposta è stata generosa e corale”.

La consegna di questo trofeo benefico è avvenuta questa mattina nella colorata struttura pediatrica del Maggiore alla presenza di una delegazione di golfisti capitanata da Cesare Passeri e composta da Alessandro Carrara, direttore del SalsoGolf; Michele FerrariEugenio Dalfi Tanzi e Pierluigi Minari. Ad accoglierli la dottoressa Fabiola Fornaroli, in rappresentanza del direttore del dipartimento materno infantile Gianluigi de’ Angelis, che li ha ringraziati calorosamente perché “fa piacere sentire che l’ospedale dei bambini batte nel cuore di tanti amici”. Alle sue parole di ringraziamento si è unita Patrizia Bertolini, direttrice dell’Oncoematologia pediatrica che è stata il tramite della donazione, Emilio Casolari direttore della Chirurgia pediatrica, Valentina Maffini per la Pediatria generale e d’urgenza diretta da Icilio Dodi e una rappresentanza del personale infermieristico con la coordinatrice Maria Luisa Zou.

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È stato finanziato anche dai giovani soci modenesi di Emil Banca il pozzo d’acqua potabile costruito a Ngamwani Two, un villaggio del Malawi (Africa). Il villaggio è stato scelto dall’associazione malawiana Sotto Sopra, la quale collabora con l’associazione Cose dell’Altro Mondo di Formigine, impegnata da anni in progetti socio-sanitari in Malawi. 

La settimana scorsa sette giovani soci di Emil Banca, accompagnati dalla responsabile dell’areasoci e identità della banca, Giuliana Braido, sono stati nel Paese africano per inaugurare il pozzo finanziato grazie a una raccolta fondi promossa dai comitati giovani soci Emil Banca di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia. 

Ngamwani Two è un villaggio rurale a mille metri di altitudine nel Sud-Est del Malawi. È abitato da da 540 famiglie, tra cui 88 orfani e 23 persone con disabilità: c’è una scuola, frequentata da oltre 2.100 alunni. L’accesso all’acqua fino a oggi avveniva solo raccogliendola da un piccolo ruscello distante oltre un chilometro dal villaggio, al quale le donne si recavano con piccoli recipienti per attingere acqua, ovviamente non potabile. Per questo la mortalità nel villaggio è molto elevata, soprattutto tra neonati e bambini. 

Grazie alla solidarietà dei giovani soci Emil Banca questa comunità può non solo sopravvivere, ma anche migliorare la qualità della vita. 

Il pozzo è stato realizzato da operatori locali con la supervisione dell’agenzia governativa per la gestione dell’acqua, dei capi villaggio e dei rappresentanti della popolazione locale.

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Ieri sera, presso l’Auditorium dell’Assistenza Pubblica, si è tenuto l’incontro dal titolo La parola chiAMA il silenzio”, organizzato da Telefono Amico Parma in occasione dei suoi 30 anni di servizio. Ospite speciale della serata la psicoterapeuta Maria Rita Parsi. 

 

L’incontro ha coinvolto i cittadini di Parma che hanno mostrato un forte interesse verso una tematica delicata. Oggi abbiamo perso l’abitudine di ascoltare, per questo, Telefono Amico Parma ha deciso di dedicare un evento alla diffusione della cultura dell’ascolto. 

 

«Ogni disturbo psicologico – ha affermato Maria Rita Parsi, Psicoterapeuta, Presidente della Fondazione Fabbrica della Pace e Movimento Bambino Onlus, già Membro del Comitato Onu dei Diritti del Fanciullo - è un disturbo della comunicazione. Telefono Amico sconfigge uno dei mali più grandi dell’uomo: la solitudine interiore. La solitudine è una violenza infinta che non trova risoluzione se non nell’ascolto. Chi ascolta consola e cura. Ascoltare è un’arte e, per farlo nel modo migliore possibile, è necessario conoscersi, solo così si può comprendere davvero chi ci parla dei propri problemi. Ascoltare significa dare una possibilità di rinascita al prossimo e a se stessi. Educare all’ascolto vuol dire anche riappropriarsi di sé».

 

«Quello dell’ascolto – ha detto Luca Bellingeri, presidente di Assistenza Pubblica Parma - è un tema tanto importante quanto complesso. Ascoltare il prossimo ci rende degli individui migliori. Telefono Amico è un servizio sociale in cui la Pubblica crede profondamente, siamo davvero onorati di poter celebrare i suoi 30 anni con questo incontro».

 

«Il silenzio – ha dichiarato Monica Petra, presidente di Telefono Amico Italia è un vero spazio di accoglienza. Rispondere al telefono per donare conforto è ciò che i volontari di Telefono Amico fanno in tutta Italia ogni giorno. Andiamo incontro agli altri ascoltandoli».

 

«Il 19 giugno 1989 – ha ricordato Francesca Anedda, consigliere dell’Assistenza Pubblica Parma con delega al Telefono Amico - nasceva Telefono Amico Parma, e da allora sono 267 le persone che hanno deciso di dedicare il proprio tempo a questo servizio. Oggi a Parma sono circa 40 gli operatori che rispondono a chi è, o chi si sente solo, ma anche a chi ha banalmente bisogno di parlare con qualcuno».

 

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“Non c’è nessuno così ricco che non abbia bisogno di ricevere, nessuno così povero che non abbia qualcosa da dare”, inizia così la conferenza stampa di inaugurazione del Fondo Roberta Venturini, svolta all’interno della Biblioteca Sociale di Via Venezia a Parma.

Il fondo, promosso dall’associazione parmigiana Intesa San Martino e gestito dalla Fondazione di comunità Munus, mira a reperire risorse finanziarie da destinare alle attività culturali e sociali, riservando un occhio particolare ai quartieri San Leonardo e Cortile San Martino. 

“Il San Leonardo è un quartiere che per la sua lunga storia e consistenza ha una grande solidità; nei processi di crescita di evoluzione urbanistica e industriale ha subito delle modifiche e lacerazioni che ne hanno mutato gli equilibri sociali. In questo contesto, l’apertura di un fondo che raccolga e metta a disposizione della cittadinanza finanziamenti per portare avanti eventi cultuali e sociali per il quartiere è l’espressione di quella che potremmo definire la cultura del dono, in cui ciò che si ha viene condiviso e che rappresenta il processo basilare di civiltà”, così interviene Don Luigi Valentini, vicario generale della Diocesi di Parma.

Rino Basili, segretario di Intesa San Martino, nel descrivere l’attività quotidiana che l’associazione svolge sul territorio, ha sottolineato l’importanza di essere un modello virtuoso in grado di contagiare non solo il quartiere San Leonardo e Cortile San Martino, ma l’intera città: “Intesa San Martino e la Biblioteca Sociale Roberta Venturini, nata al suo interno, si spende quotidianamente attraverso l’apertura e il presidio della Biblioteca, assieme ad un nutrito programma di conferenze culturali, presentazione di libri, letture animate e vari progetti pensati per la tutela ed educazione dei minori e, spesso, nati proprio dall’idea di soggetti privati ed altre realtà che, credendo in noi, vengono a presentarci i loro progetti. Questo fondo rappresenta il nostro modo di compiere un piccolo passo per intervenire in un presente sempre più critico e contraddittorio”.

Il Fondo è gestito dalla Fondazione Munus, garante e gestore delle donazioni che, attraverso giustificazioni e rendicontazione rimangono nella disponibilità dell’associazione che userà per portare avanti i progetti culturali.

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Così Giorgio Del Sante, presidente della Fondazione di comunità parmigiana: “Munus deriva dal latino e significa dono, ma anche compito e responsabilità. L’apertura del fondo rappresenta un momento importante per il quartiere perché l’associazione Intesa San Martino, scegliendo noi come gestori del fondo, ha la possibilità di farsi conoscere e contribuire attivamente al benessere della collettività. Perché il più alto obiettivo è dare all’altro qualcosa di nostro in nome della gioia, della tolleranza e della conoscenza”.

Il Fondo Roberta Venturini è dedicato alla memoria della moglie del presidente Pasquale Leone Galimi ed è già attivo per la raccolta delle prime donazioni. Si potrà visionare il dettaglio sul sito della fondazione al link https://www.fondazionemunus.it/fondo-roberta-venturini/

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I suoi primi 40 anni Giulia li ha voluti festeggiare in compagnia di tanti amici ai quali non ha chiesto regali personali ma una donazione per la Pediatria generale e d’urgenza dell’Ospedale dei bambini “Pietro Barilla” di Parma. E la risposta è stata corale e generosa tanto che ha consentito a Giulia di arrivare questa mattina con le braccia cariche di doni.

Appena ne abbiamo occasione cerchiamo sempre di raccogliere fondi in favore dei bambini – spiega Giulia Ardenti Morini – quando mio marito ha festeggiato i suoi 40 anni abbiamo sostenuto un pozzo in Sierra Leone così come abbiamo cercato di portare il nostro contributo ad associazioni di cui conosciamo le preziose attività che svolgono. E per il mio compleanno abbiamo pensato all’Ospedale dei bambini. Nel nostro piccolo cerchiamo di essere dei donatori abituali”.

E così la festa si è prolungata nel reparto diretto da Icilio Dodi dove sono arrivate le apparecchiature per i più piccoli mostrate con orgoglio dalla coordinatrice infermieristica Giuseppina Nicosia: una bilancia con carrello pesa neonati, un saturimetro per rilevare i parametri vitali nei bambini, una centralina per misurare automaticamente la pressione arteriosa con manicotti di diverse misure, un set per affrontare le crisi respiratorie nei piccoli pazienti. “Sono strumenti per noi preziosi – ha spiegato Giuseppina Nicosia –che ci consentono di intervenire in casi d’emergenza o assistere più bambini contemporaneamente andando noi da loro senza spostarli dal letto. E di queste apparecchiature ne abbiamo sempre bisogno”.

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