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Interviste a quattro candidati dei due maggiori schieramenti a sostegno di Bonaccini e Borgonzoni:  Matteo Daffadà – Massimo De Matteis - Nicoletta Paci  e Cecilia Zanacca

di Francesca Caggiati Parma 10 gennaio 2020 - A poco più di due settimane dalla tornata elettorale che vede il rinnovo delle cariche di Governatore e Consiglieri della Regione Emilia Romagna, incontriamo quattro candidati – due uomini e due donne - casualmente scelti tra i due principali schieramenti politici di centrosinistra e di centrodestra.
Sono state poste loro le stesse domande per capire meglio non solo le motivazioni personali e politiche della loro candidatura, ma anche le priorità che secondo loro andranno affrontate e i vantaggi che Parma e il suo territorio provinciale trarrebbero dalla loro elezione.

Iniziamo, per “cavalleria” o meglio dovrei dire per affinità di genere, con le due candidate donne Nicoletta Paci – nelle liste di Stefano Bonaccini, Presidente in carica di centrosinistra – e di Cecilia Zanacca – sostenitrice dello schieramento di Lucia Borgonzoni, Presidente in corsa per il centrodestra.

- Qual è il motivo principale che l’ha spinta a candidarsi alle prossime elezioni regionali?
Paci: “È una domanda ricorrente per un candidato. Mi sono candidata perché mossa da spirito di servizio e amore per il mio territorio e le persone che lo vivono. Mi sono candidata perché sono orgogliosa di vivere in una comunità accogliente, solidale, industriosa, piena di idee e di capacità. Nei miei sette anni da amministratrice della città Parma l’ho guardata anche dal punto di vista delle minoranze che la compongono. È un modo di fare che mi appartiene, avendo studiato altre lingue, culture altre, sono portata a considerare le diversità, le piccole componenti come una ricchezza, come un colore che aggiunge vivacità. Mi sono candidata perché Parma mi ha insegnato che è più complesso amministrare considerando e dando possibilità a tutti, ma è molto più giusto ed efficace. Si tratta di un salto di qualità culturale. Che porta equità ma anche una visione allargata, un pensiero ampio alle persone e ai servizi. Vogliamo chiamarlo il lato buono della globalizzazione? In questo momento ho scelto di impegnarmi in questa corsa elettorale proponendomi per tracciare in Regione un cammino che possa essere all’avanguardia, un modello che ci consenta di fare un passo avanti, tutti insieme, senza scordare nessuno”.

Zanacca: “Banale dirlo, ma per cambiare un modus operandi che sta appiattendo il nostro Paese, la nostra Regione e ancora più per ridare fiducia a noi cittadini. Una fiducia che da tempo sta venendo sempre meno nei confronti delle istituzioni. Per fare si che i risultati perseguiti dall’amministrazione regionale non siano una mera ovazione a fini elettorali ma semplicemente un momento di seria comunicazione con i cittadini”.

- Perché gli elettori dovrebbero esprimere la propria preferenza scrivendo il suo nome?
Paci: “Come amministratrice ho visto in prima persona quanto sia importante, per una città laboriosa come la nostra, avere un appoggio in Regione. E’ necessario per Parma avere un filo diretto con la Regione per portare avanti le innovazioni e le politiche che ci stanno a cuore e che significano un sicuro avanzamento per la nostra città. Nell’Assemblea della Regione Emilia-Romagna la mia voce sarà per le istanze del nostro territorio. Sui punti che il Presidente Bonaccini ha tracciato: Scuola e Istruzione, Ambiente, Sanità, Parità di Diritti di tutti e tutte. La Regione in questi ultimi cinque anni, con Stefano Bonaccini e la sua Giunta, ha dato prova di una grande capacità di azione positiva e i numeri lo stanno a dimostrare. Vorrei far parte del prossimo percorso a fianco di questa città e di questa Regione che hanno molti punti in Comune, ma dove Parma può anche rappresentare un territorio apripista e una comunità propositiva più di altre”.

Zanacca: “Perché no? Scherzo naturalmente. Chi mi conosce sa della mia passione politica accompagnata sempre da attenzione per il territorio nei suoi vari aspetti; dalla qualità della vita, al mondo del sociale, della scuola e dell’impresa. Sono una parmigiana doc, legata alla sua città di cui conosce i pregi e le necessità. Necessità di cui, ahimè, l’attuale amministrazione locale, incoraggiata dalla pari amministrazione regionale, sembra non importare molto”.

- Quali sono secondo lei le tre priorità dell'Emilia Romagna?
Paci: “Lo slogan “Fare dell’Emilia Romagna la regione della conoscenza” mi appartiene. Per i prossimi dodici mesi siamo Capitale Italiana della Cultura, abbiamo istituti scolastici che dialogano con l’economia della città e della provincia, abbiamo l’Università migliore d’Italia. Parma è città della conoscenza. E lo sarà sempre più con una Regione che investa sulla Scuola: dal nido fino all’Università. Il Lavoro è ovviamente l’altra priorità principale. La formazione gioca un ruolo fondamentale: dovrà saper aiutare i nostri figli non solo ad acquisire formazione e competenze, ma a restare nella propria terra. L’Ambiente è l’altro tassello, se vogliamo complementare alla formazione di una cultura ambientale nei cittadini, ma per il quale bisogna concretizzare presto con una conversione economica e sociale che ci porti alla transizione verso le energie rinnovabili e l’economia circolare”.

Zanacca: “Come prima cosa sicuramente passare dal centralismo regionale al decentramento territoriale. La Regione avrà il ruolo di “perno degli enti autonomi” evitando tentazioni di un centralismo regionale. Si dovrà rafforzare l’intero sistema autonomistico che vede nei Comuni l’istituzione politica di prossimità più vicina e sensibile alle esigenze, diritti e interessi dei cittadini L’obiettivo dovrà essere meno burocrazia e più cultura del risultato, a favore di cittadini e imprese. La Regione dovrà tutelare, promuovere e valorizzare la famiglia, così come riconosciuta dalla nostra Costituzione, quale primo luogo della solidarietà e luogo nel quale si genera e si forma il capitale sociale umano. La famiglia deve diventare il principale interlocutore delle politiche sociali. L’innovazione risiede nel rivolgersi alla famiglia in quanto tale, non perché povera o in difficoltà, per seguirla in tutte le fasi della propria esperienza. Si configura cosi una politica familiare sostanzialmente differente da quella finora perseguita in Emilia Romagna, rivolta soprattutto alla “famiglia patologica” e indirizzata a sostenerla solo dopo l’insorgere di un problema. Il sistema socio-sanitario regionale, come quello nazionale è ormai all’interno di una “Tempesta perfetta» con l'invecchiamento della popolazione, l'aumento delle malattie croniche e le difficoltà sociali connesse alla crisi economica. A fronte di tale situazione appare inevitabile fondere in un unico approccio le politiche sanitarie con quelle assistenziali, in cui le competenze e le azioni appaiono senza più soluzione di continuità, ma soprattutto le cui risposte appaiono inadeguate. Nonostante importanti aree di eccellenza sia professionale sia tecnologica, il sistema Emiliano Romagnolo comincia ad abbandonare al proprio destino tanti cittadini che non riescono più ad accedere a servizi, sia preventivi sia diagnostici, assistenziali e riabilitativi. Si propone, previa sperimentazione in alcuni servizi, di introdurre un sistema integrato tra pubblico e privato, che scommetta su una virtuosa alleanza tra mercato e solidarietà”.

- Cosa cambierà in Regione Emilia Romagna se vince il suo schieramento?
Paci: “La Regione farà un ulteriore “Passo avanti” rispetto ai tanti risultati già raggiunti negli ultimi cinque anni. Potremo migliorare ulteriormente in tutti i settori di attività portando l’Emilia Romagna ad essere un modello di sviluppo anche per altre regioni italiane. Food Valley, Culture Valley, Green Valley. Potremmo andare avanti ... L’Emilia Romagna ha già numeri eccellenti. Diversità straordinarie che la rendono unica al mondo. Continuare su questa strada significa non interrompere un cammino. Significa puntare alla cima, anziché ripartire e magari perdersi lungo il sentiero”.

Zanacca: “Prima di tutto non cosa ma come: sicuramente in meglio. La regione sarà molto più vicina ai cittadini, con meno burocrazia e più semplificazione anche e soprattutto per chi fa impresa. Faremo prevalere la meritocrazia nella scelta dei posti dirigenziali rispetto a logiche di schieramento. Sarà una regione caratterizzata da enti dotati di autonomia e funzioni proprie, tra loro saldamente connessi e in continue relazioni di collaborazione. Un governo attento al territorio, sia verso le grandi città, ma anche con una road map per i piccoli comuni e una sorta di piano Marshall per la montagna. Insomma, una regione in cui tutti potranno avere l'opportunità di cogliere la propria occasione di benessere”.

- Come Parma potrà beneficiare della sua vittoria?
Paci: “La mia proposta di inserire l’inglese già dai nidi e dalla scuola dell’infanzia è stata favorevolmente accolta da Bonaccini che l’ha inserita come punto fondante delle sue proposte per il settore 0-6 anni. Quindi per me, che ho già fatto esperienza come Assessora ai Servizi educativi e Scuola, il settore educativo è uno dei temi principali su cui vorrò agire portando le istanze del territorio. E a questo si lega fortemente quello delle Pari Opportunità perché da sempre mi batto per i diritti di tutte e tutte e voglio proseguire anche in Regione a favorire un cambiamento culturale che deve partire soprattutto dalle nuove generazioni”.

Zanacca: “In primis, grandi cambiamenti quindi deciso miglioramento relativamente a temi molto “caldi” quali Sicurezza, Degrado, Gestione dei Rifiuti, Rilancio delle attività commerciali, Mobilità e Trasporti che sono settori in cui Parma è in grande sofferenza e sui quali la regione ha ampi margini di intervento. Il decreto Minniti, ha introdotto la possibilità di formulare accordi per la promozione della sicurezza integrata sulla base dei quali le Regioni possono sostenere iniziative e progetti per attuare interventi di promozione della sicurezza integrata nel territorio di riferimento, sostenendo così i Sindaci nella loro azione di garanzia in materia di sicurezza urbana. In merito alla politica sui rifiuti, bisognerà rivedere l'indirizzo dato ad ATERSIR, l’Agenzia di regolazione dei servizi pubblici locali ambientali della regione Emilia-Romagna per ridare voce in capitolo agli enti locali nella strategia di gestione dei rifiuti, a partire dalla definizione di ambiti territoriali omogenei e scardinando il modello di gestione aziendale finalizzato al profitto con costi ingiustificati a carico dell’utenza, bloccando la logica dei subappalti. Il rilancio delle attività commerciali, a partire da quelle dei centri storici, passa da un riequilibrio tra negozi di vicinato e grandi centri commerciali, nonché da politiche di mobilità che accanto alla sostenibilità ambientale garantiscano anche una sostenibilità residenziale, famigliare e commerciale. Infine, per il settore trasporti, oltre a politiche di forte rilancio del trasporto pubblico locale, Parma dovrà avere la fermata AV. Fino a ieri Bonaccini e Pizzarotti hanno detto no, fa piacere che a ridosso delle elezioni sembrano averlo capito anche loro”.

- Quali sono tre suoi pregi e tre suoi difetti?
Paci: “Sono determinata, ma sempre in ascolto degli altri. Questi due modi di agire mi consentono di analizzare le situazioni e spesso di trovare delle soluzioni di sintesi. Credo che questi possano essere interpretati come pregi per chi si trova a dover rappresentare uomini e donne di una comunità. Mina cantava “i miei difetti son talmente tanti”…..sarebbe lunga elencarli. Sono sicura che i miei avversari li sanno tutti”.

Zanacca: “Non sta a me dirlo, anzi spesso la linea che differenzia gli uni e gli altri è davvero sottile. Può essere che in talune situazioni un pregio si trasformi in difetto e viceversa ... tutto è assolutamente relativo. Nello specifico, non posso negare di essere disordinata, talora in ritardo e tendo a fare più cose contemporaneamente … È comunque vero, citando una frase non mia, che i difetti vanno saputi portare perché i pregi stanno bene a tutti!”.

- Quali invece i tre valori in cui crede maggiormente e per cui non scenderebbe mai a compromessi?
Paci: “Scegliendo di candidarmi come amministratrice, onestà e rispetto della legalità devono essere alla base di ogni pensiero e ogni scelta. E poi la parità di diritti; leggi, servizi, opportunità che rispettino le diversità e le situazioni di ognuno, sono la strada che ho scelto di percorrere”.

Zanacca: “Famiglia, solidarietà, coerenza e rispetto per il prossimo. Chi mi conosce sa che non posso venire meno a questi”.

- Che qualità pensa che abbia in più o di diverso una donna rispetto ad un uomo?
Paci: “Parlerei soprattutto di qualità diverse e fra queste sottolineo sicuramente la sensibilità. Al di là degli stereotipi ho sempre visto nelle donne la capacità straordinaria di accostarsi agli altri, di cogliere sfumature. Negli uomini ho spesso assistito invece ad espressioni di aggressività. Le donne sono più inclusive, sono portate alla mediazione, ascoltano le ragioni di tutti. Abbracciano il mondo”.

Zanacca: “Un delle cose che maggiormente detesto e che mi ferisce sono le quote rosa; non capisco perché le istituzioni dovrebbero “aiutare” le donne ad ottenere ciò che possono raggiungere benissimo da sole? Concludendo: “Il gallo può cantare, ma è la gallina che fa l'uovo” come diceva Margaret Thatcher”.

 

Veniamo ora ai due candidati uomini: Matteo Daffadà che appoggia Stefano Bonaccini e Massimo De Matteis che sostiene Lucia Borgonzoni.

- Qual è il motivo principale che l’ha spinta a candidarsi alle prossime elezioni regionali?
Daffadà: “La Regione ha ricadute dirette sulla vita e sulla gestione dei territori. Sono un amministratore pubblico. Il consigliere uscente del PD ha deciso di non candidarsi. Mi è stato chiesto di portare la mia esperienza e dopo aver sentito la famiglia ho accettato. Per portare la testimonianza e le esigenze del territorio a Bologna e per riportare sul territorio quanto di positivo la Regione ha fatto e farà”.

De Matteis: “Desidero mettere al servizio dei parmigiani e dei parmensi tutto il mio impegno e tutta la mia esperienza. Ho l’onore di farlo nelle file di Fratelli d’Italia, forza politica che ho contribuito a fondare a Parma e di cui ho retto il coordinamento provinciale sino a tre mesi fa”.

- Perché gli elettori dovrebbero esprimere la propria preferenza scrivendo il suo nome?
Daffadà: “Sono anni che sono amministratore pubblico, conosco le esigenze e i bisogni del territorio. Ho sempre messo la mia faccia. Vivo in montagna e lavoro a Parma. Sono la sintesi di chi conosce i problemi della periferia e della città. Faccio il pendolare ogni giorno. Mi sono sempre messo al servizio del cittadino. Giusta esperienza e voglia di misurarmi con una sfida nuova”.

De Matteis: “La mia trentennale esperienza di pubblico amministratore e di militanza nella destra politica rappresenta una garanzia di impegno e di coerenza, da sempre unicamente orientata al bene per la nostra comunità provinciale, alla difesa delle nostre famiglie , alla difesa del lavoro e dell’impresa, alla difesa dei valori fondanti della nostra civiltà”.

- Quali sono secondo lei le tre priorità dell'Emilia Romagna?
Daffadà: “Le priorità sono tante. Ma scegliendone tre dico: famiglia, lavoro e infrastrutture. Famiglia perché dobbiamo invertire il trend che ha visto abbassare cosi tanto la natalità. Aiuto alle famiglie significa crescita, presidio del territorio, sviluppo del territorio. Lavoro, perché è condizione fondamentale allo sviluppo ed al benessere dei cittadini. Dove c’è lavoro ci sono servizi. Infrastrutture, perché consentono l’attrattività e la fruibilità di un territorio sia dal punto di vista economico che turistico”.

De Matteis: “Lotta all’inquinamento, intensificare la produzione di energia pulita. Grande piano per la natalità, sostegno alle famiglie e alle giovani coppie. Rinascita delle zone montane, detassazione per le imprese , start up ricerca e innovazione”.

- Cosa cambierà in Regione Emilia Romagna se vince il suo schieramento?
Daffadà: “Questa Regione in questi anni ha lavorato bene. Lo dicono gli indicatori che la mettono davanti ad ogni altra Regione italiana sia dal punto di vista economico che sanitario. Il tutto deve stimolare per continuare ad essere la locomotiva d’Italia”.

De Matteis: “Dopo 50 anni di ininterrotto e ormai logoro strapotere della sinistra in Emilia Romagna, è giunto finalmente il momento di cambiare e realizzare anche nella nostra Regione l’alternativa di governo, nel metodo, nelle scelte, nella visione di prospettiva e di sviluppo dei nostri territori”.

- Come Parma potrà beneficiare della sua vittoria?
Daffadà: “Per l’impegno costante che metterò nell’ascolto dei cittadini. Importante sarà anche relazionare le attività svolte in Regione”.

De Matteis: “Fratelli d’Italia sarà la forza politica determinante per l’affermazione della coalizione che sostiene Lucia Borgonzoni, e darà considerevole contributo con la serietà delle sue proposte, con la forza delle sue idee e con la coerente determinazione dei suoi candidati al buongoverno della nostra Regione. La rappresentanza, la voce, il ruolo di Parma avranno preminenza in questo progetto di rinnovamento e di buongoverno e garantirà al nostro territorio la considerazione che merita”.

- Quali sono tre suoi pregi e tre suoi difetti?
Daffadà: “Corro in squadra, aiuto il prossimo e credo nelle persone. Testardo, permaloso e frenetico”.

De Matteis: “I miei pregi sono determinazione, coerenza e capacità di ascolto. I miei difetti sono testardaggine, logorrea, permalosità”.

- Quali invece i tre valori in cui crede maggiormente e per cui non scenderebbe mai a compromessi?
Daffadà: “Famiglia, amicizia e onestà”.

De Matteis: “Non sono assolutamente negoziabili la difesa della vita, l’amor di Patria e della famiglia, la mia fede in Dio”.

- Che qualità pensa che abbia in più o di diverso un uomo rispetto ad un donna?
Daffadà: “L’uomo è più diplomatico, la donna più determinata”.

De Matteis: “È diverso, ma non rappresenta una qualità in più della donna, l’uomo deve avere un senso di responsabilità finalizzato al benessere morale e materiale della propria famiglia, intriso di profondo rispetto verso l’intera comunità, esplicandolo nel lavoro e nella vita sociale”.

Il 26 gennaio siamo chiamati tutti al voto. Arrivarci conoscendo meglio intenti e personalità può essere una conferma per chi aveva già deciso o un modo per acquisire nuove informazioni per chi ancora non aveva le idee chiare.
E una cosa l’abbiamo notata, gli uomini sono mediamente più concisi nelle loro risposte … sarà un bene o un male?!

 

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Giudizio positivo sull’operato della giunta uscente, dialogo con tutte le forze politiche Un futuro all’insegna della continuità e dell’innovazione.

Giudizio positivo sull’operato della giunta uscente che, tuttavia, non eluda il confronto sulle criticità; la richiesta, rivolta a chiunque prevalga nel confronto elettorale, di dare continuità alle politiche regionali, in particolare a quel metodo di confronto tra tutti i corpi intermedi e la Regione che ha caratterizzato la scorsa legislatura e che ha consentito di affrontare con più vigore ed efficacia gli effetti negativi della crisi economica: sono queste, in sintesi, le valutazioni in merito alle prossime elezioni regionali espresse questa mattina in un incontro con la stampa dal presidente e dai co-presidenti di Alleanza delle cooperative italiane dell’Emilia-Romagna, Massimo Mota, Francesco Milza, Giovanni Monti.

La cooperazione, ha elaborato nel dettaglio una serie di proposte per ogni ambito di azione della Regione da sottoporre a chi si candida alla guida dell’Emilia-Romagna.
«Innanzitutto invitiamo i soci e le socie a votare – ha esordito Massimo Mota –. La partecipazione fa parte dei fondamenti della cooperazione e della vita democratica, uno degli strumenti attraverso i quali una comunità esprime la propria volontà di stare insieme, pur nella diversità degli orientamenti politici, unita nei valori definiti dalla Costituzione. Una partecipazione tanto più importante in quanto la prossima legislatura sarà impegnativa: le tensioni internazionali che si esprimono su tanti fronti, dai dazi alla situazione in Nord Africa e in Medio Oriente, avranno riflessi importanti anche sull’economia regionale e dobbiamo essere uniti per affrontarle al meglio».


«Non diamo indicazioni di voto – ha ricordato Giovanni Monti –: la cooperazione è autonoma e dialoga con tutte le forze politiche sulla base dei propri contenuti e delle proprie proposte e dialogheremo con chiunque governerà. Diamo un giudizio positivo sull’operato della Regione in anni molto difficili, sia per avere mantenuto e rafforzato il welfare regionale, sia per la scelta di condividere con le forze sociali e imprenditoriali gli orientamenti di fondo delle politiche economiche. Esistono delle criticità che vanno affrontate, a partire dal tema dell’invecchiamento della popolazione che richiede risposte nuove. Nella prossima legislatura, oltre all’incremento dell’occupazione, va data priorità al tema della qualità del lavoro e alla necessità di garantire stabilità e salari più alti».


Nel corso della crisi le cooperative hanno continuato a investire, difendendo il lavoro, il reddito dei soci e il potere d’acquisto delle famiglie; sono cresciute in termini di occupazione: +27.390 addetti dal 2008 al 2019, una crescita del 12,5% nettamente superiore al 3,5% registrato dal totale delle imprese regionali e contribuiamo al PIL per circa il 10% del totale regionale. Ma la crescita potrebbe rallentare e occorre dare continuità, rafforzandole e innovandole, alle politiche che hanno consentito all’Emilia-Romagna di affrontare positivamente la crisi.


«Dobbiamo rimanere legati alla prospettiva della costruzione della casa comune europea – ha sottolineato Francesco Milza –. Fuori dal contesto continentale l’Italia e l’Emilia-Romagna non avrebbero la forza sufficiente per affrontare le sfide globali. Serve una Europa più forte, che parli con una voce sola, che si impegni di più per combattere le ingiustizie e le disuguaglianze anche attraverso una energica politica di investimenti, in particolare nella economia verde. E occorre che la Regione continui a fare sentire la propria voce nella definizione del bilancio europeo 2021-2027, soprattutto per quanto riguarda l’agroalimentare che costituisce una delle eccellenze dell’Emilia-Romagna apprezzate nel mondo».


In allegato: 1. Invito alla partecipazione al voto; 2. Le proposte della cooperazione per l’XI legislatura della Regione Emilia-Romagna
Nelle foto: Un'immagine dell'incontro stampa; I presidenti e co-presidenti dell'Alleanza delle Cooperative dell'Emilia-Romagna: da sinistra: Francesco Milza, Massimo Mota, Giovanni Monti.

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“In Italia si parla di 90.000 morti l'anno a causa dello smog e l'Emilia Romagna è una delle zone più inquinate. Gli sforamenti sono continui, l'emergenza è drammatica. Serve un piano per la riconversione totale delle imprese inquinanti e per la mobilità elettrica”: così Simone Benini, candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Emilia Romagna, di fronte alla situazione emergenziale dell'aria nella nostra regione. “L'impegno del M5S va nella direzione di rendere l'Emilia Romagna la regione più green d'Italia. Lo dobbiamo ai nostri bambini”.

“Subito dunque un piano straordinario decennale d’investimenti per la transizione che coinvolga Regione, Stato ed Europa e subito uno stop deciso all'austerità sugli investimenti ambientali. Dobbiamo pianificare l'uscita dalle fonti fossili in un tempo massimo di quindici anni, raggiungendo la ottimale efficienza energetica e privilegiando le energie rinnovabili. l' 8 gennaio, sono stato appunto anche a incontrare il presidente del Centro per le Comunità Solari a Medicina (BO). Occorre anche, e noi siamo pronti ad avviarlo, un piano regionale di incentivi alle auto elettriche e per la mobilità ciclabile in area urbana. Siamo in piena emergenza climatica e sanitaria da inquinamento. Cosa aspettiamo? Se si perde tempo ci si gioca il futuro”.

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Mercoledì, 08 Gennaio 2020 06:09

Pagani: “basta misure emergenziali sull’aria”

Pagani, la candidata piacentina di Bonaccini alle regionali: “basta misure emergenziali sull’aria”

Si avvicina il rush finale della campagna elettorale per le Regionali 2020, al momento un vero testa a testa tra la candidata Lucia Borgonzoni e Stefano Bonaccini, che pare in leggero vantaggio, secondo i sondaggi.

Sul fronte locale i candidati piacentini di Bonaccini sono molto attivi, come Caterina Pagani, che decide di puntare decisamente sulle tematiche trasversali dell’ambiente, perché tutti vorrebbero respirare aria più pulita ed evitare di vivere in mezzo ai rifiuti.

“Il Piano Aria Integrato Regionale (PAIR) 2020 prevede 90 azioni mirate a migliorare la qualità dell'aria, con particolare riferimento al problema delle polveri sottili, - sottolinea la candidata - che sono la vera emergenza per il nostro territorio. Ma al di là delle misure emergenziali (obbligatorie!), cosa sta facendo la nostra amministrazione comunale? con questo elenco dettagliato di azioni, a meno che non si tiri fuori dal cilindro qualcosa di magico per risolvere il problema dell'inquinamento atmosferico, ogni omissione è un atto di grave negligenza nei confronti dei cittadini”.

L’appello è diretto alla amministrazione comunale di Piacenza: “Servono chiarimenti su quali azioni intendono mettere in atto in un piano di dettaglio e rendano conto a tutti i cittadini annualmente lo stato di avanzamento dei progetti”.

 

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Occhi: “Sanità, infrastrutture, servizi: il 26 per il PD il conto sarà salato”

Parma 6 gennaio 2020 – “Sabato a Parma il candidato PD Stefano Bonaccini ha attaccato Lucia Borgonzoni sostenendo che lui fa proposte, mentre lei no. E’ davvero surreale dover ricordare a Bonaccini che lui è il presidente uscente. Non deve fare proposte: le cose che oggi promette avrebbe dovuto farle nei 5 anni in cui ha governato.
5 anni in cui invece ha distrutto la Sanità a Parma da cui scappano medici e pazienti e la gente comune è costretta a mesi e mesi di attese o emigrare, mentre i ricchi vanno nel privato.
5 anni in cui ha tolto i medici dalle ambulanze e penalizzato la montagna chiudendo punti nascita e declassando ospedali.
5 anni in cui tutte le infrastrutture vitali per Parma, Ti-Bre, Pontremolese, Cispadana, Pedemontana, Ponte di Colorno, messa in sicurezza della Massese sono rimaste ferme nel disinteresse della Regione.
5 anni in cui i soggetti coinvolti nell’inchiesta di Bibbiano sono stati celebrati come modello in tutta la regione.
5 anni in cui nel diritto alla casa e nei servizi gli italiani sono venuti dopo tutti gli altri.
5 anni in cui famiglie con redditi più che normali hanno pagato oltre 600 euro al mese per un asilo nido.
5 anni in cui gli amici degli amici hanno continuato, come in passato, ad avere una corsia preferenziale in tutti i settori, mentre gli altri hanno dovuto sudare il triplo.
Fatti che i parmigiani conoscono bene e che la macchina della propaganda non può nascondere.
Il 26 gennaio il conto per il PD sarà salato”.


Così Emiliano Occhi, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale e candidato del Carroccio alle elezioni regionali a sostegno di Lucia Borgonzoni presidente

 

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Bonaccini a Borgonzoni: “facciamo i confronti in ogni tv, da Piacenza a Rimini. io ci sono, e tu?” In diretta FB con Gualmini le proposte su sanità e servizi.
Fondi per la non autosufficienza, tempi dei pronto soccorso, punti nascita in montagna, prevenzione, politiche per le famiglie, assegni di cura, nidi. Sono solo alcune delle tematiche affrontate da Stefano Bonaccini e Elisabetta Gualmini nella diretta di questa mattina su Facebook.

E poi un appello all’avversaria, Lucia Borgonzoni: “Facciamo i confronti. Io ci sono, tu?”.
“Ho accettato la richiesta di un confronto su Rete7, che registreremo il 21 gennaio. Ma facciamone in ogni provincia, in ogni televisione locale, da Piacenza a Rimini, per poterci confrontare davvero sull’Emilia-Romagna e le proposte per la nostra regione. Ci sono questioni da affrontare territorio per territorio, anche perché il 26 gennaio si vota per l’Emilia-Romagna e voler vincere qui per mandare casa Conte è prima di tutto irrispettoso per questa regione, per chi qui vive, studi e lavora. Il 27 gennaio, infatti, presidente della Regione sarò io come ritengo probabile, o Borgonzoni, non Salvini, che il giorno dopo il voto tornerà a Roma, Zingaretti, Di Maio o altri”. Il presidente ha ribadito anche la sua disponibilità per il confronto chiesto dal Carlino, dopo il primo no di Borgonzoni: “Scelga lei data, io, ripeto, ci sono”.

Tanti gli interventi e i suggerimenti giunti via Facebook dai cittadini sulle questioni che riguardano la salute e i servizi, da affrontare nei prossimi 5 anni di governo regionale.
“La prossima legislatura sposteremo la programmazione del Fondo Sociale Europeo sui servizi” ha annunciato Bonaccini.
Sul tema della non autosufficienza ha ricordato come l’Emilia-Romagna abbia appena messo a bilancio nel fondo regionale per la non autosufficienza 11 milioni in più, portandoli a 460, a fronte dei 450 milioni che lo Stato ha stanziato in totale per tutte le regioni. Per quanto riguarda i presìdi sanitari sul territorio, insieme a Gualmini ha ricordato l’apertura delle tante Case della Salute e ha confermato: “Al ministro Speranza ho posto e riporrò il tema dei punti nascita in montagna. Lo avevo fatto già col governo giallo-verde, che in un anno non mi ha mai convocato. Ma ora lavoreremo per capire se si possono cambiare i parametri nazionali, mettendo al primo posto sempre la sicurezza delle mamme e dei nascituri, e nel caso si possano riaprire, la Regione metterà a disposizione risorse, professionisti e misure organizzative per farlo”.
Quanto ai Pronto Soccorso, per Bonaccini “serve una svolta sui tempi” che dovranno essere contenuti (“massimo 6 ore fra l’arrivo, l’eventuale ricovero o il ritorno a casa”). E poi, ancora, il tema delle barriere architettoniche (“dobbiamo impegnarci ancora e investire; il governo ha garantito fondi”), delle badanti (“l’assegno di cura sarà potenziato”), le politiche per le famiglie (“già oggi chi ha più di un figlio non paga il ticket per la prima visita”), i nidi (“vogliamo diventare la prima regione in Italia che risponde al 100% delle richieste”), piano casa (“prevediamo un nuovo piano di edilizia popolare per il recupero e per la costruzione di nuove alloggi”).

 

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Martedì, 07 Gennaio 2020 08:13

“+Europa-PSI-PRI” si presenta

Presentazione della lista “+Europa-PSI-PRI” a Parma presso l’Hotel Farnese.

Di Nicola Comparato - 6 gennaio 2020 - Nella giornata di sabato 4 gennaio 2020 presso l’ Hotel Farnese a Parma, è stata presentata la lista “+Europa-PSI-PRI” in occasione delle prossime elezioni regionali in Emilia Romagna. Presenti all’ incontro pubblico i leader nazionali Emma Bonino e Benedetto della Vedova per +Europa e Riccardo Nencini per il PSI ed ovviamente i candidati locali: Marco Maria Freddi Paola Biacchi, Gianpaolo Cantoni e Natasha Fracassi. Riformismo ed europeismo sono i motivi principali che uniscono i candidati della lista, che ci tengono a sottolineare l’importanza dell’Emilia Romagna come regione “europea” evidenziando anche il bisogno di tutela idrogeologica e infrastrutture nel territorio. Un motivo in più per fare tutti insieme un passo avanti senza mai voltarsi indietro.

Conosciamo meglio i candidati:

Marco Maria Freddi, radicale e consigliere comunale di Effetto Parma, imprenditore e attivista in lotta da sempre per i diritti dei più deboli.

Paola Biacchi (PSI), diplomata all’istituto Magistrale e presidente da 20 anni di una associazione di volontariato che opera in campo socio sanitario.

Gianpaolo Cantoni (PSI), consigliere provinciale e vice sindaco di Medesano, che da tantissimi anni ricopre importanti incarichi in ambito politico.

Natasha Fracassi (PSI), consigliera comunale di Sala Baganza che per il 2020 si occupa del programma turistico per far conoscere il nostro territorio e le sue eccellenze.

 

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BOLOGNA, 4 gennaio 2020 - "Ancora una volta il Pd utilizza le istituzioni come cosa propria. E il comizio del mio avversario Pd, oggi a Medesano, è finito addirittura in diretta sulla pagina Facebook del Comune, in barba alla par condicio e alle indicazione del Corecom dell'Emilia-Romagna, del 3 dicembre scorso. Le istituzioni sono di tutti, liberiamole dall'arroganza di questa sinistra che usa la Regione e i Comuni come fossero la segreteria di partito. Ci vuole rispetto per la legge, per i cittadini, per la democrazia".

Così Lucia Borgonzoni, candidata alla presidenza della Regione, annunciando un'interrogazione al governo sul caso della diretta Facebook sulla pagina social istituzionale del Comune di Medesano, nel corso dell'incontro elettorale del Pd di oggi

(Foto Francesca Bocchia - Novembre 2019)

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Venerdì 20 dicembre Stefano Bonaccini dedicherà il suo giro elettorale a Piacenza e provincia per incontrare cittadini, imprenditori, lavoratori e cooperative sociali.

La mattinata si aprirà con la visita a due mercati: alle ore 10 a Monticelli d’Ongina e alle ore 11 a Rivergaro.


Alle 12.45 il presidente uscente e ricandidato alla guida della Regione Emilia-Romagna sarà a Sarmato per una visita e un incontro con i dipendenti della Braghieri Plastic, azienda che si occupa di lavorazione e commercio di materie plastiche e in particolare di riciclo, attraverso recupero e lavorazione degli scarti di produzione (via C. Colombo 8).


Alle 13.45 sarà a Piacenza per l’incontro "Piacenza solidale", con visita alle cooperative sociali Il Germoglio, che si occupa di inserimento lavorativo per persone svantaggiate (in particolare disabili) e La Gemma, che gestisce un centro socio-riabilitativo semi-residenziale per disabili (via Pietro Bubba, 25).


A seguire, alle 15, nello stesso luogo si terrà la conferenza stampa per presentare i candidati della lista “Bonaccini Presidente” della circoscrizione di Piacenza.


Alle ore 16 Bonaccini passerà al circolo sociale pensionati Farnesiana (Via Radini-Tedeschi 71) per un saluto e alle 17 visiterà a Pontenure il caseificio Valcolatte (via Firenze 16, Valconasso), dove incontrerà anche i dipendenti.


Alle 18,30 tornerà a Piacenza e in centro incontrerà i cittadini nel corso di una passeggiata da piazza Duomo, che terminerà con un intervento pubblico e un aperitivo in piazzetta San Francesco.


Alle ore 20, Bonaccini porterà un saluto alla cena del Consorzio cooperativo di costruzioni Concopar (via San Marco 37), mentre alle 21.15 è atteso a Bobbio per un’intervista pubblica nell’Auditorium Santa Chiara.

 

Pubblicato in Cronaca Piacenza
Sabato, 16 Novembre 2019 12:44

Qui Berceto: Emilia Romagna o Governo Nazionale?

Di Luigi Lucchi 15 novembre 2019 - Il candidato Stefano Bonaccini, a mio avviso giustamente, ha scelto, come linea della campagna elettorale, essendo stato Presidente e avendo cose da dire e anche bilanci da presentare, di attenersi al motivo delle elezioni: ELEZIONI REGIONALI PER LA NOMINA DEL PRESIDENTE E DEL CONSIGLIO REGIONALE. Con questa linea è esposto in prima persona e visto le coalizioni (liste) che lo sosterranno, non può neppure intendersi come candidato unicamente del PD ma candidato della coalizione. Crede che le persone possano valutare il suo operato e il suo programma e votarlo e bocciarlo per questo. SONO ELEZIONI AMMINISTRATIVE. 

La Lega, vera antagonista di queste elezioni amministrative sceglie un’altra linea di condotta della campagna elettorale. Linea, ovviamente legittima anche se a mio avviso scorretta. Non mi strappo le vesti perché in altre situazioni il PD faceva come la Lega e anch’io, nel mio piccolo, a elezioni provinciali e regionali, negli anni 80 dicevo: “Se voti DC voti Borgotaro per ridurre il consenso verso la DC e accrescere quello del PSI” Cercavo, insomma, di far propendere la scelta politica su quella amministrativa. Sono strategie che in politica hanno usato tutti e usa, adesso, fortemente anche la Lega. Matteo Salvini sa che viene votato, sa d’avere accresciuto un consenso, addirittura in modo miracoloso, perché è riuscito, senza piu’ ad essere a mezzadria con i 5 stelle, come avveniva, pur scontrandosi molto tra loro, nella campagna elettorale del febbraio 2018, a farsi percepire come il politico contro:
Contro L’Europa della Finanza e dei Banchieri, dei poteri forti
Contro Matteo Renzi e i poteri forti (sono comunque debolissimi) Italiani
Contro l’emigrazione con uno slogan ad effetto che le scivolate sciocche di Laura Boldrini gli hanno accreditato: PRIMA GLI ITALIANI.
Personalmente sono convinto, che a lato pratico, la Lega non solo non è contro nulla, non gli interessa risolvere nulla(NON HA INTERESSE FARLO) ma addirittura vota e propone Leggi per accrescere i poteri che a parole dice d’essere contro.
Le mie impressioni, seppur in buona fede, non contano nulla perché quello che conta è quanto percepisce l’elettorato.
Io amo la bella Politica, sono per il primato della Politica, e allora, affannosamente, dal 1992, per non essere sempre sgomento, perdere qualsiasi idea di futuro, mi aggrappo ai tenui segnali che vanno in direzione della bella Politica.
Nel 2014, indirettamente essendo in una lista che sosteneva Bonaccini, gli ho portato 2.128 voti.
Ero candidato perché non esisteva piu’ la Provincia, era in voga l’Unione dei Comuni, erano in cantiere le pseudo riforme COSTITUZIONALI DI RENZI (Schifose e demenziali), Monti aveva massacrato i bilanci Comunali. Ritenevo che diventare Consigliere di Maggioranza Regionale, pur con un’autonomia eccezionale, essendo l’unico Consigliere della mia lista, sarei riuscito a fare qualcosa per il mio Comune e le Terre Alte che come Sindaco era impossibile, ormai, fare. Lo facevo, insomma, per la disperazione. Ora non vivo, anche grazie alla Regione, e non me lo sarei mai aspettato, quella disperazione del 2014. Si riesce fare qualche cosa anche da Sindaco e cerco di farlo e ho piacere di continuare con un’amministrazione Regionale che promuovo e che porterà cose migliori nei prossimi 5 anni.


Aggrapparsi alla bella Politica vuol dire condividere la “propaganda”, tutta Amministrativa e tutta Regionale di Bonaccini. Vuol dire piangere davanti alla foto del baciamano di un Carabiniere a Ilaria Cucchi. Vuol dire godere l’intelligenza di tre ragazzi che hanno riempito, con le “SARDINE” Piazza Maggiore senza insultare nessuno, neppure l’avversario Matteo Salvini. RISPETTARE LA NATURA DELLE ELEZIONI (Amministrative e Regionali) anche se in piccolo, come detto, negli anni 80 a Berceto non lo avevo fatto, vuol dire considerare gli elettori, i cittadini della Regione Emilia Romagna e non usare il loro voto per secondi fini: FAR CADERE IL GOVERNO NAZIONALE, lo ritengo un gesto di bella Politica. Non sono ingenuo e so bene che anche Stefano Bonaccini, come chiunque altro, se avesse interesse, imposterebbe la campagna elettorale diversamente e forse, nel 2014, lo ha anche fatto. Non mi ergo a giudicare le intenzioni e oggi constato, ribadito da questo comunicato sottostante di Stefano Bonaccini, isolato da molti fino a ieri sera 15 novembre (SARDINE E PIAZZA MAGGIORE A MIO AVVISO SONO UN’AZIONE INASPETTATA MA CHE HA CAMBIATO IL CORSO DEGLI EVENTI ho piacere che fossero presenti 15 bercetesi , 15 sardine delle Terre Alte – STEFANO BONACCINI, dato perdente da tutti, VINCERA’, invece le elezioni AMMINISTRATIVE IN EMILIA ROMAGNA e sarà uno straordinario Presidente)

NB: (le foto sono del 6 luglio 2018 e Bonaccini è venuto a Berceto nonostante tanti Sindaci gli dicessero di non venire. Nostante il suo Partito gli dicesse di non venire, nonostante le lettere che gli dicevano di non dare un euro a Berceto e di commissariarci per l'acqua e i rifiuti. A Berceto ha annunciato la riduzione dell'IRAP che poi ha fatto)

 

Per l’Emilia-Romagna, non per altro
Conferenza stampa - 13 novembre 2019
Intervento Stefano Bonaccini

Ringrazio i sindaci, quelli presenti e anche quelli che non hanno potuto partecipare. Prima di ogni considerazione politica ho letto in questo appello un apprezzamento per il lavoro che abbiamo fatto insieme in questi anni. Alcuni sindaci c’erano fin dall’inizio del mio mandato, altri sono arrivati nel tempo, ma associo ad ogni faccia e ad ogni nome un territorio, una comunità, persone in carne ed ossa con cui abbiamo lavorato bene insieme.
Sono preparato in geografia! Conosco tutti i 328 comuni dell’Emilia-Romagna, ma conosco anche i nomi dei lori sindaci, di molti assessori, consiglieri comunali. Non è un merito: conoscere un territorio è un dovere e anche il minimo sindacale per chi vuole governarlo.
Conosco anche i sindaci che non hanno sottoscritto l’appello e posso dire di aver collaborato molto bene anche con loro. Credo soprattutto che nessuno di loro, in coscienza, possa dire di aver ricevuto un trattamento diverso dalla Regione per ragioni di appartenenza politica.
E questo è il secondo punto che voglia mi distingua: quando ricopri una carica istituzionale (vale per il Presidente della Regione come per il sindaco di un Comune) sei lì anche per conto di chi non ti ha votato e magari non ti voterà mai. Una certa idea dello scontro politico sta offuscando questa lezione che per me invece è importantissima. Non attiene solo all’educazione, ma è un’idea matura della democrazia.
Così come nell’idea della democrazia c’è anche il principio che non ci si divide sulla legalità. Abbiamo scelto di essere qui oggi, in questo padiglione della Fiera, perché qui abbiamo ospitato il processo Aemilia. Lo abbiamo voluto proprio qui in Emilia-Romagna quel processo, non altrove, e abbiamo pagato perché fosse così. Se la magistratura individua la presenza di organizzazioni mafiose nel nostro territorio noi non solo dobbiamo dirlo, ma dobbiamo farlo vedere a tutti i cittadini, a tutte le imprese, a tutte le pubbliche amministrazioni. E’ l’idea che i problemi non si risolvono né occultandoli né declamandoli, ma affrontandoli a viso aperto.
***
L’Emilia-Romagna, prima che una Regione, è un sistema regionale. Non è un gioco di parole, la distinzione tra i due termini è molto precisa. La Regione è un Ente, importantissimo ma uno. Un sistema regionale, invece, è un insieme di enti (Regione, Province, Comuni… Ma anche CCIAA, Università…); e se vogliamo allargare, anche di corpi intermedi (categorie, associazioni, sindacati, ecc.). Queste parti, tutte insieme, costituiscono appunto il sistema: ciascuna è importante e nessuna prevarica le altre. In queste settimane sento ripetere espressioni grevi come “prenderemo l’Emilia-Romagna” o “libereremo l’Emilia-Romagna”: una Regione non si prende, perché non appartiene alla maggioranza politica di turno, ma ai suoi cittadini. Al più puoi vincere le elezioni e, se poi sei capace, governare pro-tempore. Ma men che meno puoi prendere un sistema perché il 26/1 si voterà “solo” per la Regione, non per i comuni, le province, o per eleggere i rettori o i presidenti della CCIAA. Questo è dunque il terzo punto: io mi candido al governo di un ente, la Regione, che è parte di un sistema. E se vuoi governare l’Emilia-Romagna devi farlo insieme agli altri, a tutte le sue parti, che sono autonome e non meno importanti. E, avviso la mia sfidante, queste parti non ti “obbediscono”: ti seguono se sei autorevole, ti aiutano se sai aiutarle anche tu. Se si capisse questo molte delle parole che sento finirebbero automaticamente nel cestino.
***
“Per l’Emilia-Romagna, non per altro” c’è scritto nel cartellone qui dietro. Abbiamo tutti la consapevolezza che stiamo giocando due partite diverse: la nostra è quella di raccontare quello che ho fatto in questi 5 anni e iniziare da oggi a dire cosa faremo per questa Regione se sarò nuovamente eletto presidente; altri giocano una partita nazionale, dove l’Emilia-Romagna non è il fine, o l’obiettivo, ma solo lo strumento con cui abbattere un governo nazionale o rendere più forte il proprio partito, conquistando un’altra bandierina da sventolare.
Io le bandierine le uso in modo diverso: ad esempio per segnare i comuni dove vado, come vedete qui dietro. E’ la riproduzione di una carta più piccola, che come alcuni di voi sanno è appesa nel mio ufficio. Quelle bandierine, negli anni, non le ho messe per il gusto maniacale di riempire “vuoti”, ma per ricordarmi sempre che sul territorio bisogna starci tutti i giorni. Non basta stare in una torre qui a Bologna per governare, come non si conosce un territorio facendo solo passerelle in campagna elettorale. Sono stato in tutti i vostri comuni e in molti tornerò nei prossimi due mesi e mezzo: qualcuno potrà criticarmi per quel che ho fatto, non ho voluto o non ho saputo fare; credo che nessuno potrà contestarmi di farmi vivo solo in campagna elettorale. Nei vostri comuni ci posso venire senza Google Maps perché sono stati il mio luogo di lavoro.
“Per l’Emilia-Romagna, non per altro” è anche il modo di dire che questa Regione, il suo territorio, e soprattutto le sue comunità e gli emiliano-romagnoli meritano rispetto. Se dici che il primo obiettivo è mandare a casa il premier Conte è perché dai poco valore all’Emilia-Romagna. Per noi l’obiettivo invece è governare bene questa Regione e dare un progetto di futuro all’Emilia-Romagna all’altezza della sua storia e delle sue potenzialità. L’Emilia-Romagna è per noi così importante che basta e avanza da sola per meritare questa sfida elettorale.
Ho scelto l’Emilia-Romagna 10 anni fa, quando mi sono candidato in consiglio; l’ho scelta 5 anni fa, quando mi sono candidato presidente. La scelgo oggi, ricandidandomi. Avrei potuto fare altre scelte, in sé né migliori né peggiori. Invece ho scelto l’Emilia-Romagna perché ho ritenuto di essere più utile proprio qui, alla mia gente e al mio territorio. Se sarò eletto starò anzitutto qui, in Emilia-Romagna. E se non sarò eletto starò anzitutto qui, in Emilia-Romagna. Non so se i miei sfidanti possano prendere lo stesso impegno. Non credo possa farlo Salvini, che il 27 di gennaio, chiunque vincerà, tornerà a Roma. Come ha fatto in Sardegna e in Basilicata, in Abruzzo e in Umbria. Là non lo vedranno più fino alla prossima campagna elettorale e così sarà anche in Emilia-Romagna dal giorno dopo il voto. Credo che anche la Borgonzoni se non sarà eletta tornerà a Roma, a fare la senatrice. Io sarò qui. E’ una differenza anche questa, un modo diverso di intendere il proprio impegno sul territorio e un modo di stare nelle istituzioni per cui oggi chiedi un voto.
***
In questi 5 anni abbiamo fatto tante cose, lo rivendico con orgoglio. Non significa pensare di non aver commesso errori, ci mancherebbe. Significa aver creduto in quel che abbiamo fatto e non avere il timore di trarne pubblicamente un bilancio. Dicono che oggi il buon governo non basti più. Forse non è mai bastato. Quel che hai fatto dà credibilità o meno alle cose che ti impegni a fare per il futuro.
Il consenso lo chiederemo su un programma per i prossimi 5 anni. E credo che proprio questa sia un’altra differenza coi nostri avversari, forse la più importante: noi abbiamo un progetto per l’Emilia-Romagna, loro no, loro devono mandare a casa Conte.
Noi vogliamo costruire un progetto di tanti, non di pochi: dicono che abbiamo governato per una parte, per gli “amici”; e che se puoi lavorare in Emilia-Romagna è solo grazie a quello. E’ offensivo non solo e tanto per noi, ma per gli emiliano-romagnoli. Se qui il tasso di occupazione è il più alto, se la crescita è stata maggiore che nelle altre Regioni, se anche l’occupazione femminile ha superato il 70% è perché gli emiliano-romagnoli sono persone libere. Non sono “amici di qualcuno”. E il lavoro è dignità, non affiliazione.
Gli emiliano-romagnoli non hanno né padroni né capitani. E non ne cercano.
***
Ho indicato alcuni punti programmatici alle forze politiche del centrosinistra e vorrei che da oggi, in un percorso rapido ma intenso, potessero arricchirsi dell’esperienza e del contributo di chi sta sul territorio, a partire dagli amministratori. Li indico per titoli, perché avremo altre occasioni ravvicinate per discutere di questo:
1) Emilia-Romagna, regione della conoscenza. Capitalizzando il lavoro svolto in questi anni, dai nidi alla formazione post-laurea, il nostro obiettivo è quello di attrezzare la società regionale del più alto e diffuso tasso di saperi e competenze, investendo su tutta la rete educativa, formativa e culturale del territorio. Trasformare il nido da semplice servizio a domanda individuale a diritto di tutti i bambini e le bambine è un investimento sulle persone, per il successo formativo e contro la dispersione scolastica. Un servizio educativo universalistico e per questo tendenzialmente gratuito, come carta d’ingresso per i bambini in questa società. Se abbiamo triplicato in 5 anni le risorse per la cultura, o siamo la Regione che più e meglio spende i fondi europei per la formazione, se abbiamo costruito le scuole di specializzazione post laurea e messo in rete le nostre Università è perché crediamo che l’investimento più forte che si possa fare oggi è quello sul capitale umano. Il nostro obiettivo è offrire a tutte le persone, a partire dai più giovani, gli strumenti migliori per affrontare il cambiamento e non esserne esclusi. Questa sarà la nostra priorità anche per costruire lavoro nuovo e lavoro buono. Per avere cittadini più forti, più autonomi, più liberi.
2) Emilia-Romagna, regione dei diritti. E dei doveri. I servizi, per primo proprio il nido, sono anche inclusione, la leva più forte per costruire integrazione e coesione sociale. Che si parli di sanità, di casa o di assistenza, il nostro obiettivo deve essere quello di fornire risposte e servizi che rimuovano gli impedimenti alla piena partecipazione al lavoro e alla vita sociale della comunità, come prescrive l’art. 3 della Costituzione. Se vogliamo scongiurare il conflitto alla base della piramide sociale, tra gli ultimi e i penultimi, dobbiamo attrezzarci sia a contrastare la povertà, sia a sostenere i ceti medi. La redistribuzione della ricchezza che produciamo è, in Emilia-Romagna, sia elemento imprescindibile di coesione, sia motore di crescita e sviluppo. Al tempo stesso, in patto di giustizia e legalità, dobbiamo prevedere che per ogni diritto riconosciuto scatti un dovere individuale e sociale. Le regole sono il sale della democrazia e non esiste inclusione e giustizia fuori dalla legalità. Una società dei diritti e dei doveri è una società esigente.
3) Emilia-Romagna, regione sostenibile. E la vogliamo tale esattamente nel modo in cui questo termine è declinato dall’agenda delle Nazioni Unite. Superare il conflitto tra lavoro e ambiente, passare dalla piena alla buona occupazione, imprimere un’accelerazione ecologica alle nostre politiche economiche e sociali: sono gli obiettivi di un nuovo Patto del Lavoro che proporrò di siglare a tutte le parti sociali e istituzionali, come abbiamo fatto nel 2015. Dobbiamo essere la prima regione italiana a cogliere gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030. Mobilità e infrastrutture, suolo ed energia, produzione e consumi: il cambiamento è iniziato ma noi dobbiamo imprimere un’accelerazione per un’economia pienamente circolare in una società sostenibile.
4) Emilia-Romagna, regione delle opportunità. Dobbiamo scongiurare la profezia che vuole che i nostri figli siano condannati ad una vita peggiore della nostra, o a fuggire all’estero. Noi stiamo già adesso investendo sul futuro come nessun altro territorio in Italia e come pochi altri in Europa. La Data Valley non è suggestione, ma l’idea che realizzi oggi le condizioni per il lavoro, l’impresa e la società di domani: che si tratti di mobilità, salute, o cambiamento climatico, stiamo costruendo le condizioni perché il futuro passi da qui e, cosa non meno importante, perché il cambiamento sia governato ed orientato al servizio delle persone. Nondimeno, le vocazioni territoriali che stiamo implementando – dalla Food alla Welness, alla Motor Valley – affondano le radici non solo nella nostra identità, ma nelle potenzialità che ci proiettano nel mondo come territorio attrattivo e desiderabile, da visitare o in cui investire. Domani ci sarà più lavoro e lavoro buono se investiamo oggi perché sia così.
Intorno a queste direttrici, che ho provato a sintetizzare, che dobbiamo costruire un progetto per l’Emilia-Romagna all’altezza di quello che questa Regione oggi è in Italia e in Europa. Chiedo a tutti un contributo di idee, esperienze e proposte. Lancerò tra pochi giorni alcuni strumenti per raccoglierle e vi assicuro che ciascun contributo sarà valorizzato o quantomeno riscontrato.
***
Avendo però qui molti amministratori, voglio concludere con due elementi che hanno il senso della nostra esperienza e della peculiarità di questa Regione.
E’ possibile che dopo una lunga fase di stallo si riapra il cantiere dell’autonomia: il ministro Boccia ha avanzato una proposta di legge cornice per definire condizioni e garanzie, per i territori e per i cittadini, entro cui collocare i diversi progetti di autonomia regionale. Io credo che la nostra proposta vada a questo punto rilanciata con forza per le sue caratteristiche e specificità. A partire dal fatto che non muove dalla volontà di trattenere maggiori risorse in sé, né di puntare ad un maggior grado di separazione dal resto del Paese.
Noi siamo partiti da obiettivi concreti quali la riqualificazione urbana e la messa in sicurezza del territorio; un più forte legame tra formazione e mondo dell’impresa; una programmazione più stringente e una gestione più efficiente dell’edilizia scolastica, universitaria e sanitaria; un’organizzazione dei servizi e una governance territoriale più aderente alle esigenze del nostro territorio. Sono tutti temi concreti che chiamano in campo la potestà legislativa e programmatoria della Regione, ma altrettanto la capacità organizzativa e gestionale degli Enti locali. Vorrei che dessimo profondità e concretezza a questi obietti per uscire dal dibattito ideologico tra nord e sud, regioni forti e regioni deboli, centro e periferia. Il nostro è un progetto diverso, radicalmente diverso e pienamente costituzionale: vorrei lo facessimo vivere oggi sul territorio in tutte le sue potenzialità.
La seconda questione attiene ad un’idea di prossimità della Regione col territorio, anzitutto nel rapporto coi gli Enti locali. Questo è un tempo che mal sopporta i pensieri lunghi e le risposte sistemiche. E’ un problema. Ma a questo problema non si risponde, come abbiamo sperimentato, né deragliando dagli obiettivi strategici, né confidando che la storia sia con noi e che i cittadini alla lunga ci capiranno. A questo problema si risponde avvicinando le istituzioni ai cittadini, costruendo risposte di prossimità che non accorcino le distanze. Le cosiddette periferie – territoriali, sociali e culturali – non si includono col moralismo, ma costruendo risposte concrete e di senso attraverso il governo.
E’ quanto stiamo provando a fare con le politiche di sostegno all’impresa e ai servizi nell’Appennino; o con i piani per le aree interne; con un progetto di riqualificazione della costa o col sostegno agli investimenti nei comuni più piccoli. I nostri obiettivi strategici, come voi mi avete insegnato nella collaborazione quotidiana di questi anni, vivono se trovano punti di caduta concreti nella vita quotidiana delle persone, in particolare di chi si sente più lontano, più esposto, più fragile.
Ai sindaci chiedo una mano a costruire non solo un progetto, ma una campagna elettorale fatta proprio così. Talvolta la Regione è percepita lontana, non sono ben chiare le sue prerogative, ne è più sfumata la ricaduta amministrativa. Se saremo capaci di declinare sul territorio, comune per comune, palmo a palmo, il senso di questo progetto e di questo nostro essere Emilia-Romagna, credo sarà più semplice far comprendere alle persone quale è realmente la posta in gioco di questo voto.
Far comprendere che stiamo parlando davvero di Emilia-Romagna, non di altro.

 

 

Pubblicato in Politica Parma
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